Messaggi di Agosto 2018

emotività artificiale

Post n°561 pubblicato il 28 Agosto 2018 da diogene51
 

Stasera ho visto  un film che mi ha coinvolto un poco. Un film catalano di qualche anno fa (2011). Vi avevo promesso che non vi avrei più parlato dei film che vedevo, ma questo si presta anche ad un discorso generale. “Eva” si svolge in un’epoca dominata dagli androidi al servizio degli umani ai quali si cerca di dare capacità di reazioni psicologiche assimilabili a quelle umane. Qualcuno, però, si dimostra aggressivo e viene quindi “spento”. Uno di questi è una bella bambina di 10 anni, molto dotata, che un ingegnere cibernetico scambia per una bambina reale e cerca di farne un modello su cui costruire l’”intelligenza” di un androide bambino. Però, in una crisi di rabbia, essa fa cadere la madre da un dirupo e per questo deve essere eliminata. Ed è il supposto padre a farlo, nonostante che essa gli chieda di riparare la sua mente e di farla essere “buona”.

Ci sono stati altri film sui sentimenti degli androidi, però questo mi è parso particolarmente coinvolgente. Anche perché, mentre la sua mente viene distrutta, la bambina si immagina una impossibile scena in cui corre sulla spiaggia assieme ai suoi “genitori”.

Ma io mi domando: perché voler replicare la nostra intelligenza, i nostri sentimenti, in una macchina? A che servirebbe? Eppure molti scienziati ci stanno pensando, anche se per ora, fortunatamente, siamo assai lontani. Addirittura si pensa che l’intelligenza dipenda dalle connessioni tra i neuroni e che se il web raggiungesse il numero di connessioni paragonabili numericamente al cervello umano, diventerebbe cosciente. Diventerebbe il vero Grande Fratello mondiale.

Che ne pensate?

 
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privato è bello?

Post n°560 pubblicato il 25 Agosto 2018 da diogene51
 

In margine alla tragedia di Genova, ci si domanda se il tuffo nelle privatizzazioni dei servizi non sia stato un errore, un tragico errore. Si è detto che i privati avrebbero saputo gestire meglio i vari settori di quanto non aveva fatto lo Stato, perché abituati alla concorrenza e quindi al miglioramento tecnico che ad essa è legato. Avrebbero speso meglio i soldi che lo Stato – direttamente o indirettamente – avrebbe elargito come controparte dei servizi offerti. Al tempo stesso togliere i servizi alla gestione pubblica avrebbe permesso di contenerne i costi perché – si affermava – lo Stato è fonte di spreco ed è paralizzato dalle burocrazia. Poi i servizi sarebbero stati migliori perché i privati avrebbero saputo mettere le persone più qualificate nei posti giusti. E lo Stato poteva fare a meno di tati posti di lavoro improduttivi, si sarebbe limitato a controllare quello che facevano i privati.

La realtà è sotto gli occhi di tutti. I lavori di manutenzione al Ponte Morandi sarebbero stati iniziati ad ottobre. Nessuno ha controllato, nessuno si è chiesto se intanto non fosse utile diminuire il traffico sul viadotto. I controlli sono sempre stati una pia illusione, in questo come in tutti i campi.

Né ci potevano essere, perché lo Stato (e gli Enti pubblici) hanno ridotto il proprio personale, tanto che il numero dei dipendenti pubblici pro-capite è inferiore anche a quello degli Stati Uniti, dove la gestione privata dei servizi è generale. Negli Stati saggi si sa che dei controlli ci devono essere, altrimenti tutto diventa aleatorio.

Un altro piccolo esempio: le poste. Ai tempi delle PT la corrispondenza veniva distribuita tutti i giorni, ora (quando va bene) tre volte la settimana. Ora le Poste sono diventate un’azienda prevalentemente finanziaria e la distribuzione della corrispondenza è diventata un’attività marginale.  

 Certo, ora chiudere la stalla quando i buoi sono scappati sarà difficile e costoso e probabilmente non potrà farsi. Il governo sbandiera che ritirerà la concessione alle Autostrade, ma non potrà farlo, dove li troverà altri 30 miliardi per indennizzarle? Miliardi da aggiungere ai molti che serviranno (servirebbero) per i punti qualificanti del “governo del cambiamento”. Ovvero, date le condizioni del nostro bilancio statale, non si farà niente. Sarà molto se si metteranno in sicurezza alcuni ponti pericolanti. E pensare che c’era chi riteneva prossime tante riforme…

 
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L'educazione sentimentale

Post n°559 pubblicato il 06 Agosto 2018 da diogene51
 

Leggo che nelle scuole superiori del Piemonte partirà un progetto di insegnamento intitolato “educazione sentimentale” che si propone di offrire agli studenti delle ultime due classi strumenti  e riflessioni sulla propria affettività e sessualità. Saranno lezioni condotte da filosofi e psicologi. E’ un primo passo per contrastare le idee preconcette sulla donna (che arrivano ai giovani da più fonti) e quindi di contribuire ad eradicare il crimine della violenza su di essa. Ma è anche un aiuto a superare la standardizzazione e la banalizzazione dell’emotività che si attua attraverso i social network, i quali favoriscono  incontri    superficiali   che non saranno occasione di crescita emotiva e di reciproca conoscenza.

Mi sembra che si tratti di un’ottima iniziativa, che agisce più sull’emotività che sulla istruzione sessuale (cosa di cui, generalmente, i ragazzi di 17-18 anni non hanno bisogno, anche se sulla conoscenza del proprio corpo io avrei dei dubbi). In tutta Europa questi insegnamenti esistono già da tempo. Ora sono Regioni che cercano di superare la disattenzione dello Stato per il problema. Parte il Piemonte, mentre altre regioni, tra cui la Toscana, chiedono informazioni   e forse introdurranno l’insegnamento nelle proprie classi.

Purtroppo ci sono anche opposizioni che, guarda caso, vengono dai genitori, spaventati dal fatto che si possa arrivare al mutamento delle idee tradizionali. E qui si viene al punto: è la generazione a cui noi apparteniamo o, magari quella immediatamente successiva che ha ora figli di quell’età, che ha inculcato o ancora inculca nei giovani le idee sulla donna soggetta all’uomo, servitrice del marito, che vuole l’uomo macho e magari violento, eccetera. Non dico che siate voi, naturalmente….

 
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