Il Caso Morgan: Che ridere!

Post n°204 pubblicato il 07 Febbraio 2010 da Terpetrus
Foto di Terpetrus

A Morgan è stato vietato San Remo.

Che ridere! Morgan ammette finalmente in tivù di essere un tossico (cosa peraltro evidente), e gli dicono: “brutto bambino cattivo! Non andrai a San Remo!”

Lui, ovviamente, risponde: “E chissenefrega!”

Più o meno come proibire a un maiale di buttarsi in una fogna assieme ad altri maiali, solo perché è l’unico che ha ammesso che gli piace mangiare merda…..

Scherzi a parte, trovo ridicolo accusare di ipocrisia chi l’ha bandito da San Remo, solo perché sicuramente un sacco di partecipanti si fanno di porcherie anche loro regolarmente, e forse anche di più di Morgan, ma non lo ammettono.

Ciò che si è condannato in Morgan, non è tanto il fatto di essere un tossicodipendente, ma di avere dichiarato di esserlo.

Queste cose le capisco molto bene: quando un personaggio pubblico dichiara di essere omosessuale, normalmente non lo si critica per il fatto di essere omosessuale, ma per il fatto di averlo dichiarato pubblicamente e di averlo fatto sapere al mondo intero.

Se si esclude un tossico dichiarato dai mass media, non è perché è tossico, ma perché non si vuole che si introduca l'idea che drogarsi è ok.

Soprattutto quando il tossico in questione ti dice: "lo uso SOLO come antidepressivo!"

Sarebbe da ridere, se non fosse da piangere. Le scuse che accampano i tossici sono sempre ridicole.

Fino a prova contraria, i drogati sono sempre tali per motivi "antidepressivi", nel senso che abusano di droga e alcool per non sentire il dolore e la fatica di vivere, la tristezza che ti insegue troppo spesso e che non sai come fare per scacciare.

Questa è la loro scusante per essere dei tossici, quelle poche volte che si degnano di ammettere di essere dei tossici o si degnano di provare a giustificarsi.

Chiunque conosca bene i tossici (e io li conosco fin troppo bene!) sa benissimo che questa penosa giustificazione è come minimo ridicola, e al più mostruosa, e si fa bene a bandire dalle scene un individuo che arriva a dire che la droga è un modo per combattere la depressione, salvo poi dire, con l'irrazionalità tipica del tossico, che "non ha mai voluto dire che la droga sia un bene".

Bontà sua!

Certo, proibire a Morgan di andare a San Remo, è ridicolo. Sarebbe stato più serio bandirlo dalle reti nazionali, punto.

San Remo è una merda e lo è ormai da molto tempo. Io non lo guardo mai e non certo perché ho voglia di fare “l’intellettuale snob” che non guarda le cose che guarda “la vile massa”. Io sto dalla parte della massa, e non ho paura di guardare cose che gli intellettuali giudicherebbero frivole. Solo, non ho tempo di guardare la tivù.

Ma San Remo è proprio una merda, e i suoi cantanti fanno quasi tutti schifo da molto tempo a questa parte. Basta vedere chi è che lo vince, in genere.

La vincitrice dell’anno scorso mi sembrava la vincitrice dello Zecchino d’Oro, sentendo che razza di voce e che razza di canzone cantava….

Quindi San Remo, per quanto mi riguarda, può riempirsi di cani e porci quanto vuole, e che magari qualcuno gli dia fuoco quando sarà ricolmo degli infiammabili miasmi della fogna e della putrefazione… così l’Italia si libera finalmente di un cadavere ambulante, uno dei tanti che possiede.

Per quanto riguarda il caso di Morgan, penso che sarebbe lecito non farlo comparire più in tivù, così ci liberiamo anche di lui, del suo orribile aspetto da tossico che si atteggia a dark-dandy invecchiato precocemente dall'abuso di sostanze nocive, delle sue stupide canzoni tipo “è praticamente ovvio che esistano altre forme di vita” (sì, per fortuna! La tua è una forma di vita decisamente mostruosa!).

