Creato da sosunnyithurts il 16/10/2014

Nulla senza fine

Il colera ai tempi dell' amore

 

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Pasta al burro o Tortino di gobbi?

Post n°18 pubblicato il 22 Dicembre 2018 da sosunnyithurts
 

In quest' assemblea del Consiglio Interno delle Personalità, siamo chiamate a definire il termine "Minestra Riscaldata". Il fascicolo è di fronte a ognuna di voi, ogni punto numerato andrà trattato con la massima obiettività e si dovrà raggiungere un verdetto a maggioranza, che unanime è impossibile, sulla possibile attuazione o possibile abolizione del soggetto in questione. Sentiremo nel corso della seduta tutti i teste e solo in chiusura verrà espresso il verdetto. Calice di Dosaggio Zero sulla vostra destra che verrà riempito nonappena necessario, piccoli snack di accompagnamento. Se la discussione si facesse particolarmente intensa, il dosage zero lascerà il posto a un bel rosso di Montalcino che fuori da ogni dubbio o incertezza chiarirà le idee, con un bel petto d' anatra ripeno. (Magari a tal proposito attardiamoci quanto basta per far si di arrivare a questo momento di gaudio, just saying) 

C'è minestra e minestra.. Mettiamo che la fame sia più della pigrizia, mettiamo che aspettare che l' acqua bolla e che la pasta cuocia passi in secondo piano perchè il suddetto desiderio di carboidrato intriso di burro e cosparso di parmigiano surclassi tutto il resto e lo sbattimento di fissare la pentola che non accenna a borbottare mentre giochi a Candy crush e finisci pure le vite sia secondario all' acquolina inevitabile per questa "gourmettata". Insomma la pasta è pronta, ma è troppa, viene abbandonata in un recipiente prima qualche ora sul fornello, poi uno o due giorni in frigo, nel suo personale miglio verde, sempre sul filo del rasoio che conduce al sacchettino dell' umido.
Ma magari il miracolo accade, torna la fame, magari dopo due giorni di agonia refrigerata, il tupperware viene riesumato e risorge nella padellina antiaderente con ulteriore unzione di burro e ulteriore spolverata di parmigiano fuori dal fuoco, magari una piccola aggiunta di uvetta perchè ci sentiamo ispirate e annoiate dalla routine delle cose, magari pure un po' di tonno e la suddetta minestrariscaldata nel suo vestito delle feste fa un' altra apparizione nelle nostre vite, più consistente, più stimolante, più divertente.

Ma magari anche il soggetto consumante, in quei metaforici due giorni di stand by è cambiato, magari ha capito che era proprio l' uvetta che mancava alla precedente ricetta e avendola adesso è contenta di aver riscaldato la minestra. Magari ora che c'è l' uvetta mancherà qualcos' altro, che una pasta al burro consumata per dirompente fame rimane una pasta al burro consumata per dirompente fame.

E poi c'è il tortino di gobbi, o cardi, come si vogliono nominare, quei gambi lunghi orribili e amari se lessati, quel prodigioso tango argentino se fritti e passati successivamente in forno con sugo di pomodoro e un po' di formaggio in una casseruola dove stanno tutti belli compatti che escono dal forno fumanti e sono bellissimi e ti azzardi a mangiarli lo stesso perchè le ustioni sono meno importanti del ricordo lussurioso di quel preciso sapore di divinità. Buono.
Ma uno o due giorni dopo? Uno o due giorni di frigo dopo, quel piccolo, infinitesimale resto sempre dentro alla sua casseruola col sugo tutto rappreso e attaccato per la vita ai bordi, con le mani prendi un gobbo freddo, lo porti alla bocca grondante saliva e quello è il senso della vita, la spiegazione delle leggi dell' universo, la risposta a ogni singola domanda, partendo da "Cazzo c' hanno nel capo gli spettatori del Grande Fratello?", il tortino di gobbi freddo risponde anche a questo. 
Certe minestre non hanno nemmeno bisogno di essere scaldate in fondo.

Ora c'è da capire se la minestra in questione sia una pasta al burro in un tupperware nuovo del quale ancora non si è perso il coperchio e un pizzico di uvetta o un tortino di gobbi.
E siamo arrivate al dolce, dopo aver gustato l' anatra, siamo arrivate alla fine del bicchiere di Aleatico e ancora non c'è soluzione.
Aggiorniamo la seduta per mancanza di competenze e conoscenze e discernimento, elementi imprescindibili ma inesistenti, al momento diremo a Rossella che sorry not sorry francamente ce ne infischiamo.

 
 
 
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