Creato da nina.monamour il 11/06/2010 |
L'INFERNO CHE HO SCELTO..
Lei gli sussurrò
"Sono il tuo inferno"
e lo guardava con occhi densi di desiderio.
Lui la attirò prepotentemente a sé...
e mentre la spogliava con gli occhi e con le mani rispose...
"TU.. sei l'Inferno che mi sono scelto..."
il resto....è storia...
CARPE DIEM..
Ci sono persone che non vivono la vita presente, ma si preparano con grande zelo come se dovessero vivere una qualche altra vita e non quella che vivono e intanto il tempo si consuma e fugge via..
"Carpe diem, quan minimun credula postero"
Messaggi del 02/02/2014
Post n°6151 pubblicato il 02 Febbraio 2014 da nina.monamour
1) Soninci a to mamma! (Tipica espressione dell’automobilista reggino in prossimità di un semaforo. Solitamente infatti, allo scattare del verde, il reggino ha l’abitudine di suonare il clacson per sollecitare il primo della fila a partire con celerità. Si invita pertanto la cittadinanza strombazzante a rivolgere questi rumori alle proprie madri); 2) A freccia mancu l’indiani ormai… (Classica frase usata in prossimità di un incrocio o quando qualcuno si appresta a parcheggiare, ignorando gli indicatori di direzione, volgarmente chiamati “frecce”. L’accostamento alle frecce scagliate dagli indiani, dunque, ormai in disuso come appunto l’uso da parte degli automobilisti reggini, è la metafora insita in tale espressione); 3) U sapiva jeu! Na fimmina esti! (Frase di derisione nel notare che il conducente d’auto, che ha appena eseguito qualche manovra sbagliata, sia una donna. Come a dar credito al famoso detto “donna al volante pericolo costante”); 4) Passa e vafanculu! (Tipica espressione usata in prossimità di incroci, in cui qualcuno ci chiede la precedenza. La variante è l’espressione gentile “prego, passi pure”, seguita da “nto cxxu”, una volta che l’altra macchina si è allontanata); 5) Ma cu ta ressi a patenti?!? (Frase di sdegno verso qualcuno che ha appena effettuato una manovra non consentita dal codice stradale. Si è soliti accompagnare questa frase con il nome di alcune Autoscuole famose in città, ovviamente non quella frequentata dall’accusatore); 6) Cretinu moviti chi è virdi! (Classica frase pronunciata dal personaggio di cui al punto n.1, in prossimità di un semaforo. Pare che a Reggio, infatti, non sia tollerato neanche un nanosecondo tra lo scatto del verde e la partenza della prima auto in fila); 7) Insomma… p’aundi caxxu hai a gghiri? (Classica frase in cui gli indicatori di direzione sono usati, ma nel senso opposto a quello in cui si vuole andare, inducendo l’automobilista che sta dietro all’ errore); 8) Capu, n’attimu e a spostu! (Classica frase del reggino che, per prendere un caffè o le sigarette, deve obbligatoriamente posteggiare di fronte all’ esercizio commerciale in questione. Non importa che 50 metri più avanti ci sia un posto libero, si preferisce sostare in doppia fila, perché tale tragitto comporterebbe troppa fatica); 9) Non vali a pena mi chiamamu i vigili, haiu n’amicu carrozzeri! (Classica frase da accordo post tamponamento, in cui colui che ha torto cerca di evitare l’intervento dei Vigili Urbani per poter risparmiare soldi, millantando conoscenze di carrozzieri fidati); 10) Vo tirari?!? (Frase pronunciata solitamente in autostrada o strada a scorrimento veloce, quando ci si sorpassa spesso con un’altra macchina. Diventa allora quasi una sfida a chi ha il motore più potente, promettendo all’ altro di fargli mangiare la polvere). |
Uno dei presupposti per una buona intesa tra universo femminile e maschile risiede nella conoscenza delle differenze, cioè dei codici maschili e femminili. Ecco i codici femminili che l’uomo sottovaluta: I codici primari femminili L’uomo pensa sempre che noi non sappiamo cosa stia facendo o cosa ci stia nascondendo, noi godiamo farglielo credere, ma lui questo ancora non l’ha capito, e noi adoriamo vederlo compiacersi, tutto convinto che questa volta l’abbia passata liscia o che è riuscito ad ottenere ciò che voleva, ancora non ha capito bene che colei che in realtà tiene in mano le redini è la donna! Secondo lui ci prende in giro mentre noi siamo impegnate nella "interconnessione" domenicale e cioè facimu surbizza e mangiari insiemi ed oltre, "iddu" pensa chi vai e si ‘ntingi u pani ‘nto sugu tranquillamenti, oppuru chi nui u mandamu pa spisa e iddu è cuntentu pirchì finita a spisa si catta i patatini e sicundu iddu nui poi no sapimu (vistu chi torna chi mani tutti cunduti e magari puru i robi si nci veni fatta si cundi ) o pensa chi non sapimu chi è malatu i palluni e ndi muccia u telecumandu quandu avi i partiti, disconosce che ormai i partiti i seguimu chiù nui riddu, o si mangia u gelatu a mucciuni con stupidi escamotage pinsandu chi nui no sapimu, o chi ‘ndi faci i squilli mi ‘ndi frega i purpetti, o chi tutti i scusi su boni non mi faci nenti ‘nta casa, che soffre di aerofagia e nn si voli curari e ci runa a curpa agli antichi romani chi all’epoca i facivunu, e chi ‘nta so menti ‘ndi rici sempri ietta sangu, quandu avanti a nui ‘ndi runa ragiuni! UOMO tu ignori i "codici femminili" ed è per questo che sei succube delle donne e neanche te ne accorgi, anzi ti rendiamo pure contento di questa sudditanza, noi donne abbiamo 4 codici che sono l’interconnessione, cioè simu in gradu mi facimu tremila cosi ‘nda na vota, compreso pensare chi tu mentri nui facimu surbizza o atru, tu sta circandu comu mi ‘ndi pigghi pu cxxu i cacchi manera, sicundu u to ciriveddu sempri. UOMO noi siamo intuitive e quindi capiamo subito chi ‘ndi sta pigghiandu pu cxxu. UOMO siamo empatiche, significa che ci si sintonizziamo sulla vostra stessa lunghezza d’onda, e siamo in grado di capire e prevedere i vostri comportamenti , e quindi u sapimu chi ‘ndi stati pigghiandu pu culu! Ma siccome alla fine il mondo femminile è caratterizzato dal codice del sentimento, UOMINI VI RASSAMU FUTTIRI E NON PERDIMU TEMPU APPRESSU A VUI, TANTU ALLA FINE VI PURTAMU AUNDI VULIMU NUI SEMPRI E COMUNQUE E QUESTO IL BELLO , INVECI I FREGARI , RISTATI FREGATI! P.s. Mentre voi intingete il pane nel nostro succulento sugo domenicale noi preghiamo che voi nello stesso momento vi scottiate la lingua col sugo bollente, del vostro gelato non ce ne può fregar nulla , nui avimu i riservi i ciucculata ‘nta casa chi vui vi ‘nsunnati atru chi cacchi cucchiara i gelatu rubata a mucciuni |
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