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Un blog creato da alexma36 il 22/06/2009

Terzo Millennio

Resistere, resistere..... resistere!!

 
 

IL FATTO QUOTIDIANO

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RAI PER UNA NOTTE

 

Assolutamente da non perdere. La trasmisione anti censura messa in piedi dallo staff di Anno Zero in occasione dell'oscuramento dei talk show.


Raiperunanotte

 

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LEONIDA E BORRELLI

La foto in apertura blog rappresenta un particolare del monumento eretto al Passo delle Termopili, per onorare Re Leonida e i suoi 300 spartiati che, nel 480 a.C.,con un gesto estremo, sacrificarono le loro vite per ritardare l'avanzata dell'esercito Persiano agli ordini di Re Serse, forte di 3 milioni di uomini secondo lo storico del tempo Erodoto, 500.000 in base ad una più plausibile recente ricostruzione dei fatti, che si apprestava ad invadere la Grecia.

Credo che questa leggendaria battaglia sia la massima concretizzazione della famosa frase espressa dal Procuratore Generale di Milano Francesco Saverio Borrelli, durante il discorso tenuto a gennaio 2002 per l'inaugurazione dell'anno giudiziario, con riferimento ai continui attacchi subiti dalla magistratura da parte di alcuni esponenti politici ed in particolar modo dal Presidente del Consiglio Silvio Berlusconi. Anche se l'ispirazione nell'enunciare il suo "Resistere, resistere, resistere" a Borrelli è venuta pensando alla Linea del Piave nella Grande Guerra, a me è sembrato più appropriato metterlo in analogia con la Battaglia delle Termopili. Massima espressione di "resistenza" nella storia dell'Umanità.

"Va’ o straniero, 
narra a Sparta 
che noi qui morimmo 
in obbedienza alle sue leggi"

 

 

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IL MIO BLOG

Dopo due anni di pensieri e ripensamenti ho deciso finalmente di dare corpo al mio progetto di blog. Quello che mi prefiggo e che spero di riuscire a realizzare, è di discutere, con il vostro ausilio, di tutto quello che ci succede intorno. Ogni giorno. Dalla politica alla cronaca; dallo sport al costume. Indispensabile affinchè questo accada è la vostra partecipazione alle discussioni.
Sarò fazioso? Sicuramente! Ma chi non lo è!? Questo però non mi impedirà di pubblicare, senza censura alcuna, gli interventi di chiunque voglia partecipare, anche se diametralmente opposti alla mia visione delle cose. L'importante è che siano posti in maniera garbata, senza offese personali e senza (troppe) trivialità. Se il blog dovesse avere un discreto seguito, in futuro sono previste anche sezioni "speciali" dove si potrà discutere e recensire libri, CD e altro.
Sperando di piacervi e di riuscire a catturare la vostra attenzione, mi auguro che possiate partecipare in molti.

 

 

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Nuovi studi, vecchia storia

Post n°127 pubblicato il 02 Novembre 2010 da alexma36
 

Da recenti studi effettuati finisce nuovamente nel centro del mirino il consumo degli alcolici ed i suoi effetti. L'ex consulente governativo U.S.A. per le droghe e le sostanze nocive, tal prof. David Nutt, ha pubblicato su Lancet un articolo in cui descrive l'alcool più pericoloso e dannoso addirittura di eroina e cocaina. Sia in termini fisici che in termini di riflessi sociali. Siamo alle solite ovviamente. Dopo la campagna contro il "fumo" e la nicotina si partirà lancia in resta contro il consumo di alcolici. Ma qual'è il vero motivo: preoccupazione per la salute dei consumatori? preoccupazione dei riflessi destabilizzanti su famiglia e lavoro a chi è dedito all'alcolismo? Assolutamente NO!! Il vero motivo, come tutte le campagne sostenute fino ad ora contro prodotti "nocivi" è quello unicamente di aumentarne il prezzo di vendita e quindi i ricavi per le multinazionali. Per il tabacco è stato così. Guerra senza quartiere per far si che oggi, ogni aumento praticato, passi in cavalleria perchè il prodotto è catalogato come altamente nocivo per fumatori attivi e cosidetti passivi. Se uno studio cataloga il consumo di nicotina come veramente pericoloso perchè non vietarne la vendita? Sarebbe la cosa più giusta e logica. Cosa separa un pacchetto di sigarette da uno spinello? Quasi nulla. Solo che per il primo la vendita è legale per il secondo no. Ora si è deciso che lo stesso trattamento deve subirlo l'alcool.
Purtroppo però lo studio di questo prof. Nutt, tra l'altro licenziato in malo modo dal Governo U.S.A. proprio l'anno scorso perchè personaggio "sui generis", ha delle profonde lacune e si basa su dei concetti alquanto astratti. Dichiarazioni tipo che il consumo di alcol è dannoso tre volte quello della cocaina e cinque volte quello dell'efredone non significano proprio nulla visto che non ci sono parametri chiari di riferimento. Uno su tutti ad esempio, non si parla mai della gradazione degli alcolici che è il parametro principale di valutazione sugli effetti fisici e psicologici che gli stessi alcolici provocano in un uomo. E allora? Tornare al proibizionismo? Ma nemmeno per sogno. E' lo stesso Nutt che viene allo scoperto proponendo una riclassificazione degli alcolici (ma quali????) ed un aumento forte per scoraggiarne l'acquisto. Sistema che a quanto pare con la nicotina non è servito. E l'unico effetto è stato quello di fare aumentare le entrate alle multinazionali del tabacco.
E' davvero grave comunque nella complessità questa vicenda, perchè ancora una volta viene dimostrato che una volutamente scorretta informazione può fare dei danni incalcolabili e può generare dei profitti enormi per chi getisce la cosa. E' appena dell'anno scorso la balla sull'influenza suina fatta circolare solo per vendere i vaccini.
Voglio citare uno studio serio fatto molti anni fa.
Per arrivare ad una assuefazione da alcol, cioè per avere una vera e propria dipendenza dalla sostanza, bisogna che un uomo mediamente sano e di età compresa tra i 30 ed i 40 anni consumi per un paio di mesi ininterrottamente, vale a dire ogni giorno, dai 35 ai 50 cl di alcol ad una gradazione non inferiore ai 35°. In altri termini, un individuo, per due mesi, deve bere ogni giorno l'equivalente di quasi mezza bottiglia di scotch, o di 1,4 litri di vino o, addirittura, di oltre 2 litri di birra. Una quantità davvero notevole se vogliamo, che cambia ovviamente con il cambiare della gradazione. Per arrivare all'assuefazione da eroina basta cosumare per sette-dieci giorni consecutivi una dose giornaliera di appena 150-200 mg. Per la cocaina invece, basta una quantità di circa mezzo grammo giornaliero per due settimane circa. Già da questi numeri si può capire quanto mendace e pretestuoso sia questo studio del prof. Nutt quando afferma che la pericolosità dell'alcool è maggiore di quella delle droghe pesanti per antonomasia.
E' chiaro che il consumo smodato di super alcolici bene non fa. Questo è incontestabile. Fegato, reni, colon, stomaco, gli organi maggiormente colpiti. Per non parlare dei danni indiretti come incidenti autostradali, risse ecc. Tutta roba incontestabile. Ma, come tutte le cose, è il consumo smodato che fa male. Dire che l'alcol fa male in generale, senza differenziazioni, è come dire che tutte le persone che consumano uno, due bicchieri di vino a pasto sono equiparabili a dei tossicodipendenti. Credo che sia davvero inaccettabile, ancora una volta, l'approccio che si vuol dare al problema, per mascherarne ovviamente i veri intenti: un aumento smodato del prezzo di vendita.

