Creato da GreatFang il 01/05/2006
behind blue eyes...Script for a Jester's Tears
 

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Post n°74 pubblicato il 10 Agosto 2006 da GreatFang
 
Foto di GreatFang

Ho alle spalle un bel viaggetto, davanti ancora ferie e tempo da buttare. Come al solito sono le ombre pallide a chiamarmi sulla soglia del sonno e presto mi trovo a fissare il cielo, sulla solita sdraio sgangherata. Penso alle parole di un’amica, ripenso a quante volte mi sono reso conto che forse la gente non ha un’esatta percezione di me. “Non raccontarmi più niente del tuo passato, voglio pensare che sei come ti ricordo…”. Ho fatto cose così terribili? Forse. Forse no. Ho fatto cose di cui poi mi sono pentito, non ho fatto cose che avrei voluto e mi sono pentito anche di questo. Eppure l’idea che certe persone hanno di me alle volte mi lascia perplesso. Quanto ci sia dietro lo specchio di due occhi grigi non lo so nemmeno io, so che più di una persona scapperebbe a vedere tutto, so che più di qualcuno non ha retto e ha preferito la solida apparenza e un tiepido assaggio di quello che poteva essere la realtà, forse solo quella malinconia congenita che talvolta dà noia anche a me o il fatto che, a dispetto delle apparenze, posso essere cinico anche io e posso ferire. L’aria è fresca e umida e le nuvole sembrano veli sottili, traslucidi, mentre passano pigre davanti alla luna. Lentamente i pensieri scivolano lontano, piccoli attimi di quiete che si ripetono.
Lascio che la testa mi si svuoti: è l’unica cosa di cui ho bisogno ora. E così strani sogni si allungano in volute di fumo e lentamente scompaiono, perdono ogni significato se non quello di essere per se stessi, mentre li osservo, perso come in un teatro magico.

 
 
 

IL GIORNO CHE NICK E IO DECIDEMMO DI PARTIRE…

Post n°73 pubblicato il 06 Agosto 2006 da GreatFang
Foto di GreatFang

“…Fucker, partiamo lunedì?...”
“…mmm, va ben…”

E così il BooBoo, data la mancanza di certezze riguardo a … qualsiasi cosa fosse inerente al viaggio, ci tira pacco e dice che in Francia, dal 5 agosto a data da definire, non ci viene.
Ven 29/07 – Nick: “Fucker, andiamo a prendere la tenda domani?” – FKR “mhn,ok”
Sab 30/07 – Nick, al Decathlon: “Fucker, partiamo lunedì?” – FKR “mhn,ok”

31/07: E così, senza aver memoria di cosa ho fatto sabato sera, ricordando solo di essere uscito sul tardi e del tutto inaspettatamente per andare al (sigh) Village, dopo aver salutato chi non mi aspettavo di vedere, mi sveglio un lunedì mattina con lo zaino da fare, sapendo solo che la meta è Biarritz, una non meglio precisata località francese sull’atlantico: niente prenotazioni, vaga conoscenza della strada (…i 500 euro spesi da Nick per il GPS alla fine sono serviti…), totale ignoranza del francese, fatta eccezione per la celeberrima frase da abbordaggio malamente rubata a “Lady Marmelade”…

Preparo “Il Rosso”, il mio mitico zainaccio da viaggio, devastato ma ancora capace di reggere un buon carico. 9.00: Nick ovviamente arriva in orario e, altrettanto ovviamente, io sono ancora in alto mare…sarà quel vago rimasuglio di lato femminile atavico che sto tentando di estirpare…bha… Partiamo alle 9.30, il buon Nick alla guida, due valige stracolme contro il mio zaino da montagna, tenda e sacchi a pelo e una sola decisione: vedere l’oceano…e alla peggio pisciarci dentro…
Maciniamo un 700 Km buoni solo il primo giorno, guida sempre Nick, per motivi “aziendali”. Miracolosamente troviamo subito posto a Aubagne in un albergo a 2 stelle nuovo, nuovo…e caretto (…per questo motivo e con saggia previdenza l’indomani mi strafogo alla colazione a buffet manco non mangiassi da giorni). Aubagne: un giretto veloce, uno sguardo alla cattedrale e alla fauna locale, una pizza…ebbene si, ne abbiamo avuto il coraggio e giustamente siamo stati punti…e poi nanna. Una sete abominevole quasi ci toglie il sonno e un’aria condizionata impostata su “Antartide” fa si che mi svegli con in gola una famigliola di pinguini.

