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Post N° 601

Post n°601 pubblicato il 09 Maggio 2008 da pianosindaci
Foto di pianosindaci

5.TIPOLOGIE DI SIGNORAGGIO
Abbiamo definito il signoraggio come la differenza tra il valore nominale della moneta ed il suo costo di produzione. Esso è un profitto di cui si appropria chi ha il potere di emettere una data moneta. Tale profitto esiste per ogni forma di moneta oggigiorno utilizzata: metallica, cartacea e scritturale.

Il signoraggio sulla moneta metallica è solitamente per legge attribuito allo Stato. Quello sulla moneta cartacea è per legge attribuito alla Banca Centrale (solitamente privata). Quello sulla moneta scritturale è invece (seppur senza riferimento legislativo) attribuito al sistema bancario nel suo complesso (Banca Centrale compresa, dato che anch'essa può creare denaro dal nulla prestandolo senza l'emissione di banconote).

Il signoraggio sulla moneta metallica è costituito dal valore facciale (nominale) totale di tutte le monete metalliche coniate da un determinato Stato in una determinata valuta, al netto del costo di produzione delle stesse.

Il signoraggio sulla moneta cartacea è costituito dal valore facciale totale di tutte le banconote emesse da una Banca Centrale in una determinata valuta, al netto del costo di produzione delle stesse.

Il signoraggio sulla moneta scritturale è costituito dal valore nominale (facciale in questo caso non è corretto, non essendo questa moneta fisica) di tutta la moneta prestata dal sistema bancario (credito) sotto forma di deposito (per lo più conto corrente (c/c)), al netto del costo di produzione della stessa (che è nullo: una semplice digitazione su un computer o scrittura su un foglio di carta di cifre numeriche).

Mentre il signoraggio sulla moneta fisica (cartacea e metallica) è solitamente ben identificato, quello sulla moneta scritturale risulta spesso non compreso a causa della non automatica identificazione di quest'ultima come moneta vera e propria: ciò che non è sensorialmente percepibile è di più difficile comprensione. Tale confusione è accentuata ancor più dall'esistenza della Contabilità e del Bilancio: in quanto costituiti della stessa sostanza (cifre numeriche su pc o su carta), si tende a fare confusione tra la moneta scritturale (deposito) ed una generica computazione di cifre monetarie (Contabilità e Bilancio). La prima è moneta, la seconda un semplice conteggio della stessa moneta. Il conto corrente, in altre parole, non è Contabilità, come viene solitamente definito, bensì vera e propria moneta non fisica che gode del suo signoraggio, come ogni moneta il cui valore nominale è superiore a quello intrinseco (nullo in questo caso).


6. LA RISERVA FRAZIONARIA
Come spiega il Nobel per l’economia Paul Samuelson nel suo testo Economia[9] a fronte di un nuovo deposito, la banca può concedere un prestito aggiuntivo per un ammontare massimo pari al nuovo deposito meno la somma trattenuta sotto forma di riserva a qualsiasi titolo.

La riserva frazionaria è la percentuale dei depositi bancari che per legge la banca è tenuta a detenere sotto forma di contanti o di attività facilmente liquidabili.

Se la percentuale di riserva è pari al 2%, a fronte di 100 euro di nuovi depositi la banca deve tenere 2 euro in attività liquide o facilmente liquidabili, mentre può impiegare (ovvero prestare) i restanti 98 euro.

Secondo Gianfranco Venturi sarebbe l’errata definizione della moneta come unità di conto ( e non come bene reale) che ha generato nella mente umana la possibilità della moneta come “essenza immaginaria”, come bene che non ha bisogno di essere scambiato realmente per svolgere la sua funzione.

In base a questo concetto di moneta (come essenza immaginaria) il sistema bancario, tramite la riserva frazionaria, ha creato la moneta virtuale (creata dal nulla e non garantita da alcuna riserva di moneta reale) che rappresenta, insieme al Signoraggio, una colossale truffa ai danni del Popolo.

La riserva frazionaria è la percentuale dei depositi bancari che per legge la banca è tenuta a detenere sotto forma di contanti o di attività facilmente liquidabili.

Oggigiorno, tale coefficiente di riserva si basa su alcune passività della banca, in particolare depositi e titoli: un coefficiente di riserva del 2% per depositi e titoli con scadenza o rimborsabili fino a due anni; un coeff. di riserva del 0% per depositi e titoli con scadenza o rimborsabili oltre i due anni.

Inoltre, anche nel sistema SEBC vale ciò che in Italia esisteva già dal 1990, ossia la mobilizzazione della riserva: l'obbligo di riserva richiede che la banca mantenga una riserva media giornaliera, calcolata nell'arco di un mese, almeno pari all'ammontare di riserva dovuto. È dunque possibile, con la mobilizzazione della riserva, movimentare l'intera riserva purché a fine giornata il conto riserva/regolamento (il conto su cui la banca mantiene le proprie riserve presso la Banca Centrale) non presenti saldi negativi.

