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« Il cuore vola e vaIo speriamo che me la cavo »

Katie Olivas

Post n°38 pubblicato il 17 Novembre 2007 da TamaraRufo
 

Katie Olivas è un’altra affermazione della crescente alchimia tra la lowbrow art e il surrealismo pop. I richiami al mondo ludico dell’infanzia si mescolano ad aspetti carnevaleschi e noir. La realtà è reinventata e riflette più che mai la complessità moderna. Nelle illustrazioni di Katie Olivas è l’anarchia a regnare, la vita odierna è rappresentata attraverso la visione di universi molteplici, dimensioni in cui l’artista crea la propria geografia elettiva.

È un mondo delle meraviglie, carico di emotività, con atmosfere che variano nello stile e nella tensione psicoanalitica che si propongono di richiamare. Quello che accomuna è la volontà di raccontare piani della mente diversi dal reale ma insinuati da sempre nell’inconscio. Il mondo esterno diventa così un luogo surreale, imprevedibile e impervio, capace di attrarre e di respingere, una mappa su cui si confondono sublime e crudele, normalità e assurdo, rotondità e spigolature.

Il surrealismo è il pianeta dove per eccellenza il giorno e la notte si compenetrano, in una fusione di sentimenti e attitudini che richiamo regole conosciute e interpretazioni innovative. Ogni cosa ha il suo doppio, il suo contrario, fa tornare al reale ma va oltre e si perde in un paese di fantasie, dove le apparenze ingannano e gli inganni aiutano a superare le apparenze.

L’arte pop è il luogo ideale per affrontare in modo leggero le paure ancestrali che ci portiamo dietro. Le illustrazioni guidano a un viaggio onirico, gli archetipi dell’infanzia vengono riconosciuti e le aspettative della mente umana non si accontentano del quotidiano ma mostrano ciò che nascondono. Il lowbrow è quindi il movimento che accoglie coloro che vogliono rileggere la storia dell’umanità, con una morale diversa, attraverso una pittura emozionale, al contempo classica e dissacrante, senza limitarsi ad un genere specifico ma attraversando ogni ispirazione.

La pittura rispecchia pertanto il nostro tempo più contaminato. Le differenti ipotesi figurative prospettano attraverso l’illusione la plausibilità di un realismo alternativo.

Paesaggi, corpi, animali, storie, natura, oggetti, tutto assomiglia al reale, ma se ne discosta. Vengono lasciati percepire: dubbi e pericoli, atmosfere sospese, attese spasmodiche e silenziose, silenzi anormali e strani rumori in avvicinamento.

Il desiderio dell’artista, attraverso la satira espressa dai suoi bambini, è appunto quello di costruire una zona bianca e spensierata dove i bisogni di socializzazione degli adulti possano essere realizzati. Riferirsi all’infanzia è una necessità, l’innocenza rimane territorio dove niente è ancora stato alterato. Lo spettatore, confortato dalla reminescenza che gli giunge dalle illustrazioni, riesce così a ridimensionare grandi problemi sociali come la guerra e l’inquinamento ambientale.

Olivas vuole evocare una reazione nostalgica in chi osserva, evidenziando la solitudine, la paura e l’incertezza del mondo adulto rispetto alle aspettative dell’infanzia. L’artista vuole che l’alter ego dello spettatore torni a chiedersi, sensibilizzando la coscienza per mezzo di un ritorno al passato.

Ogni personaggio bambino, rappresentato da Olivas, esplora il suo mondo individuale, crea le proprie prospettive, e queste, la realtà. L’infanzia colloca lo spettatore in un spazio-tempo sospeso, cioè al momento in cui tutto ebbe iniziò, e provvede quindi a costruire prospettive di sviluppo futuro diverse da quelle che poi sono evolute. Lo spettatore ha in questo modo la possibilità di riflettere sulla realtà in cui vive.

I bambini sono piccoli adulti in un mondo ideale che si contrappone allo spettacolo apocalittico della realtà attuale.

 

 
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