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« Esseri di LuceImmortal (Ad Vitam) »

Memorie di un viaggio parallelo...

Post n°17 pubblicato il 22 Ottobre 2006 da THOT30

Parlavano già da qualche anno, mentre si affannavano intorno a quelle insolite sfere opache, delle immense possibilità che si sarebbero aperte per il mondo una volta che fossero riusciti a mettere a punto quel sistema; non che ne fossero ancora del tutto certi, i manufatti originali erano ormai inservibili da alcuni millenni ed i materiali con cui erano stati realizzati erano per il novanta percento inattivi a causa del decadimento delle celle del nucleo energetico.

Il fatto di essere riusciti a riprodurre delle copie attive e ad indurre separatamente le variazioni di stato nei singoli componenti però, gli infondeva fiducia, entusiasmo, si respirava quasi un’aria allegra e spensierata tra le levigate pareti di granito bianco dell’asettico laboratorio.

Ora, mentre osservavano “la sei” sollevarsi dal supporto in carbonio (così, semplicemente, le chiamavano con il numero corrispondente alla posizione che avrebbero occupato su un’ideale quadrante dei vecchi orologi… la numero sei era la sfera nera e la numero dodici la sfera bianca), Aniel disse :

-          Pensa poi se si riuscissimo un giorno a reperire abbastanza Gantalio da poterne costruire dodici di dimensione sufficiente per poter attivare un sistema grande quanto un campo da Gravydball…!

-          Sarebbe divertente – rispose Theotes – potrebbero entrare nel sistema contenitori abbastanza capienti per contenere almeno un centinaio di viaggiatori, oppure una decina di tecnici con tutte le attrezzature necessarie per creare un punto d’attracco  protetto all’arrivo; per ora però mi accontenterei di vedere una sequenza dodici-sei-dodici completa ed almeno per una frazione di secondo apparire il Nero-Perfetto al centro del sistema.

Adesso “la sei” aveva cominciato a ruotare sul proprio asse verticale, bene!

-          Ah, se è per questo, adesso, mi accontenterei di vedere un bel piatto fumante di spaghetti, magari solo al pomodoro e basilico, apparire al centro del sistema ! – disse sorridendo Aniel – Ti rendi conto che sono undici ore  filate che  siamo qui a “giocare con le bilie” senza mettere nulla sotto i denti ?!  - “giocare a bilie” era il modo confidenziale con cui si riferivano al loro complesso lavoro di laboratorio, come per una sorta di infantile esorcismo delle enormi implicazioni che la messa a punto del sistema avrebbe potuto comportare.

-          Ok, appena “la dodici” completa la rotazione sull’asse di tangenza del sistema (ora solo "la sei" stava contemporaneamente ruotando attorno all’asse verticale ed all’asse raggio del sistema) usciamo ed andiamo a pranzo da “Sarganiele” ma credo che oggi tu ti sia meritata qualcosa di meglio di un piatto di spaghetti al pomodoro, che ne dici di una buona ricompensa a base di scampi?

-          Ho sentito bene? Sono settimane ormai che non ti sento parlare di relax, cibi buoni, musica… temevo stessi trasformandoti in una entità biomolecolare replicata… immaginavo già che per addormentarti contassi “pecore positroniche” ! – disse Aniel sorridendo -

-          Hai sentito bene e poi sai che preferisco non distrarmi quando c’è da superare uno scoglio in questo lavoro, ora credo che per i prossimi giorni avremo solo lavoro di routine, test, raccolta ed esame dei dati; roba necessaria ma noiosa, quindi sarà meglio alleggerire il tedio con qualche buona distrazione! –

Lo sguardo ed il sorriso di Theotes erano ben  più eloquenti delle parole che stava pronunciando; era vero che nelle ultime settimane non si era concesso pause,  soprattutto c’erano state rare e fuggenti occasioni per restare solo con Aniel fuori del laboratorio, all’aria aperta, sopra a quei due chilometri di roccia che li sovrastavano in quel momento. Ora non stava guardando la sua scienziata preferita, la sua collaboratrice migliore, la compagna di lavoro con la quale confrontarsi e scontrarsi su ogni algoritmo, combinazione molecolare, Q-Bit o regolazione di campo che dovevano effettuare. Ora stava osservando Aniel, la donna che lo completava, il corpo che desiderava, i rossi capelli profumati, la dea con le efelidi che lo rendeva felice e vivo.

