Creato da nina.monamour il 11/06/2010 |
L'INFERNO CHE HO SCELTO..
Lei gli sussurrò
"Sono il tuo inferno"
e lo guardava con occhi densi di desiderio.
Lui la attirò prepotentemente a sé...
e mentre la spogliava con gli occhi e con le mani rispose...
"TU.. sei l'Inferno che mi sono scelto..."
il resto....è storia...
CARPE DIEM..
Ci sono persone che non vivono la vita presente, ma si preparano con grande zelo come se dovessero vivere una qualche altra vita e non quella che vivono e intanto il tempo si consuma e fugge via..
"Carpe diem, quan minimun credula postero"
Messaggi del 15/11/2017
Post n°8199 pubblicato il 15 Novembre 2017 da nina.monamour
"È inutile che vai a scuola, tanto finirari sulla strada. Torna al tuo Paese" È l'insulto razzista rivolto ad una 15enne, mamma italiana e papà africano, da un 60enne che viaggiava sul suo stesso autobus a Torino. Lo ha raccontato lei stessa, zaino in spalle e cuffie nelle orecchie, ieri mattina ha preso come al solito il bus che la portava al liceo. Vive a Torino, lontano dai genitori, perché è una giovane promessa del basket e ha deciso qualche anno fa di coltivare il suo talento nel capoluogo piemontese. Ma mentre era sul mezzo, si è sentita colpire al ginocchio sinistro, un uomo sui sessant'anni senza nessun motivo le ha sferrato un forte calcio, racconta la ragazza, aggiungendo "di togliersi dalla sua vista". Lei ha cercato di spostarsi e far finta di nulla, ma il pullman era troppo pieno, così l'uomo ha continuato a borbottare e a fissarla. Così ha spento la musica e lo ha sentito pronunciare insulti razzisti e violenti, è inutile che tu vada a scuola, tanto finirai sulla strada, torna al tuo paese. Senza che nessuno intervenisse, anche se lei non ha reagito per paura. Arrivata a scuola la ragazza si è sfogata prima con i compagni di classe, poi al telefono con la madre, che ha chiamato il Presidente della squadra di basket che le fa anche da tutore. Denunciare era doveroso, quell’uomo ha usato espressioni come negra di mexxxa..e termini con cui si indicano in maniera dispregiativa le donne che si prostituiscono. La ragazza è rimasta spiazzata e non sarebbe comunque stata in grado di gestire un situazione di sofferenza come quella, non le era mai successa. Avrebbe potuto rivolgersi all’autista, invece è scesa alla fermata successiva. Ora sa che una cosa del genere può succedere, anche in una città come Torino. |
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