Creato da gb00053 il 21/03/2006

opinioni

liberi pensieri tratti da accaduti quotidiani

 

 

« Messaggio #148giornalismo, etica ed etichette »

Post N° 150

Post n°150 pubblicato il 18 Febbraio 2007 da gb00053
 

Siamo tutti “finzi-contini”, strillava qualche giorno fa un articolo su un quotidiano nazionale. Il globo brucia attorno a noi e la società ignava continua per la sua strada presa in   giochi di inutile indifferenza, proprio come i giovani protagonisti del romanzo di Bassani che, mentre i peggiori sconvolgimenti agitavano l’europa, continuavano a giocare a tennis tra le mura inamovibili del maestoso giardino, fino a quando non fu troppo tardi .

Il paragone, azzeccato , nella fattispecie riguardava l’indifferenza diffusa verso i disastri ambientali che quotidianamente contribuiscono a cambiare il nostro piccolo pianeta, ma credo che una analoga riflessione si possa fare per molte problematiche, un po’ a tutti i livelli.
 Il terrorismo, le guerre, i soldati bambino, i kamikaze, le autobomba, le nuove BR, Chavez e Ahmadinejad, i ribelli ceceni, l’atomica coreana, la barba di Bin Laden, gli Tsunami, l’effetto serra , Hezbollah e le sue armi, Bush e suoi pruriti, Scaramella e il polonio,la genetica e gli embrioni, il Darfur, Abu Omar , il delta del Niger e chi lo vuol liberare…tutto ci attornia e tutto ci scivola via di dosso dopo la sigla del tiggì.
Ed è anche ovvio, certo. Siamo tutti legittimamente impegnati a rincorrere i propri affanni, a far quadrare i conti, i figli, la carriera. A far vedere che la nostra è una società moderna e funzionale, (come il giardino di Nicol, ma il telefono sul campo da tennis non squillò mai per dirle di fuggire), siamo indaffarati a riconoscere diritti a destra e manca guardandoci bene dal parlare di doveri, ci sforziamo di mostrare un spiritualità evoluta e rinnovata e non abbiamo idea di quanto i parroci in giro facciano di concreto. Rincorriamo il benessere dimenticandoci noi stessi. Facciamo mutui trentennali, senza porci il dubbio di avere certezze tanto lunghe.
Ci arrabattiamo, rincorriamo i nostri miraggi e poco importa se poggiamo i piedi su un fragile pavimento di legno sotto il quale ardono le fiamme.
Ci culliamo , certi che dai frammenti di dogmi infranti possano rinascere nuove certezze.
Da quarant’anni andiamo avanti spazzando via regole sotto il vento effimero dell’innovazione, per trovarci poi seduti su di un cumulo di macerie che chiamiamo “era moderna”,  “progresso”.
Salvo poi guardare dietro con una lacrima di coccodrillo verso ciò che si è voluto divorare .
Infatti sotto, sotto, un pochino ci siamo avveduti rispetto all’ingenuità “finzi-contina” e sappiamo perfettamente di vivere in un mondo attanagliato dalle tenebre, per questo, quando non ci mascheriamo della frenesia quotidiana, tentiamo di re-infilare nella nostra realtà Hi tech, qualcuna di quelle piccole eresie che si era voluta cancellare, opportunamente camuffata .
Il matrimonio è terribilmente fuori moda, ma certo dover rinunciare ai diritti di cui è promotore è difficile. Inventiamoci un simil-sposalizio, chiamiamolo con un nome trendy ed ecco il refresh d’immagine della vecchia istituzione.
Il posto fisso era un qualcosa d’innominabile e quasi vergognoso , ma effettivamente è dura andare avanti da un contratto all’altro, specialmente se non si è portati all’impegno, ma piuttosto vocati all’ozio retribuito. Occorrerà legislazione apposita.
  La RAI dedica il sabato sera a ballo liscio e pattini su ghiaccio, in rassicuranti revival di divertimenti “genuini”.

