Simply Writer Blog

Metamorfosi di una farfalla - Mindfulness & Love Coaching

 

CONTATTA L'AUTORE

Nickname: irene.74
Se copi, violi le regole della Community Sesso: F
Età: 49
Prov: TA
 

Sono Praticante Internazionale di Discipline Olistiche specializzata in Marketing Etico e Comunicazione Zen 

 

Questo Blog non rappresenta una testata giornalistica in quanto viene aggiornato  senza alcuna periodicità. Non può pertanto considerarsi un prodotto editoriale ai sensi della legge n.62 del 7.03.2001

Alcune delle immagini inserite nel Blog sono tratte da internet, da siti che ne permettono la condivisione gratuita. Qualora ritenessi che la loro pubblicazione violasse eventuali diritti d'autore, comunicacelo via e-mail e le rimuoveremo immediatamente

 

ARCHIVIO MESSAGGI

 
 << Aprile 2024 >> 
 
LuMaMeGiVeSaDo
 
1 2 3 4 5 6 7
8 9 10 11 12 13 14
15 16 17 18 19 20 21
22 23 24 25 26 27 28
29 30          
 
 

CHI PUÒ SCRIVERE SUL BLOG

Solo l'autore può pubblicare messaggi in questo Blog e tutti possono pubblicare commenti.
I commenti sono moderati dall'autore del blog, verranno verificati e pubblicati a sua discrezione.
 

ULTIME VISITE AL BLOG

QuartoProvvisoriocassetta2irene.74Arianna1921je_est_un_autreFanny_Wilmotmonellaccio19enzofranco_1960noctis_imagokaren_71the_namelessexiettoDoNnA.Sm12ps12
 

AREA PERSONALE

 

FACEBOOK

 
 

CERCA IN QUESTO BLOG

  Trova
 

 

« SOS Anima GemellaE se invece delle colpe ... »

Come liberarsi del dolore emotivo

Post n°557 pubblicato il 26 Ottobre 2021 da irene.74

Se tutti conosciamo molto bene cosa sia il dolore fisico, non siamo però tutti abituati a prestare attenzione al dolore emotivo. Se avvertiamo male in una parte del corpo, corriamo subito ai ripari: andiamo dal medico, assumiamo un farmaco... Ma cosa facciamo quando prendiamo coscienza del dolore emotivo? Poco e niente....

Il dolore emotivo è una ferita nascosta, legata ad una sofferenza interiore. In seguito a una delusione, collegato a un trauma, arriva prepotente a rattristarci il cuore. Angoscia, sconforto, paura, vuoto interiore... son tante le sfumature che può assumere. Una cosa resta certa: la sua intensità non lo rende meno importante rispetto al dolore fisico. Ignorarlo può essere un grosso errore...

L'hai mai provato? Prestagli ascolto. Credo che lo abbiamo provato tutti indistintamente. Ma non tutti siamo abituati a riconoscergli l'importanza che merita. Se mi slogo una caviglia il medico mi prescrive dei farmaci ed alcuni giorni di riposo assoluto che obbligatoriamente devo osservare se voglio evitarmi il peggio. Ma se son reduce da una delusione profonda, da un fallimento, da un trauma... la società mi porta a credere che tutto sommato non ci sia nulla di "patologico" da osservare. Devo semplicemente essere forte e guardare oltre, andare avanti. Invece sarebbe assolutamente necessario un periodo di riposo emotivo forzato, avrei proprio necessità di chiudermi nel mio nido, nella mia tana sicura, come un animale ferito che evita il contatto col mondo finché non guarisce perché consapevole che un ulteriore colpo potrebbe risultargli fatale. Se ad esempio ho dovuto constatare la rovinosa frana di una relazione sentimentale, sicuramente anch'io - come l'animale ferito - ho bisogno di riprendermi dal colpo. Cercherò momenti di solitudine in cui potermi mettere in ascolto di me stessa e solo dopo aver trasformato la delusione in esperienza potrò sperare di uscirne più forte. Ma dovrò fare un passo alla volta. Diversamente rischierò di espormi ad altri pericoli: quello di imbattermi in un'altra persona sbagliata che possa approfittare del mio momento di fragilità, o di convincermi che tutto il mondo sia nemico e che mi tocchi difendermi sempre e comunque. Nella solitudine potrò assumermi la mia parte di responsabilità per aver permesso che accadesse quel fallimento, quella delusione, perché non venisse evitato quel trauma... Son tutte tappe necessarie.

E se lo ignoro? Cosa succede? Ovviamente son molti quelli che preferiscono fare come lo struzzo: mettono la testa sotto la sabbia e amen. Non è però questa la strada giusta e sai perché? Perchè non soltanto il dolore emotivo non scomparirà all'improvviso, da solo, magicamente. Ma addirittura potrà cronicizzarsi, e trasformarsi col tempo in quel che viene definito il corpo di dolore ovvero un accumulo di sofferenza che non abbiamo saputo sbrogliare e trasformare. Immaginalo come un carico di energia negativa che continuiamo a tenere sul cuore. Per un po' di tempo possiamo illuderci che non ci sia più finché all'improvviso, quando meno te lo aspetti e quando meno lo vuoi, esplode prepotente.

Come liberarsene? Innanzitutto prendendone coscienza. E' una fase dolorosa. Perchè mi impone schiettezza assoluta, non posso più raccontarmela, prendermi in giro. Quella ferita al cuore ce l'ho. Devo essere capace di osservarla in presenza e piena consapevolezza. Senza giudizio, senza vergogna. Non sono io che soffro a dovermi vergognare, semmai dovrebbe vergognarsi chi mi ha causato quella ferita... Devo maturare consapevolezza. Assolutamente necessaria a poter poi valutare il cambiamento, la trasmutazione della vecchia sofferenza. Consapevolezza, accoglienza, presenza. Sono QUI ed ORA. Il mio dolore emotivo è legato a qualcosa che ho vissuto nel passato. Lo lascio andare, ne colgo il significato, abbraccio la mia fragilità. Sono al sicuro. 

 

 

 
 
 
Vai alla Home Page del blog
 
 

INFO


Un blog di: irene.74
Data di creazione: 30/09/2013
 
 

© Italiaonline S.p.A. 2024Direzione e coordinamento di Libero Acquisition S.á r.l.P. IVA 03970540963