01/08

8.30-17.00: una sola lunghissima cavalcata, nessuna sosta se non per rapite “espletazioni”, la musica nelle orecchie, lunghi silenzi, un cielo che a tratti diventa immenso, un paesaggio spesso brullo, arido e tutto sommato il suo fascino. Ecco una cosa che apprezzo di Nick: puoi starci seduto di fianco senza sentire il bisogno di fare conversazione a tutti costi, tu e i tuoi pensieri…e poi all’improvviso partono le cazzate, mi sbrego in due e poi ognuno torna placidamente e del tutto naturalmente a cercare una linea più distante, dopo il prossimo dosso, la prossima salita e l’ennesima discesa.
Per arrivare a Biarritz passiamo per Bayonne ed è un casino, un bordello di macchine ma soprattutto di gente incapace di guidare. E finalmente la maledetta Biarritz: tipo Jesolo/Riccione alla n il sabato sera. Il tempo non è un granché e l’ufficio del turismo ci taglia subito le gambe: zero posto in qualsiasi campeggio. Iniziamo il nostro giro tondo, su e giù per stradine varie ed eventuali, cercando per lo meno un 2 stelle, imbottigliati in un traffico che quasi mi fa sentire a casa e per questo rido: mi sono fatto 1400 Km per trovarmi intrappolato tra le macchine come se fossi a Mestre. Nick comincia a sfogliare il calendario, ovvero bestemmia metodicamente all’indirizzo di ogni santo, cattolico e ortodosso, che gli passi sotto mano. Nel suo ateismo è ben convinto che Dio tutto sommato creda in lui…solo per il gusto di metterlo in situazioni di merda. Di porco in porco l’ora si fa tarda e non sappiamo ancora dove andare a dormire. Nick “Fortuna che te la ridi Fucker, non so se il Boo l’avrebbe presa con tanta filosofia!”…e tutto sommato non so nemmeno io come mai sono così tranquillo, forse perché oggi preferisco ‘sto casino alla noia. Alla fine, dopo tanto peregrinare, occhio di falco (una volta tanto il mio) e manovra da pirata della strada (Nick) e troviamo questo alberghetto 2 stelle, delle catena FASTHOTEL (prendete nota ed evitate…), fuori Biarritz. La scelta è, udite udite: tra una camera con condizionatore ma cesso senza porta e una con porta del cesso ma senza condizionatore. La grande fratellanza tra me e Nick non ci fa dubitare un attimo: vada per la stanza senza condizionatore… Ci accasciamo sui letti, Nick più sfinito di me ovviamente, ben a stomaco vuoto. Si comincia a far piani e io comincio a realizzare l’odore di polvere e umidità della camera (…well, psyco…). Nick vorrebbe restare, fare e brigare. Io non vedo niente di buono in un posto che, a parte qualche palazzo dall’architettura interessante e qualche chiesa, mi sembra solo una normale località balneare super costosa… Ceniamo in hotel, scazzati da un tempo di merda ma rincuorati da una bottiglia di rosso e da un vitto molto migliore di quello che mi sarei mai aspettato. Alla fine decidiamo di tornare nell’entroterra e di cercare miglior fortuna a Carcassonne (indirizzati dalla miglior tour-manager del mondo!): una cittadina medievale che si rivelerà essere la salvezza del nostro umore un po’ a ribasso.