Posso accettare i tossici in tivù, ma solo quando non dichiarano di essere tali, oppure, se dichiarano di essere tali, che sia in una trasmissione che parla di comunità di recupero e di problematiche sociali…. non un’intervista come tutte le altre.

Vai Morgan, allora… vattene dalla tivù e vai a San Remo, che poi vediamo come farla sparire dalla faccia della Terra!

 

 
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Riguardo le critiche a Jaron Lanier….

Post n°203 pubblicato il 06 Febbraio 2010 da Terpetrus
Foto di Terpetrus

Nel numero 4 di Sette, supplemento del Corriere della Sera, è comparso uno strano articolo di Aldo Grasso proprio sull’ultima pagina del periodico, intitolato NO AL MAOISMO DIGITALE.

Voi direte: «Che kazzo è il Maoismo Digitale? Un movimento politico neomarxista adeguato al XXI secolo?».

No, magari…. sarebbe una cosa seria, allora. Invece è una scemenza....

Credo che Aldo Grasso intenda con questo termine la diffusione su Internet di un atteggiamento di anti-culto della personalità, o qualcosa del genere.

Tutto l’articolo mi sembra abbastanza confuso e non si sa dove vuole andare a parare, anche se direi che sostanzialmente il tono è decisamente reazionario, di quel tripo di pensiero reazionario che sa solo lamentarsi dei “tempi moderni” e “dei giovani d’oggi” senza offrire nessuna alternativa.

Beh, è  Aldo Grasso…. Non si poteva pretendere di più, da uno come quello.

E poi fare discorsi confusi è di gran moda nell’Italia del XXI secolo….

Da quel che ho capito, nell’articolo si allude al fatto che Mao condannava “il culto della personalità”, l’esaltazione degli individui più valenti o più importanti contro la “massa amorfa”, secondo le linee di tanto pensiero morale orientale, soprattutto di Cina e Giappone, secondo cui la modestia e l’umiltà, anche e soprattutto nei  personaggi importanti, sono valori importanti e fondamentali.

Già il fatto che Grasso non si degni di spiegare alle “masse ignoranti” a cosa allude, la dice tutta su come tratta i suoi simili: non parla a tutti, ma solo a chi è in grado di interpretarlo, come fanno tanti intellettualoidi aristocratici che nascondono il loro vuoto intellettivo dietro tante parolone di difficile o impossibile decifrazione.

Secondo Aldo Grasso, Internet opererebbe appunto un appiattimento nella massa e una fondamentale impossibilità, per l’individuo, di far valere quello che dice rispetto ad altri, per cui i discorsi intelligenti e colti si troverebbero di fatto equiparati alla gran massa di idiozie che prosperano e si diffondono sulla Rete, cosicché la verità non potrebbe mai prevalere sulla menzogna, né il genio sulla stupidità.

Ok, partiamo pure dal presupposto che possa essere davvero così, almeno in parte.

Comunque, l’articolo mi è servito se non altro per sapere qualcosa riguardo Jaron Lanier, il “guru del web” che per primo ha inventato il termine “realtà virtuale” riferito alle conquiste dell’informatica.

Aldo Grasso, scrivendo l’articolo, ha avuto il torto di cominciare parlando di Guido Ceronetti,  uno dei più grandi reazionari musoni piemontesi (notoriamente reazionari, provinciali e chiusi di mentalità ancora più dei miei conterranei veneti), permettendosi pure di dire che “sbaglia chi accusa Ceronetti di misoneismo, anche se può farlo”.

Bontà sua! Ci concede di dire che Ceronetti è un autore che non accetta il mondo contemporaneo. Magari domani ci concederà di dire che anche lui è un reazionario, chissà.

Dovrà concedere a me, però, povero operaio laureato in filosofia (materia che so che lui disprezza abbastanza, da una infelice battuta che disse alcuni anni fa su Magazine), di dire che sarebbe stato meglio spiegare al lettore che “misoneismo”, parola che io stesso non ho mai trovato prima, è una parola che significa “avversione per il nuovo”, e che lo può capire senza bisogno di traduzione solo chi la conosce già o conosce abbastanza le etimologie greche per interpretarla.