 
 
 

La crisi c'è. Ed è profonda

Post n°126 pubblicato il 20 Ottobre 2010 da alexma36
 

Per testare personalmente il grado di crisi del nostro Paese ho fatto, nel mio piccolo, un esperimento molto eloquente. Ho compilato un assegno per un importo di soli 50 euro, dopoddicchè lo ho post-datato di una settimana, facendo attenzione che il giorno del pagamento corrispondesse con il giorno di stipendio, poi ho fatto un giro tra una quindicina di colleghi (lavoro presso una Pubblica Amministrazione), chiedendo se qualcuno avesse avuto la bontà di cambiarmelo, in quanto ero in difficoltà economiche. Detto così sembra chissà quale pastrocchio. In realtà la cosa era molto semplice: materialmente stavo chiedendo un prestito di appeno 50 euro, resituibili in una settimana, con tanto di garanzia fornita dal mio assegno post-datato. Il tutto una settimana prima del giorno di paga. Sapete quante persone hanno accettato?? NESSUNA!! E badate bene, non è per mancanza di fiducia nel sottoscritto. Le persone a cui ho chiesto sono tutti colleghi dai quali ho la massima stima e fiducia. E' proprio che soldi non ne avevano. La maggior parte (quasi tutti) mi ha risposto che nel portafoglio avevano meno dei 50 richiesti. Chi 20, chi 30, chi addirittura 10. Qualche altro mi ha confessato che sì li aveva: ma proprio non poteva privarsene perchè gli servivano per arrivare a fine mese. Vi rendete conto?? Allo scadere della terza settimana un impiegato non ha nemmeno 50 euro di disponibilità. E poi dicono che la crisi è passata.
Lo stesso esperimento fatto nel 2000 ha dato risultati totalmente opposti. C'erano ancora le lire e la richiesta era di 100mila con il solito sistema dell'assegnino post-datato ad una settimana. All'epoca quasi tutti dissero di si. Qualcuno si offrì addirittura di prestarmi di più (anche fino a 200.000 lire).Un collega mi prestò i soldi e non volle nemmeno la restituzione materiale. Mi dette in mano 120.000 lire ed una rata della Findomestic e mi disse prendi i soldi e tra una settimana paga tu la mia rata direttamente. Altri tempi ovviamente. Eppure TREMORTI (come lo chiama Grillo) ed il suo padrone continuano a dire che tutto la va ben madama la Marchesa. La crisi è solo una fantasia della sinistra pessimista e disfattista. Sarà......

 
 
 

