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WWW (World Wide West)

Post n°39 pubblicato il 22 Agosto 2025 da THOT30
 
Tag: Thoth, www

Mi affaccio sempre più raramente in questi spazi virtuali (virtuali!) che una massa enorme di persone scambia sempre più spesso (troppo!) per "realtà". 

 

E sì che sono uno di quelli che ha cominciato ad usarli (usarli!) sin dagli albori del World Wide Web.

Ma il modo di approcciare e di relazionarsi “con” ed “in” questo mondo virtuale (virtuale!) da parte dell’attuale utente medio, ormai non è nemmeno lontanamente paragonabile a quello dell’utente medio degli inizi della rete.

 

 

Avevamo pensato, molti anni fa, che internet sarebbe stato un formidabile strumento di libertà per i popoli, un mezzo eccezionale, rapidissimo ed a bassissimo costo, che avrebbe garantito l’accesso alla conoscenza a chiunque, e che avrebbe quindi portato una gran massa di individui verso una crescita intellettuale, ad una migliore capacità di discernimento, ad un sostanziale incremento della cultura personale, con il conseguente miglioramento dei rapporti umani e della società tutta.

 

 

Ci sbagliavamo.

 

 

L’errore sta nell’aver provato a misurare il futuro con il nostro metro, il metro di chi, per usare lo strumento “internet” nelle sue potenzialità migliori, aveva necessariamente, di norma, dovuto raggiungere un livello minimo di abilità, di capacità di apprendimento, di cultura media.

 

 

Questo oggi non è la norma, tutt’altro.

 

 

A noi individui “primitivi” in quel nuovo mondo virtuale (virtuale!), appariva chiaro, già dai primi confronti, quanto la possibilità di imparare (imparare!) da altri più preparati, in un qualsiasi campo, fosse un vantaggio, un’opportunità innegabile di questi spazi. Pensavamo che chiunque si fosse in futuro affacciato in questo mondo, l’avrebbe fatto con la stessa disposizione a migliorarsi, ad istruirsi attraverso gli altri.

 

 

Ci sbagliavamo molto.

 

 

L’errore sta nell’aver creduto normale che tutti, di base, provassero il desiderio di imparare qualcosa, di apprendere ogni volta una piccola realtà, di acquisire una informazione in più, di migliorarsi, riconoscendo (avendone le capacità) le altrui competenze.

 

 

Questo, come abbiamo visto, non è realistico, tutt’altro.

 

 

Lo strumento, come spesso nella storia è accaduto per altre creazioni umane, si è trasformato piegandosi a logiche economiche e di esercizio di potere centralizzato, una modificazione che da veicolo di cultura, per quanto incoerente e randomica, lo ha ridotto a contenitore traboccante di disinformazione caotica ed invadente.

 

 

Da mezzo per apprendere ed agorà sociale, il web è marcito in vettore di ignoranza e piazza di scontro.

 

 

In questi spazi si trova ormai un’accozzaglia di acredine, odio e violenza verbale, i social network sono oggi recipienti colmi dei più bassi tra gli umani sentimenti, dei peggiori costumi trash, dove si fa apologia dell’ignoranza. Intercettare contenuti validi e di qualità, che siano scientifici, umanistici, filosofici o di semplice moda o intrattenimento, è diventato come trovare una pepita d’oro dovendo filtrare migliaia di metri cubi di acqua e fango.

 

 

Credevamo, nei primi anni della rete, quando i principali spazi sociali in rete erano le “chat tematiche” ed i “forum”, che l’evoluzione hardware e software avrebbero portato certamente ad una rapidità e ad una semplicità d’uso (all’epoca solo sognate) tali da consentire addirittura una migliore auto-regolazione della rete, riducendo ai minimi termini quei contenuti e quegli individui che, seppur in modesta quantità, già apparivano “incongrui” e disturbanti.

 

 

Ci sbagliavamo alla grande.

 

 

L’errore sta nella ingenua fiducia che riponevamo sia nella serietà dei providers e dei gestori degli spazi on-line, sia nella capacità individuale e sociale di creare anticorpi, che sviluppassero una sorta di “immunità di gregge”, contro i virus della falsità e dello sfruttamento della credulità altrui per fini economici e di potere.

 

 

Questi anticorpi non si sono sviluppati, tutt’altro.

 

 

La rete è divenuta la principale riserva di caccia dei furbi, degli approfittatori, degli spiriti truffaldini e menzogneri, una riserva globale, popolatissima di ingenue ed indifese prede che vi si aggirano ignare credendosi invece, paradossalmente, addirittura predatori.

 

 

E non sto parlando solo dei raggiri e delle trappole con rilevanza “penale” in cui una parte di utenti comunque cade.