Ma proseguiamo: Aldo Grasso difende Jaron Lanier perché avrebbe denunciato questa sorta di appiattimento dei contenuti culturali della Rete, mentre invece molti bloggari (li chiamo così, un po’ per prendere in giro questa nostra pretenziosa categoria di persone che giocano a fare i “personaggi”, illudendosi di riuscire a farsi vedere dal mondo intero) gli avrebbero dato dell’”elitario”, probabilmente perché si sentono parte in causa, dato che la maggior parte dei bloggari infatti non sono altro che maestri di banalità e di collezionismo di parole e immagini di altri tramite il trucco universale del “copia&incolla”.

Grasso cita alcune frasi di Lanier: «Ovviamente un coro collettivo non può servire a scrivere la storia, né possiamo affidare l’opinione pubblica a capannelli di assatanati sui blog. La massa ha il potere di distorcere la storia, danneggiando le minoranze, e gli insulti dei teppisti on line ossificano il dibattito e disperdono la ragione».

Beh… io non conosco gli scritti di Jaron Lanier, e non dubito che sia un valente saggista. Però mi sento anche io di dargli torto, per una quantità enorme di ragioni.

Innanzitutto, il signor Lanier dimostra di avere una concezione della storia decisamente antiquata.

Certo, un coro collettivo di persone non qualificate, non può servire a scrivere la storia. Ma io penso che non lo può fare neanche un manipolo di “esperti” che in fin dei conti scrivono la storia delle maggioranze, dà ragione ai vincitori, e tace su tutto ciò che, secondo loro, è “irrilevante”.

Io rimango attaccato alla concezione che aveva Karl Popper della storia: la storia non ha alcun senso, perché la storia non esiste. La storia siamo solo noi.

Internet ha cambiato il mondo non semplicemente perché ha collegato in modo immediato la comunicazione di ogni essere umano a ogni altro (e ti pare poco?), operando un’unificazione pratica ed immediata dell’umanità, la quale ha potuto così avere la possibilità di conoscersi direttamente, a parte gli ostacoli delle lingue, ma soprattutto ha potuto dare a tutti, individui singoli e minoranze, di avere voce sulla Rete, di raccontare la propria storia e di fare sentire le proprie ragioni.

Penso alla minoranza a cui appartengo io, e all’immenso beneficio che ha operato la Rete per gli omosessuali, i quali hanno potuto riunirsi, conoscersi e farsi conoscere dai “normali” in tutti i loro aspetti, buoni o cattivi che siano.

Quale danno alle minoranze, signor Lanier? Solo perché ogni tanto c’è qualche imbecille o qualche ignorante che spara sul Web le sue kazzate, liberamente come chiunque altro?

La massa distorce la storia, signor Lanier? Perché, gli intellettuali cosa fanno, secondo lei? Non mi faccia ridere, signor Lanier!

Sì, è vero. C’è un certo appiattimento, e senz’altro Wikipedia lo dimostra, come accusa lei, signor Lanier, coadiuvato dall’ineffabile Grasso (e sinceramente penso che lei si sarebbe meritato una difesa molto migliore, di Aldo Grasso).

Su Wikipedia trovi i particolari più insignificanti della vita e dell’opera dell’ultima pos-star inglese, mentre magari particolari importanti di personaggi, popoli e autori storici non vengono menzionati o vengono spiegati en passant….. una cosa vergognosa, certo.

Però mi sembra che i giudizi siano un po’ troppo affrettati.

Voglio dire: da quanto tempo c’è la Rete? Due decenni? Non le sembra ancora un poco presto per dare giudizi così lapidari, signor Lanier?

Non ha pensato che forse tanti difetti della Rete sono dovuti al fatto che ancora deve crescere, e il pubblico deve imparare a usarla senza esserne usato?

Io personalmente ho dovuto imparare a selezionare fra le merdate e la roba davvero utile ed interessante, e vedo che lo fanno anche altri.