Ultime da Avetrana

Post n°124 pubblicato il 18 Ottobre 2010 da alexma36
 
Foto di alexma36

Dopo gli ennesimi risvolti dell'indagine di Avetrana, che in attenzione mediatica e morbosa ha surclassato persino il delitto di Cogne, viene al pettine una domanda semplice semplice: ma questi inquirenti sono tremendamente furbi o sono tremendamente stupidi ed incompetenti?? Se l'altro giorno avete guardato la conferenza stampa del Procuratore Capo vi sarete accorti che aveva dimenticato persino il nome della ragazza indagata (Sabrina). Infatti, girandosi verso il Colonnello dei Carabinieri, con aria superficiale, ha chiesto "come si chiama la ragazza?". Ma non è solo la faccia e la lacuna del Procuratore Capo a far pensare al peggio da parte degli inquirenti. E' la conduzione tutta dell'indagine. 42 giorni senza accorgersi che avevano sotto il naso il, o i colpevoli del delitto è fatto davvero grave. Aver dato una svolta solo con il racconto (chissà quanto vero) di un uomo ributtante è davvero stucchevole. Se il Misseri non avesse confessato le indagini sarebbero, probabilmente, ancora ad un punto morto. Eppure era sotto gli occhi di tutti che la verità era nell'ambito familiare e bastava solo scavare un pò nello sporco che c'è nell'animo di tutta la famiglia Scazzi e Misseri e che traspare ad ogni intervista, per avere già da un pò di tempo la verità sui fatti. In questi mesi è molto di moda un telefilm americano che si chiama "Lie to me". Un gruppo di persone, studiose dei comportamenti umani, sono in grado di capire da piccoli gesti se una persona mente o meno. E' vero che è un telefilm, ma la scienza che studia questi comportamenti esiste eccome e viene utilizzata in molti Paesi per giungere a delle conclusioni di indagini. Ed allora, possibile che in Italia non ci sia uno straccio di individuo capace di carpire le menzogne che sono uscite dalla bocca di tutti i componenti familiari nelle lunghe interviste e patecipazioni televisive. Non con certezza matematica. Ma almeno che avesse insinuato il minimo dubbio sulla veridicità di alcune dichiarazioni. La glacialità di tutti i componenti della vicenda è già da solo un elemento che impressiona e che avrebbe dovuto far riflettere gli inquirenti. Per la stessa mamma di Sarah, che qualche giornalista (o pseudo tale) ha definito "una donna pietrificata nel suo dolore", è evidente che il suo comportamento è sinonimo di consapevolezza di quello che era successo già prima che il cadavere della ragazza venisse trovato. Non c'era bisogno di ultra specialisti del settore. Sarebbero bastate persone attente ai particolari.
Ma torniamo all'ultima notizia ed alla domanda principale sugli inquirenti: E' da ieri che già circola la notizia che la signora Cosima, moglie e madre di due presunti assassini, sarà sentita nei prossimi giorni come persona informata dei fatti. Stessa trafila che hanno subìto lo zio Michele e poi la figlia. Entrati in caserma come semplici delatori  sono rimasti dentro come persone indagate. E allora o gli inquirenti sono troppo furbi e quindi stano già facendo circolare la notizia in modo che la donna, che si presuma sappia tutta la verità o comunque molto di più di quello che dice, vada nel terrore ed arrivi all'interrogatorio già psicologicamente distrutta e quindi disposta ad una confessione oppure sono troppo stupidi e quindi dando anticipatamente la notizia danno la possibilità alla donna di prepararsi adeguatamente una versione compatibile con quelle della figlia e quindi dandole la possibilità di scagionarla, ovviamente imboccata anche dagli avvocati? Ai posteri l'ardua sentenza. Io, che criminologo o psicologo o studioso dei comportamenti non lo sono affatto, posso dare la mia versione dei fatti, che ho dedotto guardando le interviste e le facce dei protagonisti. Ma già da qualche settimana. Cioè prima che lo zio Michele confessasse. E Dio e mia moglie mi sono testimoni che questa è sempre stata la mia versione.
E' un normale e torrido pomeriggio estivo avetranese. Ma non per tutti. Sabrina è molto risentita nei confronti di quella cugina molto più bella di lei che oltre ad avergli soffiato un paio di ragazzi, la sera prima le ha confessato che suo padre (zio Michele) ha provato ad abusare di lei sessualmente. Qualcosa nel cervello di Sabrina si rompe. Non può più sopportare l'idea di quella quindicenne che incarna tutto quello che lei avrebbe voluto essere, le stia per portare via anche il padre, visto che ha deciso di confessare tutto. C'è stato già un violento litigio e probabilmente Sabrina, nella sua mente disturbata, vede in Sarah una istigatrice. E' stata lei, con quegli atteggiamenti e quei vestitini, a provocare gli insani istinti del padre. Così scatta il meccanismo della vendetta. Organizza una gita al mare e decide di costituirsi già un alibi nella persona dell'amica Mariangela. Forse non vuole ucciderla la cuginetta Sarah; forse vuole solo spaventarla. Magari la vuole tenere chiusa in quel garage per qualche ora; forse qualche giorno. Che serva da minaccia. La ragazzina ignara arriva a casa della cugina che, con la scusa di discutere lontano da occhi indiscreti, la fa scendere in quel garage. Poi la discussione, la lite, la follia. Sabrina mette le mani intorno al collo di Sarah ed inizia a stringere. Zio Michele deve aver sentito qualcosa, forse qualche urlo e scende in garage. Quando arriva probabilmente il fattaccio è già concluso. O forse, meno probabilmente, patecipa anche lui all'omicidio ben sapendo il motivo dentro cui è maturato. La figlia Sabrina, che secondo me è la vera mente nera di tutto, ha ormai in pugno anche il padre. Lo apostrofa con violenza dicendo che è tutta colpa sua se si è arrivati a quel punto. Poi pochi ordini concisi e veloci. Mentre lei esce a creare l'alibi con Mariangela (per se e anche per il padre visto che dirà sempre di averlo visto avanti al garage mentre il cellulare di Sarah suonava), l'orco deve far sparire il cadavere. In fondo, per colpa di quella mente perversa della figlia e della sua ignoranza, si sente davvero colpevole. Come se l'omicidio l'avesse compiuto davvero lui.
Passano i giorni e Michele Misseri sente sempre più il peso del fardello ed inizia a lasciare briciole di indizi per strada. Come quelle interviste fatte sempre ed ossessivamene avanti la porta semi aperta del garage dell'orrore. Altro segno evidente che gli investigatori non sono riusciti a cogliere. O forse si ed iniziano a stringere il cerchio. Sta di fatto che Michele, per paura della verità e perchè in fondo si sente colpevole, forse spinto anche dalla figlia e dal cerchio che si stringe, confessa l'inconfessabile. E per far sì che i sospetti e le indagini finiscano con lui, inscena l'orrore finale. Quello inimmaginabile: "ho anche violentato il cadavere di mia nipote". Una dichiarazione fatta unicamente perchè capisce bene che con una confessione così tutta l'attenzione sarà solo per lui. Ma il piano evidentemente fallisce. Troppe contraddizioni, troppe dichiarazioni che non tornano e non quadrano. Gli inquirenti non abboccano così gli tocca, gioco-forza e su suggerimento dell'avvocato, tirare in mezzo anche la figlia.
Io credo che sia andata così, virgola più virgola meno. Così come credo che tutta, ma proprio tutta la famiglia sapesse in qualche modo la triste verità già dal primo momento. Inconfessabile chissà perchè. Dalla mamma al fratello di Sarah nè una lacrima nè un gesto di dolore. Perchè? Insensibili, consapevoli o addirittura parte integrante di una storia torbida che chissà ancora quali sconvolgenti verità nasconde? O forse più semplicemente tutti vittime di un divismo esasperante, figlio dei tempi e dell'ignoranza, che fa fare gesti incomprensibili pur di apparire nel piccolo schermo. Una cosa è sicura: come dice la madre di Sarah questa è un'altra Cogne. La verità al 100% non la sapremo mai!

