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OMELIA DOMENICALE

Spiegazione del Santo Vangelo

 

 

Omelia del 5.6.16

Post n°135 pubblicato il 05 Giugno 2016 da giona2068

Dal Vangelo secondo Luca

In quel tempo, Gesù si recò in una città chiamata Nain, e con lui camminavano i suoi discepoli e una grande folla.
Quando fu vicino alla porta della città, ecco, veniva portato alla tomba un morto, unico figlio di una madre rimasta vedova; e molta gente della città era con lei.
Vedendola, il Signore fu preso da grande compassione per lei e le disse: «Non piangere!». Si avvicinò e toccò la bara, mentre i portatori si fermarono. Poi disse: «Ragazzo, dico a te, àlzati!». Il morto si mise seduto e cominciò a parlare. Ed egli lo restituì a sua madre.
Tutti furono presi da timore e glorificavano Dio, dicendo: «Un grande profeta è sorto tra noi», e: «Dio ha visitato il suo popolo».
Questa fama di lui si diffuse per tutta quanta la Giudea e in tutta la regione circostante.

Parola del Signore

 

Il Signore Gesù si trova difronte ad un funerale.

E' scritto che non cade un capello dalla nostra testa senza la volontà del Signore Dio.

Per questo non è un caso se nel Suo andare il Signore Gesù incontra   questo funerale.

Il Signore  non ebbe compassione per il ragazzo morto, ma fu preso da grande compassione per  sua mamma la quale soffriva molto a causa dell'amore per suo figlio.

Il Signore non è mai indifferente all'amore, l'amore che portiamo nel cuore è Lui stesso.

Se abbiamo perso l'amore, è il segno che  abbiamo perso Lui, anche se per amore il mondo intende quello che gli fa comodo! 

Il Signore Gesù sa che lo risusciterà ma sente ugualmente la sofferenza di quella mamma e la rassicura dicendole di non piangere.

Alla Sua parola fa seguito il miracolo.

Se non fosse stato colpito dalla sofferenza di quella mamma forse non avrebbe riportato alla vita quel ragazzo, ma oltretutto non avrebbe potuto insegnare a noi che se non entriamo nella sofferenza degli altri non siamo nell'amore e siamo indifferenti ache verso noi stessi.

L'uomo peccatore è morto perchè il salario del peccato è la morte

Difronte a chi ha vinto la morte, la morte stessa deve indietreggiare, ma occorre che qualcuno pianga per i nostri peccati se vogliamo tornare a vivere.

Questo è il valore dell'Amore.

Se piangeremo  per le nostre colpe il Signore Gesù avrà compassione anche per noi e ci risorgerà dalla morte. Il problema è che noi non crediamo di essere morti a causa del peccato e non piangiamo perché il morto non può piangere neanche per se stesso.

Secondo i "comandamenti" che ci siamo dati non abbiamo nulla da rimproverarci e non  ci rimpovera niente neanche la nostra coscienza perché anche'essa è morta con noi, ma allora  domandiamoci: Perché non sono santo?

L'unica nostra speranza è la nostra Mamma Celeste che ci ama e continua a piangere per la nostra condizione ed a pregare il Suo figlio perché abbia pietà di noi.

Per Suo Figlio, risuscitare un morto nella carne  non costa nulla, ma risorgere un morto nello Spirito non è oltretanto semplice. Infatti per risorgere chi è morto nela carne non occorre la volontà della persona morta, mentre occorre per risorgere in chi è morto nello Spiritoi.

Per questo ha accettato la croce per noi dandoci il Suo corpo e il Suo sangue, che noi assumiamo nell'eucarestia.

Tramite il suo corpo, che entra nel nostro corpo e il Suo sangue che scorre nelle nostre vene, in noi viene  veicolato il Suo Santo Spirito come raggio di vita che ci da la luce e la potenza per credere nella nostra verità e per poter  piangere per le nostre colpe. Così Lui avrà compassione anche di noi e ci risorgerà dalla norte eterna.

Fino a quando siamo indifferenti alla nostra morte o peggio ancora non crediamo di essere spiritualmente morti perché riusciamo a fare quello che il mondo fa, siamo senza speranza!

Qualcuno crede in quello che sta leggendo?