 

 

No, mi riferisco, con preoccupazione ben più grave, agli inganni mirati alla mente degli individui e strutturati sul comportamento sociale, quelli che sono creati ad arte e finalizzati ad una narrazione distorta della realtà dei fatti, con scopi che non appaiono per nulla evidenti alla maggioranza delle persone. Mire (comunque e sempre per un fine di lucro, anche se non solo economico) che purtroppo solo pochissime persone riescono ad inquadrare, ancora di meno (ed io non sono tra questi, sig!) sono coloro che riescono a cogliere il quadro generale, ad inquadrare gli sviluppi a lungo termine, a comprendere i movimenti globali e le ripercussioni socio-economiche di certe estesissime operazioni.

 

 

In definitiva il “nome” (World Wide Web, ossia “ragnatela globale”) è, profeticamente, l’unica cosa che ancora oggi è perfettamente aderente a questi spazi. Solo che nelle intenzioni iniziali la “tela” avrebbe dovuto essere il mezzo che con le sue infinite diramazioni poteva collegare persone ed idee tra le più distanti, fisicamente e concettualmente, risuonando istantaneamente ad ogni tocco, affinché nessun segnale rimanesse completamente inascoltato e cadesse nell’oblio o fosse incontrollabile ed incontrollato. Oggi è invece è una ragnatela strutturata per catturare prede, che siano informazioni personali, denaro o idee, e farle diventare pasto per pochi ragni che le digeriscono ricavandone sostentamento.

 

 

Ma cosa ci può tenere il più possibile indenni da questa influenza della realtà virtuale (virtuale!) sulla realtà fisica? Come difendersi? Cosa evitare? Come agire? Cosa controllare?

 

 

Ovviamente non ho soluzioni rapide da fornire, tanto meno metodi infallibili, però posso dare qualche consiglio basato sull’esperienza personale di chi ha operato in certi campi sin dagli inizi e per lungo tempo. Be’, se avete avuto il coraggio di leggere fino a qui, potrete forse perdere altri pochi minuti per leggerli, chissà che non vi possano tornare utili…

 

 

Consiglio n. 1 :

(La mappa non è il territorio)

 

Tenete sempre presente che tutto ciò che appare su uno schermo, così come ciò che si legge o si guarda su di un foglio di carta, NON È LA REALTÁ.

Sembra banale, ma non è così, la maggior parte delle persone infatti tende a confondere la “rappresentazione” di uno solo, o di qualche aspetto della realtà, con la realtà stessa.

Questo non è propriamente un errore, ma è una comoda “semplificazione”, e quando questa semplificazione è eccessiva avremo sicuramente una eccessiva distorsione del reale, situazione dalla quale gli individui che strutturano gli inganni sanno ottenere vantaggi consistenti.

Quindi vi consiglio, ogni volta che guardate la realtà attraverso una sua rappresentazione, di ripetervi mentalmente “questa non è la realtà, questo non è tutto…”

 

 

Consiglio n. 2 :

(Abbidubbi)

 

Abbiate sempre un dubbio sulla vostra prima idea di un fatto.

Potrebbe essere anche giusta, ma non lasciate che per pigrizia, per comodità, per fretta, un’idea diventi la vostra solo perché è un’idea di molti, di qualcuno che ritenete autorevole, o di qualcuno che vi è vicino.

Anche questo sembra scontato, ma la tendenza generale di un individuo è quella di essere “riconosciuto” dagli altri come appartenente ad un gruppo, questo fa sì che lo stesso individuo sia portato a identificare come proprie “tutte”, ed in toto, le idee che nella percezione sociale caratterizzano quel gruppo.

Questo è un errore vero e proprio, è il modo con il quale si plasmano le correnti di opinione, ossia, nel dettaglio, si plagiano le idee individuali.

 

Perciò vi consiglio, ogni qualvolta vi formate un’idea di un fatto, di chiedervi sempre “È veramente mia quest’idea? Penso realmente questo io? Non ho mai avuto altre idee su questo fatto? E se sì, erano simili? E se non lo erano, perché le ho mutate? Difenderei quest’idea anche se comportasse un’esclusione di riconoscimento in un gruppo?”

 

 

 

Consiglio n. 3 :

(Moderati)

 

Siate parchi, non sentitevi sempre coinvolti o addirittura protagonisti per qualsiasi contenuto che incrociate nella rete, sareste solo dispersivi. Nessuno individuo, nessuno di noi, può comprendere, gestire e trattare compiutamente più che una ristretta mole di informazioni ed argomenti. E questa mole dipende principalmente da una lunga e seria formazione personale, dallo studio e da esperienze dirette, non certo dalle informazioni sintetiche reperibili on-line. Pensare di poter padroneggiare gran parte dello scibile umano solo per il fatto di avere a portata di click Google, è un errore.

