Creato da labirintidelcuore il 01/02/2010

LUCE CHE FILTRA.....

seppur debole, il suo chiarore può illuminare le notti...

 

 

Bellezza

Post n°435 pubblicato il 31 Agosto 2018 da labirintidelcuore
 

Ti do me stessa,
le mie notti insonni,
i lunghi sorsi
di cielo e stelle – bevuti
sulle montagne,
la brezza dei mari percorsi
verso albe remote.

Ti do me stessa,
il sole vergine dei miei mattini
su favolose rive
tra superstiti colonne
e ulivi e spighe.

Ti do me stessa,
i meriggi
sul ciglio delle cascate,
i tramonti
ai piedi delle statue, sulle colline,
fra tronchi di cipressi animati
di nidi –

E tu accogli la mia meraviglia
di creatura,
il mio tremito di stelo
vivo nel cerchio
degli orizzonti,
piegato al vento
limpido – della bellezza:
e tu lascia ch’io guardi questi occhi
che Dio ti ha dati,
così densi di cielo –
profondi come secoli di luce
inabissati al di là
delle vette –

 

Antonia Pozzi

4 dicembre 1934

 

Teresa Salgueiro - Horizonte

 
 
 

Ricordando...

Post n°434 pubblicato il 01 Novembre 2017 da labirintidelcuore
 

 

Risultati immagini per elio ciol

 

Il vecchio ed il nuovo...

così in noi convivono tracce

di chi ci ha generato

assieme a quelle che ci sono proprie,

in una misteriosa ed affascinante tessitura.

 

 

Eriks Esenvalds - In Paradisum

Mario Brunello e la cantoria Sine Nomine

Monastero di Bose

 
 
 

Magie d'alberi

Post n°433 pubblicato il 26 Marzo 2017 da labirintidelcuore
 

 

Essere liutaio significa cercare la voce di cò che è appartenuto alla segreta mutezza della pianta nell'inganno dello stormire, la vana tentazione del vento.

Voce che si dà solo nelle forme di sinuose concavità matrici e custodi della vita.


Giancarlo Consonni

 

J.Veermer - La ragazza alla spinetta

 

.

 

Mischa Maisky suona Bach

 
 
 

Tancredi

Post n°432 pubblicato il 05 Marzo 2017 da labirintidelcuore
 

 

TANCREDI

 

viso pulito, sguardo che andava oltre, come la sua pittura, avanguardia per i suoi tempi.

Veniva dal limes, da un luogo nell'entroterra fra i monti, pittore sconosciuto eppur inaspettatamente innovativo ed ammaliante.

Nelle sue tele ci si imbatte in turbinii di colore, fitte teorie di punti e piccoli accenti, o in ampie campate di trasparenze come nebbie lagunari,

nelle ossessive regolarità delle griglie di colore o, viceversa, nell'apparente caos di linee e macchie.



Forse era come la sua pittura, fragile e coraggioso assieme.


Narrano di lui le foto del suo soggiorno veneziano a Palazzo Venier dei Leoni, con Peggy Guggheneim, sua estimatrice e mecenate.

Solo una piccola targa, in Via Mezzaterra a Feltre, ricorda il luogo dove nacque, l'acqua del Tevere ha accolto la sua giovane vita...

 

 

LA MIA ARMA CONTRO L'ATOMICA E' UN FILO D'ERBA...

e forse l'atomica era per lui anche un male di vivere, contro il quale un esile filo d'erba poteva fare ben poco.

 


 

Una mattina - Lavinia Meijer

 
 
 

OmbraLuce

Post n°431 pubblicato il 08 Gennaio 2017 da labirintidelcuore
 

 

QUANTO MENO

UN'OMBRA

RACCONTA

DI UNA LUCE

 

Gianmaria Testa

 

Ferdinando Scianna

 

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Madredeus - O Paraiso

 
 
 

acque

Post n°430 pubblicato il 07 Gennaio 2017 da labirintidelcuore
 

 

 

 

Comunque sia, niente, assolutamente niente, può prendere il posto di quei primi momenti, l'improvvisa passione dei corpi che si congiungono insieme la prima volta...

