Creato da nina.monamour il 11/06/2010 |
L'INFERNO CHE HO SCELTO..
Lei gli sussurrò
"Sono il tuo inferno"
e lo guardava con occhi densi di desiderio.
Lui la attirò prepotentemente a sé...
e mentre la spogliava con gli occhi e con le mani rispose...
"TU.. sei l'Inferno che mi sono scelto..."
il resto....è storia...
CARPE DIEM..
Ci sono persone che non vivono la vita presente, ma si preparano con grande zelo come se dovessero vivere una qualche altra vita e non quella che vivono e intanto il tempo si consuma e fugge via..
"Carpe diem, quan minimun credula postero"
Messaggi del 01/05/2017
Post n°7948 pubblicato il 01 Maggio 2017 da nina.monamour
Il caso ha suscitato enormi dibattiti e polemiche, com’era inevitabile accadesse per una vicenda che tocca da vicino argomenti così sensibili. La storia vede protagonista Nathan Nancy Verhelst, unica figlia femmina di una famiglia che aveva altri tre figli maschi più grandi. Una figlia non voluta e a cui, fin da piccola, è stato ripetuto che sarebbe stato meglio se fosse stata un maschio. E arrivato all’età dell’adolescenza, Nathan, effettivamente, inizia a sentirsi fuori posto nel suo corpo di donna, veste con abiti larghi e dal taglio maschile ed è attratto dalle ragazze. Da quel momento, il suo desiderio diventa quello di potersi operare per cambiare sesso e diventare a tutti gli effetti un uomo. Così, si sottopone alle lunghe terapie ormonali e, nel 2009, affronta una prima operazione di mastectomia, seguita, qualche tempo dopo, da un intervento di ricostruzione dei genitali. Quello che appariva il desiderio di tutta una vita, però, non si rivela tale, e il malessere di Nathan, invece che diminuire e consentirgli di ricominciare una nuova vita, lo fa sprofondare in una spirale di depressione ancora maggiore. Come dichiarato dallo stesso protagonista, fin da subito dopo l’operazione, la reazione nel guardarsi allo specchio è quella di una profonda avversione per se stesso, un rifiuto di quel nuovo corpo che viene percepito con odio. Nathan non era a suo agio come bambina, ma non lo è nemmeno nella nuova veste di uomo. E a quel punto, l’unica via d’uscita da un abisso fatto di disperazione e disagio interiore, appare quella della morte.
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