Ahi serva Italia.......

Post n°45 pubblicato il 12 Novembre 2006 da stefanomac
 

immagineSabato scorso un gruppo di liberi pensatori si sono riuniti a Roma per parlare di politica e del futuro della sinistra italiana: gente del calibro di Dario Fo e Franca Rame, Paolo Flores D'Arcais e Pancho Pardi ha animato un vivace dibattito politico e culturale. Il direttore della Rivista MicroMega esordisce così: "Siamo disposti a votare ancora questo centrosinistra autoreferenziale? E' la domanda che non possiamo non porci. Io il ricatto che altrimenti vince Berlusconi non sono disposto ad accettarlo più". Parole sante che condivido pienamente.
E' ormai dal 1992 che gli italiani sono imbrigliati in un duopolio - D'Alema/Berlusconi - che ha impedito di fatto il normale e fisiologico ricambio generazionale, a destra ed a sinistra. Non si vota per le idee ed i programmi del proprio schieramento politico, ma per non far vincere l'altro. Poi vediamo che, una volta al governo, le ricette per il risanamento del paese delle coalizioni che si alternano alla maggioranza sono sempre le stesse e sempre più fallimentari: far pagare le tasse a chi già le paga e sostituire le lobbies di "destra" a quelle di "sinistra".
C'è assolutamente bisogno di un salto di qualità politico ed etico, ma per farlo occorre affidarsi a persone ed idee nuove: il partito democratico a sinistra e quello popolare a destra sono destinati a morire ancor prima di nascere se il management sarà quello logoro e stantio che oggi affolla i telegiornali e la bouvette di Montecitorio. Un elite di politicanti strapagati che chiedono ai lavoratori di andare in pensione dopo 40 anni di fatiche, mentre loro ne acquisiscono i diritti dopo soli 35 mesi di legislatura.

(il link dell'immagine è tratto dal sito repubblica.it)
 

 
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Il declino della sinistra

Post n°44 pubblicato il 05 Novembre 2006 da stefanomac
 

immagineIeri si è svolta a Roma una meravigliosa manifestazione, di grande valenza politica e sociale: migliaia di lavoratori precari hanno sfilato per sensibilizzare l'opinione pubblica contro il cancro della precarietà che ha invaso il mondo del lavoro.
La gente è stanca di votare partiti che si autoproclamano di sinistra, come i DS, e che regolarmente disattendono le speranze di equità e giustizia sociale, venendo a compromessi con i soliti poteri forti del salotto marcio italiano.
Guardiamo in faccia la realtà: lo scollamento dei partiti di sinistra con il tessuto sociale del paese è diventato incolmabile. La gente ha sete di giustizia e gli viene propinato l'indulto. Il sottosegretario Visco (area DS, condannato in via definitiva per abuso edilizio) con delega alle Fiamme Gialle, appena si insedia tenta di smantellare l'organigramma della Guardia di Finanza della Lombardia, protagonista dei migliori successi investigativi degli ultimi anni (Parmalat ed Unipol). E, per quelli di corta memoria, va ricordato che i co.co.co sono stati inventati non dal cavalier Silvio Berlusconi, ma da Tiziano Treu nel precedente governo di centro-sinistra, circa dieci anni fa, con i risultati che sono sotto agli occhi di tutti.
Ci siamo liberati di Berlusconi, almeno per il momento: se non ci saranno segnali di svolta a sinistra, con un minimo di ricambio generazionale, ci ritroveremo il nano di Arcore dentro palazzo Chigi prima di quanto possiamo temere. Con l'aggravante di una società stanca di tutte le coalizioni politiche, esposta a derive populiste e liberticide.
Forse siamo ancora in tempo: è preciso dovere di chiunque abbia a cuore le sorti del nostro paese chiedere un completo ricambio del fallimentare establishment dei DS, Fassino e D'Alema, tanto per non far nomi. Hanno consegnato il paese a Berlusconi perdendo inopinatamente le elezioni nel 2000, senza aver minimamente fatto qualcosa di sinistra. Dopo nemmeno cento giorni di governo sono riusciti a far scendere in piazza persino i propri sottosegretari. Cosa stiamo ancora aspettando, quante altre sconfitte dovrà sopportare il popolo prima di mandarli a casa e definitivamente.
Occorrono nuove primarie, in cui i candidati non siano i soliti cadaveri eccellenti imposti dal partito: sia il popolo di sinistra a decidere chi è degno di rappresentarli. Questa è democrazia, il resto è solo brama di potere e corruzione.