-          Cos’è quello sguardo da playboy di periferia? Non crederai mica di riconquistare i miei favori con una semplice cenetta di pesce sai? Dopo tutto il tempo che mi hai fatto sgobbare senza pausa, rinchiusa qua sotto e con poche ore d’aria come una reclusa dovrai impegnare la tua fantasia per fare qualcosa di meglio se vuoi “restare solo” con me!

Ma gli occhi dicevano tutt’altro, anche Aniel stava desiderando di riprendersi quell’intimità che non potevano certo godersi in un asettico laboratorio. Nonostante avesse imparato ad amare, in qualche modo, quegli ambienti asettici ricavati nel freddo granito e si fosse abituata a restare con il suo uomo lontano dalla superficie e da ogni interferenza esterna, non intendeva di sicuro questo con l’espressione “restare soli”.

Oramai “la sei” stava vorticando sui tre assi, e contemporanemante, lentamente, la sette, otto, nove, dieci ed undici si sollevavano dai supporti. Era appena iniziata la sequenza sei-dodici e già si poteva intravedere al centro del “quadrante” l’aria che si addensava, una specie di tremolio e guardando oltre attraverso quella piccola porzione di spazio, gli oggetti del laboratorio apparivano distorti, buffamente deformati.

-          Sta’ cominciando l’apertura di campo - Disse Theotes – controlla che “la dodici” sia pronta per l’inversione.

-          Si, è a posto, i livelli gravimetrici superficiali sono sincronizzati, sto verificando che il flusso takionico sia costante, non vorrei che succedesse come l’ultima volta.

-          No, non credo, ho lavorato due giorni per stabilizzare i collettori takionici, sono sicuro che ora reggeranno, ho rinforzato la schermatura in modo che li isoli dalle interferenze che l’apertura di campo provoca.

-          In effetti continua ad essere stabile, guarda! – Aniel aveva un’espressione mista di stupore e timore dipinta sul volto mentre fissava il centro del quadrante.

Non c’erano dubbi, mentre “la dodici” si stava lentamente staccando dal suo supporto la rotazione sul primo asse, “la uno” cominciava a subire l’effetto inversione. Nell’arco di undici secondi l’effetto si trasmise a tutte le sfere tornando alla dodici che ora compiva la rotazione triassiale; rapidamente al centro del quadrante stava apparendo una piccola sfera scura, che si ingrandiva progressivamente. Ora le bilie erano a regime e stavano creando il campo, incredibile! Anche se era proprio quello che avevano cercato, sperato per anni; nonostante ormai fossero sicuri da tempo di riuscire prima o poi a mettere a punto il sistema, vederlo in funzione nell’ultima sequenza era quasi come sognare.

Theotes era raggiante e fiero ma allo stesso tempo si sentiva emozionato e spaventato; ciò che stava accadendo avrebbe cambiato tutto, tutto ciò che la specie siriana aveva solo semplicemente sognato, ipotizzato, avrebbe potuto ora avere un riscontro, una prova.

-          Attenta ora, il campo sta raggiungendo l’apertura massima, verifica che le rotazioni mantengano la velocità superficiale costante, appena l’apertura raggiungerà la superficie delle sfere l’esterno del campo entrerà i rotazione contrapposta e formerà l’ipercampo.

-          Tutto ok! Quasi non posso crederci, Teo, ma veramente stiamo aprendo un ponte fisico nella quarta dimensione?

-          Cos’è, proprio ora dubiti di tutto ciò che hai studiato e sperimentato per anni? Eppure la teoria di Ratonel-Horonum è materia del primo anno di corso…

-          Si “professore”! – Disse Aniel in tono sarcastico – ma negli oloarchivi non c’erano immagini di ipercampi aperti…!