Lo spero, perché chi crede sarà salvato.

Grazie Signore Gesù. 

 

 

 
 
 

Omelia 22.05.16

Post n°133 pubblicato il 24 Maggio 2016 da giona2068

 


Giovanni  16-12/15

In quel tempo, disse Gesù ai suoi discepoli:
«Molte cose ho ancora da dirvi, ma per il momento non siete capaci di portarne
il peso.
Quando verrà lui, lo Spirito della verità, vi guiderà a tutta la verità,
perché non parlerà da se stesso, ma dirà tutto ciò che avrà udito e vi
annuncerà le cose future.
Egli mi glorificherà, perché prenderà da quel che è mio e ve lo annuncerà.
Tutto quello che il Padre possiede è mio; per questo ho detto che prenderà da
quel che è mio e ve lo annuncerà».

Parola del Signore



In quel tempo il Signore Gesù disse agli apostoli che non poteva rivelare loro
la verità tutta intera perché non erano in grado di sopportarne il peso e che,
al momento giusto,  sarebbe venuto lo Spirito della Verità che avrebbe rivelato
a loro ed al mondo, la verità tutta intera.
La verità è di due tipi: Quella oggettiva che è il mistero Divino che non
possiamo compre e quella soggettiva che è la nostra verità, quello che siamo e
ciò che non siamo. Forse è meglio dire quello che eravamo e quello che siamo
diventati. Oggi la stessa cosa la sta dicendo a noi perché dopo duemila anni di
cristianesimo spera di trovare qualcuno capace di poterne sopportare il peso.
Lo Spirito della Verità è lo Spirito Santo e si incarna in chi Lui ritiene
degno e rivela a chi né è degno la verità tutta intera. Chi cerca di scoprire
la propria verità è colui che è degno di conoscerla. Questa grazia è data a
tutti, ma beati coloro che la cercano.

Sorge allora spontanea questa domanda: Cos'è questa verità personale che non
tutti sono in grado di sopportare e cos'ha di tanto tremendo?  

Molte volte crediamo di essere quando non siamo, crediamo di sapere quando
siamo ignoranti, crediamo di essere vivi quando siamo morti, crediamo di amare
quando odiamo, crediamo di essere giusti quando siamo ingiusti, crediamo di
essere intelligenti quando siamo stolti, crediamo di fare il bene quando
operiamo il male, crediamo di essere esseri umani quando non lo siamo, 
crediamo di essere graditi al Signore Dio quando in verità siamo legno secco
per  il fuoco dell'inferno ecc.... Viviamo nell'inganno senza rendercene conto.
Chi vive nell'inganno è sotto il dominio dell'ingannatore - satana - che è
gelosissimo dei suoi malcapitati e, finché può, impedisce all'uomo di scoprire
la sua verità servendosi dell'orgoglio, della superbia, del rifiuto e della
violenza - vedi quello che ha fatto con il Signore Gesù e con i Suoi apostoli -
. Per questo è possibile   rivelare la verità solo a chi la cerca e pregare per
chi non è capace di sopportarne il peso. Occorre cioè evitare di operare il
male pur credendo di fare il bene. Occorre pensare prima di agire e questo è il
comandamento da rispettare per poter rispettare tutti gli altri.
Tutti gli uomini sono stati creati santi, puri e perfetti ed a tutti è stato
dato il comandamento di adorare (adorare è più di amare) il Signore Dio con
tutto loro stessi.
La disobbedienza a questo comandamento, datoci per il nostro bene e conforme
alla nostra natura, avviene a causa dell'attaccamento agli idoli che rubano uno
spazio del nostro cuore creato per essere totalmente il tempio del Signore Dio.
Se l'uomo non è attento dopo che è entrato il primo idolo ne entra un secondo,
un terzo ecc...fino a trasformare la persona in tempio egli idoli.
In ogni caso anche se nel cuore ci fosse un solo idolo, già questo, crescendo,
occupa tutto lo spazio e da quel momento tutte le opere della persona girano
attorno ad esso e sono in funzione di esso.
Dietro ad ogni idolo c'è satana con la sua mela di Eva che impedisce alla
persona di vivere in Pace.

