Creato da nina.monamour il 11/06/2010 |
L'INFERNO CHE HO SCELTO..
Lei gli sussurrò
"Sono il tuo inferno"
e lo guardava con occhi densi di desiderio.
Lui la attirò prepotentemente a sé...
e mentre la spogliava con gli occhi e con le mani rispose...
"TU.. sei l'Inferno che mi sono scelto..."
il resto....è storia...
CARPE DIEM..
Ci sono persone che non vivono la vita presente, ma si preparano con grande zelo come se dovessero vivere una qualche altra vita e non quella che vivono e intanto il tempo si consuma e fugge via..
"Carpe diem, quan minimun credula postero"
Messaggi del 13/11/2015
Post n°7282 pubblicato il 13 Novembre 2015 da nina.monamour
La regina Vittoria e il suo valletto, Lady Chatterley e il guardacaccia, Miss Jiulie e il servo, ignorare le differenze sociali è sempre stata una trasgressione intrigante. I Cenerentoli ci attraggono perchè parlano la lingua dell'istinto e sanno scatenare la vera passione. Ma le storie non funzionavano, oggi possiamo uscire allo scoperto e rivendicare il diritto di volere un uomo che non conosce il marketing ma sa bene cosa è il piacere. Lei è nobile, lui è un servo. lei è una Signora, lui è un giardiniere, lei è una Direttrice d'azienda, lui è il ragazzo che le porta il caffé la mattina in Ufficio. Basta qualche sguardo, uno sfiorarsi..e scatta la scintilla, la passione, e perchè no, l'amore, e nonostante la differenza di classe, o grazie a questa, si innesca una chimica mai provata. C'era una volta Lady Chatterley, con l'amante guardacaccia, la storia di un amore scandaloso di una dama che, sfidando tutte le regole dell'Ottocento puritano, esce dal suo castello e trova di nuovo la passione (il marito è impotente), tra le braccia di un uomo di rango inferiore. In Miss Julie, il film di Liv Ullmann, la protagonista è la 25enne Jiulie, figlia di un conte, che in una notte estiva di baldoria inizia con il cameriere John una relazione fatta di passione, ma anche lotta di potere. Ma cosa c'è dietro queste storie di attrazione fatale tra uomini e donne di estrazioni sociali diverse? E' presto detto, sono incontri di pura passione, l'innamoramento non scatta se sei ricco o povero, scatta quando si avverte una vicinanza, una possibilità di conoscenza, quando c'è un riconoscersi a livello emotivo, di sensazioni. La diversità dei ceti sociali fa da detonatore alla trasgressione, e le donne educate rigidamente di solito hanno il desiderio di lasciarsi andare non con chi ha vincoli come loro, ma dando spazio a quella parte passionale, anche rustica, che può rispecchiarsi in un uomo che non ha la stessa cultura. Non si sa se queste passioni portano ad un rapporto duraturo o sono solo avventure, bisognerebbe chiederlo alla Regina Vittoria se è stata bene con il suo valletto. Lei, la puritana delle puritane che faceva addirittura rivestire le gambe dei tavoli che alludevano alle gambe femminili, rimasta vedova si accompagnò con questo amante fino alla fine della sua vita. Oggi le donne di potere hanno per amanti uomini giovani e belli, sembra una rivincita, bé nessuno ha mai fatto grandi storie se un uomo potente e ricco sceglieva una donna povera e bella. Se lo fa una donna, invece, fioccano i commenti, la riprovazione sociale, ci si aspetta che le donne cerchino, tra i vari nidi dei maschi, quello piu' grande per deporre le uova, ma non è così, le donne oggi hanno voglia di scegliere qualcosa di piu' rispetto ad una garanzia economica, come le passioni, un uomo che gli piaccia e in questo, certo, imitano un costume maschile, cominciano a poterselo permettere. Se prendiamo ad esempio il film "Miss Julie" il dramma si Strindberg da cui è tratto,
suggerisce che una relazione tra ceti diversi è destinata a finir male e si abbatte sulle spalle di chi ha trasgredito; altro caso negativo che vorrei citare è quello di tanti uomini che, come si dice, appendono il cappello, quelli che sposano la donna benestante ricca non per amore ma perchè pensano ad una loro ascesa sociale. Ma c'è anche la situazione stile Lady Chatterley, dato che il marito è impotente, il guardacaccia è una specie di ruota di scorta. Si tratta di situazioni che ti aiutano a sostenerne delle altre, e questo potrebbe andare bene, quello che non vorrei piu' vedere è che siano le donne a subire danni. |
Post n°7281 pubblicato il 13 Novembre 2015 da nina.monamour
Il 13 Novembre (oggi) si celebra la Giornata Mondiale della Gentilezza.
Ricorre infatti in questa data la giornata d’apertura della Conferenza del "World Kindness Movement ” tenutasi a Tokyo nel 1997 e conclusasi con la firma della Dichiarazione della Gentilezza. Qui di seguito presento una ampia selezione di frasi, citazioni e aforismi sulla gentilezza e l’essere gentili, per celebrare la gentilezza non solo oggi, ma tutti i giorni dell’anno. In un mondo aggressivo, arrogante e competitivo, la gentilezza si rivela sempre più una risorsa vincente, una forza rivoluzionaria, in grado di cambiare il mondo.
Ogni persona che incontri sta combattendo una battaglia di cui non sai nulla. Sii gentile..sempre
Oggi regala a un estraneo uno dei tuoi sorrisi. Potrebbe essere l’unico sole che vede durante il giorno. Le parole gentili non costano nulla. Non irritano mai la lingua o le labbra. Rendono le altre persone di buon umore. Proiettano la loro stessa immagine sulle anime delle persone, ed è una bella immagine. Tenerezza e gentilezza non sono sintomo di disperazione e debolezza, ma espressione di forza e di determinazione.
Per avere degli occhi belli, cerca la bontà negli altri; per delle labbra belle, pronuncia solo parole gentili; per una figura snella, dividi il tuo cibo con le persone affamate; per dei capelli belli lascia che un bambino vi passi le sue dita una volta al giorno; e per l’atteggiamento, cammina con la consapevolezza che non sei mai sola. Solo con la gentilezza e la cordialità si puo’ ottenere qualcosa. Una saggia massima dice: "Una goccia di miele prende più mosche di un litro di fiele. Se volete guadagnare un uomo alla vostra causa, prima convincetelo di essergli amico. E’ questa goccia di miele che vincerà il suo cuore che, pensatela come volete, è la strada maestra per giungere alla sua ragione”. (Lincoln)
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