Ad esempio, ipotizzando una banca con 1000 euro di depositi con scadenza 12 mesi, essa ha l'obbligo di tenerne 20 come riserva (ossia il 2% di 1000) e può prestarne un massimo di 980. Tali 980 euro possono poi diventare depositi della stessa o di un'altra banca, ed ipotizzando che rimangano anch'essi depositi con scadenza 12 mesi, 19,6 euro dovranno rimanere in riserva (2%) ed un massimo di 960,4 euro potranno essere prestati, e così via.

Tale meccanismo crea denaro dal nulla in quanto i depositi continuano ad esistere come denaro, anche se in alcuni casi vincolati nell'utilizzo immediato. Da quei 1000 euro di depositi iniziali, il sistema bancario nel suo complesso può prestare quindi, attraverso il passaggio depositi-prestiti-depositi sopra accennato, un massimo di 50.000 euro (una semplice serie geometrica: 1.000x(1+0,98+0,98*2+0,98*3+...) ).

Se tale calcolo di creazione del denaro dal nulla da parte del sistema bancario è vero in un sistema monetario statico, non lo è però in un sistema monetario dinamico. Infatti quei soldi nella realtà si muovono velocemente nel sistema, e quindi lo stesso medesimo denaro può in poco tempo, divenendo deposito di diversi depositanti o di diverse banche, permettere la creazione di denaro non solo una volta, ma molte volte. Potenzialmente, infinite volte. Ciò significa che la creazione di denaro reale non è solo di 50 volte, ma è ben superiore. E tanto maggiore è la velocità di circolazione della moneta, tanto maggiore sarà la moneta creata.

La creazione di moneta nel sistema monetario odierno basato su riserva frazionale, quindi, non ha sostanzialmente alcun limite, a differenza di quanto ufficialmente dichiarato. E la riserva frazionaria quindi, oggigiorno peraltro quasi inesistente, è in realtà uno strumento fittizio di limitazione della creazione di moneta dal nulla (strumento di politica monetaria restrittiva). Ed altrettanto fittizia è la base monetaria (denaro emesso dalla Banca Centrale) come strumento di politica monetaria restrittiva: tolto infatti il denaro iniziale emesso dalla Banca Centrale (una qualsiasi quantità positiva, anche un infinitesimo), per il meccanismo sopra descritto se ne può creare all'infinito attraverso le banche ordinarie.

Tale concetto non è sovente compreso in quanto si tende a ragionare in modo statico, e non dinamico; ed a considerare la creazione di moneta scritturale come la risultante del solo coefficiente di riserva obbligatoria, senza considerare la velocità di circolazione della moneta.

In sostanza, il sistema bancario può produrre a costo zero quantità illimitate di "denaro" dal nulla – denaro con cui sottrae unilateralmente potere d'acquisto al mercato e ai soggetti diversi dalle banche stesse, incontrando in questa produzione

solamente il limite della credibilità del denaro stesso che essa va creando, nel senso che il sistema bancario può immettere solo la quantità di nuovo "denaro" creditizio, che il mercato, nel corso del tempo, può e vuole assorbire. Proprio per questa ragione, affinché la gente e il mercato non perdano fiducia nel denaro bancario, i suddetti meccanismi di moltiplicazione della massa monetaria dal nulla non vengono resi noti, anzi spesso vengono negati.

Viene incoraggiata la convinzione che le banche siano tenute a osservare rigorosi limiti di riserva e che guadagnino onestamente sulla forbice tra tassi attivi e tassi passivi. E che le Banche Centrali sorveglino e garantiscano che l'offerta di credito non sia eccessiva e non causi inflazione, mentre le forti tasse servirebbero (anche) a drenare l'eccesso di denaro circolante.

Quanto sopra comporta anche che l'ammontare della massa monetaria effettiva è incontrollabile, indefinito, perché esso dipende da fattori arbitrari o, più esattamente, potestativi.[10]



7. BANCHE CENTRALI, EURO E TRATTATI
7.1 Pecunia ex nihilo
Antonella Randazzo, insegnante di filosofia, si occupa di Diritti umani da diversi anni. Di recente ha pubblicato un libro[11] critico nei confronti dell’attuale sistema finanziario. L’autrice denuncia in un passo del libro:

“ Le banche hanno il potere di stampare denaro. Tale potere viene esercitato in segretezza. I mass media utilizzano parole e concetti per nascondere tale realtà. Ad esempio, parlano della Banca Europea come fosse legata all'Europa, e non dicono che essa è un'istituzione controllata da pochi privati. Lo stesso avviene per la Federal Reserve , il cui presidente viene nominato dal presidente americano, per dare ad intendere che si tratta di un'istituzione governativa. E invece essa è nelle mani di un gruppo di banchieri privati. “

Per capire il signoraggio si deve ben capire il concetto della creazione del denaro, come avviene, da cosa è garantito e chi ne trae i vantaggi.

