Aton d'Argento

Ciao thot. Io ho studiata un po' di fisica (sono laureato in astronomia): è vero che le particelle subatomiche vibrano, a causa del pricipio di indeterminazione. Ma la loro vibrazione non può fisicamente produrre suono, per due motivi: (i) il suono è vibrazione dell'aria, e le particelle che costituiscono l'aria vibrano già per conto loro, sempre per il primcipio di indeterminazione; (ii) un suono è una vibrazione a spettro definito di frequenze, la qual cosa va contro alla natura probabilistica e non-deterministica della meccanica quantistica. Quindi non credo che ci sia propriamente vita nel vibrare delle particelle subtomiche. Per quanto riguarda le forme delle molecole, queste sono riconducibili alle forze elettromagnetiche tra elettroni e protoni: se sono così semplice è proprio perché la natura tende alla massima semplicità (per il principio di minima azione; o per il rasoio di Occam, se preferisci), un po' come per i fiocchi di neve: nulla di esoterico, quindi, a mio avviso. Però c'è una cosa bella: queste vibrazioni ci riconrdano che la natura profonda dell'universo è quella del continuo mutare, del "non stare mai fermo", dell'eterna evoluzione. Questo contrasta tanto con il fissismo greco classico e Descartesiano, e si avvicina molto alla filosofia orientale, che io amo molto e che ho studiata per conto mio. L'altro principio della filosofia orientale, l'unità degli opposti, è consistente con la fisica quantistica nella misura in cui ci rendiamo conto che le particelle sono onde e le onde particelle (vedi la teoria di Einstein, Compton, de Broglie): yin e yang, non so se mi spiego. Molti fisici non riuscivano (e non riescono, probabilmente) ad accettare questo paradosso: io lo accetterei allo stesso modo di un koan zen. Insomma: questo è così perché di sì, volendo citare il titolo di un mio post recente. Ciao toth, grazie per il link e scusa se sono stato noioso o cattedratico.

Prego, mi è piaciuto il tuo Blog. Noioso non lo sei stato affatto... un po' cattedtratico si... "suono" è una definizione, l'uomo chiama suono ciò che riesce ad ascoltare, a misurare a percepire... per me quello è "rumore". La vibrazione c'è e si trasmette... se l'uomo non ha orecchie adatte è un suo problema. P.S.: non è che io sia proprio a digiuno di fisica... forse non proprio "aggiornatissimo"... ma proprio ieri leggevo delle ricerche che stanno portando avanti (a Roma...per ora... fino a quando non scapperanno negli USA...sig!) per estrarre energia dalla vibrazione atomica...(da scoperte fatte "per caso", figlie della ricerca sulle onde gravitazionali). Certo, non conoscono ancora il valore, l'importanza, la potenza, i legami, le "risonanze" con le "onde di forma"... ma sono solo ragazzi... cresceranno...intanto fra qualche anno avrete già le pile autoricaricanti... ovvio ci vorrà molto di più per l'antigravitazione sonica ;-) (a meno che non vengano divulgate le conoscenze in mano a pochi... e militari...) Certo pensare che basterebbe così poco, così poco... e che la soluzione è lì, sotto gli occhi di milioni di uomini... :-)) Salute Jnk Djwti

Tu scrivi: "se l'uomo non ha orecchie adatte è un suo problema". Ecco, vorrei citare Goeethe a questo propostito: "Se l'occhio non fosse solare, non potrebbe vedere il sole". Goethe voleva dire questo: se vediamo il sole è perché il nostro occhio è solare. Quindi se non sentiamo il canto delle particelle subatomiche non è che loro non cantano; ma che il nostro orecchio non le può percepire. Quindi non escludo che ci sia: ma dico soltanto che se ne vogliamo parlare, stiamo parlando di qualcosa che non fa parte della realtà in senso empirico (o euristico, se preferisci): è come parlare della mente di Dio o di cosa c'era prima del Big Bang. Ognuno può dire ciò che vuole, e nessuno può confermare o smentire nessuna delle altre affermazioni: insomma, si costruiscono un po' i castelli in aria. Non dico che sia sbagliato farli: ma che bisogna essere consapevoli di quello che si sta facendo.

L'"occhio solare"... già proprio quello sul quale siedo nell'immagine di questo messaggio... poi c'è l'occhio della mente che tengo in mano... e la chiave per l'apertura sul mio braccio ;-) Vedi, l'immagine non è casuale; stiamo parlando di gettare lo sguardo della mente, della ricerca, dove sembra esserci solo la filosofia o la religione. Io non scindo le due cose, dico che alcune metafore, alcuni simbolismi che si trovano nelle antiche religioni sono solo retaggi di un sapere scientifico naturale (anche empirico) espresso in forma non matematica... e ormai dai più ignorato (ma neanche tanto... direi anzi "tenuto gelosamente nascosto"...) Salute

Certamente nasciamo con un seme di fede, nello sfumato ricordo di feto cosmico, lo si può verificare nei bambini che, anche senza condizionamenti di sorta, anelano all'invisibile comprensione suprema. E probabilmente la maturiamo nel ciclo di Samsara, il ciclo di vite e morti percorso da identità a identità, dimentichi della nostra provenienza solo col cervello. Si arriva ad una fede o forse anche no, ma solo con le proprie gambe. Voler suscitare la fede in altre persone è, non solo presuntuoso, ma anche invadente. Significa sbandierare la propria come se fosse un traguardo di cui pavoneggiarsi. Gli atei dicono: “beato chi crede che sa perdonarsi”. Ma lo dicono di chi vedono sereni, col sorriso nello sguardo e non di coloro che vogliono “convertirli”, dai quali peraltro rifuggono energicamente. Certamente il loro maestro Gesù quando si riferiva alle pecorelle smarrite non stava pianificando le Crociate