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Post N° 200

Post n°200 pubblicato il 12 Agosto 2008 da gb00053
 

                   IL SOL DELL'AVVENIRE

 

Personalmente non sono sicura che il vero problema stia nel fatto che il documentario abbia ricevuto soldi pubblici. Non so quanto e come i fondi per il cinema siano limitati e distribuiti, ma non credo  che il soggetto dell’opera dovrebbe essere un parametro di discernimento, ci sarebbe l’ovvio pericolo di scadere nella mera censura e nessuno può veramente rimpiangere un critico di Stato.
Dunque non sono particolarmente d’accordo con Bondi e la sua tirata sull’apologia dei brigatisti finanziata dalle vittime degli stessi , o dalla Vittima (lo stato per l’appunto).

Non mi stupisce neanche tanto che il film sia stato concepito così come i suoi autori lo raccontano ( per ora è stato visionato solo al festival di Locarno). Tre ex brigatisti mai pentiti dissertano attorno alla nascita del movimento di sinistra violenta insieme a tre ex compagni che a suo tempo (magari per viltà mica è detto per un alto senso morale) non “sbagliarono strada” e adesso sono comunisti di lusso con incarichi importanti . Il tutto, pare , senza un contraddittorio senza un accenno alle vittime e  in un mieloso guazzetto di falsa autocritica perché “bisogna riconoscere che il brigatisti non erano marziani ma compagni usciti dalle nostre stesse file e la sinistra moderna deve prenderne atto e farsi carico dei suoi errori”.
Che poi,  per quanto riguarda il farsene carico , bisognerebbe dire pure che  diversi di quegli errori ricoprono o hanno ricoperto cariche in quello Stato che volevano sovvertire, ma questa è un’altra storia.

Mi sembra che ormai con trasandato e irrispettoso relativismo, si faccia troppo chiacchiericcio su una cosa così seria. Si cerchino giustificazioni più che  giustizia, si pongano pezze dove invece si dovrebbe vedere nitido e sanguinante lo strappo.
Forse è pur vero che gli assassini avevano mandanti che spesso non vennero cercati a dovere e che forse erano pedine deboli e manovrabili di un disegno più grande.
Ma chissenefrega!
Un assassino è chi uccide quando potrebbe non farlo e se lo fa va condannato e non idealizzato.  Specialmente se non mostra alcun pentimento e continua, mulo ottuso, a impugnare idealmente la stessa bandiera, beh, allora andrebbe bellamente ignorato.
Invece si preferisce questo chioccìo da comari sul balcone in una confusione che, se non è revisionista , non ha neanche nulla di educativo.

Da piccola conoscevo un medico di Pronto Soccorso, talvolta raccontava con gusto di quando salvò un carabiniere ferito a pistolettate mentre nel’altra stanza moriva dissanguato il terrorista suo attentatore
Quello non andava bene.
Ma neanche questo.
Forse a questo paese manca essenzialmente un dono. Quello di saper tacere.
Non il silenzio terrificante dell’omertà, ma quello introspettivo del pudore.
Un silenzio che potrebbe servire a voltar pagina e lasciare indietro tutti quegli “ismi” del ‘900 che,
tanto per dire, era il secolo scorso.

 
 
 
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