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evasione fiscale

Post n°380 pubblicato il 04 Dicembre 2014 da diogene51
 

Finalmente anche la Corte dei Conti sanziona   quello che i bene informati che leggono i giornali di opinione sapevano da tempo: che la maggior parte delle tasse (l’81 %) sono pagate dai lavoratori dipendenti e dai pensionati, ovvero da quei soggetti dei quali il fisco conosce i redditi.  Anche i datori di lavoro privati, infatti,  devono dichiarare gli emolumenti   per i calcoli dell’INPS e per   ottenere benefici fiscali. Così in quest’ultimo caso avviene che spesso un datore di lavoro dichiara un reddito minore del proprio dipendente meno pagato. Si stima che la perdita legata all’evasione sia, per lo stato, di 120 miliardi di euro l’anno (alcuni siti, anche bene informati, raddoppiano questa cifra). Cominciamo a pensare, ora che siamo in tema di strenne, cosa ci si potrebbe fare con 120 miliardi di euro l’anno….

Viene ovvio domandarsi come mai i responsabili della conduzione dello Stato non facciano che pochissimo per recuperare il gettito: ma lo sappiamo tutti.  Hanno paura di perdere voti e così   ipotizzano pannicelli che permettono, nei casi migliori, di recuperare qualche milione di euro: rapporto migliore col fisco, fisco “bonario”, condoni, ecc. In realtà gli uffici finanziari posseggono strumenti informatici che permetterebbero  di recuperare ingenti masse di evasione. Basterebbe rivedere un poco le procedure della giustizia tributaria (perché oggi, anche accertata l’evasione, le procedure di recupero sono lentissime ed inefficienti) per ottenere recuperi rilevantissimi in breve tempo.

Io invece mi domando - e lo giro a voi - soprattutto perché i lavoratori dipendenti (oltre 20 milioni)  e i pensionati (oltre 11 milioni) ,   non si organizzano per costringere i rappresentanti politici ad una seria strategia di recupero dell’evasione. E provo ad ipotizzare delle ragioni:

  • Attribuzione di maggior peso alle ideologie piuttosto che ai propri interessi;

  • Sudditanza mentale:  si crede che gli eletti siano portatori di superiorità intrinseca;  

  • Eccessivo peso al proprio particolare: anche il lavoratore dipendente pensa che il piccolo risparmio ottenuto non pagando l’IVA all’idraulico lo compensi dalla mancanza di gettito per lo stato. Questa è una grossolana incapacità di valutare la realtà, perché risparmiare mettiamo cinquanta euro (o magari duecento euro in un anno) non ripaga dalla necessità futura di dover essere curati con qualche costoso medicinale salvavita che lo Stato non si può permettere di pagarti.

E qui si arriva al punto che spiega tutto: siamo un paese arretrato. La scuola è basata sui contenuti anziché sulle strategie per trovarli e per valutarli. L’educazione civica  (cioè l’insegnamento delle leggi) è assai più importante di tante altre materie, ci dovrebbe essere non un’ora la settimana (quando si fa) ma un’ora al giorno. Sulla Costituzione ci si può fare tante cose: studiare l’Italiano, la storia, la filosofia, anche la matematica, per vedere la differenza tra un’imposizione proporzionale ed una progressiva, ecc.

Ben l’aveva capito Don Lorenzo Milani e infatti la sua scuola si basava su questo. Grande Don Lorenzo Milani! Ma ovviamente lui non lo faranno santo…

 
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