 
 
 

Ce lo siamo meritato

Post n°123 pubblicato il 13 Ottobre 2010 da alexma36
 
Foto di alexma36

Possono una settantina di delinquenti esagitati imporre la loro volontà ad una comunità intera interrompendo una partita di calcio in campo internazionale? Da ieri sera, almeno per quel che riguarda l'Italia, la risposta è SI! Perchè è giusto fare le dovute puntualizzazioni come è giusto sottolineare che queste cose succedono soltanto nel nostro Paese. Altrove (Inghilterra, Francia, Germania), sarebbe finita molto diversamente. Con i responsabili in galera e la partita regolarmente giocata.
Per l'ennesima volta, al cospetto di un proscenio internazionale, l'Italia e la propria Federazione calcistica ha fatto la solita figura barbina che ci fa stare ancora una volta nel novero dei paesi poco civilizzati. Perchè hai voglia a gettare la croce addosso ai (finti) tifosi serbi, rei di tutti i mali del Mondo, ma quello che ancora una volta si è visto ieri sera è l'incompetenza e l'incapacità dell'italica organizzazione nel gestire una situazione che tutto sommato si vede spesso nei campi ci calcio. Infatti, è vero che i tifosi serbi hanno fatto di tutto e di più, ma lo hanno fatto sugli spalti. Nessuna invasione di campo, nessuna invasione degli altri settori e, soprattutto, nessuno scontro violento tra le mura dello stadio. Solo una violenta contestazione, con lancio di fumogeni, con qualcuno particolarmente esagitato (l'incappucciato nero) che cotinuava a sfidare tutto e tutti. Niente seguito dell'Heysel quindi come aveva prospettato qualcuno, ma solo una scusa pretestuosa per dimostrare all'Europa intera che noi siamo, ancora una volta, solo vittime di un sistema marcio. Troppo poco insomma per giustificare quello che si è visto. Manco a farlo apposta, teatro dell'episodio che ha del grottesco, è proprio quella Genova che dieci anni fa ha visto gli scontri del G8. Fu facile allora per i nostri eroi in divisa blu massacrare a migliaia tra giornalisti, donne e uomini inermi e pacifisti che non opponevano resistenza. Un pò più difficile forse imporsi contro un manipolo di uomini decisi a tutto. Che eroi!!
Ma la colpa non è soltanto la loro. La colpa è di chi, nonostante si avessero avuto già delle avvisaglie su cosa sarebbe successo, si è limitato a mandare allo stadio il solito piccolo contingente anti sommossa di poco più di una trentina di uomini. Laddove sarebbe stato necessario avere un centinaio di uomini pronti ad entrare i azione.
Qualcuno ha detto che non è stato tentato l'assalto perchè nel settore dei violenti c'erano anche tifosi incolpevoli, donne e bambini. Balle ovviamente. Sarebbe bastato fare un annuncio molto semplice ai tifosi di quel settore: "Tra poco arriviamo. Coloro i quali sono estranei alle violenze sono pregati di laciare immediatamente il settore. Tutti coloro che rimarranno saranno considerati ostili ed arrestati". Di una semplicità estrema. Ma non per i geni che hanno il controllo di questi eventi. Dopodicchè si interveniva con idranti anti sommossa e lacrimogeni e poi una bella azione. Tempo dieci-quindici minuti e sarebbe tornata la calma. Ma ripeto.. troppo difficile per i nostri geni. Più facile manganellare manifestanti inermi.
Ci si è aggrappati come l'edera all'idea che due fumogeni in campo potessero darci la vittoria a tavolino per 3 a 0. Chissà perchè e a chi è venuta queta idea visto che comunque, è vero che sono stati i soli tifosi serbi a creare il caos, ma la Federazione italiana è abbastanza correa nella questione visto che aveva la responsabilità del mantenimento dell'ordine pubblico.
Si attende la decisione UEFA ed io spero, caldamente, ma non per masochismo, che una punizione venga anche per la nostra Federazione che ieri sera, neanche per un nano secondo, ha pensato che fosse più giusto riportare la calma e far giocare la partita piuttosto che piagnucolare per qualche fumogeno sul portiere. Se non altro per rispetto proprio di quei serbi onesti che avevano fatto molti chilometri per vedere la partita. O per rispetto delle scolaresche invitate a Marassi. E comunque per rispetto di tutti coloro che erano in attesa di vedere la partita, sia allo stadio che a casa. Ancora una volta abbiamo perso la sfida e ancora una volta un manipolo di una cinquantina di persone, con la complicità dei soliti noti incompetenti, ha imposto la propria volontà, anche se con violenza, contro quella di almeno 5 milioni di individui. Così funziona la Democrazia e la civiltà in Italia.

 
 
 