Chi è in queste condizioni accetterà la parola di chi vuole rivelargli la sua
verità tutta intera? Non solo non accetterà, ma si scatenerà contro chi
vorrebbe aiutarlo e diventa suo nemico.
Questo siamo quando in noi si manifesta l'orgoglio e la superbia. Preghiamo
allora il Signore che ci predisponga ad accettare la nostra verità tutta intera
per incontrarci con il Suo Spirito di Verità che ci da la vita. 

Il Signore Gesù sta dicendo anche che quando verrà lo Spirito della Verità    
prenderà da ciò che ha ricevuto dal Padre Suo e ce lo annuncerà.

Il Padre, lo Spirito della Verità ed il Signore Gesù si stanno interessando
della nostra salvezza perché, Loro che sono la Santissima trinità,  ci amano e
vogliono restituirci la Loro immagine somiglianza, se accettiamo la nostra
verità tutta intera e piangiamo per le nostre colpe.

La Santissima Trinità è la nostra salvezza


Grazie Signore Gesù

 
 
 

Omelia del 15.5.16

Post n°131 pubblicato il 17 Maggio 2016 da giona2068

Dal Vangelo secondo Giovanni

In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli:
«Se mi amate, osserverete i miei comandamenti; e io pregherò il Padre ed egli
vi darà un altro Paràclito perché rimanga con voi per sempre.
Se uno mi ama, osserverà la mia parola e il Padre mio lo amerà e noi verremo
a lui e prenderemo dimora presso di lui. Chi non mi ama, non osserva le mie
parole; e la parola che voi ascoltate non è mia, ma del Padre che mi ha
mandato.
Vi ho detto queste cose mentre sono ancora presso di voi. Ma il Paràclito, lo
Spirito Santo che il Padre manderà nel mio nome, lui vi insegnerà ogni cosa e
vi ricorderà tutto ciò che io vi ho detto».

Parola del Signore


Il Signore Gesù sta dicendo che quelli che Lo amano faranno la Sua volontà
spontaneamente. Nella spontaneità c'è la gioia di fare ciò  che si sente e
oltretutto c'è la vivacità. L'amore è di per se stesso gioia che nasce dalla
presenza del Suo Santo Spirito nell'uomo. La gioia è di per ser se stessa vita.
La presenza del Suo Santo Spirito rende  la persona viva, sveglia, attenta,
decisa e precisa. Tutte cose piacevoli e desiderabili, ma sono possibile a
condizione che l'uomo ami il Lui. L'amore apre il cuore per accogliere l'amato
che entrando porta ogni grazia. La natura umana è fatta per accogliere il Suo
Santo Spirito e ne sente il bisogno quando le manca. L'anima conosce lo Spirito
perché proviene da quel mondo, non vede  l'ora d'incontrarsi con Lui e quando
s'incontra oltre a gioire, ad essere vivace, ed operare segni e prodigi, è in
Pace perché vive la Sua vera natura. Così l'Amore e la Pace  diventano come una
medaglia dove in una faccia dimora l'Amore e nell'altra la Pace. Il
comandamento stesso dice di amara il Signore con tutto il nostro essere. Ora,
se il Signore che ha creato l'uomo,  sta dicendo di amarLo con tutto il suo
essere senza lasciar spazio alla più piccola delle cose mondo, e il Suo Figlio
sta ripetendo la stessa cosa,  non vuol dire che la nostra umana natura è
predisposta per fare questo e che  oltretutto trova vita solo in questo?

Non poteva il Signore Dio della Sapienza creare l'uomo desideroso delle cose
del mondo, piaceri carnali in particolare, per poi ordinargli di amare Lui
solo, ma nonostante questo i desideri mondani sono abbondantemente presenti
negli uomini.

Viene allora da domandarsi: come mai?

La risposta è che, se l'anima desidera/adora  cose diverse dallo  Spirito  di
chi l'ha creata, non è pura. L'impurità consiste nell'avere accolto non solo 
il desiderio delle cose del mondo, ma il desideratore stesso,  che è satana.
Per questo molte volta combattiamo contro i nostri desideri vincendo
temporaneamente, ma dopo qualche tempo si ripresentano com una forza
superiore.

