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Messaggi del 10/02/2016

Il figlio del mare..

Post n°7423 pubblicato il 10 Febbraio 2016 da nina.monamour

 

In tanti, oltre 7 milioni di spettatori, hanno seguito Lunedì sera  il film "Il sindaco pescatore", interpretato da Sergio Castellitto, sulla vita di Angelo Vassallo, il Sindaco di Pollica ucciso con nove colpi di pistola la sera del 5 settembre 2010. Il film ha ripercorso le tappe salienti della vita politica e personale del primo cittadino. La pellicola ha alimentato però diverse polemiche, ancora prima di essere trasmessa in tv.

Ma chi era Angelo Vassallo?

Angelo Vassallo era un figlio del mare, che aveva imparato ad affrontare la vita con lo stesso spirito e la stessa forza che fin da piccolo lo avevano guidato tra le bellezze, ma anche tra i mille pericoli nascosti tra le onde del mare del Cilento. Così, con lo stesso spirito, aveva deciso di vivere fino in fondo, con onestà e coraggio, anche l’avventura di primo cittadino nel Comune di Pollica.

Vassallo non era un eroe né, probabilmente, avrebbe voluto esserlo ma, "ci insegna molte cose, per esempio, che dietro all’idea di buona politica non può non esserci un’idea poetica che vola verso un sogno.

Era un brav’uomo, giusto, un Sindaco che amava la sua terra, e gli investigatori non sono ancora riusciti a dare un volto agli assassini. Non c’è dubbio che c’è bisogno, oggi più che mai, di risposte. Lo merita la famiglia e lo meritano tutti i cittadini di Pollica e tutto il Paese. E’ un’occasione per conoscere la vita di Vassallo e la sua terra, il Cilento, che soffre per la presenza della criminalità organizzata. Un modo per accendere i riflettori sulle minacce ai Sindaci.

Era uno che stava in prima linea, non si imboscava mai, esercitava a pieno le sue funzioni, aveva ben chiaro il concetto di comunità, del rispetto del prossimo, dell’ambiente e dell’agire per la propria terra, aveva chiaro il concetto che fare politica significa avere senso della giustizia.

Questo Sindaco ha insegnato che al di là della linea che congiunge il mare con il cielo ci sono i sogni e che si possa costruire un Paese migliore, dove regni la legalità e l’onestà.  La fiction è stata ricca di emozioni ed è servita (mi auguro) a scuotere le coscienze di chi non ha sentito nove colpi di pistola, di chi ha contrastato il cammino della Fondazione Vassallo e di chi ha girato lo sguardo dall'altra parte. Queste persone con il loro comportamento si sono rese complici.

Su Facebook commenti positivi, negativi sull’immagine che è uscita fuori del Cilento, polemiche, tanta commozione, sicuramente una fiction che ha fatto riflettere sul ruolo fondamentale del sindaco in una comunità, sul bisogno di “buona politica”, fatta di ascolto e dialogo, nel rispetto della legge.

Il film lancia un messaggio di speranza, la terra del Cilento può ripartire dalla bellezza, da una valorizzazione concreta, reale, delle bellezze paesaggistiche, naturalistiche e culturali, questa è la sfida che ha lanciato Angelo, che continua a vivere attraverso l’impegno di amministratori e cittadini che amano il territorio nel quale vivono.

A cinque anni dalla morte di Vassallo non si conoscono ancora nè il mandante nè il movente dell’omicidio.

“Possibile che nessuno abbia sentito quei colpi di pistola?”

La ricerca della verità continua, la pretendono la famiglia, i cittadini di Pollica, l’Italia intera, chi uccide un sindaco uccide lo Stato.

Quei colpi di pistola non hanno potuto, però, fermare l’idea di una politica onesta e pulita e il modello di crescita e sviluppo che viene dall’esperienza di Angelo Vassallo nella sua comunità.

Mentre andava in onda il film, a Pollica è divampato un incendio, forse una coincidenza, che è subito balzata all’attenzione di tutti tramite i social network, probabilmente un segnale, un monito ad amare di più quella terra.

La storia di Angelo Vassallo è la storia di 143 amministratori pubblici, fra sindaci, assessori e consiglieri che, dal 1973 ad oggi, secondo i dati della Commissione Parlamentare d’inchiesta del marzo 2015, sono stati barbaramente uccisi durante i loro mandati, perchè si opponevano alle infiltrazioni mafiose nei loro Comun

Un martire nella guerra dell’omertà.

Mi auguro che almeno una parte degli introiti della Fiction vadano alla fondazione Vassallo, altrimenti non è altro che sciacallaggio.

 
 
 

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