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OMELIA DOMENICALE

Spiegazione del Santo Vangelo

 

 

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Domenica 26.04.15

Post n°15 pubblicato il 28 Aprile 2015 da giona2068

Lettura di domenica  26.4.15.

Gv  10- 11/18

In quel tempo, Gesù disse: «Io sono il buon pastore. Il buon pastore dà la propria vita per le pecore.

Il Signore Dio creò l’uomo a sua immagine e somiglianza, libero, sveglio, attento deciso e preciso, dolce,  umile, mite e buono di cuore. Sale del mondo e luce della terra.  Chi ha conservato questa  grazia è buon pastore  nel mondo.  Chi ha conservato la grazia sa sempre cosa fare perché vive l’amore e la pace che sono la sua sapienza. Chi vive l’amore la vive verso se stesso, verso il prossimo e verso il signore DIO in persona. Chi vive l’amore è guidato dall’amore stesso che lo rende pastore di se stesso e del suo prossimo.  L’amore è il signore Dio in persona il cui cuore per amare l’uomo è  l’uomo buon pastore. Costui è pastore spontaneamente, non ha bisogno di cultura teologica ne di guida altrui perché il Signore Dio guida i suoi passi   e lo rende luce del mondo e sale della terra.  Il buon pastore è santo, puro e perfetto,  il peccato non ha nessun potere su di lui. E’ un  esempio per tutti e tutti quelli che cercano la vita  lo seguono spontaneamente  senza distinzione di razza, colore e religione.

 Per questo il buon pastore è colui che ama le  pecore e da  la vita per loro, non per le sue pecore, ma per  ogni pecore senza distinzione e senza preferenza.

 Tutti quelli che vino sotto la tenda celeste il cui tetto è il cielo e il cui pavimento è la terra, se lo vogliono, sono le sue pecore , ma  chi non ama se stesso, chi non ha vinto il peccato,  non è buon pastore né per se stesso   per nessun altro.

Il comandamento dice: “Ama il prossimo tuo come te stesso” . Per amare il prossimo bisogna prima amare se stessi, cercare la propria salvezza.  Sarebbe’ un controsenso credere  che un peccatore possa essere un buon pastore . Chi pecca non si ama, in chi non si ama, l’ amore per se stesso è pari a zero e sarà pari a zero anche l’amore per il suo prossimo che  non può amare  più di se stesso.

Il buon pastore è il buon papà o la buona mamma che sono mamma e papà per il mondo intero.

Tutti siamo chiamati ad essere buoni pastori. IL Signore Gesù sta dicendo di essere Lui buon pastore, ma ha anche detto :” Chi crede in me fa ciò che faccio io. Se veramente  crediamo in Lui, allora anche noi siamo spontaneamente  buoni pastori, altrimenti stiamo ingannando noi stessi anche se conosciamo la teologia e facciamo lunghe chiacchierate per nostro onore e gloria.

Se vogliamo scoprire se siamo  buoni pastori,  domandiamoci  se ci preoccupiamo più della salute del nostro  corpo o di quella dell’anima.

 Il mercenario – che non è pastore e al quale le pecore non appartengono – vede venire il lupo, abbandona le pecore e fugge, e il lupo le rapisce e le disperde; perché è un mercenario e non gli importa delle pecore.

Il buon pastore presta la sua opera gratuitamente e con gioia perché ama le sue pecorelle. Quando l’uomo diventa pastore per convenienza , per  interesse o per obbligo, non solo non è buon pastore, ma  è niente pastore,  è un mercenario,  e oltretutto non è stato  mai pastore di se stesso. Per ingannare se stesso e il prossimo fa da mercenario le opere che sono dell’amore.  Il momento della sua prova è quando si avvicina il lupo, la tentazione, perché  fugge e non  combatte. Il lupo/peccato che ha già divorato la sua anima, dimora  in lui e non gli permette di ostacolarlo.

Io sono il buon pastore, conosco le mie pecore e le mie pecore conoscono me, così come il Padre conosce me e io conosco il Padre, e do la mia vita per le pecore. E ho altre pecore che non provengono da questo recinto: anche quelle io devo guidare. Ascolteranno la mia voce e diventeranno un solo gregge, un solo pastore.

