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La strage di Parigi

Post n°388 pubblicato il 11 Gennaio 2015 da diogene51
 

Condivido, io non saprei scrivere di meglio, e propongo alla vstra rilfessione:

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10 gennaio 2015 | micromega.net

 

Terrorismo, Dio, laicità

Qui di seguito l’editoriale del direttore di MicroMega Paolo Flores d’Arcais

[…]

La strage è stata fatta in nome di Dio, il dio monoteista, creatore e onnipotente, il Dio di Maometto, Allah il Clemente e Misericordioso (sono i primi due dei suoi novantanove nomi). L’islam dunque, ma quello fondamentalista e terrorista, si è detto. L’altro islam è una vittima, si sottolinea. Senza dubbio. Ad un patto: che questo altro islam parli in modo forte, chiaro, senza contorsionismi semantici, e con adamantina coerenza di comportamenti.

Non basta perciò che condanni come mostruosa la strage di rue Nicolas Appert 10 (ci mancherebbe!) è ineludibile che riconosca la legittimità e la normalità democratica di quanto Charlie praticava in modo esemplare per intransigenza: il diritto di criticare tanto i fanti che i santi, fino alla Madonna, al Profeta e a Dio stesso nelle sue multiformi confessioni concorrenziali. Anche, e verrebbe da dire soprattutto, quando tale critica è vissuta dal credente come un’offesa alla propria fede. Questo esige la libertà democratica, poiché tale diritto svanisce se dei suoi limiti diviene arbitro e padrone il fedele.

Il cristianesimo per fortuna è stato costretto a venire a patti con la democrazia laica, benché ancora non la accetti pienamente. Il fondamentalismo alberga perciò nel suo seno in dosaggi infinitamente minori di quello islamico, questo è certo e nessuna comparazione è possibile, non dimentichiamo però che sono stati cristiani militanti quelli che hanno assassinato negli Usa medici e infermieri che rispettavano la volontà di abortire di alcune donne. Donne, medici, infermiere che Wojtyla e Ratzinger hanno bollato più volte come responsabili del “genocidio del nostro tempo”, nazisti postmoderni, insomma.
La laicità più rigorosa, che esclude Dio, qualsiasi Dio dalla vita pubblica (scuole, tribunali, comizi elettorali, salotti televisivi, ecc.), è perciò l’unica salvaguardia contro l’incubazione di un brodo di coltura clericale che inevitabilmente può diventare pallottola fondamentalista.

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Rispondi al commento:
geishaxcaso
geishaxcaso il 11/01/15 alle 23:45 via WEB
buonasera Renato, spero che l'influenza stia andando via :) ho letto lo stralcio di d'arcais ma non lo condivido. pienamente d'accordo sulla condanna a quanto accaduto, pienamente condivisibile il fatto che esista un islam moderato e un islam niente affatto moderato, d'accordo anche sul fatto che i fondamentalismi e le rigidità di qualsiasi tipo fanno male. Ma, pur ritenendomi una persona abbastanza razionale non credo che la ragione possa dare conto di tutto. Ci sono cose che di razionale non hanno nulla, come i sentimenti ad esempio, come le emozioni, l'innamoramento e la paura di morire.... in particolare su quest'ultima cosa ognuno si da pace a modo suo, invidio chi ha talmente tanta fede da trovare consolazione nella religione, io non ce l'ho e mi intrattengo come posso con le mie paure. Non per questo mi diverto ad offendere chi una fede ce l'ha. Credo però che la chiave di volta sia sempre il rispetto per l'altro. Si può rispettare una posizione anche senza capirla fino in fondo a mio avviso, a condizione però che questa posizione non produca violenza contro altri esseri umani. Allora posso rispettare chi crede in allah, ma non posso rispettare, ad esempio, chi in nome di allah pretende di arrestare due donne perchè hanno osato guidare un'automobile, non parliamo poi di chi uccide in nome di dio.... e con questo chiudo il mio sermone e vado a nanna, grazie per l'ospitalità, buonanotte ;)
 
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