02/08

Colazione pantagruelica. L’istinto mi dice di mangiare fino a dove mi sta perché il viaggio potrebbe essere più lungo del previsto. Una volta ancora si ripete il rito della perquisizione: mettiamo a soqquadro la camera per assicuraci di non aver dimenticato niente. Montiamo in macchina. La prima tappa la facciamo di fronte all’oceano. Il tempo non è buono proprio per niente, confido in questa eterna ruota e preso da un po’ di sano rispetto mi metto ad ascoltare il respiro del Atlantico e mi domando quanta forza abbia, così scuro e agitato. Messer Oceano vi porgo i miei omaggi e il mio rispetto. Si riparte. Il primo casello: ci guardiamo in faccia e ci mettiamo a ridere: “cazzo siamo di nuovo in autostrada!”. Maledetti caselli francesi: la media è uno ogni tiro di sputo. Finalmente, guidati dal fedele e sballattissimo GPS ormai ribattezzato Justine (data la voce di donna impostata da Nick) arriviamo all’interno delle tanto agognate mura della città. Stiamo ancora girando e scorgiamo il castello…folgorazione! Mentre seguiamo le indicazioni della sempre tronchissima Juliette, impostata per portarci in uno degli alberghi più economici della zona, passiamo a 200 m dal castello e notiamo questa insegna: “Hotel Aragon”… La conversazione dura poco, giusto il tempo di un “ghe sboro, dopo l’hotel dell’altra sera direi che ce lo meritiamo!” e stiamo già prendendo la camera. Tempo zero e siamo due bambini nel paese delle fate. Ce ne giriamo sbavando su ogni pietra del castello. Nick nota subito l’ovvio souvenir tipico: spade… come niente fosse si compra la riproduzione di Pungo e uno scudo…la mia disapprovazione va solo alla fattura che non mi convince. Tanto è vero che mezzora più tardi, quando anche Nick si dice un po’ insoddisfatto dell’acquisto, entriamo e la vediamo appesa lì. La foggia è in effetti un po’ troppo “artistica” anche nella sua semplicità, eppure mi lascio prendere e in poco più di 10 minuti io e il vecchio ce ne usciamo con due Strider…la prima spada di Aragorn ne “Il Signore degli Anelli”…doh! Figa è figa ma lo smacco di non aver riconosciuto l’oggetto al primo colpo, unito alla mia sempre presente preferenza per le riproduzioni di originali storici…beh…chi se ne frega: ho la mia spada! Buahahahahahahah

La giostra con i cavalli ci instilla malsane idee…27 anni non ci sono serviti ad acquistare un po’ di buon senso… Arrivati in camera Nick pretende di mettersi subito a giocare con i suoi nuovi tesori. Seguono un tuffo in piscina con relativo annegamento del sottoscritto, doccia al volo e cena al castello. Distesi su panche si pietra che avranno visto ben più augusti fondoschiena dei nostri ce ne stiamo a fissare il cielo, rompendo la magia del momento con qualche saltuario “do di petto”, giusto per ricordarci che la strada è lunga…e c’è una frontiera in mezzo…

03/07

Al solito mi sveglio anni prima di Nick. La spalla mi fa male e già penso a quando mi metterò a giocare con il prezioso souvenir…Colazione abbbbbbondantissima, salto al castello per prendere gli ultimi regalini. Nick medita un’altra lama. Partenza sulle 11, direzione Avignone. Miracolosamente riusciamo a fermarci per un pranzo veloce. Al solito in macchina si alternano lunghi momenti di silenzio, ognuno nei suoi pensieri, pisoli miei (…e forse anche di Nick, non lo saprò mai ma sono ancora vivo, quindi che mi frega?!) e vaneggi vari ed eventuali. 250 Km. Avignone: un vento della madonna. Facciamo una volta e mezza il giro delle mura in cerca di un hotel il più possibile vicino al castello ma questa volta gli dei non ci aiutano e Jackline vaneggia in maniera ossessiva: “esci dalla rotonda, prima uscita… esci dalla rotonda, prima uscita”…ma dove cazzo la vedi una rotonda???? Alla fine l’illuminazione: Hotel Ibis…2 stelle, una catena che già conosco. Troviamo posto e ci spariamo al castello e al palazzo dei papi. Nick non apprezza moltissimo: troppo gotico, troppo poco epico. Niente spade!! Nick già pregustava la terza di una collezione che credo potrà solo aumentare con gli anni…un bambino deluso. Questa sera ci concediamo una tipica cena francese…nell’unico Irish Pub di Avignone! Il chasoulette di Caracassonne (o come diavolo si scrive) ci è bastato…Finalmente una birra decente… Ora della ninna impecisata, domani ci aspetta la cavalcata più lunga: 800 Km.

04/07

I rituali si ripetono. Ci guardiamo in faccia e un po’ ci chiediamo chi ce l’ha fatto fare. Eppure non sono pentito nemmeno un po’, non sono tipo da svenimento su una spiaggia ad aspettare che il sole mi cucini per bene…il mio colorito cadaverico lo conferma…ghghgh. La tirata è lunga ma passata la frontiera ci guardiamo in faccia raggianti: nessun controllo, i nostri giocattoli sono al sicuro! …E subito code e una valanga di camion…ormai siamo a casa.

La sera stessa vado dal Volt dove un’allegra, nonché etilica, combriccola si è radunata. Al mio arrivo la domanda è sempre la stessa: ma non eri in Francia? Vado a letto alle 4, dopo aver ammirato ancora una volta la sovrumana capacità di Volt di ubriacarsi.