(il link dell'immagine è tratto dal sito repubblica.it)

 
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PMI, Per Morte Improvvisa

Post n°43 pubblicato il 01 Novembre 2006 da stefanomac
 

immagineIn questi giorni, come è consuetudine laica e religiosa, si onora la memoria dei nostri cari defunti. Anch'io voglio ricordare chi non c'è più, in particolare tutte le persone che ogni anno muoiono per gli incidenti sul lavoro. Secondo l'INAIL, gli incidenti mortali sul luogo di lavoro denunciati nel 2005 sono stati 1.206, una cifra impressionante.
Ma questo numero è in difetto di tutti quegli operai extracomunitari, assunti senza alcun contratto, mal pagati e privati delle più elementari norme di sicurezza, che spariscono improvvisamente, oppure che vengono trovati a chilometri di distanza dal cantiere, oramai agonizzanti.
Non sono le grandi industrie che compiono queste vergogne: sono le piccole e medie imprese (PMI) quelle che vantano questo triste primato. L'Italia, in maniera del tutto anomala rispetto al resto d'Europa, vanta il maggior numero di PMI: mentre uno sparuto numero di grandi imprese può essere efficacemente controllato, un esercito di micro-aziende necessita di una grande quantità di ispettori in grado di sanzionare le infrazioni commesse. Ispettori che le esigue casse dello stato non possono permettersi di pagare.
Recentemente, autorevoli rappresentanti di queste piccole imprese si sono lamentati della finanziaria: scagli la prima pietra chi di loro ha assunto gli operai nella piena regola o ha denunciato interamente l'imponibile percepito. J.F. Kennedy, il presidente degli U.S.A. barbaramente assassinato dalle oscure lobby di potere, così rispondeva a chi si lamentava e piagnucolava: "Non chiederti cosa lo stato può fare per te, ma cosa tu puoi fare per lo stato!".
Ma a quarant'anni dalla scomparsa del presidente americano, questa lezione di civiltà in Italia è rimasta vana ed inascoltata.

 
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Little Tony Blair

Post n°42 pubblicato il 30 Ottobre 2006 da stefanomac
 

immagineLo pseudo progressista Tony Blair, sospinto dalla lobby petrolifera anglosassone, va a far la guerra in Iraq per rimediare qualche bidone di greggio a prezzi stracciati. Lui afferma che sta esportando la democrazia, ma il popolo di sinistra britannico non gli crede e il consenso verso il suo partito crolla come i vecchi tempi della Thatcher.
Per tentare di salvare il salvabile oggi presenta un rapporto sulle conseguenze dei danni ambientali. Si dichiara estremamente preoccupato, l'ex enfant prodige anglosassone: poteva esserlo qualche anno fa e dissociarsi dalla guerra petrolifera scatenata da Bush, ora è troppo tardi per rifarsi una verginità.
Potrebbe venire qui in Italia e candidarsi per il nuovo partito democratico: di finti progressisti come lui ce n'è a bizzeffe e farebbe molti proseliti. Anzi, se fossi Prodi mi preoccuperei non poco.

(il link dell'immagine è tratto dal sito repubblica.it)

 
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 Le virtù dei ladri

Post n°41 pubblicato il 25 Ottobre 2006 da stefanomac
 

immagineSono stati condannati, per l'"affaire" Unipol, i manager Consorte, Gnutti e Sacchetti: l'implacabile macchina da guerra che è diventata la giustizia sotto le mani di Mastella li ha condannati ad una pena di 6 mesi di detenzione. Detenzione che non sconteranno mai: anche se non fossero incensurati ci penserebbe l'indulto a cavarli d'impaccio.
In quel paese comunista che sono gli USA, il reato di insider trading, contestato al terzetto, è punito assai più severamente. Da noi finisce tutto a tarallucci e vino e, magari, tra qualche annetto vedremo i tre dell'apocalisse a capo di qualche altra azienda. Così come è gia accaduto per Scaroni, attuale amministratore delegato di un'azienduccia di poco conto come l'E.N.I. s.p.a, arrestato durante il ciclone di mani pulite e condannato, con il patteggiamento, ad 1 anno e 4 mesi.
A quando Totò Riina a capo della Telecom?


(il link dell'immagine è tratto dal sito corriere.it)

 
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Il vecchio partito democratico

