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Messaggi del 09/03/2016

La magia delle storie..

Post n°7468 pubblicato il 09 Marzo 2016 da nina.monamour

Quanti genitori regalano ai figli dei libri per Natale, per Compleanni, per Onomastici o per le  1° Comunioni? Tanti, ma non sempre i ragazzini apprezzano; a volte il volume resta sepolto sotto una pila di giocattoli, a volte i bambini lo guardano come un oggetto misterioso di cui non conoscono le istruzioni per l'uso.

Diciamolo francamente, non è facile oggi "invogliare" alla lettura chi è bombardato da stimoli ed ha la possibilità di tuffarsi ogni due per tre nel mondo parallelo dei telefonini e della playstation. Ma c'è una cosa positiva, i romanzi per ragazzi sono l'unico settore dell'editoria che non è in crisi, dato che i genitori continuano ad acquistare libri per i propri figli.

Bisogna usare le strategie giuste per farli appassionare alla lettura! E' fondamentale che i bambini recepiscano sin da piccoli che un libro contiene tanti mondi; bisogna far capire che tra le pagine ci sono cose bellissime e meno piacevoli, argomenti che possono anche fare molta paura, senza però far male davvero. Per insegnare questa verità è perfetto l'esempio della scatola magica, una magic box all'interno può avere di tutto, ma siccome, in realtà niente può uscire da lì, alla fine chi è fuori è al sicuro.

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La lettura appartiene alle attitudini individuali, è molto difficile stimolarla; tutti i ragazzi sono diversi e anche i i meccanismi di risposta sono differenti. Puoi leggere anche una poesia di Leopardi, se ne hai voglia tu, ma non deve mai essere un compito, bisogna farlo solo se è un piacere per tutti.

I libri per adulti sono un ottimo modo per stimolare la curiosità dei piccoli lettori, va benissimo, per esempio, anche l'Inferno di Dante, io lo lessi tutto ai miei figli, certo, l'ho fatto cercando anche di recitare un pò ed evitando i passaggi troppi difficili, e li ho visti davvero coinvolti.

Se si legge un libro a dei bambini pensando solo al suo contenuto educativo, non è piu' un momento gioioso, ma pesante; invece bisogna divertirsi con loro, condividendo anche attimi di commozione e, infatti, quando lessi ai miei figli la fine de "Il barone rampante", di Italo Calvino, con un protagonista che muore, piangevano tutti e due.

Anche "Pippi Calzelunghe è nata così, l'autrice Astrid Lindgren, iniziò a raccontare a sua figlia di questa strana bambina dai capelli rossi e alla fine si ritrovò con una storia in mano, diventata patrimonio universale dell'infanzia.

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A volte, mentre raccontiamo una storia, il bambino potrebbe esordire dicendo.."e se la continuassimo così?" E' una modalità che non va ostacolata perchè i ragazzi amano trasformare gli intrecci che ascoltano; oggi questa tendenza si è diffusa anche via internet con le comunità di giovani lettori delle cosiddette fan fiction, che modifcano addirittura i romanzi, come è stato il caso di "Twilight", nato proprio in questo modo. E' come se i ragazzi avessero l'idea che le storie continuano a trasformarsi perchè costantemente raccontate.

In tal senso è come se se ci fosse un ritorno all'oralità che, a partire da Omero, è stata all'origine della letteratura. Non bisogna contrapporre come buono il tempo riservato alla lettura e cattivo quello dedicato al computer o al telefonino. L'unierso digitale  e il mondo cartaceo sono due ambiti completamente diversi. Se è vero che il tempo per leggere libri è diminuito, i ragazzi di oggi leggono e scrivono piu' di noi, anche se solo messaggini, e questo rende la lettura un mezzo comunque vicino.

Una buona strategia è isolare il tempo della lettura del libro da quello usato per gli altri mezzi, infatti, il tipo di scrittura e di lettura che i telefonini sviluppano è compulsivo, al contrario dei libri, che hanno bisogno di un tempo "disteso". Chiarisco che non si devono demonizzare i telefonini, ma aiuta i ragazzi ad inserire la lettura in un momento di relax, per esempio la sera, che è un momento di raccoglimento in cui non ci sono altre distrazioni, così loro porteranno i racconti nei sogni.

In sintesi, se i ragazzi non sono presi da una storia, non bisogna insistere, devono potersi sentire liberi di esplorare anche cento libri, finché non trovano quello giusto. Ci sono romanzi bellissimi che possono essere abbandonati, per esempio, il primo capitolo di "Dombey e figlio" di Charles Dickens, è fantastico ma si può anche non leggere tutta l'opera!

 
 
 

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