Ora invece potevano vederne uno, lì davanti a loro, era vero, reale! Appariva come una porzione di spazio apparentemente sferica, buia esternamente e con un punto di luce intensissima al centro, opaca come se avesse una consistenza di particelle ed allo stesso tempo in continuo mutamento con un flusso percepibile di variazioni di tonalità scura che sembrava provenire del suo centro ed al centro tornare dopo aver percorso la superficie. Tesi, affascinati ed ammutoliti, Theotes e Aniel non riuscivano ora a distogliere lo sguardo dall’ipercampo. Stavano vedendo quello che l’antichissima lingua scritta sulle tavole che avevano accompagnato e protetto le sfere originale per millenni definiva come “Nero-Perfetto”. Ora si rendevano conto che quella definizione era la migliore possibile, ciò che i loro occhi osservavano era impenetrabile, più impenetrabile della luce assoluta e del buio totale. Ed era entrambi allo stesso modo.

Theotes si stava chiedendo se le coordinate che aveva inserito nel biocalcolatore fossero esatte; se così era quella che aveva davanti era una porta aperta sullo spazio tridimensionale di un’area desertica su un pianeta remoto, molto lontano da Siri-On ma con condizioni ambientali simili, addirittura migliori. Un pianeta con molta acqua, con forme biomolecolari vegetali e forme animali… nelle antiche tavole quel pianeta era chiamato Ga-Ya, ed era descritto come una specie di colonia nella quale, l’antico popolo che aveva realizzato il sistema originale, aveva introdotto tutte o quasi le specie presenti su Siri-On. Ga-Ya era il gemello di Siri-On, terraformato e biocoltivato per accogliere nel migliore dei modi i siriani stessi, per farli sentire a “casa”. Fino ad allora quelle per molti erano solo leggende, credenze che si perdevano nella notte dei tempi e si confondevano tra antiche religioni e fantasia popolare. Non per Theotes ed Aniel, loro due avevano intuito che c’era qualcosa di più, una verità che avevano cercato con forza e battendosi contro gli scettici fino a quando non avevano rinvenuto  i manufatti e le tavole negli scavi di Am-En-Ti. Una stanza con pareti di granito rosso spesse dieci metri ad ottanta metri di profondità dalla superficie di un deserto, questo era lo scrigno che aveva custodito, protetto il sistema per millenni.

Ora erano giunti ad un passo dalla meta, sarebbe bastato gettare la sonda takimatica nell’ipercampo ed avrebbero avuto la risposta. Aniel guardò negli occhi Theotes, che gli fece solo un cenno con il capo, si. Aniel prese il cubetto metallico di grigio adamanio, esitò un istante, poi lo lanciò nell’ipercampo, nel “Nero Perfetto”. La sonda sparì alla loro vista ma non cadde sul pavimento del laboratorio; allora si voltarono subito ad osservare l’oloproiezione del biocalcoltore che stava mostrando una mappa spaziale della galassia. Rapidamente le coordinate indicate a margine stavano cambiando e dopo appena nove, dieci secondi si fermarono. Indicavano il punto tridimensionale nel quale si era fermata la sonda. Aniel quasi si gettò verso l’oloproiezione e mosse la mano verso la virtoiko che indicava “traccia” : l’immagine della galassia prese ad ingrandirsi, un velocissimo zoom, che apparì come l’esplosione di miriadi di piccoli punti luminosi, portò l’immagine tridimensionale a fermarsi accanto ad una stella che veniva indicata come di classe R1.

La stella aveva un sistema planetario.

-          Quanti pianeti?  - chiese ansioso Theotes

-          Aspetta, dieci… no, undici; il biocomp sta aggiornando le orbite e le masse.

-          C’è? E’ lì?

-          Calmo, non mettermi fretta proprio ora, dobbiamo essere sicuri di dove sia finita la takisonda. Non vorrai che il primo iperviaggio del nostro tempo finisca per depositare il passeggero nel vuoto tra due pianeti o accanto ad una stella?!

