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Il duca Alfonso II d’Este e il Castello di Mesola. Il Senato veneziano, il doge e il Taglio di Porto Viro

Post n°193 pubblicato il 30 Giugno 2015 da marialberta2004
 

Maria AlbertaFaggioli Saletti

Il duca Alfonso II d’Este e il Castello di Mesola. Il Senato veneziano, il doge e il Taglio di Porto Viro (l’antico Po delle Fornaci). Il nuovo territorio di Taglio di Po, Porto Tolle, Ariano nel Polesine, Portoviro

Durante la seconda metà del Cinquecento, gli Este,Signori del Ducato di Ferrara, confinante con la Repubblica di Venezia, decidono di incrementare la loro presenza nel Delta del Po, in un’area acquistata fin dal Quattrocento e tenuta come riserva di caccia.

Il duca Alfonso II d’Este fa costruire (1578), nell’area di Mesola, “vicino al mare, presso il Po di Goro e di Ariano”, un castello con quattro torri ed edifici di servizio (abitazioni, depositi, ampie stalle, alloggi per la caccia e la pesca), in uno spazio di nove miglia cinto da mura e fosse (Ludovico Antonio Muratori, Delle Antichità Estensi ed Italiane, Modena 1740, vol. 2°, p.406).

L’ampia area verso il mare è già stata sistemata con la realizzazione di canali.

La nuova costruzione viene presentata come ‘Delizia’ estense (residenza di vacanza),ma l’ampiezza (9 miglia) e la presenza di capaci mura protettive fanno allarmare i veneziani: il duca d’Este forse progetta di espandersi nel mare Adriatico. I lavori che si protraggono per cinque anni destano il sospetto che si stia costruendo una nuova città sul Po, presso il porto di Goro. La Repubblica di Venezia invia spie ed esperti idraulici e militari (Francesco Ceccarelli, La città di Alcina. Architettura e politica alle foci del Po nel tardo Cinquecento, Il Mulino-Biblioteca storica,Bologna 1998, pp. 161-178. Lo studio si avvale di documenti d’archivio e di studi storici, d’ambito estense, veneziano e pontificio).

Nel 1586, il Senato veneziano affida ai Savi delle Acque l’incarico di redigere il progetto operativo perla deviazione a sud del ramo principale del Po, allo scopo di preservare la Laguna Veneta e i suoi porti dall’interramento.

La deviazione verso sud (un nuovo canale di 7 chilometri) riguarderà il tratto terminale del Po delle Fornaci, il ramo di Tramontana (nel territorio dell’attuale Porto Viro), la cui foce è ormai talmente vicina a quella dell’Adige, da contribuire all’ammasso dei depositi alluvionali nella Laguna Veneta che ne causano l’inesorabile interramento (Claudio Mancin, Il Delta del Po, genesi di un territorio, Arti grafiche Diemme, Taglio di Po 2002. Lo studio è basato su numerosi documenti d’archivio).

Il taglio del fiume viene detto Taglio diPorto Viro, dal nome del luogo in cui fu realizzato: l’antico Portus Veterus, porto fluviale diorigine romana, un piccolo insediamento sul mare Adriatico, a est dei cordonidi dune fossili, alla foce del Gaurus, uno dei tanti fossi-canali che siintrecciavano nella zona (www.comuni-italiani.it/029/052/).

Inquegli anni di fine Cinquecento, la morte del Duca Alfonso II d’Este senzaeredi, con il conseguente estinguersi della linea dinastica estense nel 1597, impone un fondamentalecambiamento politico:  la Devoluzione del 1598 con il ritorno delDucato di Ferrara allo Stato dellaChiesa. Il nuovo confinante, minaccioso e potente, induce il Senato veneziano e il Doge (MarinoGrimani 1595-1605) ad assumere la decisione di attuare il progetto (Ceccarelli,cit., pp. 205-227).

La grande opera di ingegneria idraulica deiveneziani (1600-16 settembre 1604) realizzata con successo, fanascere nuovi territori determinantiper l’attuale conformazione di questa parte del Delta del Po, come il territorio di Taglio di Po, Porto Tolle, Ariano nel Polesine, Portoviro (www.bonificaferrara.it/.../63-evoluzione-del-territorio-e-della-fascia-cost...).

Vi sistabiliscono pescatori, cacciatori e pastori fedeli a Venezia.

Senel Seicento i Veneziani si limitano a insediare persone fedeli alla Repubblica diVenezia e contrarie allo Stato Pontificio, nel Settecento si impadroniscono del territorio e scavano lo Scolo Veneto, tracciando così un nuovoconfine sull’Isola di Ariano (nel territorio di Taglio di Po, lungo lo Scolo, ci sono ancora i Cippi Confinari, invia dei Pilastri) (www.comune.tagliodipo.ro.it/.../hh_anteprima_argomento_home.php?)

Contemporaneamente,nella prima metà del secolo 18°, si insediano alcune famiglie nobili veneziane (Vendramin, Corner, Contarini, Farsetti,Venier,…) che fanno edificare casecoloniche, casini di caccia epalazzi, man mano che procede la bonifica dei terreni paludosi.

Quantoal territorio di Mesola, esso vieneallontanato dal mare, a causa dell’interramento delle foci del Po di Goro e diAriano, un processo che crea nuovo territorio paludoso da bonificare alla focedel Po di Goro e  ne rimpicciolisce laSacca (l’insenatura), allontanando sempre più il Castello di Mesola dal mare.

 
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