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Io almeno credo

Post n°196 pubblicato il 26 Gennaio 2010 da utauf

 L’impresa più difficile oggi sarà quella di cercare di ricongiungere i due capi rotti del pensiero. Mentre fuori scoppiano bombe e scivolano schegge sui vetri, mi chiedo a quando succederà ancora che una di queste buchi con violenza il guscio che mi sono fatto; buchi per ammazzare. O almeno cercare di uccidere quello che ancora di vivo c’è in me. E per vivo ovviamente intendo tutto quello che fino ad oggi di buono ho fatto.

 

Mi è arrivata la tua cartolina. Stai bene sulla spiaggia caraibica, con le signorine con il culo da fuori! Oddio scusa…! Non abbiamo mai saputo se eri maschio o femmina….io magari ti idealizzo (istinto maschilista lo chiamano!).

Grazie di cuore per avere fatto capolino nella nostra vita in una mattina qualsiasi di Dicembre. Si può dire che da allora tutto è cambiato? Forse no, ma sono sicuro che ci hai visto, ed hai visto che ci abbiamo messo il meglio che potevamo. Si, lo so,lo so; dovevi andare, avevi già il biglietto. Non ti preoccupare, sono contento che stai bene e che ti sei preso ancora un po di tempo per scendere definitivamente su questo pazzo pazzo pazzo mondo.

 

E’ passato molto tempo dall’ultima volta che ti ho scritto su questo blog. Cosa è successo? Se i capi rotti del pensiero resteranno insieme ancora abbastanza ti parlerò del Tenente Bidello, del legamento crociato anteriore, della vita e della morte, di altre mille sciocchezze a cui da sempre cerchiamo di dare un nome, cerchiamo di metterle in versi o in prosa.

 

Noi stiamo qui, ormai lo sai.

Io sto qui.

 

Tuo padre.

 
 
 
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