Forse è stata una settimana del cazzo, non lo so, so che mi è andata molto meglio così che come l’avevamo preventivata. Il motto di Nick e mio in questi giorni è stato “Alla cazzo!”: mai niente di esattamente pianificato, mai sapere se ci sarebbe toccato dormire in macchina o quanto avremmo speso o se Julliet avrebbe sbroccato, portandoci in chissà che paesino sperduto senza vie d’uscita…in fin dei conti una delle migliori vacanze di sempre!

 

Thanx for all Brother! You will always rock!!


...and thanx to YOU for all the support and the comprehension...you're great!

 
 
 

...HOW MANY MORE TEARDROPS?...

Post n°72 pubblicato il 28 Luglio 2006 da GreatFang
 
Foto di GreatFang

..ti ricordi quando mi chiedevi: “Ma sei venuto fino a qui a piedi, sotto la pioggia, senza ombrello?”, te lo ricordi ancora? E mi guardavi come se fosse una cosa assurda, mentre me ne stavo davanti a te, senza il coraggio di toccarti perché eri troppo lontana, sempre troppo lontana…

…ti ricordi vecchio? Tu, io e gli altri, tutti ancora con i capelli lunghi, tutti con una maglietta nera ormai fradicia in mano, mentre correvamo sotto la pioggia per riuscire a prendere quel maledetto autobus, urlando come scemi e ridendo come pazzi…

…ti ricordi quando ti ho trovata a piangere sotto la pioggia, tu non ti coprivi mai, non importava quanta strada, non importava quanta pioggia…

…ti ricordi? “Ale frena, frena, frenaaaaaaa!!”…

...ti ricordi papà? aspettammo che il peggio fosse passato e poi mi portasti a mangiare una pizza...eravamo in bici...


…ti ricordi vecchio? Ci riparammo sotto la tangenziale, fradici fino all’osso per aver fatto appena pochi metri…ridendo…

…ti ricordi? Pioveva poco ma era fredda e fine, gelida ed io avevo a malapena una canottiera addosso, però te tra le braccia…

Il cielo scurisce ma non fino a diventare nero e cattivo, resta di un bel blu carico, inteso e profondo. Le gocce cominciano a cadere, una dopo l’altra: un rullo sincopato sulle tegole, sulle foglie, su ogni filo d’erba. I tuoni sono lontani e il ritmo aumenta: gocce fresche, grosse, generose. Ho la finestra aperta e vedo un velo trasparente che mi rimanda fuggevole la mia immagine, un riflesso sfuggente ripetuto all’infinito che rimbalza da una goccia all’altra. Scendo. “Dove vai?” – “Fuori” – “ma va…” – “fuori” – “Sei matto…” Si mamma, tuo figlio forse è un po’ matto, ma ho come l’impressione che vorresti farlo anche tu. Ad una certa età però non si ha più il coraggio di fare certe piccole sciocchezze, così mi dicono…
Mi metto in mezzo alla strada alzo la testa e apro le braccia…perché mi sento così bene? Non voglio saperlo. No, davvero non mi interessa, mi basta la sensazione meravigliosa di non avere niente nello stomaco, niente nel petto e nella testa, come se d’un tratto tutto quello che era dentro di me fosse fuori e io non fossi altro che parte di questo acquazzone…libero…sereno…

Blessed be the rain
And the feeling to reborn again

 
 
 

...SABBIA...SABBIA...

Post n°71 pubblicato il 28 Luglio 2006 da GreatFang
 
Foto di GreatFang

Camminare sulla sabbia risveglia ricordi. Passeggio da solo quando invece sarei dovuto essere in compagnia. Sento i granelli scricchiolarmi sotto il tallone e penso che vorrei avere il peso di una montagna, la forza di un vulcano, per esercitare abbastanza pressione e trasformare la spiaggia in una distesa di roccia, in una landa di vetro…Camminare sulla sabbia sveglia fantasmi. Quando sei da solo e sopra il mare, verso quella maledetta linea irraggiungibile, sempre un po’ più in là, dove non la puoi toccare eppure sai che quando lo farai sarà già tardi o solo troppo presto, c’è una banda sfumata di viola, un tramonto con colori che non ti aspetti, non oggi. Camminare sulla sabbia fa più rumore di quello che pensi e se fossi da solo te ne accorgeresti. Non è il piede che si trascina, è lo scricchiolio di un paio di cardini che ruotano piano, mentre una porta non si apre e resta socchiusa, ma tanto basta. Ed il sole scende, anche se ti sembra che siano solo le ombre ad allungarsi, anche sembrano solo ricordi… ed invece sei tu…

