Il ferragosto era Cortino.
Era lo scalpiccio degli zoccoli di mia nonna alle 6 e mezza del mattino, già in piedi per preparare il grande pranzo. Era il suo grido allegro e il battito di mani “Svegli” “Svegli che c’è un sole magnifico”. Era la colazione speciale con ricotta fresca, pane senza sale e zucchero. Erano i botti del mattino che spaventavano il povero Junior, rintanato sotto la vecchia poltrona in soggiorno uggiolante, sperando che “La Grande Guerra” finisse. Era l’odore di trementina, quando mio nonno decideva, come sempre proprio quel giorno, di armarsi di pennello e ridipingere il cancello. Era il ritmato rimestio di nonna e Mariella che preparavano la pasta per i ravioloni ricotta e spinaci e le crepes per il timballo. Era la voce in dialetto della sig.ra Elsa quando ci portava a visionare l’agnello da sacrificare per quel giorno di festa. Era il suono delle campane che annunciava la messa. Era la fuga mia e di mio fratello per non doverci andare. Era la tirata d’orecchi della nonna che ci richiamava all’ordine, che ci ripuliva, “gattini selvatici”, e ci portava alla celebrazione. Erano le voci stridule delle vecchine del coro, delle veterane della Cortino della tradizione - 71 anni la più giovane - che cantavano con trasporto gli inni sacri. Era Don Arduino, il più amato prete dei Monti della Laga, che sapeva rapirti dai pensieri annoiati di fedele d’obbligo. Era la fuga finale verso casa al termine del supplizio e l’attesa del pranzo, trascorsa nella vecchia scuola abbandonata rincorrendo il maiale rinchiuso in una delle stanze. Era il pranzo che ci vedeva per una volta almeno riuniti tutti: mamma, Stefano e papà, Dorina e Fausto, gli amici di una vita, Mariella e Rinaldo, “don” Vito e Elisa, e - sempre - qualche ospite di passaggio.
di molti di loro è rimasta solo una fotografia seduti al vecchio tavolo di legno in festa. Si parlava, si raccontavano stupide storielle, si faceva onore alle cuoche e alle tante portate abruzzo-emiliane. E via con l’antipasto di funghi raccolti da don Vito, e la coratella, su cui si litigavano famelici papà e Rinaldo, i tortelloni al sugo e il timballo. E poi agnello al forno,e impanato, e torta e dolcetti e caffè e ammazzacaffè... un ultimo salto fuori tutti insieme a veder passare la processione con la Madonna e la banda e tutti i bambini in festa…
e poi dentro per un ultimo saluto prima della siesta sonnacchiosa al frinire delle cicale e lo stormire degli alberi…
Cortino (te), 1988
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