Creato da nina.monamour il 11/06/2010 |
L'INFERNO CHE HO SCELTO..
Lei gli sussurrò
"Sono il tuo inferno"
e lo guardava con occhi densi di desiderio.
Lui la attirò prepotentemente a sé...
e mentre la spogliava con gli occhi e con le mani rispose...
"TU.. sei l'Inferno che mi sono scelto..."
il resto....è storia...
CARPE DIEM..
Ci sono persone che non vivono la vita presente, ma si preparano con grande zelo come se dovessero vivere una qualche altra vita e non quella che vivono e intanto il tempo si consuma e fugge via..
"Carpe diem, quan minimun credula postero"
Messaggi del 05/03/2014
C’è un sistema per i meridionali a Milano di integrarsi con la città ospitante, ed è quello di divenire con genuino trasporto tifosi di una delle sue due principali squadre di calcio. Per quasi l’intero anno solare, una settimana sì e l’altra pure, il tifoso si reca allo stadio per sostenere la propria squadra o gufare contro la squadra avversaria, urlando in coro con migliaia di compagni d’avventura sia del Nord che del Sud il proprio entusiasmo se si vince o il proprio rammarico se si perde. L’indomani con il giornale sportivo sotto il braccio, al bar come in contesti lavorativi o ricreativi, tutti a commentare la partita, sentenziando da presunti esperti allenatori il comportamento del mister, della società, dei singoli giocatori, lodandoli in caso di vittoria, deprecandoli in caso di sconfitta, senza nulla concedere agli avversari che hanno sempre torto, anche quando hanno vinto, perché sicuramente non per merito proprio, ma favoriti dall’arbitro venduto e cornuto o dalla fortuna. Meritano pertanto ogni sfottò. Né il calcio parlato si esaurisce in poche ore, al contrario dura l’intera settimana sino al calcio d’inizio della partita seguente, agevolando così tra i tifosi la più ampia socializzazione. Non importa se le partite di pallone si svolgono per motivi di cassa prevalentemente in tarda serata, mettendo a dura prova i tifosi partecipanti costretti a difendersi soprattutto nel pieno inverno dalle malattie da raffreddore. Non importa se a causa di un eccessivo fervore agonistico nascono malumori in famiglia. Quello che conta e voglio sottolineare è che il tifoso “meridionale” si senta a pari … altezza e prestigio del tifoso “nordico”. Si sentirà poi più meneghino che mai se alla prossima partita di pallone si presenterà con la sciarpa, il berretto o addirittura l’intera divisa della squadra del cuore, accusando soltanto un po’ d’imbarazzo, allorquando la stessa dovrà affrontare la squadra della propria città o regione di provenienza. In questa evenienza c’è in ogni modo la possibilità di suggerire una escamotage conciliante. Si darà spazio ad alcune congetture: -può darsi che il 50% (anche di più) dei tifosi d’entrambe le squadre risulti all’anagrafe di origine meridionale o con genitori “diversamente nordici”, nati cioè all’ombra del Vesuvio o dell’Etna? - può darsi che la maggioranza dei giocatori delle due squadre provenga dall’America Latina o dal Continente Nero, anziché dagli allevamenti calcistici del Sud e del Nord Italia? Ebbene, le suddette congetture sono in pratica la realtà effettiva delle cose! Si può pertanto sostenere la metafora che anche il Milan sia “internazionale”, come lo è a norma di statuto l’Inter… In altri termini, tra giocatori e tifosi delle due squadre non c’è il problema della provenienza, rappresentano entrambi entità indistinte, internazionali, appartengono tutti alla stessa razza, quella umana. I meridionali al Nord possono, quindi, sentirsi a loro agio, pienamente integrati con la tifoseria “nordica Doc”. A tal proposito stasera giocherà la Spagna con la nostra bella Italia.. Grazie al pallone, non esistono più, almeno nello sport, figli e figliastri: “simme tutte figli ’e mamme”.
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Questo che sto per scrivere ha dell'incredibile! Sostiene di non ricordare nulla del viaggio che da Manchester lo ha portato a Parigi, di essere partito ubriaco per risvegliarsi in Francia la mattina dopo. Luke ha ricostruito la sua storia; il diciannovenne inglese avrebbe alzato il gomito ad una festa, per poi prendere un taxi e prenotare un volo tramite il cellulare. Destinazione, la capitale francese appunto, dove Luke si è risvegliato in un bagno dell'aeroporto ed ha deciso di farsi un giro, andando a vedere la Torre Eiffel. Una bravata bella e buona, considerando che lo scherzo è costato al giovane (o meglio alla sua famiglia, visto che lui non lavora) quasi un migliaio di sterline. Ma la cosa incredibile è che con il racconto Luke ha convinto 3mila persone a diventare suoi "follower" su Twitter, insomma una vera e propria star... ....sì ma della stupidità!!! |
Buona giornata |
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