Guido. Ultimamente lo faccio anche troppo spesso…e con 2 ruote di troppo… Vado lontano dagli altri solo per scoprire un azzurro terribilmente, dolcemente...familiare…

And I heard it breaths
I heard the sea calling me
A look to the sky
A kiss to the wind
And I say…goodbye…

 
 
 

…and then I smiled with jackal eyes…

Post n°70 pubblicato il 24 Luglio 2006 da GreatFang

Stanco di aspettare mangio qualcosa al volo e mi dirigo a Marcon. Non dimentico facilmente e, talvolta, altrettanto poco facilmente perdono…ma questa è un’altra storia. Come entro, neanche a farlo apposta, becco il Bert e Carlo, poco dopo siamo raggiunti dalla Kekka. Tutti abbastanza stanchini dal week end…eccetto Carlo che fa casino più di tutti e comunque sarà il primo a scomparire. Il signor Caparezza entra sul palco dopo un breve corteo “funebre” e il resto è pirotecnico! In effetti ogni canzone è un susseguirsi di scenette, un continuo teatrino delirante. I musicisti sono letteralmente da paura, tenuto contro poi che devono confrontarsi con basi quasi sicuramente fatte con drum-machine e ProTools! Quest’ammasso di ricci salta e fa merda per tutto il tempo. Gran bel baito, innaffiato da del Luppolosio. Due grandi questa volta non sortiscono nessun effetto…Si cazzeggia un po’ nel post concerto ma la branda chiama e scivolo via (si, oramai sciovolo…sciovolo di continuo ghghgh). Mentre me ne vado verso il mio beato giaciglio, Judas Priest a palla, sorrido, ma so che non è un sorriso allegro, è solo una smorfia stasera e per fortuna dura poco: giusto il tempo di svenire sulle lenzuola…

Tell me what I have to do
And I will to exactly the opposite

 
 
 

....ARE U KIDDING ME?!

Post n°69 pubblicato il 23 Luglio 2006 da GreatFang
Foto di GreatFang

I miei quattro passi mi portano verso la piazza a patire un po’ di sano caldo. La canicola non è ancora passata. T-Barn mi avvisa della possibilità di uno spritz al nuovo parco, il tentennamento è di breve durata e con passo tranquillo mi dirigo verso il Parco (attenzione alla “P”: per me il “Parco” resterà sempre e solo quello dello di Bissuola!). Arrivo di T-Barn e rapida capatina in quel di S.Giuliano, dove ci aspetta il Butz. Io e il Barna, coadiuvati dal Butz, confrontando le esperienze arriviamo a importanti conclusioni sull’universo femminile e mettiamo a punto quella che diventerà la “Teoria della Cameriera”: più basilare della relatività, più incontrovertibile di Leibniz, peggio dell’ultimo Teorema di Fermat… custodiremo questo segreto di Pulicinella e lo preserveremo per i posteri..ghghgh. Due al Campari a stomaco vuoto e sono già a cavallo. Ci spostiamo da Godot e la temperatura ambiente ci taglia le gambe. Una rossa…Moretti…quasi mi da il colpo di grazia mentre boccheggio in cerca di aria. Morbo mastica poco convinto la pizza bianca che ha inavvertitamente ordinato.. “Tutto sommato se non penso che è solo pane, formaggio e prosciutto non è male…cazzo…” Streo scompare a intervalli regolari: deve aver trovato la maniera di farsi la doccia da qualche parte. Usciamo giusto in tempo per svenire su delle poltrone sulle quali chiedo di morire. Collasso alla Homer e propongo un pisolo di 30 min che vedo non dispiacerebbe a nessuno. Arrivano Snoopy-Snoop e la Isa e….increbibile, la K-Unit rammendata per l’occasione! Rapida disperisione: il Butz riceve una chiamata dall’alto…la tazza al 14° piano lo chiama insistentemente e lui parte sgommando. Me ne vado anche io, sentendomi dare del vecchio!!! La serata per me prosegue in navigazione: smooth drive mode. Mi va bene così, devo fare 2 conti e tenere a freno il nervosismo. Basterà? Non me ne curo più e questa cosa mi piace devo dire! E sono di nuovo qui: Bissuola. Ombre e lampioni e la cosa più bella è tornare a ridermi dietro. Sulla strada del ritorno incrocio il vecchio “Alex Nails” (eheheheh) e la sua adorabile consorte Ale. Quattro ciacole. È bello rivedere gli amici, quelli “mai troppo distanti da essere lontani”…

Mentre apro il balcone della camera per lasciar filtrare un pelo d’aria ripenso a mille cazzate e nuovamente non riesco a trattenere il sorriso. Già, infondo sono sempre io…

 

Goodnight fellas!

