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Metamorfosi di una farfalla - Mindfulness & Love Coaching

 

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La felicità credo che non andrebbe subordinata a niente....
Inviato da: irene.74
il 19/06/2024 alle 14:24
 
La felicità è un concetto generale. Ognuno è felice a modo...
Inviato da: Anonimo11dgl
il 19/06/2024 alle 14:09
 
Esattamente &#9786;&#65039;
Inviato da: irene.74
il 17/06/2024 alle 22:58
 
Grazie &#128591;&#127995;
Inviato da: irene.74
il 17/06/2024 alle 22:57
 
Lei con questo blog meriterebbe ben altri palcoscenici....
Inviato da: Blogger0dgl
il 17/06/2024 alle 22:52
 
 

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Messaggi di Febbraio 2022

Tutto può ancora accadere...

Post n°571 pubblicato il 22 Febbraio 2022 da irene.74

Ti è mai successo di vivere come se ogni cosa fosse già stata irrimediabilmente definita? Come se qualcuno avesse scelto tutto per te e ti ritrovassi nella condizione di accettare passivamente senza alcuna possibilità di replica?

Se ci sei passato, sai bene che non è una sensazione piacevole. Vivere come se tutto fluisse in un moto perpetuo inarrestabile equivale a smettere di credere che possa succedere ancora qualcosa in grado di stupirci positivamente.

La vita non è certo una condanna a morte. Non siamo sulla Terra con una data di scadenza sulle spalle, in attesa della quale muovere i nostri passi lascia il tempo che trova.

Ma come ci si riduce così?

E pensare che da bambini ci alzavamo ogni giorno carichi di entusiasmo e curiosità, certi che mille cose bellissime sarebbero accadute, trepidanti dalla voglia di assaporarle tutte quante. Allora sì che credevamo ai miracoli: la nostra capacità di sognare si espandeva oltre ogni possibile confine e mentre davamo voce alle molteplici espressioni della nostra variopinta fantasia, le giornate si coloravano di un pizzico di magia che le rendeva realmente una migliore dell'altra.

Crescendo abbiamo cominciato - più o meno consapevolmente - a innalzare barriere invalicabili che in qualche modo ci proteggessero dal rischio di cadere rovinosamente al suolo dopo l'ennesimo volo pindarico che cominciava ad apparire ai nostri occhi senza troppo senso...

Se per anni abbiamo sognato di fare l'astronauta o la scienziata, oggi crediamo piuttosto che ci si debba accontentare di quel che è in grado di offrire un mercato del lavoro già povero di per sé...

Se siamo cresciute col mito del principe azzurro che arriva col cavallo bianco a salvarci, oggi riteniamo che trovare un partner che ci sia fedele e non strepiti come un gibbone sia già un'enorme fortuna...

E potrei continuare a fare altri mille esempi finalizzati a dimostrare come questo declino sia avvenuto lento e inesorabile sotto i nostri occhi distratti da chissà cos'altro...

E' una constatazione tristissima che ti assicuro non dovremmo mai sottovalutare perché vivere in questo modo può farci davvero tanto, tanto male...

Ho conosciute persone che a 50 anni hanno cambiato radicalmente vita e a 60 si sono sposate. Mosse da una cosa soltanto: la voglia di essere finalmente felici.

Non importa quanto dura possa essere stata con noi la vita, e neppure quanta parte di responsabilità della situazione sia nostra. Conta più di qualsiasi altra cosa la nostra capacità di amarci. Se lo sappiamo fare, dobbiamo metterci in salvo. E farlo subito.

Demolire gli alibi patetici dietro i quali tendiamo a nasconderci per giustificare in qualche modo il nostro atteggiamento passivo al cospetto degli eventi che si susseguono indipendentemente dalla nostra volontà.

Prendere coscienza del fatto che il tempo che sprechiamo lasciando che sia la buona o la cattiva sorte a guidare i nostri passi, indietro certo non torna. E potremmo pentirci della leggerezza con cui abbiamo permesso tutto ciò.

Non importa che vita oggi conduci, il peso di quale passato ti porti sulle spalle, quanto la vita abbia potuto metterti alla prova e neppure quanto dolore tu possa aver sperimentato sinora. Osservati come spettatore esterno e renditi conto se la felicità ti appartiene o meno.

Se non ne trovi traccia, chiediti che fine abbia mai potuto aver fatto. In nome di cosa sia stata sacrificata e perché.