La madre dei cretini è sempre incinta, signora Lanier, e lei parla di capannelli di blogger assatanati… e allora?

La democrazia è permettere anche ai cretini e ai mediocri di dire la loro, con il rischio che possano prendere il sopravvento… e allora cosa facciamo, signor Lanier?

Non ha pensato che a lungo andare, con il passare degli anni e delle generazioni, l’umanità imparerà a sfruttare la Rete in modo corretto, buttando via la merda e tenendosi i frutti buoni e sani?

Non ha pensato che forse i cretini e gli ignoranti impareranno ad essere meno cretini e ignoranti, trovandosi di fronte una massa di persone che hanno imparato a rispettarsi e ad ascoltare e dare retta solo a chi pensa che il cervello non ci è dato solo per imbottire il cranio?

Insomma, signora Lanier, condivido le sue preoccupazioni. Difendere il fiore della civiltà e della conoscenza è un dovere di tutte le persone con un minimo di intelligenza, perché è un fiore fragile.

Ma Internet secondo me finora ha operato un tale beneficio dando voce a chi non ce l’aveva, che voglio sperare che quello che lei dice, signor Lanier, sia stato estrapolato da un contesto più ampio, e che Aldo Grasso l’abbia presentato in modo tale da portare acqua al suo reazionario mulino.

Penso a quello che sta succedendo in Iran, in Cina e in Tibet e in tanti altri paesi che non hanno altra voce oltre alla Rete, perché i mass media, governati non dai popoli, ma dalle classi dirigenti, non gli permettono di far conoscere al mondo i loro drammi.

E dico che l’appiattimento in certa mediocrità è veramente un piccolo prezzo da pagare rispetto all’urlo che si può levare dal mondo intero grazie alla Rete, l’urlo dell’umanità intera.

Il fatto che l’umanità non ha ancora imparato a urlare nel modo giusto e ad ascoltare le urla degli altri, è secondo me dovuto solo all’inesperienza e al fatto che non ci rendiamo ancora conto delle infinite possibilità della Rete.

E tra l’altro, chi può dire a quali traguardi porterà il progresso tecnologico della Rete, magari guando potrai avere in camera tua l’ologramma del tuo amico che vive nella giungla della Nuova Guinea e conoscere come vive?

Questa è fantascienza ancora…. Ma solo per pochi anni.

Appiattimento e danno alle minoranze?

Ma fatemi il piacere, va!

 

 
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Dio, Patria e Famiglia riducono l'Uomo in poltiglia

Post n°202 pubblicato il 01 Febbraio 2010 da Terpetrus
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Ricordate bene questo proverbio:

«Dio, Patria e Famiglia riducono l'Uomo in poltiglia!»

Questo però può finire se:

1) Dio viene considerato sempre una scelta individuale, e non un dogma.

2) L'unica Patria da amare e proteggere è la Terra.

3) L'unica Famiglia a cui apparteniamo è l'Umanità.

Fine del messaggio. Fatene ciò che volete.

 

 
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Bill Gates critica Berlusconi: non vuoi dare soldi ai poveri!

Post n°201 pubblicato il 31 Gennaio 2010 da Terpetrus
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Purtroppo sono costretto a parlare di nuovo di Berlusconi. Avrei voluto riuscire ad emanciparmi da questo vizio nazionale di parlare sempre e solo di lui, a renderlo il centro di ogni crisi politica, sociale, economica e culturale. A ritenerlo il centro di tutto, come Dio e il Diavolo. Dio per una parte della nazione, Diavolo per l’altra parte.

Ometto qualunque che ha avuto un gran culo e una grande furbizia, secondo me. I grandi uomini, buoni o cattivi che siano, non esistono. Esistono solo uomini che, per un caso misterioso e tutto da chiarire, hanno avuto la loro grande occasione, mentre tanti altri, che non valevano meno di loro, non ce l’hanno avuto.

L’ho già detto, e lo ripeto.

Ma purtroppo devo parlare di nuovo di lui, per colpa di Bill Gates, uomo ancora più ricco e potente di Berlusconi. E senz’altro più intelligente di lui.