 
 
 

MALBORO ROSSE MORBIDE

Post n°68 pubblicato il 22 Luglio 2006 da GreatFang
Foto di GreatFang

Un pacchetto comprato per fastidio, tanto più che odio fumare da solo anche se qualche volta ci sta proprio. Intanto che aspetto il brother me la fumerei volentieri ma, stano a dirsi, non trovo nessuno con un accendino… Murphy’smokers law? E finalmente l’uomo al quale donerei un rene sulla fiducia si fa vedere, scortato dal Kele. Si entra e devo dire che il posto non è niente male ma ad essere meglio del Village ci vuole poco…Cicca alla mano ci facciamo un rapido giro mentre il gruppo spalla suona a volumi un po’ stracciati. Scorgo la Beth e la Laura, Chiara…come diavolo si chiama???...bho… anyway, ci tiriamo forse un'occhiata e ognuno per la sua. Adoro queste cose. Birra e cicca e compare il Bule…e prima di ricordarsi che ci conosciamo, mentre mi stringe la mano presentandosi, per l’ennesima volta mi sento dire che assomiglio ad Hetfield…???....ma dove???...ok. Altra gente, altra birra, e più di uno mi dice che ci siamo già visti, che mi conosce…che assomiglio al cantante dei Metallica prima di Load. Che dire? Romperò una gamba al buon James e mi proporrò come sosia ufficiale e sostituto per una tournee mondiale… Gli Hardcore Superstar non sono niente male, il classico gruppo di cui probabilmente non comprerò mai un cd ma che vado a vedere volentieri. Bello l’atteggiamento sul palco, nonostante la scarsa affluenza, ma c’è da dire che il cantante, per movenze e qualcosa dello stile, paga pesantemente dazio ad un certo AXL ecc ecc… Io il Kele e Hristo ci guardiamo…penso “forse siamo ancora dei ragazzini” e allora gliela butto – “ohi Lele! Io, te e Kele, il bassista già ce l’ho. Troviamo un cantante e facciamo del sano hard rock 4/4 spaccato senza pare, bello massiccio.” E l’uomo che vanta una dose non indifferente del mio fraterno affetto, oltre che una panza da birra da Guinness, risponde “BEA!”. Il cantante è l’ennesimo tipo, Lu, che dice di conoscermi (ma dove, come, quando???...cazzo!!) e che assomiglio al succitato James, 9/10 ci farà da cantante…

Well…altra birra…fine concerto. Macchina, con un pacchetto di Malboro rosse morbide un po’ più floscio di quando ho parcheggiato che mi ricorda di quando ero uno sbarbato che strappava il filtro con i denti e se le fumava così, per fare il grosso… Prendo la strada lunga e penso che di strada ne ho fatta tanta per trovarmi nello stesso posto. Sorrido e premo un po’ l’acceleratore. Smooth driving stasera. Sono un bambino, un bambino di 27 fottuti anni e non me ne frega niente!

Again behind a drum
and I will never leave my sticks

PS x Ale: gli avrei tirato le mie ma non credo avrebbero gradito...ghghghgh, al massimo la prossima volta provo! ahahahahah

 
 
 

.....SARA' CHE E' VENERDI'?...

Post n°67 pubblicato il 21 Luglio 2006 da GreatFang
 
Foto di GreatFang

Le mani sul volante, la tangenziale ormai lontana, il cielo ancora chiaro, di un azzurro tenue, sfumato di grigio ai bordi, l’aria fresca con un vago ricordo dell’umidità della notte trascorsa. Adoro la mattina e quello strano sapore di nuovo che si porta dietro, pare che tutto ricominci da capo, ed in effetti, in un certo senso è così: tutto ricomincia da capo, con una sensazione che le cose possano essere diverse, forse migliori.

Campi mietuti di fresco, balle di fieno biondo disposte a caso, con una maestria strana, quasi creando un paesaggio surreale. Nessun luogo. Bassi alberelli contorti, la chioma verde e folta, il tronco scuro, fine e rugoso. Tutto così placido e tranquillo che non pare vero, quasi una cartolina, un fotomontaggio. La notte se n’è scivolata giù dalle spalle del giorno già da un pezzo, lasciandosi dietro gracidii nei fossi, un concerto per archi tra l’erba alta e il lumino intermittente di qualche sparuta lucciola esule di chissà quale fiaba.