Giustizia per Roberto Collina

Post n°121 pubblicato il 05 Ottobre 2010 da alexma36
 

Il 21 settembre, a Salerno, è sucessa una terribile tragedia che, ancora un volta, è stata tenuta segreta, se non insabbiata completamente, sia dalle Istituzioni che dai soliti giornalisti bastardi che in nome del potere e non della verità sono capaci di nacondere qualsiasi notizia che possa risultare sconveniente al potente di turno.
Per l'ennesima volta vili figuri, nascondendosi dietro un distintivo, hanno commesso un omicidio bello e buono, ai danni di un povero ragazzo il cui unico torto è stato quello di trovarsi al posto sbagliato nel momento sbagliato. Un ennesimo caso "Federico Aldrovandi" con la differenza che almeno in quella occasione c'è stato un seguito (anche se posticcio). Per il povero Roberto Collina (questo il nome del ragazzo salernitano), 40 anni, un passato problematico ed una mamma troppo anziana ed acciaccata per poter tentare di chiedere giustizia, la storia è finita la sera del 21 settembre, con la sua morte, su un lercio marciapiede.
Ma facciamo un passo indietro.
Il 21 settembre a Salerno è grande baldoria! E' la ricorrenza di S. Matteo, protettore della città. Da sempre, in occasione della festività, la città intera si riversa nelle strade del centro, per l'occasione chiuse al traffico, per vedere la statua del Santo più altre 5, portate in processione fino al Duomo. Finita la funzione religiosa inizia la festa laica che prevede ovviamente manifestazioni con fuochi di artificio a conclusione della serata. In questo clima di gioia e festa i giovani presenti in città sono davvero migliaia. E quella sera, come tutti gli altri, anche Roberto Collina era sceso in strada per festeggiare. Salerno è una piccola realtà provinciale e si conoscono un pò tutti. Come me, quasi tutti quelli della mia generazione conoscevano quel ragazzo esuberante ma non violento. Quel ragazzo che aveva avuto qualche problema in passato ma che adesso stava bene. Quel ragazzo solo che, dopo la perdita del padre, aveva avuto un forte shock emozionale che lo portava ad essere un pò "particolare". Non era raro vederlo per strada ballare o cantare nei luoghi di maggiore frequentazione dei salernitani. Non era raro vederlo fare complimenti a delle ragazze. Ma lui, Roberto, non era violento o cattivo. Non aveva mai fatto del male a nessuno. Era innocuo. E a Salerno lo sapevano tutti. La sfortuna ha voluto che quella sera incrociasse un poliziotto fuori servizio che di Salerno non era. Un napoletanto che aveva portato la famiglia, una moglie e due figli, a vedere la festa di S. Matteo. Ma questa non può essere comunque una giustificazione alla cieca violenza cui ha dato vita questo novello Superman, che si naconde dietro una patacca.
Non sono chiari i motivi per cui questo "giustiziere della notte" ha ravvisato nel povero Roberto una minaccia all'incolumità della sua famiglia, sta di fatto che lo ha affrontato con violenza e senza qualificarsi come poliziotto (lo farà soltanto dopo). Dalle parole ai fatti il passo è stato breve e, dopo una breve colluttazione tra i due, è intervenuto un ulteriore poliziotto in borghese. A quel punto, nonostante il ragazzo si fosse fermato, i due poliziotti hanno continuato a picchiarlo selvaggiamente. Anche quando è andato a terra, il povero Roberto ha continuato subire una gragnuola di calci e pugni. Il tutto tra l'indifferenza generale di centinaia di giovani che in quel momento erano nel luogo del diverbio. Dulcis in fundo, in condizioni già gravissime, la vittima veniva tenuto con la faccia schiacciata sul selciato mentre gli ammanettavano le mani dietro la schiena, nella classica posizione, pericolosissima (e lo sanno tutti), che porta all'asfissia. E così è stato, probabilmente. Nonostante il ragazzo era in evidente stato agonizzante e nonostante un primo intervento di un operatore del 118 aveva consigliato di levargli le manette in quanto già in condizioni gravissime, i due assassini hanno sostenuto che il "ribelle" stava fingendo. Solo dopo il decesso, avvenuto così, su di un marciapiede lercio, tra centinaia di persone indifferenti, i due poliziotti hanno tolto le manette. A tragedia già compiuta. Ma la cosa ancora più scioccante per chi ha assistito è stata la completa apatia dei giovani presenti. Con il corpo inanime di Roberto a pochi passi, la gente continuava a consumare il proprio panino o il proprio drink.
Qui finisce la storia del povero Roberto Collina. Morto a 40 anni circa, solo, su un marciapiede sporco, tra l'indifferenza della gente. Ma sarebbe più corretto dire "assassinato". Assassinato da due balordi, più balordi di quelli che dovrebbero arrestare che, forti di un distintivo che non meritano, hanno deliberatamente  e volontariamente massacrato una persona a calci e pugni che ha avuto l'unico torto di essere un pò sopra le righe. I giornali locali hanno dedicato si e no un paio di articoli alla vicenda. E sulla rete nazionale il caso non è arrivato proprio. Hanno subito deciso che un caso così era meglio insabbiarlo. Ancora oggi non si sa se ci sono delle indagini in corso se è stata operata un autopsia ecc. ecc. Come ho già detto Roberto era un ragazzo solo, di famiglia indigente. E la povera mamma troppo anziana ed acciaccata per poter urlare la propria rabbia e per cercare di far valere i propri diritti.
E soprattutto di far avere giustizia al povero figliolo.
Quello che spero è che qualcuno, leggendo questo post, possa raccogliere il mio appello e possa cercare di fare luce su quanto è successo e soprattutto cercare di capire perchè, con centinaia di testimoni che hanno assistito al massacro, non c'è ancora un indagine avviata.
Ciao Roberto! Forse ora troverai quella pace che in vita non sei mai riuscito ad ottenere

 

 

 

 
 
 

Bossi: una ne pensa cento ne fa

Post n°120 pubblicato il 28 Settembre 2010 da alexma36
 
Foto di alexma36

L'ennesima uscita fuori luogo di Bossi, cafona e volgare come lui,  è dettata purtroppo dalla perdita sempre più massiccia dei freni inibitori a causa della malattia e dell'età che avanza. Per cui ci si potrebbe anche non meravigliare più innanzi a cotanta deficienza anche in considerazione del fatto che non è la prima e non sarà (purtoppo) l'ultima volta che il Ministro delle Riforme ci delizierà con le sue "perle di saggezza".
Quello che invece fa riflettere e sgomenta è l'indifferenza cronica della quasi totalità dei parlamentari difronte all'ennesima offesa gratuita e fuori posto del leader della Lega. Ancora una volta passa come una battuta; come un elemento essenziale del modo di essere di Bossi; come una frescaccia su cui farsi due risate e basta. Come se il Senatùr fosse un comico da circo e non un Ministro della nostra Repubblica. Come se fosse un bimbo dispettoso a cui dover perdonare le marachelle dettate dalla sua irruenza.
E questo purtroppo dà il quadro preciso di come è ridotta la nostra politica. Di quale sia la qualità di parlamentari e ministri e soprattutto di quale sia il livello della loro comunicatività. Non solo hanno toccato il fondo, ma continuano a scavare per scendere ancora più giù. Un tizio come questo, in un qualsiasi Paese europeo, Romania e Bielorussia comprese nel prezzo, sarebbe stato da tempo fatto accomodare fuori dalle istituzioni. Qui da noi invece continua ad essere indisturbato da anni: Senatore, leader di partito e ministro della Repubblica.
Siamo al punto in cui chiunque può darci lezioni di civiltà. E tanto basta!!

 
 
 

