Creato da tommaso.mt il 26/07/2010
DI TUTTO UN PO'
 

 

« UN IMPORTANTE INDICATORE...L’ITALIA SULLA STRADA DE... »

LA RINASCITA DELLA SCUOLA ECONOMICA NAPOLETANA

Post n°46 pubblicato il 17 Gennaio 2012 da tommaso.mt

La ricchezza è un mezzo, non già il fine della società”. È una delle tante espressioni di saggezza del salentino G. Palmieri di Martignano, nelle sue Riflessioni sulla pubblica felicità relativamente al Regno di Napoli (1783), il discepolo più stretto del napoletano A. Genovesi. Fu proprio quest’ultimo a promuovere un nuovo modo di pensare l’economia, che metta al centro l’uomo, o meglio la persona portatrice di bisogni sempre diversi e nuovi, piuttosto che l’arida logica della massimizzazione del profitto e la mala distribuzione di ricchezza.

Il sistema economico odierno, purtroppo, ruota attorno alla concezione del capitale e al suo meccanismo di considerare tutta la società come un solo individuo, capace di fondere la massimizzazione del profitto di questo individuo globale, attraverso il benessere materiale, con la ricerca della felicità. È la critica più dura di A. Sen contro la logica del marginalismo e dell’efficienza economica, incapace, secondo il Premio Nobel, di apportare quella equa distribuzione della ricchezza che il sistema economico deve avere come obiettivo primario.

La distorsione attuale sta proprio nel considerare il possesso dei beni materiali come il fine dell’attività umana, il traguardo da raggiungere per ottenere il prestigio e il potere. Lo aveva ricordato persino Paolo VI nella Sua Lettera Enciclica Populorum Progressio (1967) quando affermava che “l'acquisizione dei beni temporali può condurre alla cupidigia, al desiderio di avere sempre di più e alla tentazione di accrescere la propria potenza”. Non vogliamo, certamente, sottrarre al capitale e al suo meccanismo distributivo il compito chiave di alleviare lo stato passivo dell’uomo, ossia il bisogno; ma i principi attraverso i quali è avvenuto tale processo distributivo della ricchezza prodotta si sono dimostrati inadatti al perseguimento di quelli che erano gli obiettivi di A. Genovesi e degli altri, ossia la pubblica felicità.

La ricchezza tradotta in possesso di beni materiali, se in un primo momento è stata la fonte indispensabile per sottrarre l’uomo dallo stato di povertà, col passare del tempo è divenuta un’arma a doppio taglio, perché nuovi e più pressanti bisogni si sono affacciati nella società consumistica, che hanno provocato il crac del sistema. Ancora per usare l’espressione di Paolo VI (1967), “la ricerca esclusiva dell'avere diventa così un ostacolo alla crescita dell'essere e si oppone alla sua vera grandezza: per le nazioni come per le persone, l'avarizia è la forma più evidente del sottosviluppo morale”. È questa la triste condizione in cui ci ha condotto il regime capitalista, come lo chiama R. L. Heilbroner, testimoniato dalla tante tragedie sociali, personali, umane prodotte da una crisi economica veramente micidiale.

Come uscirne fuori. La risposta viene da quella scuola di pensiero economico che propugnava il primato della società, del bene dell’uomo che non abbraccia un arco temporale breve, ma deve essere duratura. È la scuola economica dell’abate napoletano A. Genovesi (XVII sec.), che ebbe diversi discepoli soprattutto nel XVIII e XIX secolo, tra i quali meritano menzione C. A. Broggia, L. A. Muratori, P. Verri, G. Palmieri. “Il fine dell’economia civile - dice Genovesi nelle sue Lezioni di Commercio - siccome è più di una volta detto, è: I. l’aumentazione del popolo; II. La di lui ricchezza; III. La sua naturale e civile felicità; IV. E con ciò la grandezza, gloria, e felicità del Sovrano”. Per questo possiamo dire che occorre oggi umanizzare l’economia, rimettere al centro l’uomo e la sua comunità portatrici di bisogni cui occorre dare risposte concrete, piuttosto che false promesse vestite di ricchezza e vanagloria. In questo deve assumere un ruolo chiave la politica, che si metta sul serio al servizio del cittadino e del bene comune, fatta non di attori e protagonisti di vita mondana, frequentatori di salotti televisivi piuttosto che del proprio scranno parlamentare. Il decadimento morale di una società, purtroppo, è anche testimoniata dalla sua rappresentanza politica ed istituzionale. Difatti, proprio Genovesi affermava che al governo vi deve essere “il Filosofo, ed il Filosofo Politico, e innamorato delle vere cagioni della pubblica opulenza, e prosperità, che sono le Virtù, e l’Arti”.

