IL SOL DELL'AVVENIRE
Personalmente non sono sicura che il vero problema stia nel fatto che il documentario abbia ricevuto soldi pubblici. Non so quanto e come i fondi per il cinema siano limitati e distribuiti, ma non credo che il soggetto dell’opera dovrebbe essere un parametro di discernimento, ci sarebbe l’ovvio pericolo di scadere nella mera censura e nessuno può veramente rimpiangere un critico di Stato.
Dunque non sono particolarmente d’accordo con Bondi e la sua tirata sull’apologia dei brigatisti finanziata dalle vittime degli stessi , o dalla Vittima (lo stato per l’appunto).
Non mi stupisce neanche tanto che il film sia stato concepito così come i suoi autori lo raccontano ( per ora è stato visionato solo al festival di Locarno). Tre ex brigatisti mai pentiti dissertano attorno alla nascita del movimento di sinistra violenta insieme a tre ex compagni che a suo tempo (magari per viltà mica è detto per un alto senso morale) non “sbagliarono strada” e adesso sono comunisti di lusso con incarichi importanti . Il tutto, pare , senza un contraddittorio senza un accenno alle vittime e in un mieloso guazzetto di falsa autocritica perché “bisogna riconoscere che il brigatisti non erano marziani ma compagni usciti dalle nostre stesse file e la sinistra moderna deve prenderne atto e farsi carico dei suoi errori”.
Che poi, per quanto riguarda il farsene carico , bisognerebbe dire pure che diversi di quegli errori ricoprono o hanno ricoperto cariche in quello Stato che volevano sovvertire, ma questa è un’altra storia.
Mi sembra che ormai con trasandato e irrispettoso relativismo, si faccia troppo chiacchiericcio su una cosa così seria. Si cerchino giustificazioni più che giustizia, si pongano pezze dove invece si dovrebbe vedere nitido e sanguinante lo strappo.
Forse è pur vero che gli assassini avevano mandanti che spesso non vennero cercati a dovere e che forse erano pedine deboli e manovrabili di un disegno più grande.
Ma chissenefrega!
Un assassino è chi uccide quando potrebbe non farlo e se lo fa va condannato e non idealizzato. Specialmente se non mostra alcun pentimento e continua, mulo ottuso, a impugnare idealmente la stessa bandiera, beh, allora andrebbe bellamente ignorato.
Invece si preferisce questo chioccìo da comari sul balcone in una confusione che, se non è revisionista , non ha neanche nulla di educativo.
Da piccola conoscevo un medico di Pronto Soccorso, talvolta raccontava con gusto di quando salvò un carabiniere ferito a pistolettate mentre nel’altra stanza moriva dissanguato il terrorista suo attentatore
Quello non andava bene.
Ma neanche questo.
Forse a questo paese manca essenzialmente un dono. Quello di saper tacere.
Non il silenzio terrificante dell’omertà, ma quello introspettivo del pudore.
Un silenzio che potrebbe servire a voltar pagina e lasciare indietro tutti quegli “ismi” del ‘900 che,
tanto per dire, era il secolo scorso.