E' impetuoso e naturale quanto l'incontro di due fiumi. I corpi parlano come avessero atteso questo momento per tutta una vita, e ogni cosa sulla terra ascolta in silenzio.

Solitudini dimenticate, ferite curate; un essere pieno di paura che cerca di restare vivo in questo pericoloso, contorto, assurdo mondo si rifugia in un altro essere, in una sicurezza effimera, conquista un paradiso artificiale.

Avverte improvvisamente la musica della strardinaria bellezza della vita.

La musica era sempre stata là, ma quello non si era mai fermato a prestarvi orecchio.


Asli Erdogan

da "il mandarino meraviglioso"

 

.

Foto  mrGiòTarantini - Brent&nude

 

Armand Amar - Human

 
 
 

in questi giorni...

Post n°429 pubblicato il 26 Dicembre 2016 da labirintidelcuore
 

 

 

Dichiara pace con il tuo respiro.

Inspira uomini d'arme e d'attrito,

espira edifici interi e stormi di merli

dalle ali rosse.

inspira terroristi ed espira bambini

che dormono, e campi appena falciati.

Inspira confusione ed espira alberi di acero.

Inspira quanto è caduto ed espira amicizie

di tutta una vita ancora intatte.

Dichiara pace con il tuo ascolto:

quando senti sirene, prega ad alta voce.

Ricorda quali sono i tuoi strumenti:

semi di fiori, spilli di vestiti, fiumi puliti.

Prepara una minestra.

Fai musica, impara come si dice grazie

in tre diverse lingue.

Impara a fare la maglia, e fai un cappello.

Pensa al caos come mirtilli che danzano,

immagina il dolore come l'espirazione

della bellezza o il gesto del pesce.

Nuota per andare dall'altra parte.

Dichiara pace.

Il mondo non è mai apparso così nuovo e prezioso.

Bevi una tazza di tè e rallegrati

Agisci come se l'armistizio fosse già arrivato.

Non aspettare un altro minuto.


Mary Oliver


e prima di tutto, fai pace con te stesso...

.


Roots
Ezio Bosso - Mario Brunello

 
 
 

il cielo in me

Post n°428 pubblicato il 13 Maggio 2016 da labirintidelcuore
 

 

Il cielo in me

 

Io non devo scordare
che il cielo
fu in me.

Tu
eri il cielo in me,
che non parlavi
mai del mio volto, ma solo
quand'io parlavo di Dio
mi toccavi la fronte
con lievi dita e dicevi:
- Sei più bella così, quando pensi
le cose buone -

Tu
eri il cielo in me,
che non mi amavi per la mia persona
ma per quel seme
di bene
che dormiva in me.

E se l'angoscia delle cose a un lungo
pianto mi costringeva,
tu con forti dita
mi asciugavi le lacrime e dicevi:
- Come potrai domani esser la mamma
del nostro bimbo, se ora piangi così? -

Tu
eri il cielo in me,
che non mi amavi
per la mia vita
ma per l'altra vita
che poteva destarsi
in me.
Tu
eri il cielo in me
il gran sole che muta
in foglie trasparenti le zolle

e chi volle colpirti
vide uscirsi di mano
uccelli
anzi che pietre
- uccelli -
e le lor piume scrivevano nel cielo
vivo il tuo nome
come nei miracoli
antichi.

Io non devo scordare
che il cielo
fu in me.

E quando per le strade - avanti
che sia sera -
m'aggiro
ancora voglio
essere una finestra che cammina,
aperta, col suo lembo
di azzurro che la colma.
Ancora voglio
che s'oda a stormo battere il mio cuore
in alto
come un nido di campane.
E che le cose oscure della terra
non abbiano potere
altro - su me,
che quello di martelli lievi
a scandere
sulla nudità cerula dell'anima
solo
il tuo nome.