-          No, certo… anche perché…

-          Zitto un momento per favore, fammi calibrare le coordinate sulla mappa -  disse Aniel continuando a muovere le mani nelle aree sensibili dell’oloproiezione.

-          Va bene, va bene ma quanto ci vuole?

-          Ecco! Ora arriva l’immagine finale.

L’oloschermo mostrò un pianeta di classe S-On, la sonda inviava dati : composizione atmosferica, temperatura, pressione, gravità, raggi cosmici, range di luminosità, campi magnetici…. Si! Erano compatibili, la sonda si trovava sulla superficie di un pianeta e quel pianeta aveva tutte le caratteristiche del leggendario Ga-Ya!

-          E’ lì Ani! E’ su Ga-Ya! – Theotes sembrava un bambino la mattina del suo compleanno, quando sta’ per scartare il regalo tanto atteso.

-          Si Teo, sembra proprio di si! Ci sei riuscito.

-          Ci “siamo” riusciti Ani. Come avrei potuto senza di te – e pensò anche che forse non avrebbe “voluto” senza di lei, senza avere qualcuno di così speciale per il quale valesse la pena di cercare un modo migliore, non corrotto, un mondo nuovo. Quello era il sogno segreto di Theotes, dare il via ad una civiltà nuova su un mondo nuovo.

Aniel lo stava guardando ora – cosa volevi dire con quel “anche perché…” prima? Teo, che intenzioni hai?

Theotes non aveva più “intenzioni” ora,  era certo. Sarebbe stato lui il primo a compiere il viaggio! Sarebbe sceso su Ga-Ya, come avevano fatto, millenni prima, coloro che gli avevano lasciato in dono “il sistema”. Già, ad Aniel non l’aveva detto ma in una delle tavole ritrovate nella stanza del sistema c’era chiaramente indicato : “Colui che aprirà i sigilli della stanza sarà il Primo Neter; egli non potrà sottrarsi alla Volontà Uno; egli è depositario del dono del Nero-Perfetto; egli riceve i poteri ed esegue le emanazioni della Prima Decisione; egli per primo viaggerà sulla Barca-dei-Milioni-di-Anni, egli è rinnovato in Primogenito di RA, Uno di Luce, Luce in ogni Generatore di Luce, Sorgente delle Sorgenti, Volontà delle Volontà”

Theotes doveva adempiere ai compiti stabiliti dalla Prima Decisione in esecuzione delle necessità della Sorgente delle Sorgenti. Ora era divenuto, volente o nolente, Primogenito di RA.

Avrebbe affrontato il viaggio, al più presto.

Salute

Io sono TH-O-TH, Viaggiatore dei Milioni-di -Anni.

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Commenti al Post:
North_Wind
North_Wind il 22/10/06 alle 18:39 via WEB
Ed il bello è che tanta gente lo leggerà SOLO come un racconto...senza vederci la STORIA... Ciaps.
 
 
THOT30
THOT30 il 24/10/06 alle 14:32 via WEB
Ma questo "è" solo un racconto... come deve essere, lo sai! ;-)) "No mortal man has lifted my veil!" Salute!
 
maripaprika
maripaprika il 07/11/06 alle 13:32 via WEB
racconto che mi ha avvinta.... stupendo... è tuo?... mi affascinano ste storie.... grazie e un bacio
 
 
maripaprika
maripaprika il 07/11/06 alle 13:33 via WEB
benvenuto toth...
 
 
THOT30
THOT30 il 10/11/06 alle 18:33 via WEB
Grazie a te Mari! Si il raccontino e mio... d'altronde quanti altri viaggiatori dei Milioni-di-Anni emanati dalla Prima Decisione conosci...?! ;-)) Salute!
 
   
maripaprika
maripaprika il 10/11/06 alle 18:48 via WEB
forse c'ero anch'io.... ricordo quel momento!!!!! purtroppo perchè qui pensano sia solo pazzia il cambio di dimensione.... hihihihih bacissimo
 
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