Lord Byron il delinquente

Post n°119 pubblicato il 23 Settembre 2010 da alexma36
 

Ci sono voluti otto anni per certificare definitivamente che un tizio messicano dal nome altisonante - Byron Moreno - che tanti sonni ha tolto agli italiani, fosse un volgare delinquente travestito da arbitro internazionale.
In realtà, mai nessuno degli sportivi italiani ha avuto dubbi in proposito. La prova provata che Moreno fosse in mala fede era scritta sul suo volto mentre sventolava il cratellino rosso in faccia a Totti, nella partita chiave contro il Giappone, padrone di casa nell'edizione dei Mondiali del 2002.
Farsi beccare alla frontiera con sei chili di droga nascosti nelle mutande è una cosa che detta così fa quasi pensare ad una gag quasi fantozziana da film comico. Invece, nella mente piccola e deviata di questo signore, è diventata realtà. Un delinquente dunque, che già negli anni immediatamente successivi al Mondiale del 2002, aveva avuto altre storielle di malaffare e di partite truccate che lo avevano portato alla radiazione dall'albo degli arbitri. Il punto però non è questo. Per la droga nascosta nelle mutande pagherà il suo conto alla giustizia. E per il resto?? Chi risarcirà Federazione e Nazionale italiana di quel furto subìto otto anni fa?
Ma facciamo un attimo un passo indietro. Perchè è ovvio che Moreno è stato soltanto lo strumento. Resta da capire chi furono i mandanti. Coloro che "armarono" il fischietto di Moreno, rendendolo il killer della Nazionale Europea più blasonata. A torto o a ragione è così. Ranking attuale a parte, la storia ci dice che siamo la Nazionale europea detentrice di più titoli. Quattro Mondiali vinti più un Europeo. Senza contare i podi conquistati tra secondo e terzo posto e senza contare i successi della Under 21 e della compaggine Olimpionica. Meglio di noi nel Mondo ha fatto solo il Brasile con 5 Mondiali vinti.
E allora, chi decise la nostra eliminazione? La FIFA direttamente o la Federazione giapponese? Chi fu quel genio che prima convocò e poi designo Moreno, questa sottospecie di arbitro, a quelle competizioni? E dire che già all'epoca si sapeva che non fosse certo un arbitro di prima fascia. E torniamo alla domanda principale. Chi ci risarcirà del danno subìto per dolo nel 2002?
Moreno? La FIFA? Blatter? Ma nessuno ovviamente! E questo è un altro scandalo. Perchè credo che date le retribuzioni degli arbitri che partecipano a queste competizioni e dati gli interessi economici, ci dovrebbe essere una sorta di responsabilità oggettiva che in caso di errori gravi, sia per colpa che per dolo, dovrebbe risarcire il danneggiato. La responsabilità dovrebbe colpire tanto l'arbitro quanto il designatore, uomo o organizzazione che sia.
Quello del 2002 è solo uno dei tanti episodi del genere. Basti pensare all'eliminazione dell'Eire dai Mondiali per colpa dell'arbitro che ha assegnato alla Francia quel famoso gol fatto con la mano. Chi ha risarcito gli irlandesi?? Ma nessuno ovviamente! Così come nessuno penserà mai all'applicazione di una sorta di punizione (anche economica) da comminare a coloro i quali continueranno a fare castronate del genere. E come potrebbero mai?! Sono gli stessi che le organizzano queste porcate!!!

 
 
 

La disfatta del PD

Post n°118 pubblicato il 16 Settembre 2010 da alexma36
 

Quando Occhetto, faticosamente, riuscì nella famosa svolta della Bolognina, aveva in mente qualcosa di completamente diverso da quello che invece oggi è diventato il PD, maggiore partito di opposizione nel nostro Paese.
Quello che aveva in mente era un partito sicuramente sdoganato dalla pesante eredità del comunismo ma che comunque mantenesse saldi alcuni princìpi essenziali e che fosse sicuramente di larga matrice di sinistra. Oggi non c'è più nulla. Nè negli uomini nè nelle idee. Il PD, grazie alla sua politica suicida, è piano piano diventato un partito orientato al centro, spesso a traino del Governo di destra. Questo perchè l'establishment ha sempre pensato, erroneamente, di poter in qualche modo occupare parte del centro. E così si è persa la parte di sinistra e non si è riusciti ad occupare nemmeno un quinto della vacanza al centro. Ma strategie a parte, il PD si è autodistrutto per una serie di motivi vari e sempre imputabili alle "eminenze grigie". Tanto per iniziare una serie di personaggi sbagliati e fuori posto come Leader: Veltroni, Fanceschini e oggi Bersani. Incapaci di incarnare i problemi del cittadino medio e sempre impegnati a rincorrere chimere in cui non hanno mai creduto nemmeno loro un solo istante. Incapacità cronica di mettere in campo una opposizione chiara e netta rispetto allo strapotere del Governo di queste destre. Anzi, troppo spesso, con decisioni a traino che in qualche modo convergevano con i desideri di Mister B. D'Alema su tutti. Difficile dire se per interessi personali o se per incapacità manifesta. E ancora. La storia ci sta insegnando che, da destra a sinistra, prendono più consensi i partiti che hanno un one-man-leader. Berlusconi, Di Pietro, Vendola, da qualche giorno Fini. Il PD ha ancora tanti galli che ruzzolano sulla merda. Da Letta a Fassino, da Bersani alla Bindi, da D'Alema a Veltroni. Tutti con una idea diversa e tutti con una verità in tasca. L'immagine che ovviamente si registra all'esterno è quella della disorganizzazione totale e dell'incapacità di gestire il minimo problema. C'è poco da fare. Se il centro sinistra ha vinto le elezioni solo quando ha presentato Prodi come Premier, salvo perdere clamorosamente con persone come Rutelli o Veltroni un motivo dovrà pur esserci.
Il documeno prsentato in questi giorni da Veltroni, Fioroni e Gentiloni (perdonate la facezia ma finiscono tutti in ONI, che fa rima con.....) continua ad andare nella stessa direzione masochista ed autodistruttiva. Non perchè non sia buona l'idea di invitare Bersani a cambiare strada, ma semplicemente perchè certe rogne si lavano in famiglia e non sbandierandolo ai quattro venti dando sempre più l'impressione dei disorganizzati e dei divisi in casa, incapaci di mettersi d'accordo su tutto. Anche perchè c'è sempre il solito deficiente di turno (Franceschini) che dall'interno gode a bagnarci il biscotto ed a peggiorare la situazione.

Io speriamo che me la cavo!!!

 
 
 

