Creato da nina.monamour il 11/06/2010 |
L'INFERNO CHE HO SCELTO..
Lei gli sussurrò
"Sono il tuo inferno"
e lo guardava con occhi densi di desiderio.
Lui la attirò prepotentemente a sé...
e mentre la spogliava con gli occhi e con le mani rispose...
"TU.. sei l'Inferno che mi sono scelto..."
il resto....è storia...
CARPE DIEM..
Ci sono persone che non vivono la vita presente, ma si preparano con grande zelo come se dovessero vivere una qualche altra vita e non quella che vivono e intanto il tempo si consuma e fugge via..
"Carpe diem, quan minimun credula postero"
Messaggi del 09/08/2014
La mafia sbanda, la mafia scolora, la mafia scommette, la mafia giura che l'esistenza non esiste, che la cultura non c'è, che l'uomo non è amico dell'uomo. La mafia è il cavallo nero dell'apocalisse che porta in sella un relitto mortale, la mafia accusa i suoi morti. La mafia li commemora con ciclopici funerali: così è stato per te, Giovanni, trasportato a braccia da quelli che ti avevano ucciso. (Alda Merini) Sembravano lontani quegli Anni ‘90 delle stragi mafiose, degli assassini di Falcone e Borsellino, dell’attentato all’Accademia dei Georgofili. Invece il vile attacco alla scuola di Brindisi dedicata a Francesca Laura Morvillo, la moglie di Falcone, ci ha riportati tutti indietro di vent’anni, come il rigurgito terroristico ci fa ripensare con orrore agli Anni ‘70. Ventidue anni dalla strage di Capaci del 23 maggio 1992, grazie alla poesia di Alda Merini (1931-2009) vuole essere un omaggio a Giovanni Falcone, a Francesca Laura Morvillo, ad Antonio Montinaro, Vito Schifani e Rocco Di Cillo, gli uomini della scorta che persero la vita quando la mafia fece esplodere 500 kg di tritolo. Voglio raccontare dello sgomento di quando appresi la notizia, un tardo pomeriggio dolcissimo di maggio, e si poteva sentire il “paese devastato dal dolore” come aveva cantato l’anno precedente Franco Battiato in Povera Patria. E a sottolineare le parole di Giovanni Falcone “la mafia è un fenomeno umano e come tutti i fenomeni umani ha un principio, una sua evoluzione e avrà quindi anche una fine” voglio ricordare il coraggio della giovane vedova di Vito Schifani, Rosaria, e il suo discorso letto ai funerali: “Io vi perdono, però vi dovete mettere in ginocchio, se avete il coraggio di cambiare... Ma loro non cambiano... loro non vogliono cambiare”. Non cambieranno, ma il coraggio ha sempre la meglio sulla viltà. Sempre.
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