 

Antonia Pozzi

 

Erik Friedlander

Dream song

 

immagine Francesca Della Toffola

 
 
 

A come Amore

Post n°426 pubblicato il 24 Aprile 2016 da labirintidelcuore
 

 

Lee Jeffries

 

 

Pilar - Il colore delle vene

 
 
 

43

Post n°425 pubblicato il 23 Aprile 2016 da labirintidelcuore
 

XLIII


Quando ho gli occhi chiusi essi vedon meglio,
di giorno infatti scorrono su cose senza merito;
ma quando dormo, in sogno essi ti guardano
e nel buio lucenti, son fari nel buio protesi.
E tu, la cui ombra rende brillanti l'ombre,
qual divina forma assumerebbe la tua ombra
al chiaro giorno con la tua luce ancor più chiara,
se a occhi chiusi la tua immagine è così lucente!
Come gli occhi miei, ripeto, si sentirebbero felici
ammirando te nello splendor del giorno
se nella morta notte la tua bella incerta ombra
nel sonno profondo è vita in occhi senza vista!
Finché non ti vedo ogni giorno è notte per vederti
e ogni notte giorno luminoso se mi appari in sogno.

 

Anouar Brahem

Le Pas du chat noir 

De tout ton coeur

 
 
 

due

Post n°424 pubblicato il 09 Aprile 2016 da labirintidelcuore
 

 

Rogerio Silva - Edifice

 
 
 

Alfa - Omega

Post n°423 pubblicato il 25 Marzo 2016 da labirintidelcuore
 

 

 

25 MARZO 2016

 

ANNUNCIAZIONE

 

 

AGONIA E MORTE

 

 

Quest'anno lo stesso giorno fa memoria di due eventi strettamente connessi, quasi due facce della stessa medaglia, l'inizio e la fine dell'esperienza terrena del Figlio di Dio, il Nazareno.

L'inizio, grazie al fidarsi di Maria che fece spazio in sè all'Ineffabile,  perchè la Parola si facesse carne ed abitasse in mezzo a noi.

La fine, sul Golgota, Uomo dei dolori che ben conosce il patire...

Anche la nostra esperienza si intreccia fra vita e morte, dal nascere grazie all'amore di chi ci ha chiamato alla vita, fino a quando i nostri giorni giungeranno al termine.


MEMENTO MORI

in attesa del mattino di Pasqua

 

Annunciazione - Jan Van Eyck dal Polittico dell'Agnello Mistico 1426 ca

Crocifissione - Antonello da Messina - particolare - 1457

 

 

J.S.Bach Befiehl Du Deine Wege - BWV 270

The Hilliard Ensemble


 
 
 

povero Cristo

Post n°422 pubblicato il 20 Marzo 2016 da labirintidelcuore
 

 

tronco sradicato e trasportato dalle acque a volte irruenti de 'la Piave',

sei rimasto lì, giorni e giorni, bloccato dai sassi e dai detriti,

inspiegabilmente impotente,

come a ricordarci che anche noi possiamo esser travolti dagli eventi,

portati lontano dai nostri luoghi, fisici o dello spirito, 

esposti alle ingiurie del tempo e delle persone.

 

povero Cristo...

attendi la domenica di Resurrezione

e noi con Te.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

.

 

Terra , Aria di Giovanni Sollima

Grandi del violoncello per una musica che, vorticosamente, scava

 
 
 

dal cielo

Post n°421 pubblicato il 20 Marzo 2016 da labirintidelcuore
 

 

Se la terra è prigioniera dell'odio,

solo dal Cielo si può attendere il futuro

 

 

Non t'importa che moriamo? Non t'importa che sulle strade della miseria umana l'innocenza sia offesa e sacrificata sull'altare del profitto, che innalza barriere fra diverse culture?  Non ti tormenta che in Nome tuo si pianifichino guerre preventive e si armino le mani di folli interpreti dei sacri testi?

da Sottosopra" Gennaro Matino

 

 

.

F.J.Haydn

Le ultime sette parole di Gesù sulla croce

Terremoto

 
 
 

8 marzo

Post n°420 pubblicato il 08 Marzo 2016 da labirintidelcuore
 

 

8 marzo, una festa sbiadita

 

.

 

 

 

Ezio Bosso - Sweet and bitter

 
 
 

anche tu

Post n°419 pubblicato il 06 Marzo 2016 da labirintidelcuore
 

 

Pedro Cano


 

Anche tu sei l'amore.