Il fine ultimo che deve avere l’economia, che vuole uscire da una pesante situazione di debolezza, è quello del perseguimento della pubblica felicità (difatti, nel Sei-Settecento si usava l’espressione ‘economia della felicità’), piuttosto che la ricchezza e l’accumulazione di capitale, che, come dimostra Esterlin, non ha prodotto, al pari del P.I.L., una crescita vera della felicità umana. L’economia capitalistica deve vestirsi di una nuova dimensione umana, attraverso dei sistemi distributivi della ricchezza che vadano nella direzione di combattere le diseguaglianze di A. Sen, non solo attraverso l’acquisizione di beni materiali, ma soprattutto promuovendo la libertà e la democrazia, valori oramai abbandonati a favore del criterio della massimizzazione del benessere individuale e materiale. Diceva G. Palmieri che “il compendio di questa scienza, ed il merito più facile e breve così per apprenderla come per praticarla, risiede nell’amor sociale”, perché “per rinvenire il proprio bene bisogna cercarlo nel procurare quello de’ suoi simili”. Solo se in grado di rispettare questo compito delicato, l’economia può entrare a far parte a pieno titolo tra le scienze sociali, che mirano al vero benessere umano, ossia la pubblica felicità.

Tommaso Manzillo

 

Bibliografia citata e consultata

     

-          Benedictus PP. XVI, Caritas in Veritate, Lettera Enciclica del 29 giugno 2009;

-          Broggia C.A., Trattato de’ Tributi, delle Monete e del governo della sanità – Opera di Stato, di Commercio, di polizia, e di finanza, Napoli, 1743;

-          Genovesi A., Lezioni di commercio o sia d’economia civile, 1769;

-          Heilbroner R. L., Natura e logica del capitalismo, Jaca Book spa, Milano, 2001;

-          Manzillo T., L’uomo e il bene comune, ebook, Teomedia.it editore, 2011;

-          Manzillo T., Il marchese di Martignano, da “il Titano”, supplemento economico de “il Galatino”, nr. 12   del 24 giugno 2011;

-          Manzillo T., L’economia civile di Giuseppe Palmieri, in “il Galatino”, nr. 18 dell’11 novembre 2011;

-          Muratori L. A., Della pubblica felicità. Trattato economico politico, Zatta A. editore, Venezia, 1789;

-          Palmieri G., Riflessioni sulla pubblica felicità relativamente al Regno di Napoli, in Scrittori classici italiani di economia politica, Parte moderna, Tomo XXXVII, Milano, 1805;

-          Palmieri M., Dell’ottimo cittadino. Massime. Tolte dal Trattato della vita civile, Venezia, 1829;

-          Paolo PP. VI, Populorum Progressio, Lettera Enciclica del 26 marzo 1967;

-          Pius PP. XI, Quadragesimo Anno, Lettera Enciclica del 15 maggio 1931;

-          Sen A. K., La diseguaglianza, Il Mulino, 2000;

-          Sen A. K., La libertà individuale come impegno sociale, Laterza, Bari, 2003;

-          Signore M., Economia del bisogno ed etica del desiderio, Pensamultimedia, Lecce, 2010;

-          Smith A., La ricchezza delle nazioni, Collana “I classici del pensiero economico”, Il Sole 24 Ore, Giulio Einaudi, Torino, 2010;

-          Verri P., Meditazioni sulla pubblica felicità, in Scrittori classici italiani di economia politica, Parte moderna, Tomo XV, Milano, 1804;

-          Zamagni S., L’etica cattolica e lo spirito del capitalismo, working paper nr. 49, Corso di Laurea in Economia delle Imprese Cooperative e delle organizzazioni non profit, Università di Bologna, febbraio 2008.

 

 
 
 
Vai alla Home Page del blog

Area personale

 

Archivio messaggi

 
 << Aprile 2024 >> 
 
LuMaMeGiVeSaDo
 
1 2 3 4 5 6 7
8 9 10 11 12 13 14
15 16 17 18 19 20 21
22 23 24 25 26 27 28
29 30          
 
 

Cerca in questo Blog

  Trova
 

FACEBOOK

 
 

Ultime visite al Blog

carlagiulia.cecchidaarnobinotoacronlusdifatto19ilbaggesenicolanaymoorange.blu0MI_CORASONalber555Dubbiamorosiantonio.dellacorteaggiutem1consorziogiemmerosario.vanella
 
Citazioni nei Blog Amici: 2
 
 

Chi può scrivere sul blog

Solo l'autore può pubblicare messaggi e commenti in questo Blog.
I messaggi e i commenti sono moderati dall'autore del blog, verranno verificati e pubblicati a sua discrezione.
 

Ultimi commenti

RSS (Really simple syndication) Feed Atom
 

Contatta l'autore

Nickname: tommaso.mt
Se copi, violi le regole della Community Sesso: M
Età: 49
Prov: LE
 
 
 

© Italiaonline S.p.A. 2024Direzione e coordinamento di Libero Acquisition S.á r.l.P. IVA 03970540963