Post n°40 pubblicato il 09 Ottobre 2006 da stefanomac
 

immagineIl '900 è finito da quasi dieci anni ma i leader politici non se ne sono ancora accorti. Siamo ancora imbambolati dalle farneticazioni berlusconiane sul "pericolo comunista" e dall'"apparato" burocratico dei DS.
I partiti che riscuotono il maggior numero di voti sono decrepiti, mummificati in posizioni che rispecchiano una società industriale che si è estinta almeno trent'anni fa. E per questo stentano a farsi capire, prendono decisioni anacronistiche e perdono voti in quantità crescente dopo ogni tornata elettorale.
Dopo la striminzita vittoria di aprile qualche stratega del centrosinistra si è accorto che forse qualcosa è cambiato e, su suggerimento di questi grandi politologi (nella speranza che non abbiano lasciato appunti artigianali su carta intestata alla Presidenza del Consiglio), Prodi, Rutelli e persino Fassino hanno varato l'era del partito democratico.
La cosa in se è positiva, questa politica pietrificata ha bisogno urgente di rinnovamento. Ma è il metodo che è sbagliato: come argutamente fa notare Curzio Maltese, sulle pagine di Repubblica.it, non occorre un partito grande, inteso come pura somma algebrica dei rottami oggi esistenti, ma un grande partito, fatto di idee innovative e, preferibilmente, di gente nuova.
Gli attuali leader politici sono le riserve della poco nobile classe politica che fu spazzata via nel lontano 1992 da "mani pulite": Casini era il fido portaborse di Forlani, Berlusconi era la "longa manus" di Bettino Craxi, di cui ne prese la comoda eredità. Fini era l'"enfant prodige" di Almirante, senza mai riuscire a raggiungerne le vette dialettiche.
Ma anche a sinistra le cose non sono migliori: D'Alema e Fassino, ai tempi di Berlinguer e Occhetto, contavano meno del due di coppe quando regna bastoni, ma nonostante questo erano già antipatici come se fossero il re e la regina di Prussia.
Prodi era il ragioniere dell'IRI, quando non era affaccendato con la Goldman-Sachs, banca di affari che casualmente fornirà la sua "preziosa" consulenza nella svendita dello stato che qualcuno ancora chiama privatizzazioni.
Fare il partito democratico a sinistra, o il partito popolare a destra, con le attuali "mezze calzette" e vecchie glorie "pduiste" significa prolungare l'agonia del nostro paese. Occorrerebbe un bel ricambio generazionale ed una nuova ed efficace legge elettorale, che premi le idee migliori e chi le sa mettere in pratica.
Ma provate ad iscrivervi ad un qualunque partito, brutto a piacere, e tentate di portare avanti queste istanze: sarete immediatamente isolati, quando addirittura non vi verrà chiesto di restituire la tessera.

(il link dell'immagine è tratto dal sito adnkronos.it)

 
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La finanziaria di Tremonti

Post n°39 pubblicato il 02 Ottobre 2006 da stefanomac
 

immagineQuando Padoa-Schioppa, nei primi mesi del suo mandato, avvisò gli italiani che la finanziaria non sarebbe stata una passeggiata il suo richiamo cadde nell'indifferenza più assoluta. In questi giorni sono state rese note le nuove aliquote e, fatti i conti della massaia, si sentono alti i muggiti della maggioranza del cosiddetto ceto medio.
Tutti, chi più chi meno, sparano addosso al buon Romano Prodi, ritenendolo responsabile di quest'ennesima mannaia che si abbatte sui nostri magri guadagni. Ovviamente la destra cavalca l'onda del malcontento, indicendo girotondi di protesta di "Nanniana" memoria.
A nessuno viene in mente che questa finanziaria è figlia dei disastri di cinque anni di finanza creativa del pendolare Tremonti, cinque anni in cui, sebbene sia stato pressochè smantellato lo stato sociale, sono state dilapidate le finanze pubbliche per far arricchire la solita minoranza di milionari.
Ci poteva andare assai peggio: se Berlusconi fosse stato ancora al governo, il buco sarebbe diventato così insostenibile da mettere in forse la nostra presenza all'unione europea, e lo stato sarebbe stato costretto ad uscire da tutte quelle attività considerate non profittevoli, quali la sanità, la scuola e la previdenza.
Tuttavia a questa finanziaria andrebbero affiancate altre attività, prima tra tutte la lotta all'evasione fiscale. Se tutti pagassero le tasse il prelievo fiscale a carico di ciascuno di noi sarebbe assai più lieve e le aliquote sarebbero di gran lunga inferiori a quelle attuali.
L'altra manovra improrogabile sarebbe lo smantellamento dei privilegi, dei cartelli e monopoli che gravano sulle tasche della maggioranza dei cittadini: i signori delle assicurazioni, delle tariffe telefoniche e del prezzo del petrolio andrebbero smascherati, puniti e messi in grado di non nuocere mai più.
Ma questo è un tasto che i nostri politici non amano suonare, perchè tra i privilegiati ci sono anche i deputati ed i senatori, che riescono a non pagare nemmeno il barbiere e che dopo una legislatura hanno diritto al massimo della pensione.
Beati gli ultimi, se i primi non fanno gli onorevoli.