Sei di sangue e di terra

come gli altri. Cammini

come chi non si stacca

dalla porta di casa.

Guardi come chi attende

e non vede. Sei terra

che dolora e che tace.

Hai sussulti e stanchezze,

hai parole - cammini

in attesa. L'amore

è il tuo sangue - non altro.


Cesare Pavese

1946


 

 

Fazil Say - Cleopatra per violino solo op 34

 
 
 

ombra e luce

Post n°418 pubblicato il 28 Febbraio 2016 da labirintidelcuore
 

Frozen Shoulder

Un gelo è entrato nelle spalle

ed è colato fino al cuore,

ha irrigidito gli arti

di soppiatto,

senza alcun clamore.

Ed ora annodata

dentro un muro di dolore,

e grido a chi mi tocca

di lasciarmi stare;

il male irradia

fino ad impazzire,

un fulmine che scocca

dentro i nervi,

un sibilo che stride

e arriva nella bocca... 

 

 

Sintomi

Cemento rappreso, tronco pietrificato

nella foresta fossile di cui non trovo

 

l'uscita. Gli unici sentieri sono i rami

caduti, perduti all'abbraccio col cielo

 

 

Itaca

L'amore sorprende come pioggia

nel buio - e siamo fradici, senza

riparo, ancora lontani dall'alba.

 

 

poesie da Unità di Risveglio di Giovanna Rosadini

immagini di Ben Hopper

 

Lang Lang interpreta Rachmaninoff 

Preludio op.23 n.5

 
 
 

Lettere

Post n°417 pubblicato il 14 Febbraio 2016 da labirintidelcuore
 

 

Sarà per questo che la mia cassetta della posta è vuota?

 

Altri, per fortuna, hanno lasciato alla carta le tracce del loro amore, di relazioni che hanno coinvolto tutto il loro essere, pensante ed amante.

da Rainer Maria Rilke a Lou Salomé - Epifania 1913

...Ieri mi è arrivata la tua buona lettera....se solo potessimo vederci, cara Lou, ora è questa la mia grande speranza, il mio sostegno, il  mio tutto, come sempre. Spesso mi dico che solo attraverso te io resto in contatto con l'umano, in te esso mi si rivolge, avverte la mia presenza, mi respira accanto; altrimenti mi rimane sempre alle spalle e non riesco a farmi riconoscere. Salutami tanto Beer Hofmann e consolami nel tuo cuore, Tu

il tuo Rainer

*

da Lou a Rainer 13 gennaio 1913

Caro Rainer,

la tua lettera, che mi è stata appena recapitata, è qui davanti a me e mi sembra faccia parte di questa prima neve d'inverno che si stende a perdita d'occhio davanti alle finestre e sui giardini circostanti, tale è l'intensità con cui mi parla della lontananza da te, la lontananza di cui scrivi,che non dovrebbe esistere. Io l'avverto fortemente, Rainer, è una lontananza puramente spaziale, e vivo come assurdo il fatto che risulti insormontabile. Salvo poi ricorrere al treno e a tutti i possibili dispendi di energia per improvvisare un incontro a data da destinare. E invece noi dovremmo esser vicini l'uno all'altra attraverso vie impercettibili, spontaneamente, in profondo silenzio. (...)

Lou

*

da Eloisa ad Abelardo

...Ascolta ti prego quello che ti chiedo, è una cosa da nulla e per te sarà facilissimo accontentarmi. Finchè mi sarà negata la gioia della tua presenza, fammi avere almeno la dolce tua immagine attraverso le parole di una lettera (...) Se tu fossi meno sicuro del mio amore, carissimo, forse ti preoccuperesti di più e saresti più sollecito. Ma ho fatto tanto per renderti sicuro del mio amore, ed ora ti sento indifferente e lontano. Ricordati però, ti scongiuro, di tutto quello che ho fatto per te, e pensa un po' anche a quello che mi devi. (...) In nome di colui al quale ti sei consacrato, in nome di Dio, ti supplico: fammi il dono della tua presenza, nell'unico modo che ti è possibile, cioè scrivendomi qualche parola di conforto (...) Termino questa lunga lettera con poche parole : addio, mio unico bene.