Nessun motore di ricerca, nessun video di qualche minuto, nessuna enciclopedia mutlimediale può sostituire lo studio, l’insegnamento o un completo, reale e realistico percorso di apprendimento.

Ciascuno se ne può accorgere semplicemente provando a trattare un qualsiasi argomento, del quale si è magari interessato brevemente attraverso la rete e con il supporto informativo che questa mette a disposizione, tenendo però tutti i terminali spenti. Se non siete in grado di trattare degnamente un argomento senza il supporto della rete, astenetevi dal farlo anche con la sua assistenza, o perlomeno attendete almeno di aver ben assimilato le relative conoscenze tenendo presenti anche i consigli 1 e 2, che sono punti fondamentali di autocontrollo.

 

 

Consiglio n. 4 :

(Prudenza)

 

Siate prudenti nel concedere fiducia e credito, tenete presente che gli inganni e gli ingannatori sanno il fatto loro, per cui, quelli più pericolosi, non sono affatto riconoscibili dalla maggioranza degli utenti del web.

Tutt’altro, tutti i lupi della rete, qualunque sia il loro scopo, si presentano con perfetti travestimenti da nonnina, curati nei più piccoli dettagli, specialmente nei difetti identificabili anche se non dichiarati. Anzi, sono proprio questi in effetti i particolari che contribuiscono maggiormente a mimetizzare i lupi, l’ingannatore tenterà sempre di farvi sentire scaltri, cercherà di darvi sicurezza in voi stessi, con piccole concessioni che solleticheranno il vostro ego, guidandovi verso conclusioni prefissate che però vi appariranno come vostre conquiste. Errore madornale, in questi casi siete completamente disposti ad accettare come reale tutto ciò che l’ingannatore vorrà farvi accettare.

 

 

Anche se so che può sembrarvi sciocco e scontato (non lo è in realtà, perché le soglie difesa si abbassano notevolmente per via della errata percezione della distanza che lo spazio virtuale dovrebbe interporre), vi consiglio quindi, ogni volta che desiderate dare credito a un qualsiasi soggetto in rete, di chiedervi sempre “Chi è realmente questa persona? Come posso accertarmi che ciò che dice corrisponde a verità? Ciò che dice può avere un fine di lucro recondito? Il contatto con questa persona, seppur virtuale, potrebbe mai nuocermi in qualche modo, anche indiretto?” (considerate che per “nuocere” non intendo solo un danno fisico, economico o sociale, che sono quelli maggiormente evitabili dalla maggioranza delle persone, ma anche un danno alla integrità del comportamento ed un plagio delle idee personali, danni ai quali invece la gran parte degli utilizzatori del web si espone costantemente)

 

 

Consiglio n. 5 :

(Controllo)

 

Controllate cosa rendete pubblico, ricordatevi che la maggior parte degli strumenti, le app ed i servizi apparentemente gratuiti che il web offre, non sono per nulla gratuiti.

La massima che noi vecchi primitivi del web conosciamo bene da sempre e che tutti dovrebbero sempre tenere presente è :

 

“se non lo stai pagando, il prodotto sei tu!”

 

Per cui siate attenti ad ogni contenuto, ad ogni impostazione della privacy, ad ogni link ed autorizzazione automatica che concedete a perfetti sconosciuti (perché questo sono, e così dovreste considerarli, persino le grandi multinazionali che tengono in mano il 90% del web e che sembrano essere i nostri migliori amici, sono in realtà dei perfetti sconosciuti, con finalità spesso recondite e metodi operativi al limite della legalità, anzi, spesso ben oltre questo limite)

 

 

In conclusione, anche se so bene che in pochi arriveranno a leggere fin qui (e questa è esattamente una delle discriminanti che fa la differenza tra la massa degli utenti inconsapevoli ed i pochi individui consci dell’uso di questi mezzi) vorrei spiegare perché ho voluto scrivere questo pistolotto, pieno di apparenti luoghi comuni e di consigli non richiesti, che qualcuno percepirà persino come offensivi della propria intelligenza.

Ebbene l’ho fatto principalmente per me, per avere un promemoria, per fissare i punti, nero su bianco, che istintivamente o per formazione seguo comunque da sempre, anche se non sempre con il necessario rigore. Ho scritto questo come memorandum, per quando cadrò inevitabilmente anch’io in una delle infinite trappole per la mente di cui la “ragnatela” è disseminata, perché così potrò meglio comprendere dove e quando la mia lucidità sarà stata ingannata.

E poi l’ho fatto perché vorrei vendervi, fra un po’, quando vi fiderete di me, una cosa che vi potrà aiutare a difendervi dalle trappole del WWW… 😬😁😂

 

Salute!

😎

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