Da Bearzot a Lippi

Post n°117 pubblicato il 25 Giugno 2010 da alexma36
 

Finisce così, come doveva finire l'avvetura Sud Africana. Nel peggiore dei modi. Quella che tutti si aspettavano: con l'eliminazione al primo turno. La peggiore Italia di sempre guidata dal peggiore CT di sempre. Arrogante, presuntuoso e soprattutto in mala fede. Forte di un Mondiale letteralmente "rubato" nel 2006, ha voluto dimostrare che un CT conta più della squadra stessa. Contro ogni consiglio, contro ogni evidenza, contro tutti i segnali che già da due anni arrivavano forti e chiari. Un girone di qualificazione stentato, una figuraccia l'anno scorso in Confederation's Cup, qualche amichevole pre-torneo disastrosa. Ma lui ha continuato nella sua infinita arroganza e presunzione. Ha continuato a puntare su un gruppo inconsistente e su un modulo inesistente. Ha portato in SA, per dirla alla Zucconi, ex campioni e giocatori che campioni non lo diventeranno mai. Per dimostrare che su quel carro ci poteva stare solo lui e nessun altro ha portato giocatori che sono solo l'ombra di quelli apprezzati fino a qualche anno fa. Gattuso, Cannavaro, Camoranesi, Iaquinta, Zambrotta. Per non parlare del povero Pirlo. Fantasmi! Anime dannate che si aggiravano in campo cercando la pace eterna.
Troppo facile adesso dire "E' tutta colpa mia"! Sapendo già di dover andare via, con un contratto milionario appena terminato ed un altro già pronto tra le mani. Incapace di vedere oltre al naso del figlio "in nome e per conto GEA". Pensionato di lusso!! Ed ha avuto anche il coraggio di offendere i calciatori rimasti a casa. Non solo non è capace di fare autocritica seria ma addirittura dire che questo è il calcio in Italia è inammissibile. Dire che non c'è di meglio è vergognoso. E' mala fede allo stato puro. Forse questo è il calcio italiano espresso dalle squadre che non hanno mai lottato nemmeno per un posto in UEFA. Visto che Lippi ha portato un paio di giocatori di Milan, Roma e Sampdoria (di quest'ultima Palombo non ha mai giocato e Pazzini ha giocato mezza partita) e tutto il resto apparteneva al calcio di seconda fascia del campionato italiano.
La verità è che l'ultimo CT che l'Italia ha avuto è stato Enzo Bearzot. Dopo di lui solo manichini che hanno fatto squadra e formazione sulle indicazioni dei grandi club e dei procuratori. Con la piccola parentesi di Dino Zoff. Cha ha pagato duramente le sua indipendenza nonostante un Europeo vinto virtualmente.
Paragonare il titolo del 2006 con quello dell'82 è come confondere la lana con la seta, la cioccolata con la merda. Bearzot, già reduce da Argentina 78, dove si levò lo sfizio di essere l'unica squadra a battere i padroni di casa, e dove già gli toccava vincere il Mondiale (si dice che l'Italia perse apposta contro l'Olanda per evitare la finale e la naturale combine che si prospettava. I calciatori furono infatti minacciati), confezionò un piccolo capolavoro in Spagna 82. E' vero che nella fase iniziale stentò, ma poi ha fatto qualcosa che mai nessuna squadra in un Mondiale ha ripetuto. Nemmeno il Brasile stellare. Ha vinto un Mondiale battendo le tre squadre più forti di sempre: Brasile, Argentina e Germania. Con l'inframezzo della Polonia che in quel periodo era degna di tutto rispetto. Nel 2006 chi abbiamo battuto?? L'Ucraina e l'Australia con un rigore regalato allo scadere?? Con una finale dove grazie alla pazzia di Zidane siamo riusciti a vincere la lotteria dei rigori?? E allora basta bestemmie. Diamo a Cesare quel che è di Cesare.
Nella speranza che il vertice della FIGC, anch'esso parte integrante nella scandalo di Calciopoli (Abete era il vice di Carraro), si dimetta una volta per tutte (ma io dubito fortemente), sono sicuro che Prandelli saprà fare molto ma molto meglio del suo predecessore. Sono contento della sua nomina perchè credo che sia l'uomo giusto, al posto giusto, al mometo giusto.
Sono convinto che Prandelli non avrà sudditanze psicologiche, che metterà in piedi un Italia con i giocatori più forti (e non quelli più raccomandati) e sono sicuro che faremo un ottima qualificazione agli Europei e che, se non li vinceremo, ci andremo molto vicini.

 
 
 

Carneadi della Nazionale Italiana

Post n°116 pubblicato il 23 Giugno 2010 da alexma36
 

C'è un enorme errore di fondo nei commenti che stanno sommergendo la nazionale di calcio italiana in questi giorni, impegnata nel Mondiale in Sud Africa. In particolar modo quello che riguarda l'attacco e la sua improduttività. L'errore dei soliti giornalisti a traino, ad un tot. al chilo, quelli che devono a tutti i costi "proteggere" lo status quo per interessi traversi, è quello di pensare (ma soprattutto far pensare agli ascoltatori) che i convocati del reparto offensivo, in primis Gilardino e Iaquinta, siano dei campioncini, giocatori dai gran trascorsi che purtroppo stanno incocciando in una fase negativa del loro cammino. Piedi d'oro in cerca di una forma accettabile per cercare di non sfigurare nella competizione calcistica più importante di sempre. Purtroppo non è affatto così. Questi signori sono, sono sempe stati e sempre saranno, dei giocatori  mediocri. Portati alla ribalta da chissà quale Santo Protettore. Attaccanti, non da oggi ma da sempre, che hanno sempre avuto delle grosse difficoltà a buttare la palla dentro ed a far parte di squadre di un certo livello. A far parte di quelle squadre dove sei tu che devi metterti a sua disposizione e non viceversa. Opinione personale?! Non credo proprio. Per dirla alla Tosatti basta guardare un pò di statistiche. Che oggi fortunatamente, grazie ad internet e strumenti come Google, Wikipedia ed altri, sono veramente consultabili da tutti. Ne viene fuori che affidare l'attacco della Nazionale a giocatori come Gila e Iaqui corrisponderebbe un pò ad affidare la porta al portiere del Siena, quello cioè che nella stagione appena finita ha incassato la bellezza di 64 gol.
Ma diamo un paio di dati (verificabili in rete da chiunque voglia perdere un pò di tempo). La media realizzativa di Gilardino in Nazionale (contando solo le partite ufficiali senza cioè le amichevoli) è di un gol ogni 3,5 partite. Quella di Iaquinta addirittura il doppio. Un gol ogni sette partite (compreso il rigore contro la Nuova Zelanda). Insieme hanno una media realizzativa di un gol ogni 5 partite. Cioè ogni cinque partite solo uno di loro due la butta dentro. Medie realizzative queste, per giocatori che sono delle prime punte, da vera scarpaccia. Da brocco per dirla con un termine caro ai tifosi. Per capirne di più basta fare un confronto con prime punte della Nazionale di un passato abbastanza recente. Attaccanti lo stesso contestati per vari motivi. Inzaghi per esempio aveva una media realizzativa (incredibile) di un gol ogni 1,6 partite (2 gol ogni 3 partite circa). Vieri un gol ogni 1,8 partite. Baggio, che non era proprio una prima punta, un gol ogni 2,05 partite. Pablito Rossi un gol ogni 2,2 partite. Lo stesso Del Piero, accusato di non segnare mai, aveva una media di un gol ogni 2,8 partite. Facendo due calcoli si può facilmente capire chi ci troviamo in questo momento in Nazionale. Anche con i club non hanno mai avuto "fortuna". Nei tre anni trascorsi al Milan, Gilardino ha confermato la sua difficoltà a segnare chiudendo con una media realizzativa di un gol ogni 3 partite. Motivo che ha convinto il Milan a cederlo. Iaquinta ha dovuto aspettare 10 anni prima di poter approdare ad un club di un certo livello (Juventus). E quando ci è arrivato, era perchè la Juve era un club che stava ripartendo da zero per le note vicissitudini (era stata anche un anno in serie B). Qualcuno allora dovrebbe provare a spiegarmi come mai sono 5-6 anni che questi giocatori stanno impiantastabile nel circuito della Nazionale. E gli altri?? Di Natale ha une media anche peggiore in Nazionale 1 gol ogni 4,75 partite. Portato con la scusa di essere il capo cannoniere del campionato. Sì! Ma con un club, l'Udinese, che gioca esclusivamente per lui e che comunque ha chiuso al 15° posto questo anno. Pazzini è uno che ha giocato 10 partite tra amichevoli e partite ufficiali ed è riuscito a segnare un solo gol: contro il Montenegro. Chiude il povero Quagliarella con una media realizzativa di un gol ogni 6,5 partite. Ma forse sarebbe più corretto dire che in 13 partite ha segnato due golletti. Doppietta alla Lituania qualificazioni Euro 2008.