Sento un blocco allo stomaco, il mio nervosismo latente, quel dover cercare sempre troppi perché, sezionare alla moviola gesti, espressioni, parole, quel camminare in fretta anche quando non so dove sto andando, quando non ho nessun posto dove andare, non sto andando in nessun posto…sciogliersi e alleggerirmi il petto. Mi riempio gli occhi con quel po’ di cielo che filtra dal parabrezza, alzo il volume e apro i finestrini. Sorrido e penso a quanto sono ridicolo. Mi guardo affacciato da una mattinata limpida e mi sorrido, divertito come davanti ad un bambino che si fa tanti problemi per niente o come se il bambino fossi io e mi dicessi “guarda questo tipo: non ha ancora capito quanto semplice possa essere la vita…”. Sono sereno. Mi lascio un po’ di casini alle spalle, mi dico che adesso non ne voglio, non ora, più tardi magari ma non ora. Respiro. Premo l’acceleratore e scivolo via.

 
 
 

OK. BUT WHY…”FUCKER”? … For those who came from other realms

Post n°66 pubblicato il 16 Luglio 2006 da GreatFang
 
Foto di GreatFang

…già, perché? Lungi da me vantare qualità e capacità amatorie mirabolanti e in ogni caso il nome me l’hanno affibbiato…

correva non ricordo bene che anno ma ricordo che era in 3 superiore al mitico Zuccante, la scuola che ancora oggi ha fama di sfornare ottimi tecnici (basterebbe guardare me per ricredersi ma, si sa, ogni eccezione conferma la regola, a patto di non chiedersi come…) e di essere super selettiva. Già allora fuori del cancello, sul muro di recinzione, campeggiava l’atavico dantesco motto che i “Vecchi”, entità mai ben definite, avean scelto per l’I.T.I.S.: “Lasciate ogni speranza voi che entrate!”. Come ogni classe dello Zuccante che si rispetti anche la 3 ETC (salute…branco di stronzi! ahahah) aveva, per regolamento d’istituto, il suo black metaller satanista: il Fera, insieme ad altre creature ben note, archetipi delle stirpi più infami e delle varietà più abbiette di razza subumana che si conosca. Un giorno forse, sull’onda della malinconia, elencherò questi mitologici abomini ma ora andiamo oltre.
In quel tempo remoto, in cui i metallari si vestivano ancora da metallari ed erano metallari sul serio, non fighette con le sopracciglia rifatte (…un’amica sa di cosa parlo…ghghgh) ossigenati che nemmeno i glamster più accaniti, un giovincello baldanzoso e leggermente meno miope di quanto non sia ora si affacciava all’inferno del triennio più fetente di Mestre. Già il crine era lungo e il baffo folto ma il gusto per la musica pesante si sarebbe sviluppato solo poi. A dire il vero il nostro era ancora piuttosto ingenuo e fesso…qualità di cui tuttora non fa difetto. All’epoca dei fatti il termine “motherfucker”, ora così in voga da essere inflazionato da decine e decine di rapper, rockettari e metallari di bassa lena, era ancora sconosciuto ai più e il suo significato ancora piuttosto ambiguo ed incerto. Il “buon” Fera (gruppi preferiti Obituary e Cannibal Corpse et similae) con il sempre fattissimo Darietto (tipo 194 di fio…) si inventarono di rompere le balle al tordo (il sottoscritto) aggettivandolo con il suddetto termine. Fioccarono filastrocche con le rime più assurde e con le descrizioni più abominevoli del motivo di pertinenza del termine con il sottoscritto. Ci furono anche numerose storpiature e da slang e per abbreviare il nomazzo. Abbiamo quindi:
Motherfucker – raro ma non in disuso
MaddaFakka – ormai usato solo da Hristo (grande brother!) che ancora adesso mi presenta ai suoi amici (donzelle comprese) con un sonoro: “E questo è il MaddaFakka!”
Madda
Fakka
Fucker che ad oggi è diventato quello ufficiale…e se pensate che è il migliore che ho avuto potete immaginarvi gli altri…
Il giovincello se ne crebbe  e un po’ si descantò ed essendo tra quelli che poteva vantarsi, almeno saltuariamente, di avere una ragazza, il termine e una non meritata fama gli si stamparono addosso.
La scarsa diplomazia in certe occasioni e la capacità di sfornare oscenità di una grezzezza fuori dal comune fecero il resto. Ed ancora oggi se ne sta.

Bene, suppongo non ve ne fregasse niente…cazzi vostri! ghghghghghghgh

 
 
 

BET…BET..BEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEET!!!!