Dice San paolo: “Tutti quelli che sono guidati dallo Spirito Santo si conoscono e si amano anche se non si sono mai visti. Siamo come le lampadine collegate alle corrente elettrica. Tutte conoscono la corrente e sono con il generatore una cosa sola.

La comunione con lo Spirito del Signore Dio suscita una fede spontanea  perché la fede è il Signore Dio nell’uomo. Quando l’uomo perde il Signore Dio dell’amore perde la fede in Lui e diventa una lampada spente o forse bruciata. La fede è un sentire non un sapere,  per questo chi ha fede riconosce il buon pastore e si lascia guidare da lui.

Pecora vuol dire essere ubbidiente, al contrario le  capre sono essere disubbidienti.   Chi Gli obbedisce  è una Sua pecorella, ma chi Gli disubbidisce è capra per la propria volontà. Lui è il pastore di tutti ma chi sceglie di essere un caprone disubbidiente  lo sceglie di sua volontà.

 Vogliamo sì essere buoni pastori, ma per essere buoni pastori dobbiamo prima essere pecore, Sue pecore. La pecora che porta il campanaccio per guidare altre pecore deve prima di tutto essere guida e deve essere una pecora che da la garanzia di non portare  fuori strada le altre pecore.

In ogni caso il buon pastore è nel suo animo pastore di tutti, ma ad ogni buon  pastore è stata affidato un piccolo gregge.

 Il piccolo gregge siamo noi stessi. La nostra  propria famiglia, il nostro ambiente ed anche la nostra nazione.

Bisogna ora vedere le opere  di ogni pastore per sapere se è buoni pastore o pastore mercenario.

Anche a noi è stato affidato un piccolo gregge, noi stessi innanzitutto, ma siamo buoni pastori o pastori mercenari?

 

 

 Per questo il Padre mi ama: perché io do la mia vita, per poi riprenderla di nuovo. Nessuno me la toglie: io la do da me stesso. Ho il potere di darla e il potere di riprenderla di nuovo. Questo è il comando che ho ricevuto dal Padre mio».

Poche domeniche fa abbiamo commentato la lettura che dice: Chi perde la propria vita a causa del mio nome la ritroverà e chi la vuol  salvare la perderà.

Il buon pastore da la sua vita per le sue pecorelle, non teme la persecuzione, le calunnie, non sente la stanchezza,  la fame, il sonno, il caldo e il freddo perché è strumento del Signore per amare il mondo. E’ un ponte vivo fra il Signore Dio e i suoi fratelli, sul quale  passano tutti quelli che cercano la vita. Il buon pastore è pronto al sacrificio ed alla rinuncia . Non tiene niente per se e da la vita a tutti perché è come una fontana  pronta a dissetare tutti gli assetati.  E’ una fontana di gioia per riportare la gioia di vivere a quelli che l’hanno perduta, è un beato costruttore di pace.  E’ una sorgente di vita che attira quelli che l’hanno perduta. E’ oltretutto il buon pastore protegge  quelli che hanno un raggio  di luce, affinché non perdano la grazia.

Il buon pastore è colui che ha vinto il mondo perché con l’aiuto del Signore Dio ha vinto il peccato.

Il signore Dio ci chiama per essere buoni  pastori e nello stesso tempo buone pecorelle.

Dalle nostre opere sappiamo chi siamo.
Ringraziamo il Signore Dio per la possibilità che ci da la possibilità di essere buoni pastore o pecorelle che fanno la Sua volontà.

Grazie Signore Gesù.

PS

 

 

2 Malachia

1 Ora a voi questo monito, o sacerdoti. 2Se non mi ascolterete e non vi darete premura di dare gloria al mio nome, dice il Signore degli eserciti, manderò su voi la maledizione e cambierò in maledizione le vostre benedizioni. Anzi le ho già cambiate, perché nessuno tra voi se ne dà premura.

 

 

 

 
 
 
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