Spirale di pensieri
In memoria di Willie Shannon (12/06/1973 - 08/11/2006) Perché il pensiero viaggia in una sua dimensione... e non può essere ucciso!
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Gli studi eterogenei e spesso contraddittori sul particolare potere deterrente che avrebbe la pena di morte, compiuti negli USA dal 1976 in poi, se esaminati nel loro complesso, non permettono di affermare che la pena capitale abbia un effetto deterrente, neutro o incentivante nei riguardi degli omicidi. Il 18 aprile sono stati resi noti i risultati di una impegnativa ricerca sul supposto ‘potere deterrente’ della pena di morte. La ricerca è stata fatta su decine di studi in merito – spesso contraddittori - compiuti a partire dal 1974, anno in cui la Corte Suprema federale permise la reintroduzione della pena capitale negli Stati Uniti, ed è stata condotta presso il National Research Council (Consiglio Nazionale delle Ricerche USA) da un gruppo coordinato dal prof. Daniel S. Nagin dell’Università Carnegie Mellon di Pittsburgh. Il gruppo di Nagin conclude che non vi sono prove di un particolare effetto deterrente della pena di morte negli USA. Ciò a causa della parzialità e dei difetti delle ricerche che sono state fatte in merito. Una delle maggiori carenze delle ricerche sulla deterrenza degli ultimi 35 anni è rappresentata dalle misurazioni ‘incomplete o poco plausibili’ di come i potenziali omicidi percepiscono il rischio dell’esecuzione quale possibile conseguenza delle loro azioni. Un altro difetto è la mancata valutazione dell’impatto di altre pene, come la condanna all’ergastolo senza possibilità di liberazione sulla parola. Come era prevedibile, l’affermazione del gruppo operante presso la National Research Council è stata contesta da accademici come Isaac Ehrlich i quali, usando metodi statistici assi opinabili, avevano sostenuto anni fa un apprezzabile effetto deterrente della pena di morte. “Riconosciamo che le conclusioni da noi trovate possano non andar bene a qualcuno,” ha osservato il prof. Nagin, “ma non gioverà a nessuno utilizzare affermazioni poco fondate sull’effetto della pena di morte, indipendentemente dal fatto che si voglia sostenere che la pena capitale scoraggi gli omicidi, non abbia alcun impatto o incentivi gli omicidi.” Gli studi fatti non devono pertanto essere utilizzati in politica, in un senso o nell’altro, per affermare un effetto della pena di morte sul tasso di omicidi. In effetti, come osserva Richard Dieter, direttore del Death Penalty Information Center, l’argomento della deterrenza perde via via importanza e sta sparendo dalle discussioni sulla pena di morte. Fonte: www.paulrougeau.org |
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