Poi tira una bella linea netta che divida in due la tua vita. Nella prima metà lascia tutto quel che è stato. Nella seconda chiediti: cosa mi piacerebbe sperimentare? Se sei triste domandati: la mia felicità dov'è? E poi falle posto.

I miracoli accadono più spesso di quanto siamo pronti a credere. A farne realtà è la nostra capacità di fidarci della Vita. Se ti sembra impietosa, cattiva, ingiusta... ti meravigli poi se ti ritrovi a constatare il fallimento?

Prova a guardare da un'altra prospettiva: riprendi per mano i sogni, aspettati solo cose belle... La Vita è pronta a stupirti ancora. Ma tu sei pronto a crederci?

 

 

 

 
 
 

Sai ricevere in amore?

Post n°570 pubblicato il 15 Febbraio 2022 da irene.74

Pochi si son mai chiesti se sanno ricevere in amore. E' più facile che l'attenzione della coppia sia calamitata dalla capacità di donare. Eppure può rivelarsi sbalorditiva questa riflessione.

Non tutti sono capaci di ricevere. Le motivazioni possono essere tante. C'è chi, ad esempio, è cresciuto in un contesto familiare dove ha sperimentato esclusivamente l'amore condizionato: se sei un bravo figlio, se ti comporti bene, se fai ciò che noi genitori ci aspettiamo da te... allora sì, ti amiamo. Ecco che questa persona ha in qualche modo concepito l'amore come "il premio" ad una buona condotta. Probabilmente, crescendo, avrà mantenuto viva l'abitudine a dare, dare, dare, dare... con la speranza di ricevere in cambio amore (come legittima conseguenza). Ma se questa persona ad un certo punto inizia una relazione con un partner che per la prima volta gli fa sperimentare cosa sia l'amore incondizionato, è possibile che si ritrovi a constatare di non essere in grado di ricevere senza contropartita. In virtù di cosa?

Poi ci sono quelli che non si sono mai sentiti davvero amati. Magari si son lanciati in diverse relazioni, mossi dal bisogno di donare amore, abituati dal ricoprire il ruolo della crocerossina che salva e fa miracoli. Ma se dovessero porre sui piatti di un'ipotetica bilancia quel che hanno potuto dare e ciò che hanno ricevuto, si ritroverebbero a constatare un mezzo disastro... Perchè magari son convinti che l'amore sia giustissimo darlo alle persone care. Tralasciando di pensare al fatto che amor con amor si paga...

Sai cos'hanno in comune queste due situazioni apparentemente ben distinte e separate? L'inconscia consapevolezza di non esser meritevoli d'amore. Chi non sa ricevere amore in coppia, molto più spesso di quanto potremmo immaginare, è convinto di non esserne degno.

Può succedere perché in famiglia ha dovuto costantemente sudare le famose sette camicie per poterlo ricevere in cambio, perché non si è mai sentito libero di agire in base alle proprie convinzioni o mosso da ciò che poteva ritenere giusto per sé, quanto piuttosto dalla necessità di compiacere i genitori e di non deluderne le aspettative. Se non mi comporto come vogliono mamma e papà, vengo rimproverato, criticato perché non ne faccio una giusta. Sono una delusione. Come potrebbero amare uno come me? Quel bambino cresce e continua a ragionare su livelli simili... Se non mi comporto da partner perfetto, deludo le aspettative di coppia e piuttosto che essere amato merito di essere criticato perché non ne faccio una giusta e distruggo l'amore.

Oppure può succedere che si sia cresciuti con la convinzione che l'amore può resistere al tempo solo a condizione che la persona amata trovi nella coppia esattamente tutto quel che desidera (diversamente potrebbe andarselo a cercare altrove...) Ecco che non si presta particolare attenzione al proprio grado di felicità o di soddisfazione, concentrandosi quasi esclusivamente sul partner. Per il quale si fa di tutto e di più. Senza chiedersi se tutto ciò venga in qualche modo contraccambiato. E se magari un giorno ci si risveglia e si prende coscienza di un rapporto fortemente disequilibrato, invocando il bisogno di un amore che manca da troppo, si corre persino il rischio di vedersi additati per la persona che avanza assurde pretese: Anche tu vuoi essere felice, ora? Non ti basta che lo sia io? Può suonare strano e far rabbrividire pure ma ti garantisco che succede davvero, in certi rapporti, qualcosa di simile.