Beh, le cose stanno così: casualmente, mentre io e mia nipote guardiamo il televideo, veniamo a sapere che, udite udite, Bill Gates si è permesso di criticare Berlusconi e di accusare lui e l’Italia di aver tagliato i fondi degli aiuti ai paesi in via di sviluppo.

Per Bill Gates, Berlusconi e il governo italiano dovrebbero vergognarsi di essere naufragati nell’egoismo e nell’attaccamento ai soldi. Finito il mito del “bono italiano”, a cui forse ci hanno creduto solo gli italiani, dato che per gli altri noi italiani siamo al massimo persone simpatiche e cordiali, ma non certo più buoni di altri….

Comunque Bill Gates ha detto che sicuramente i suoi elettori non sarebbero molto contenti di questa scelta che ha fatto….

Bill Gates, come probabilmente molti altri all’estero, penso non si rendano conto della situazione in cui si vive in Italia.

Chi sapeva che il governo ha tagliato gli aiuti per i paesi del Terzo Mondo? Voi lo sapevate?  In tivù non credo proprio ne abbiano mai parlato, e non mi sembra che la cosiddetta “Opposizione” (Opposizione dei miei coglioni!) abbia mai accusato il governo di cose come questa, per paura che gli elettori italiani dicessero: “e a noi che cce ffrega? Pensateci voi ai poveracci dell’Africa e compagnia bella, noi pensiamo ai kazzi nostri, con tutti i guai che ci portano gli immigrati, che importano in Italia la mafia, la corruzione e l’immoralità! (si sa che noi italiani siamo buoni, santi e puri)”.

Gli elettori, in Italia, che siano di Berlusconi o meno, non sanno niente del fatto che il governo ha tagliato gli aiuti ai poveri del mondo.

Non è fra le notizie che  possano interessare a un telegiornale, il quale è sempre molto più interessato all’ultima dichiarazione dell’ultimo politico cretino, alle sfilate di moda, all’ultimo film di Muccino o di Pieraccioni, all’ultimo discorso del Papa, ai pettegolezzi sul conto di George Clooney e della Canalis….

La televisione non deve interessare la gente ai problemi concreti, né a fargli sapere che razza di porcherie fa il governo.

Certo, questo non cambierebbe molto l’opinione di chi vota Berlusconi. Almeno non di quelli che credono che bisogna votare Berlusconi solo per non sentirsi minacciati dalla sinistra, che (a parole) prende le difese di negri e culattoni, cioè cani e porci (negro = cane, culattone = porco).

Quindi le parole di Bill Gates sono parole al  vento, se sono rivolte agli italiani. Le notizie che potrebbero far cambiare idea ad alcuni di noi, i meno testardi e ottusi, non ci raggiungono.

C’è la censura di regime, che le blocca, a parte quando arrivano in una paginetta di televideo, dove non possono fare molti danni, e possono comunque dare l’impressione che la censura non ci sia.

Nessuno starà lì a valutare il fatto che imbavagliare una persona quando dice qualcosa di scomodo, o invece rinchiuderlo dentro uno stanzino perché così le sue urla saranno solo un flebile sussurro ascoltato solo da pochi, non c’è alcuna differenza. Stare zitti o bisbigliare in una folla vociante è assolutamente la stessa cosa:  non ti sente nessuno.

Ma anche se questa notizia non arriverà alle masse, è indicativo che persino gli altri imprenditori, più ricchi e potenti di lui, arrivino ad accusare il Berlusconi di essere un uomo egoista e che pensa solo ad accumulare soldi, a scapito non solo dei paesi degli altri, ma persino del proprio.

Certo, tutti quelli che credono veramente che lui ami l’Italia, non saranno smossi nella loro fede da questa notizia. Anche se dimostra chiaramente che lui i suoi soldi se li tiene, e non intende darli a nessuno, nemmeno al paese che lui dice di amare tanto: il proprio.

Ma io non ce la faccio a passare sopra la cosa, a non dire niente.