 La FIAT  ridisegna la 500.
 Fino ad arrivare a qualche giorno fa, quando  si è festeggiato il “ compleanno” di Carosello e migliaia di persone si sono affollate su siti e programmi radio-tv dedicati all’evento per commemorare quel dolce ricordo, si d’infanzia, ma anche di un epoca andata perduta.
Un epoca dove non era necessario dire tutto e il contrario di tutto. E neanche essere sempre contro qualcosa.
Un epoca in cui la ripresa economica, il posto fisso, la partita alla domenica, era realtà . Ben si capisce il fascino rapito che si possa subire.

Un epoca dove era “più semplice”.
Più semplice vivere, più semplice guardare al futuro, tutto il male era ormai già venuto, il peggio doveva venire, ma non si sapeva, a chi importava?
Più semplice votare, ché o eri così o eri cosà.
Più semplice fare Natale ché i regali erano meno e a  mezzanotte si andava a Messa
Più semplice anche fare i genitori, i si e i no erano ragionevoli,l’erba voglio non cresceva neppure nel giardino del re, papà era papà e a lui toccava aver sempre ragione, lo spazio adulti-bimbi era ben delimitato da quel siparietto serale che sanciva con le ultime gioie animate il termine della giornata .

No, non ci siamo reclusi in un giardino protetto e meraviglioso, ma  vi abbiamo rinchiuso il sogno di un’ era serena dove i sentimenti, il cibo e la politica erano “genuine” e i bimbi andavano a letto presto. Lo teniamo li, per scoperchiarlo ogni tanto, quando, sopraffatti dalla fatica, cerchiamo un immagine di calore confortevole.
Nella realtà però continuiamo, da bravi figli, a destabilizzare il mondo dei padri, nel tentativo di renderlo, non migliore, ma diverso, come se di per sé il fatto di andare avanti, di superare ogni giorno un nuovo limite possa significare evolvere e progredire .
Ancora si ha fame e sete, si fa sesso e ci si innamora, ci si ammala e si muore. Ma l’importante è farlo in maniera “diversa”, possibilmente trendy,o comunque che in nessuna maniera possa ricordare quel mondo obsoleto e “normale” che preferiamo incartare in nastri argentati e relegare  ai week- end da trascorrere in vecchie cascine dove “si fa il pane come una volta”.
Un gioco dei contrari in cui nessuno vince , una società schizofrenica che opera come  un pazzo architetto che nel progettare una costruzione del tutto innovativa,  prima tenti di sovvertire le leggi della geometria e della fisica e poi pianga vedendo l’edificio crollare e invidi gli edifici intorno, pacificamente stabili sulle loro piantine regolari.

Le emergenze del pianeta non si aggrappano a quella corazza di incoerenza che ci portiamo addosso, sgusciano via irrisolte , ammiriamo il passato come un fastoso mausoleo ma non riusciamo a farne tesoro, ad affermarne alcuni capisaldi, continuiamo ad affrontare il presente e il futuro mossi soltanto da un caparbio spirito di contraddizione.
 Il nostro povero mondo in mano a un pugno di adolescenti irriverenti .

 
 
 
Vai alla Home Page del blog

TEA PACKS

 
immagine
 

AREA PERSONALE

 
immagine
 
Citazioni nei Blog Amici: 6
 
 
 

TAG

 

FACEBOOK

 
 

ULTIME VISITE AL BLOG

odio_via_col_ventocippoquattrokiwaiDana73Tomariomancino.mAffettiSpeciali75michelrigativalentinaragusa.vvalecostruzionigb00053HenryVMillerlaquintalunaCercoInfermiera.v2Cerco.Infermiera
 
 
 
 

© Italiaonline S.p.A. 2024Direzione e coordinamento di Libero Acquisition S.á r.l.P. IVA 03970540963