La soluzione al problema ci sarà solo quando avremmo preso coscienza che chi
in noi  desidera il mondo, chi suscita cattivi pensieri  e oltretutto chi guida
i nostri passi e il maligno che possiamo sconfiggere solo confidando nel
Signore Gesù difronte al quale ogni ginocchia si piega in cielo, in terra e
sotto la terra.

La fiducia è il fondamento dell'Amore, è infatti impossibile amare qualcuno
senza aver fiducia.

Il Signore Gesù sta dicendo che quelli che Lo amano rispettano i suoi
comandamenti perché si fidano di Lui. Questa fiducia diventerà credere nello
stesso momento in cui che sarà totale.

Il cristiano diventa cristiano quando tramite la fiducia arriva ad amarLo
lasciando a Lui  guidare i suoi passi. Quando Lui vive nell'uomo è Lui stesso
che fa la Sua volontà nell'uomo.

IL merito dell'uomo sarà quello di averlo accolto.

Il comandamento di amarLo con tutto il nostro essere e  che Lui stesso ci ha
dato, è per il nostro bene e non per la Sua gloria.

Lui che è vita entrando in noi ci dona la vita. Detto con altre parole, è il
Suo modo di farci diventare Suoi figli e nessun onore sarà per noi più grande
di questo.


Il Signore Gesù è unito al Padre tramite l'amore ed è con Lui una cosa sola,
quando dice che la Sua parola non è Sua ma del Padre Suo, Lui che è Lui, sta
dicendo che non guida se stesso e non parla secondo se stesso. Noi invece, pur
essendo tanto lontani da Lui, pretendiamo di essere sapienti, di poter decidere
ciò che è bene e ciò che è male ecc..

Se siamo così, non è questo il segno che siamo sotto il dominio del maligno
dal quale Lui è venuto a liberarci?

Se lo ammettiamo, siamo pronti per esserne liberati, ma se ci rifiutiamo di
crederlo a noi sarà detto: Lasciate che i morti seppelliscano i loro morti.

Ci sta mettendo in un bivio in cui s'incrociano la via della vita e della
morte, ma lascia a noi la scelta della via prendere dopo aver dato luce alle
nostre menti e pace ai nostri cuori.

La domenica alla quale è riferita questa lettura è quella della Pentecoste,
cioè della promessa della discesa dello Spirito Santo sugli Apostoli. La
promessa è stata mantenuta perché lo Spirito Santo è sceso come lingue di fuoco
sugli Apostoli e su  altri presenti cambiando la loro vita. Basti pensare a
quanto avvenuto in Pietro, che ha dato la vita per portare a noi il Santo
Vangelo, quando prima di ricevere lo Spirito Santo rinnegò il Signore per paura
di essere arrestato.

Anche noi abbiamo ricevuto lo Spirito Santo, ma il cambiamento c'è stato?

Se non c'è stato speriamo sia servito ad accendere in noi il desiderio di
cercarLO.

Il santo è colui che  ama, la santità è l'amore nell'uomo, l'amore è Dio nell'uomo.
Chi non ama odia,  l'odio è satana nell'uomo, chi non ama è insatanato.
Chi odia è di satana -  chi ama è di Dio.


Grazie Signore Gesù.

 
 
 

OMELIA 8.5.16

Post n°129 pubblicato il 10 Maggio 2016 da giona2068

 

            Dal Vangelo secondo Luca 24-46/53

 In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli: «Così sta scritto: il Cristo patirà e risorgerà dai morti il terzo giorno, e nel suo nome saranno predicati a tutti i popoli la conversione e il perdono dei peccati, cominciando da Gerusalemme. Di questo voi siete testimoni. Ed ecco, io mando su di voi colui che il Padre mio ha promesso; ma voi restate in città, finché non siate rivestiti di potenza dall’alto».
Poi li condusse fuori verso Betània e, alzate le mani, li benedisse. Mentre li benediceva, si staccò da loro e veniva portato su, in cielo. Ed essi si prostrarono davanti a lui; poi tornarono a Gerusalemme con grande gioia e stavano sempre nel tempio lodando Dio.