Abelardo risponde alle suppliche di Eloisa con una serie di citazioni della Scrittura , portando il rapporto su un piano diverso, più universale e spirituale, mentre per lei era ancora forte e vivo nella carne il tormento dell'amore di un tempo.

*

Lettera mai spedita da Frida Kalo al marito Diego Rivera

La mia notte è senza luna. La mia notte ha grandi occhi che guardano fissi una luce grigia che filtra dalle finestre. La mia notte piange e il cuscino diventa umido e freddo. La mia notte è lunga e sembra tesa verso una fine incerta. La mia notte mi precipita nella tua assenza. Ti cerco, cerco il tuo corpo immenso vicino al mio, il tuo respiro, il tuo odore. La mia notte mi risponde: vuoto; la mia notte mi dà freddo e solitudine. Cerco un punto di contatto: la tua pelle.

Dove sei? Dove sei? Mi giro da tutte le parti, il cuscino umido, la mia guancia vi si appiccica, i capelli bagnati contro le tempie. Non è possibile che tu non sia qui. La mie mente vaga, i miei pensieri vanno, vengono e si affollano, il mio corpo non può comprendere. Il mio corpo ti vorrebbe. Il mio corpo, quest’area mutilata, vorrebbe per un attimo dimenticarsi nel tuo calore, il mio corpo reclama qualche ora di serenità. La mia notte è un cuore ridotto a uno straccio.

La mia notte sa che mi piacerebbe guardarti, seguire con le mani ogni curva del tuo corpo riconoscere il tuo viso ed accarezzarlo.La mia notte mi soffoca per la tua mancanza. La mia notte palpita d'amore, quello che cerco di arginare ma che palpita nella penombra, in ogni mia fibra . La mia notte vorrebbe chiamarti ma non ha voce. Eppure vorrebbe chiamarti e trovarti e stringersi a te per un attimo e dimenticare questo tempo che massacra. Il mio corpo non può comprendere...(...)

 

Letters - Abel Korzeniowski

 
 
 

Il tuo nome

Post n°416 pubblicato il 07 Febbraio 2016 da labirintidelcuore
 

 

Il tuo nome è una rondine nella mano.

Il tuo nome è un ghiacciolo sulla lingua.

Un solo unico movimento delle labbra.

Il tuo nome sono cinque lettere.

Una pallina afferrata al volo,

un sonaglio d'argento nella bocca.

 

Un sasso gettato nel quieto stagno

singhiozza come il tuo nome suona.

Nel leggere schiocco degli zoccoli notturni

il tuo nome rumoroso rimbomba.

E ce lo nomina lo scatto sonoro

del grilletto contro la tempia.

 

Il tuo nome - ah, non si può! -

il tuo nome è un bacio sugli occhi,

sul tenero freddo delle palpebre immobili.

Il tuo nome è un bacio dato alla neve.

Un sorso di fonte, gelato,  turchino.

Con il tuo nome il sonno è  profondo.

 

Marina I.Cvetaeva

 

 

Sting - Whenever I Say Your Name

 
 
 

sguardo di madre

Post n°415 pubblicato il 02 Febbraio 2016 da labirintidelcuore
 

 

Kizette al balcone - Tamara del Lempicka

 

Tamara ritrae Kizette, la giovane figlia; le pennellate, nella loro gamma di grigi luminosi , quasi di lacca argentea, determinano volumi, evidenziano rotondità e, spezzando, suggeriscono spazi.

Seguendo le pieghe della veste accarezziamo con gli occhi la sua giovane bellezza per poi andare oltre la ringhiera, verso la città.

Non vi scorgo lo sguardo amoroso di madre...

Kizette ha quell'età di freschezza e gioia, qui sembra triste o forse solo impaziente di potersi alzare e porre fine alla seduta di posa.

Difficile a volte essere madre, ancor più esser figlia...

 

Mather, where are you

Tigram Hamasyan

 
 
 
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