Post n°65 pubblicato il 16 Luglio 2006 da GreatFang
Foto di GreatFang

Sono in campo S.Margherita già da un po’. Solo soletto mi guardo attorno mentre le varie combriccole si aggregano, si trovano e lasciano. Pippo e Scarpetta sono alle Zattere…resta un interrogativo…perché? Ma non dovevamo trovarci qui? Il clima è quello che precede la festa e tutti pensano di carburare bene prima di darci dentro sul serio: spritz, vinelli vari ed eventuali, birra fiumi. Analcolico? … vale quello che si dice per l’acqua: el marsise i pai! Finalmente sento il grido convenzionale con cui la brigata mi saluta e in un paio di secondi mi ritrovo con una Dreher (‘a bira del murer…) in mano e una cassa abbondante nello zaino. OK, Mastro Birra questa sera lo faccio IO!!ghghgh. Partiamo alla ventura Bet (grande!!) e Yle, T-Barn, Big Mel, Morbo e quel tale detto “Fuuuuucker!!!”.

Incerti sulla direzione, o meglio, su dove andare a stazionare decidiamo di fare un salto in albergo da Morbo per una cosina veloce. Bet si lancia in numeri e la Yle, ancorché stanca, gli sta dietro. Albergo di Morbo…F-A-V-O-L-O-S-O…Bet. Da professionista consumato (maglio non dire dove…) Morbo ci offre ospitalità è un paio di giri. Primo giro:Primo numero! Spritz alla mano (io e Morbo) vs Sambuca di T-Barn, Mel e Bet. Vince lo Spritz…per non so quale sollecitazione improvvisa, credo causa Bet, il bicchiere del Barna gli esplode in mano spandendo sul bancone-bar della hall l’acolicissimo contenuto e relative mosche. Da qui in poi il Bet non la smetterà più. Recuperiamo e ci facciamo un altro giro. Pippo e Scarpetta ci raggiungono. Mabo impegnato dietro il banco della reception al computer con una collega non si avvede di un avventore straniero al bancone del bar…errore. Siamo già al secondo Mabo, hai tirato fuori il contratto?

Bet: “ci penso io” , avventore sorride divertito e chiede una birra

Bet (che ha un ristorante pizzeria…) stranito si guarda in giro e poi urla al Mabo: “ohi! Non ce l’abbiamo alla spina??!!”

Mabo: “terzo cassetto a sx”

Bet prende birrozza e la cazza in mano a povero cristo senza neanche aprigliela e guaivo riguadagna i tavolinetti dove la combriccola piegata in due si è goduta la scena surreale.

Altri due avventori…francesi!!! Li serve un collega del Mabo e giustamente, il piccolo lord, sentendo si messo da parte estrae un giornale con gli Azzurri che alzano la coppa. Seguono improvvise, repentine e rapidissime esclamazioni del tipo “Zidane eh?” “Treseghè..in cueo ve a ciapè!”…nuova location del contratto di MAbo: bagno degli uomini, sacchetto per il vomito.

Alziamo le tende e il Bet innesca mille volte il poo-popopopoooo ecc ecc, arrivando a canticchiarlo con la testa nella hall del Bahuer. Turiste americane concupite dal Mabo che scappano tranche da una parte e dall’altra. Piazza S.Marco. Disastro di gente. Macello. Fuochi, birra. T-Barn e Pippo che concupiscono delle ragazzine…mio Dio…

Codazze per tornare indietro. Mabo strafatto che ripensa con nostalgia alla 205 tutta libera e intanto messaggia alla velocità della luce. Pippo che tenta invano di farsi dare il numero di non so che cugina del Mel da D.Side che ovviamente lo manda a cagare… Di nuovo capo S.Marghe. Becco il Fratellozzo in numerosa compagnia femminile e ancora una volta noto il disappunto negli occhi di chi non ci conosce e scopre che siamo fratelli…si, sono io quello adottato! Lo incrocio 5 min dopo ma a momenti non ci faccio caso. Sfatto sfatto sfatto!! È tempo di saluti e qualcuno si attarda ancora ad un tavolo dove la birra costa 5 euro…e fa da cagare! Io, Morbo, Bet e Yle andiamo verso. Incontro il vecchio Zar e scrocco un passaggio al Butz da piazzale Roma e poi col Morbo verso baita. Rantolo verso il letto e la maledetta sveglia del cazzo mi avverte, ore dopo, che sono le 6.30…WELL…FANCULO!!!!

People I hail you!

Goodnight!

 
 
 
 
 

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