Tu eri il cielo in me, che non parlavi mai del mio volto, ma solo quand'io parlavo di Dio mi toccavi la fronte con lievi dita e dicevi: - Sei più bella così, quando pensi le cose buone -
Tu eri il cielo in me, che non mi amavi per la mia persona ma per quel seme di bene che dormiva in me.
E se l'angoscia delle cose a un lungo pianto mi costringeva, tu con forti dita mi asciugavi le lacrime e dicevi: - Come potrai domani esser la mamma del nostro bimbo, se ora piangi così? -
Tu eri il cielo in me, che non mi amavi per la mia vita ma per l'altra vita che poteva destarsi in me. Tu eri il cielo in me il gran sole che muta in foglie trasparenti le zolle
e chi volle colpirti vide uscirsi di mano uccelli anzi che pietre - uccelli - e le lor piume scrivevano nel cielo vivo il tuo nome come nei miracoli antichi.
Io non devo scordare che il cielo fu in me.
E quando per le strade - avanti che sia sera - m'aggiro ancora voglio essere una finestra che cammina, aperta, col suo lembo di azzurro che la colma. Ancora voglio che s'oda a stormo battere il mio cuore in alto come un nido di campane. E che le cose oscure della terra non abbiano potere altro - su me, che quello di martelli lievi a scandere sulla nudità cerula dell'anima solo il tuo nome.
Inviato da: frida
il 05/08/2018 alle 07:54
Inviato da: boezio62
il 10/03/2017 alle 23:34
Inviato da: lightdew
il 09/01/2017 alle 10:22
Inviato da: labirintidelcuore
il 05/01/2017 alle 15:56
Inviato da: lightdew
il 31/12/2016 alle 18:32