Penso a tutti i cattolici che hanno votato Berlusconi e vorrei tanto chiedere loro se quando lo hanno votato pensavano che la Chiesa avrebbe ottenuto davvero dei vantaggi dalla sua elezione.

Certo, cosa siano i cattolici oggi in Italia non lo sa nessuno.

Ma proprio per questo vorrei chiederglielo: cosa significa essere cattolico?

Come può un cattolico votare uno che pensa solo ad accumulare soldi e potere, e andare a donne pur essendo sposato (due volte, tra l’altro!)? E che soprattutto non ritiene opportuno dare soldi per i poveracci del Terzo Mondo? Molto evangelico, no?

Sono più vicino io alla morale cattolica di lui, io che sono un sodomita, ma dedico ben poco tempo al sesso, e comunque non ho pendenze con la giustizia, non ho accumulato beni terreni, non spendo un sacco di soldi per farmi ripiantare i capelli, e se posso, do qualcosa ai poveri, io che sono povero almeno secondo i criteri della media borghesia italiana.

Ma forse gli elettori cattolici che lo hanno votato, sono come tutti gli altri: lo hanno votato perché è  ricco, arrogante, spregiudicato e pieno di belle fighe, e vorrebbero essere anche loro come lui.

Allora forse è meglio far sapere a Bill Gates che in realtà non deve preoccuparsi di cosa pensano gli elettori italiani di questa storia….

…. Si tratta di stabilire se gli elettori italiani in qualche modo pensino. Pensino a una qualsiasi cosa che non sia la voglia di avere più soldi. Punto.

 

 
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I Tre Giorni della Merla

Post n°200 pubblicato il 30 Gennaio 2010 da Terpetrus
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Oggi è il secondo giorno dei cosiddetti Tre Giorni della Merla, considerati tradizionalmente i tre giorni più freddi dell’anno.

 

Essi sono i tre ultimi giorni di gennaio.

Perché venissero chiamati i Tre Giorni della Merla non lo sapevo neanche io fino a qualche anno fa. Non lo sapeva nessuno, sembrava.

Un bel giorno mia madre sta guardando una trasmissione in tivù e una scema che evidentemente parlava di antiche tradizioni, dice: «Perché i Tre Giorni della Merla si chiamano i Tre Giorni della Merla? Beh, perché si sono sempre chiamati così…..». Ennesima dimostrazione che la televisione è infestata da cretini che fanno trasmissioni cretine….

Mia madre s’incazza e sinceramente m’incazzo anche io perché penso che sia proprio una presa per il culo far finta di saperne più degli altri mentre invece navighiamo tutti indistintamente nella buia notte dell’ignoranza….

Allora finalmente mi decido e digito su Google “giorni della merla”. Mi appare SUBITO la spiegazione del misterioso nome dei fatidici ultimi tre giorni di gennaio!

I Tre Giorni della Merla derivano il loro nome da un’antica leggenda popolare veneta, presumibilmente del Polesine….

Secondo la leggenda, un tempo i merli erano tutti bianchi, non neri.

Un giorno d’inverno che faceva particolarmente freddo, una merla bianca si rifugiò dentro un caminetto, per poter stare al calduccio. Faceva così tanto freddo, che ne uscì solo dopo tre giorni, e solo allora si accorse di essere diventata tutta nera di fuliggine.

Rimase sempre nera, lei e tutti i suoi discendenti, e così i merli divennero tutti neri, anziché bianchi. Da allora quei tre giorni freddissimi furono chiamati i Tre Giorni della Merla, gli ultimi tre giorni di gennaio.

Io posso dire solo questo: è incredibile come il folklore popolare del Nord-Est, in un’area che va, diciamo grossomodo, dalle Valli Ferraresi a sud, al Lago di Garda ad ovest, alle Dolomiti a Nord, e a Venezia ad est, abbia generato un tale bagaglio di leggende che hanno avuto una propagazione anche aldilà dell’area veneta, come intendo dimostrare in altri post, e come ho già dimostrato, nel caso di Lovecraft e del suo viaggio in Polesine.

Au revoir a giorni più caldi…..

 

 
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