Split Time
L'arte della sintesi, ma anche noInnamoramento ed amore. Mah. Chissà come faranno i ragazzi di 18 - 19 anni a riuscire nell'analisi di questi sentimenti. A quell'età si vive in un perenne stato di innamoramento. L'amore è ciò che resta, se resta, dell'innamoramento. L'innamoramento è quello stato che in natura porta alla riproduzione della specie. Ogni specie avrebbe le sue regole anche se l'uomo, dotato di intelligenza..., le ha cambiate. Il cucciolo d'uomo sarebbe autosufficiente a 5 anni di età, hanno detto gli studiosi, sarebbe quindi questo il periodo trascorso il quale una coppia smette naturalmente di essere innamorata: il tempo di preparare il cucciolo alla vita.
Tanto per essere cinici.
Ma ovviamente un nostro cucciolo non è pronto alla vita nemmeno a 30 anni, figuriamoci a 5 :-)
L'innamoramento ti tiene sveglio la notte. L'amore ti fa dormire sereno.
L'innamoramento è il vestito alla moda, quella che passa. L'amore è il tubino nero con il filo di perle, sempre perfetto.
L'innamoramento è la novelle cousine. L'amore è la lasagna al forno la domenica.
L'innamoramento è l'aperitivo. L'amore è un bicchiere di cabernet.
E si potrebbe aggiungere altre cose così. Ma poi che voto ti danno alla maturità?
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Non vado avanti. Questo è un periodo così. Gambe ferme, respiro affannoso. Sara meglio che vada a rinnovarmi il certificato per attività agonistica...
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Ovviamente nell'anno della nascita di mio fratello iniziò per me la scuola. Avevo raggiunto la gioia: stare insieme alla mia amichetta del cuore durante il giorno, senza doverla aspettare come facevo quando lei andava all'asilo mentre io ero a casa da sola con la mia mamma.
Capii brutalmente che l'intensità del sentimento che la legava a me non era pari all'intensità del mio per lei. In pratica, mentre io vivevo per il momento in cui l'avrei rivista, lei viveva sempre anche senza di me. Ohibò che dolore, che delusione.
E comunque avevo ancora casa mia. Avevo questo fratellino tutto nuovo, tutto bello che sembrava fatto apposta per essere guardato, baciato, accarezzato. Ed io facevo tutto questo. Mia madre era persa completamente e per lui si sarebbe buttata nel fuoco. A me cominciava a dire frasi fastidiose che suonavano sempre più "pilatesche" tipo "Su che sei una donnina grande adesso! Non avrai mica bisogno di me....".
No, non avevo bisogno di lei....sicura? Si, sicura.... e poi, lei, a che mi sarebbe servita?
Passavano i giorni ed ero impegnata con la scuola. La mia amica era brava di suo, io facevo fatica: mio padre sapeva a malapena scrivere il suo nome, mia madre faceva quel che poteva, ma la cura del piccolino la prendeva molto. In poche parole mi dovevo arrangiare e contare solo su me stessa.
Quando il piccolo aveva sette mesi trovò il modo di imporsi completamente all'attenzione generale in un modo che non sarebbe stato facile dimenticare. Un bel giorno cominciò a vomitare e il suo piccolo corpicino non tratteneva più nulla. All'alba del secondo giorno fu presa la decisione di farlo visitare da un pediatra a pagamento.
Questo tizio lo visitò, sconcertando tutti diagnosticò non solo una gastroenterite acuta, ma anche che sarebbe stato inutile qualsiasi ricovero. Dovevamo fare delle iniezioni ogni 3 ore, dargli un cucchiaino di thè la sera stessa, se lo tratteneva sarebbe sopravvissuto, in caso contrario sarebbe morto. L'indomani mattina il pediatra sarebbe ripassato a visitarlo nuovamente.
Mia madre sembrava impazzita di dolore, una schiera di femmine la rincuoravano, una signora di professione infermiera si incaricò di venire a fare le iniezioni durante la sera, la notte, e la mattina successiva.
Il cucchiaino di thè non fu vomitato, la mattina seguente il pediatra dichiarò il bimbo fuori pericolo.
E si salvò. E nella famiglia lo guardarono sempre come se al mondo non esistesse una cosa più preziosa.
Io ero piccola ma avevo compreso l'immensità dell'accaduto dal punto di vista dei miei genitori; anche per me quel bimbo divenne una specie di Gesù.
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Non è il mio dolore che non sopporto
è il dolore delle persone che amo che non riesco a tollerare
E la mia impotenza ad alleviarlo
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Ci ho impiegato tempo e buona volontà.
Volevo essere serena.
Tu non puoi sapere delle mie fatiche, non sai dei miei pensieri, paure, solitudini fra gente, angoscie notturne.
Ho provato a cercare dentro di me l'arte del compromesso ed ho dato fondo a quel poco che ho trovato restandone priva.
Stamattina, a casa per forza, in chiesa per forza (non si toglie i sogni ai bambini)..... sono stata male, malissimo.
La depressione ha spazzato via tutto il mio lavoro.
Ed ho schifo di me stessa.
Mi sono guardata allo specchio nel mio vestito assurdo della domenica ed ho avuto orrore di me.
Qualcuno trova consolazione in chiesa: io provo schifo. E non riesco a venire a patti con quello che penso sia Dio e quello che che vedo sono i preti.
Penso a Gesù ed ai mercanti nel tempio e spero in un bis.
Penso che l'unica cosa che conta nella vita è l'onestà che ti porterà sempre a fare la cosa giusta.
Tutto il resto è fuffa.
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Inviato da: la.signora.del.lago
il 12/03/2009 alle 21:46
Inviato da: vecchia_gallina0
il 11/03/2009 alle 17:42
Inviato da: la.signora.del.lago
il 11/03/2009 alle 11:40
Inviato da: gioia58_r
il 11/03/2009 alle 11:25
Inviato da: gioia58_r
il 11/03/2009 alle 11:24