 
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Al rogo, al rogo 

Post n°38 pubblicato il 25 Settembre 2006 da stefanomac

immagineLo stato di diritto è quanto di più importante possa esserci in una democrazia, perchè fornisce l'insieme di norme che regolano i rapporti tra i cittadini e lo stato. Ed una democrazia non può tollerare che qualcuno si intrometta nella vita altrui, intercettando le conversazioni senza autorizzazione della magistratura.
Però, se in queste intercettazioni venissero evidenziati estremi di reato, occorrerebbe fornire agli inquirenti tali informazioni, affinchè la macchina della giustizia possa mettersi in moto.
Ed invece l'ineffabile ministro della Giustizia Mastella, supportato dalla stragrande maggioranza di deputati e senatori di entrambi gli schieramenti, ha deciso di mettere tutto al rogo, dando il via al secondo grande inciucio della sua poco onorevole carriera.
Peccato! In queste intercettazioni avremmo saputo un bel po' di segreti di Pulcinella, ossia tutte quelle cose che sospettiamo da anni ma che nessuno ha l'onestà di denunciare.
Avremmo finalmente capito perchè un partito come l'UDEUR, che racimola un grappolo di voti in tutta Italia, riesce ad ottenere uno dei ministeri più importanti di una legislatura; avremmo saputo il vero motivo che ha impedito di fare la legge contro il conflitto di interessi nel precedente governo autoproclamatosi di centro-sinistra; ci sarebbero stati maggiormente chiari i rapporti tra i leader politici e gli "scalatori delle OPA"; avremmo capito meglio il senso di grosse carriere giornalistiche nella televisione, di stato e non, e nella carta stampata. Insomma qualche parassita di destra, di centro e di sinistra avrebbe dovuto lasciare il proprio scranno privilegiato ed avrebbe intrapreso la strada verso le patrie galere.
Invece non lo sapremo mai, almeno non ufficialmente. E Clemente Mastella continuerà a preparare inciuci graditi a tutti i parlamentari. Alla faccia nostra.

(il link dell'immagine è tratto dal sito di Repubblica.it)

 
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Dalla Cina con orrore

Post n°37 pubblicato il 23 Settembre 2006 da stefanomac
 

Romano Prodi ed una folta pletora di imprenditori, tra cui Luca Cordero di Montezemolo, sono sbarcati in Cina con l'intento di ingraziarsi le simpatie dei produttori ed industrali cinesi. Speravano, le ingenue mammolette, di placare con un po' di tortellini emiliani le mire espansionistiche, commerciali e non, dello sterminato paese del est asiatico.
Già questo basterebbe per sottolineare l'inutilità di un viaggio i cui costi gravano sulla collettività. Ma c'è un piccolo particolare che rende la trasferta immorale: in Cina governa una spietata e feroce dittatura, che uccide i dissidenti e che tratta i lavoratori come se fossero animali da soma. Ci vuole una gran bella dose di pelo sullo stomaco per stringere la mano agli autori della strage di piazza Tien-An-Men.
Invece di andare a mendicare le briciole di quella golosa fetta di torta che è il mercato cinese e continuare a far prosperare chi, sottopagando gli operai, affossa le economie occidentali vendendo prodotti scadenti a costi bassissimi, occorrerebbe agire ai più alti livelli per portare democrazia e libertà in Cina.
Bisognerebbe sanzionare a livello ONU la Cina, magari adottando un embargo delle materie prime petrolifere, almeno finchè non verranno indette libere elezioni.
Una Cina democratica, con uno statuto dei lavoratori che li libera dal giogo della schiavitù farebbe meno paura ma non consentirebbe gli immensi guadagni che l'oligarchia petrolifera mondiale pretende di ottenere.
Le carceri cinesi sono ancora piene di studenti ed operai? Pazienza, oggi è il tempo del dialogo con i dittatori, in nome di quella real politik che ha prodotto due guerre mondiali e milioni di vittime innocenti.

(il link dell'immagine è tratto dal sito di Arealocale.com)


 
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Il Virus cinese

Post n°36 pubblicato il 18 Settembre 2006 da stefanomac
 

PECHINO - 18/09/2006

Uno strano virus ha colpito la popolazione di Pechino. I cittadini della capitale cinese accusano una invincibile ed improvvisa sonnolenza tale da farli cadere in un sonno profondo per lunghe ore. Le autorità mediche cinesi si sono immediatamente prodigate per capire l'origine del misterioso disturbo e, dopo attenti studi e riscontri epidemiologici, sono giunte alla conclusione che i primi sintomi sono iniziati a manifestarsi durante il telegiornale di stato, in particolare dopo un'intervista al primo ministro italiano Prodi.
La sintomatologia è stata poi aggravata dalla notizia della nomina a capo del tg1 dell'effervescente giornalista Gianni Riotta. Preoccupati, i giornalisti italiani hanno chiesto al portavoce cinese del ministero della salute se tali effetti potessero verificarsi anche in Italia. Alla precisa domanda <<E' possibile che anche gli italiani possano addormentarsi di colpo?>>, il portavoce ha risposto <<Non mi risulta che gli italiani si siano mai svegliati.>>

 
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