Creato da nina.monamour il 11/06/2010 |
L'INFERNO CHE HO SCELTO..
Lei gli sussurrò
"Sono il tuo inferno"
e lo guardava con occhi densi di desiderio.
Lui la attirò prepotentemente a sé...
e mentre la spogliava con gli occhi e con le mani rispose...
"TU.. sei l'Inferno che mi sono scelto..."
il resto....è storia...
CARPE DIEM..
Ci sono persone che non vivono la vita presente, ma si preparano con grande zelo come se dovessero vivere una qualche altra vita e non quella che vivono e intanto il tempo si consuma e fugge via..
"Carpe diem, quan minimun credula postero"
Messaggi del 08/03/2016
Post n°7467 pubblicato il 08 Marzo 2016 da nina.monamour
Oggi voglio rendere rendere omaggio alla grande..Nannarella, una delle più grandi attrici di tutti i tempi e antesignana dei diritti delle donne. Mi piace ricordarla con questo post! Il 7 marzo del 1908 nasceva a Roma Anna Magnani, uscì dalla sua casa di Palazzo Altieri in una bella giornata di fine estate del 1973, per non farvi più ritorno. La sua agonia alla clinica Mater Dei di Roma durò una ventina di giorni, assistita da Luca e dagli amici più cari. Il 26 settembre la televisione decide di mandare in onda "1870", l'ultimo film girato con Giannetti e che non era stato trasmesso insieme agli altri perché destinato al circuito cinematografico. Ma Anna non riuscirà a vederlo. Lo vedrà tutta Italia come estremo omaggio a Nannarella, la sua attrice più grande e più amata.
Perché dopo 43 anni si parla ancora di lei?
Perché è stata l'attrice simbolo del cinema italiano del dopoguerra, il cinema della ricostruzione e del riscatto. Perché è stata una delle più grandi attrici di tutti i tempi, capace di comicità sfrenata e di profonda drammaticità. Ma si parla ancora di lei perché è stata il simbolo della donna italiana e della sua crescita. Di lei, gli italiani da più di cinquanta anni tengono nella mente, negli occhi, nelle orecchie e nel cuore quella corsa disperata dietro il camion tedesco che si portava via il suo Francesco, la caduta terribile sul selciato che metteva la parola fine sul suo più grande personaggio, ma anche la risata ora irridente, ora canzonatoria, ora semplicemente gioiosa che spesso, anziché accompagnarla, quasi la precedeva, annunciandola al suo pubblico, la risata di Nannarella. Ebbe amori drammatici, esclusivi, travolgenti; patì dolori laceranti, accompagnati da gioie sfrenate, da improvvise voglie di giocare (lei la chiamava "la ruzza") e da un drammatico disincanto che la portava a non rispettare niente e nessuno che non meritasse di essere rispettato. Anna era figlia di ragazza madre, come Totò, come Charlie Chaplin, come Marilyn Monroe e come tanti altri grandi dello spettacolo che meglio di altri hanno rappresentato e raccontato l'umanità e la vita sui palcoscenici e sugli schermi. Portò il nome di sua madre e lo stesso nome trasmise a suo figlio, in una sorta di linea discendente al femminile. Ed anche per questo può essere considerata un personaggio di transizione, fra la donna subalterna e la donna li-berata, fino a divenire l'emblema, il portabandiera della grande rivoluzione femminile, ancora in atto.
E i personaggi di transizione, si sa, proprio perché portano dentro di loro tutte le contraddizioni, sono sempre i più interessanti, i più vivi, i più veri. Un film che voleva raccontare l'incubo dell'occupazione nazista. Il cinema diventò più maturo e si fece strumento di conoscenza e veicolo di idee. Sarà una stagione breve ma intensa e si chiamerà neorealismo. Il nome di Anna con questo film varcò l'oceano e di trionfo in trionfo arrivò anche a conquistare lei stessa l'America dove fu premiata addirittura con l'Oscar, prima italiana a ricevere l'ambita statuetta. Una mimosa per te, Anna..
Buon 8 marzo a tutte le donne che ogni giorno urlano in silenzio a quelle che non possono vivere la propria femminilità, alle donne che dedicano la loro vita alla famiglia e alla cura degli altri, alle donne intrappolate dai preconcetti e dalle ipocrisie.
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