Ancora una volta, a salvarci è l'amore per noi stessi. Amore che meritiamo come chiunque altro al mondo. Amore che deve raggiungerci come dono, non come premio. Essere spontaneo, non logica conseguenza di chissà cosa... Merito l'amore. Lo merito per ciò che sono, nel bene e nel male. Merito di essere amato con le luci e nelle ombre. Ho bisogno dell'amore tanto quanto le persone a me care necessitano del mio. Un intreccio indissolubile è l'amore, dove dare e ricevere si alternano e si combinano come note perfette di una melodia che non ha senso vivisezionare, perfetta ed unica esattamente così com'è.

Sai ricevere in amore? O hai imparato a bastare a te stesso? O sei tra quelli che non sanno cosa significhi? O pensi di non esserne degno? Mettiti in ascolto di tutto ciò. E non dimenticare mai che l'amore va dove c'è l'amore. Se non lo vedi in giro, riparti da te, fallo germogliare nel tuo cuore, amati per primo. Che non è mai troppo tardi per farlo... 

 

 

 
 
 

Meglio soli o male accompagnati?

Post n°569 pubblicato il 08 Febbraio 2022 da irene.74

Potrebbe sembrare una domanda banale, retorica, dalla risposta scontata... Ma non lo è mica... Perchè se a livello teorico tutto appare chiaro ed ovvio, è nel passaggio alla pratica che ci perdiamo frammenti di coerenza, così... strada facendo...

Infatti, se ritrovandoci a parlare tra amiche di quanto brutto possa essere avere al proprio fianco un partner sbagliato, ci viene spontaneo ribadire che è una trappola in cui MAI cadremo perché non potremmo MAI permetterlo... Se quando la collega ci confida tutta la sofferenza che prova avendo un compagno che le rende la vita difficilissima siam pronte a giurare che a noi MAI capiterà qualcosa di simile perché MAI potremmo tollerarlo... E' altresì vero che da quel dolore poi, nella realtà dei fatti, non ne siamo mica esenti... Anzi... E' familiare a tante di noi, purtroppo...

Succede per leggerezza, perché magari agli inizi non abbiamo compreso bene alcuni elementi determinanti che avrebbero potuto pesantemente incidere sui nostri equilibri mandandoli in poco tempo in tilt... O perché siamo talmente annebbiate da altro che non riusciamo a vedere la realtà in tutte le sue sfaccettature.

Ora, è chiaro che non esistano relazioni perfette perché nessuno di noi è perfetto e dunque nessun rapporto potrà mai esserlo, in valore assoluto. Ma sarebbe necessario riuscire a deciderci a prestare maggiore attenzione al nostro reale benessere ed al nostro grado di serenità interiore.

Dovremmo imparare a farne una vera e propria regola di vita. Chiederci ogni giorno: come sto? Come mi sento? Sono serena? Sono felice?

E non avere paura di scavare nei silenzi nascosti tra le parole che a stento poi pronunciamo. Smetterla di fingere che vada sempre tutto bene, di pensare che siamo capaci di sopportare e sopportare e sopportare ancora chissà cosa per chissà quanto altro...

Allinearci a noi stesse quel tanto che occorre per renderci conto se stiamo percorrendo la strada giusta o quella sbagliata. Che non è necessariamente collegata a fattori inquadrabili in valore assoluto. Moltissimo dipende dalla nostra percezione personale.

Ciò che può andar bene per qualcuno può far molto male a me. Un male che potrà non essere compreso dagli altri ma che non deve sfuggire alle mie valutazioni.

Mai come in questi ultimi anni ci siamo resi conto di cosa voglia dire vedersi mettere in ginocchio da prove esistenziali che difficilmente si sarebbero potuto immaginare. Per fronteggiarle abbiamo dovuto attingere a tutte le risorse possibili (alcune delle quali neppure sapevamo di possedere...)

Sarebbe però un grosso fallimento dover constatare che in ginocchio ci si è finiti piuttosto perché non si è fatto nulla per poterlo evitare...

Prendi l'impegno con te stessa a metterti costantemente in ascolto del tuo sentire più intimo. Ed ogni volta che prendi coscienza di cause di inquietudine o infelicità, corri ai ripari. Correggi il tiro. Riequilibra. Risana.

Quando amiamo qualcuno ci viene spontaneo tendere a proteggerlo perché vorremmo che l'amore agisse come uno scudo in grado di allontanare da quella persona ogni male possibile. E' tempo di riservare anche a noi stesse quest'attenzione. Perchè siamo preziose, anche se troppo spesso tendiamo a dimenticarlo... 