Nel 1970 l’OPEC[12], cioè il cartello dei produttori di petrolio, non solo aumentò il prezzo del greggio, ma pretese il pagamento in oro e non in dollari.

Gli stati che avevano riserve in dollari, cercarono di cambiarli in oro, che si sarebbe dovuto trovare nei forzieri di Fort Knox[13] in USA, ma si scopri che l’oro non era sufficiente e non copriva il valore dei dollari circolanti in tutto il mondo.

Le riserve auree nel mondo (valutate al 1975) non superavano le 200.000 tonnellate, mentre per coprire tutte le monete circolanti ne sarebbero occorse 75.000.000 di tonnellate. Il che vuol dire che ogni moneta aveva una copertura del suo valore pari allo 0,3 % in oro, cioè carta straccia.

Il 15 agosto 1971, il presidente Nixon annuncia a Camp David, con decisione unilaterale, di sospendere la convertibilità del dollaro in oro. Una constatazione di fatto del disastro.

Da allora i paesi continuano a stampare denaro dal nulla, “ex nihilo”, fondandolo sul nulla, perché non esiste alcun valore di riferimento che possa far capire quanto vale il biglietto di banca stampato. Ancora di più carta straccia.

Le banche centrali emettono moneta, senza limite e senza costo, e se ne attribuiscono la proprietà a titolo esclusivo e, con i loro prestiti sistematici, creano e incrementano il debito pubblico di ogni stato.

Ma la banca centrale del quale è consapevole che non ha un corrispettivo in oro, e quindi non ha valore.

Il giornalista David Icke illustra chiaramente quello che avviene nel momento in cui un normale cittadino si reca in banca per chiedere un prestito di una somma di denaro:

“Quando andate in banca a chiedere un prestito, la banca non stampa neanche una banconota nuova, né conia nuove monete. Si limita a digitare la somma del vostro prestito sul vostro conto corrente. Da quel momento in poi pagate alla banca interessi su ciò che non è altro che denaro digitato sullo schermo (denaro virtuale). Eppure, se non riuscite a rimborsare il prestito che non esiste, la banca può intervenire e, in tutta legalità, espropriarvi beni che invece esistono, come la casa, la macchina, la terra e tutto quello che possedete, per un valore pari a quello che compare sullo schermo. Inoltre, poiché il denaro non viene messo in circolazione dai governi, ma dalle banche private che concedono prestiti ai clienti, le banche controllano la quantità di denaro in circolazione. Più prestiti decidono di elargire, più denaro viene messo in circolazione.” [14]

Da ricordare è il dibattito sorto nel settembre del 2002 tra l’allora ministro dell’economia italiana, Giulio Tremonti, e l’allora presidente della BCE, Willem Duisenberg, in cui il primo suggeriva la proposta di sostituire le monete metalliche da uno e due euro con le banconote di carta che, a detta di Tremonti, avrebbe dato ai consumatori un senso di maggiore sensatezza al consumo e avrebbe aiutato a tenere i prezzi sotto controllo.

La risposta di Duisenberg fu quasi derisoria.

Sotto riporto l’estratto della conferenza stampa del presidente della BCE, Willem F. Duisenberg, Francoforte 12.9.2002:

Domanda: "Mr Tremonti, il ministro italiano dell’Economia, ha proposto l’adozione delle banconte da 1 e 2 euro, insieme con le monete allo scopo di impedire ulteriori aumenti dei prezzi. Il 74% degli italiani è d’accordo con questa proposta e noi vogliamo sapere che cosa pensa lei di questo e se ne avete parlato alla Banca centrale europea. Grazie."

Duisenberg: “Non abbiamo progetti di introdurre banconote da 1 o 2 euro, ma ne abbiamo sentito parlare. Naturalmente, ne abbiamo discusso. Stiamo valutando le implicazioni di introdurre tali banconote. In linea di principio non abbiamo niente contro questo progetto, ma stiamo valutando le implicazioni e spero che Mr Tremonti si renda conto che se tale banconota dovesse essere introdotta, egli perderebbe il diritto di signoraggio che si accompagna ad essa. Dunque se egli, come ministro dell’Economia, ne sarebbe contento non lo so.”

 
 
 
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Un blog di: pianosindaci
Data di creazione: 26/01/2008
 

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