 Parola del Signore

 


E' scritto ed il Signore Gesù lo sta ricordando, che Lui dovrà morire/patirà e che sarebbe risorto dai morti il terzo giorno. Questa scrittura è stata già realizzata. Ora tocca a noi morire per risorgere. Abbiamo già detto che, per ora, siamo chiamati a morire al peccato e non nella carne, perché se morissimo nella carne non saremmo salvi a causa della nostra impurità e delle nostre mani vuote di buone opere. Il Signore Gesù è morto nella carne perché è santo, puro e perfetto, ha potuto morire nella cane perché era pronto per ricevere il corpo glorificato.

La nostra morte e resurrezione consistono nel far morire dentro noi l'uomo vecchio e far risorgere l'uomo nuovo per avere un'anima nuova, uno spirito nuovo ed una vita nuova.

Risorgere è gradito a tutti e nessuno si oppone, ma a morire nessuno o quasi è disposto.

Basti vedere quando qualcuno tocca il nostro "iioooooo", ma non si può risorgere senza morire e questo il problema che frena il nostro cammino verso la salvezza.

L' evangelista Luca, ispirato dal Signore in persona, sta dicendo che nel Suo nome sarà predicata la conversione e il perdono dei peccati. Le parole non sono messe in ordine per caso, ma rispondono ai passi necessari che dobbiamo compiere. Prima la conversione e poi, eventualmente, ma senza pretesa, il perdono dei peccati.

Conversione e perdono sono le stesse parole  di morte e resurrezione.

Siamo interessati al perdono? Se sì,  vuol dire che abbiamo compreso il nostro errore Se la risposta fosse no, vuol dire che, pur sapendo di aver peccato, non ancora siamo consapevoli della gravita della nostra condizione spirituale e  ancor meno della grandezza della grazia.
In questo ultimo caso stiamo vivendo nelle tenebre senza rendercene conto.

Il Signore Gesù sta ancora istruendo i Suoi discepoli ordinando loro di non andare in giro a chiacchierare con le loro capacità, ma di aspettare che lo Spirito Santo li rivestisse con la Sua potenza. Infatti dopo essere stati rivestiti di Potenza sono andati nel mondo per portare il Santo Vangelo pagando con la propria vita - vedi Pietro. Se noi oggi abbiamo la grazia di poter leggere il Santo Vangelo, lo dobbiamo  proprio al loro sacrificio.

Mentre li benediceva, si stacco da terrà e venne portato in cielo.
E' accaduto un qualcosa che assomiglia alla pioggia.  Quando piove le particelle di idrogeno ed ossigeno si concentrano così si forma la goccia che cade sulla terra e dopo averla bagnata evapora di nuovo per tornare nello spazio riassumendo la forma precedente.
Lo Spirito Santo ha preso forma è venuto sulla terra ed ora, con la risalita in cielo del Signore Gesù, è tornato nello spazio riassumendo la forma che aveva prima di scendere.
Lo Spirito satura lo spazio e noi che viviamo nello spazio stiamo vivendo nel cuore dello Spirito del Signore Dio, ma lo rendiamo sofferente a causa dei nostri peccati, della nostra poca fede e oltretutto per la nostra incapacità di credere nella nostra condizione spirituale.

Vivendo nel cuore del Signore Gesù che è tornato nello spazio, ogni nostro comportamento è sotto i suoi occhi e ci darà la ricompensa o il castigo a secondo di quello che facciamo.


Per ora ci sopporta perché ci ama, ma fino a quando?

Grazie Signore Gesù

 
 
 

Omelia del 24.04.16

Post n°127 pubblicato il 24 Aprile 2016 da giona2068

+ Dal Vangelo secondo Giovanni 13.31-35

Quando Giuda fu uscito [dal cenacolo], Gesù disse: «Ora il Figlio dell’uomo è stato glorificato, e Dio è stato glorificato in lui. Se Dio è stato glorificato in lui, anche Dio lo glorificherà da parte sua e lo glorificherà subito.
Figlioli, ancora per poco sono con voi. Vi do un comandamento nuovo: che vi amiate gli uni gli altri. Come io ho amato voi, così amatevi anche voi gli uni gli altri.
Da questo tutti sapranno che siete miei discepoli: se avete amore gli uni per gli altri».

Parola del Signore

 

 

 

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