 

 

 
 
 

Quando la paura diventa un ostacolo insormontabile...

Post n°568 pubblicato il 01 Febbraio 2022 da irene.74

"La paura si deve prendere paura di te" mi disse una sera mio suocero. Son passati più di venticinque anni ed ancora ricordo quella sua frase, quel discorso fatto serenamente, in una fredda sera d'inverno, ad una ragazzina di vent'anni ingenua e spensierata.

Se ci pensi bene la paura è davvero il peggiore degli stati emotivi, quello che, se gestito male, può arrivare realmente a fare disastri. Perchè se non la ridimensioniamo può sul serio diventare un ostacolo insormontabile.

Pensa a quelle persone che son terrorizzate da qualcosa a tal punto da evitare ogni situazione e condizione che possa ruotarci attorno. Se all'improvviso scoprono di aver paura di prendere l'aereo, perché magari hanno vissuto una brutta esperienza in passato che li ha in qualche modo scottati, giurano che mai più ci metteranno un piede sopra. Ma magari, dopo qualche anno, scoprono di esser spaventati pure dall'idea di prendere una nave. O un treno. O l'automobile. O addirittura di viaggiare. Perchè ci son così tanti pericoli... se invece te ne stai a casa tua puoi tranquillamente evitarli! E via libera ad un'infinita sequenza di alibi coi quali cercano di legittimare le proprie stranezze e di convincersi di star facendo la cosa giusta.

Il problema però sai qual è? Che se non mettono un freno a questo meccanismo perverso, il rischio ultimo che corrono è di ritrovarsi a vivere una vita a metà, dove alcune cose si possono fare ed altre... assolutamente no!

Da cosa nasce la paura? Spesso da un trauma subito o da un ricordo del passato che la mente ci ripropone come fosse attuale. Si innescano una serie di sensazioni sgradevoli che possono andare dal bisogno di fuga alle reazioni fisiche come la sudorazione improvvisa o l'accelerazione dei battiti del cuore. O entrambe le cose insieme. Perchè la paura viene molto spesso associata al senso di pericolo, non ci fa sentire "al sicuro" e dunque innesca tutta una chimica che inevitabilmente comporta una serie di reazioni di vario tipo.

A cosa serve la paura? Originariamente serviva proprio a farci percepire un pericolo imminente. Pensiamo all'uomo primitivo che si imbatteva in una tigre e, giustamente, provando paura consapevolizzava il fatto di dover correre velocemente per tentare di aver salva la vita! Ecco che quella chimica di cui parlavamo prima era più che giustificata. E quando finalmente l'uomo si ritrovava al sicuro, poteva rilassarsi, smaltire le tensioni e permettere al suo corpo di riprendersi da tutto quell'inevitabile stress.

 

Oggi invece la paura ci assale spesso anche quando non siamo oggettivamente alle prese con un pericolo imminente. Magari stiamo pensando al nostro futuro, la mente ci proietta in scenari catastrofici e, senza rendercene troppo conto, ci ritroviamo a fare i conti con lei, la paura.

Dobbiamo necessariamente imparare a gestirla al meglio, nelle diverse circostanze. Dovessimo trovarci, come il povero uomo primitivo, alle prese con una tigre per strada :) utilizzarla come campanello che ci avverte di un pericolo imminente per permetterci di evitare il peggio. Ma se invece la paura ci assale perché siamo cadute nella trappola del pensiero catastrofico, dobbiamo imparare a tenere ben a mente che i pensieri sono solo pensieri! Non realtà oggettiva. E correggere il tiro dando vita ad un dialogo interiore più propositivo.

Se è legata a traumi del passato, dobbiamo servircene per non permettere che certe esperienze ci succedano ancora. Ma dobbiamo altresì ricordare che di quel passato, per quanto doloroso e traumatico, siamo frutto. Che molto probabilmente abbiamo trasformato quel trauma in lezione di vita ed oggi, proprio grazie a quell'esperienza maturata, siamo maggiormente in grado di evitare il peggio.

La prossima volta che ti sentirai frenare il passo da una paura esagerata, fermati un attimo a razionalizzare: cosa la sta scatenando? C'è davvero un pericolo imminente da cui scappare via? O sto diventando vittima del sabotatore che c'è in me?

La mente può essere la tua alleata più preziosa o il tuo peggior nemico. Fai attenzione...

 

 

 

 
 
 
 
 

INFO


Un blog di: irene.74
Data di creazione: 30/09/2013
 
 

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