E questi sono i nostri attaccanti??? Come si fa a meravigliarsi che non segnino?? Non dovrebbero proprio essere lì. I non-convocati hanno invece numeri di tutto rispetto. Ne cito qualcuno. Totti, nell'ultima stagione, ha avuto una media relizzativa di un gol ogni 1,24 partite. Balotelli, che non ha quasi mai disputato una partita per intero, negli anni all'Inter ha una media realizzativa di un gol ogni 2,9 partite (se poi volessimo contare con il minutaggio e fare la proporzione verrebbe fuori una media straordinaria). Cassano, al quale più che altro andrebbe calcolato il numero di assist vincenti non essendo un attaccante puro, ha comunque una media realizzativa, negli ultimi  tre anni trascorsi alla Sampdoria, di un gol ogni 2,8 partite.

A questo punto ditemi come si fa a non pensare alla mala fede di qualcuno (in questo casa leggi Lippi) e come si fa a pensare che le convocazioni siano state fatte effettivamente per bravura e non per motivi terzi??? Poi, ripeto, come ho già detto nel post precedente, potremmo anche rivincere il Mondiale con un'altra memorabile botta di culo, ma questo non sposterebbe minimamente le valutazioni e la realtà delle cose.

 
 
 

Mondiali - La mala fede di Lippi

Post n°115 pubblicato il 21 Giugno 2010 da alexma36
 

Mai e poi mai sentiremo uscire dalla bocca del nostro C.T. "Ho sbagliato le convocazioni". Non è che non lo farebbe solo Lippi. Nessun allenatore al mondo ammetterebbe le colpe delle sue scelte, sia di convocazioni che tattiche. Ma onestamente dire nella conferenza stampa, dopo l'ennesima partita fallimentare contro la Nuova Zelanda, "Non abbiamo lasciato a casa nessun fenomeno in grado di farci vincere la partita oggi", significa offendere l'intelligenza dei giornalisti presenti nonchè dei tifosi e spettatori italiani che ancora ieri erano tutti a tifare azzurri. Forse a casa non è rimasto nessun fenomeno. Ma sicuramente giocatori di esperienza ed in grado di fare la differenza sì. Ed è un peccato che nessuno tra i soliti giornalisti-pecoroni al seguito abbia fatto notare al C.T. azzurro che in campo, sia contro la Nuova Zelanda che contro il Paraguay, tra i 14 che hanno partecipato, c'erano soltanto due (DICO DUE) giocatori appartenenti alle prime cinque squadre del campionato: De Rossi (Roma) e Zambrotta (Milan). E che i due pareggi li abbiamo agguantati proprio grazie ad uno di questi (De Rossi). In compenso ce n'erano ben sei della settima classificata (Juventus), due della undicesima (Fiorentina) e via dicendo. Questo vuol dire che per il nostro C.T. la classifica finale del nostro campionato non vale nulla. Qualcuno potrà dire che ci sono troppi stranieri. Ma questo può valere per l'Inter e forse, in parte per la Roma. Ma il Milan, la Sampdoria ed il Palermo (3°, 4° e 5°) sono piene zeppe di italiani che hanno disputato un ottimo campionato. La classifica parla chiaro. E poi quando si vede in campo quello scempio anche un Materazzi sarebbe stato oro colato. Per non parlare di Balotelli (giusto per nominare l'Inter). E questo vale anche per la Roma, il Milan, la Sampdoria, il Palermo. Sarebbe inutile e lungo stare  fare l'elenco dei giocatori che non avrebbero affatto sfigurato ma che avrebbero fatto sicuramente di meglio degli attuali. Ma a che servirebbe se non a girare il coltello nella piaga? Se il meglio che questa Italia può mettere in campo sono gli attaccanti di due squadre che hanno fatto undicesimo e quindicesimo posto perchè meravigliarsi poi se non riusciamo a segnare ed a vincere nemmeno con la Nuova Zelanda? Una volta, per fare la Nazionale, si prendeva il blocco di una delle squadre più forti del campionato e gli si aggiungeva qualche elemento. Oggi è vero che il campionato è pieno di stranieri, ma pretendere di andare ai mondiali con il blocco della settima classificata rinforzata da giocatori di squadre ancora più mediocri è davvero fare hara-kiri. E dire il contrario è pura mala fede. Lippi non doveva tornare affatto sulla panchina dell'Italia. E' una scelta sbagliata oggi come lo era nel 2006 (anche se ha vinto il Mondiale). E' uno che rappresenta simbolicamente tutto il marcio di calciopoli e che ancora oggi fa favoritismi e preferenze a seconda della casacca che si indossa. Sarà tutta una questione di procuratori??

 
 
 

Crisi, sindacati e macelleria sociale

Post n°114 pubblicato il 11 Giugno 2010 da alexma36
 

E' da un po di tempo a questa parte che, sull'onda emozionale determinata dal varo della prossima manovra finanziaria, si ritorna a parlare o forse sarebbe più corretto dire si rispolvera il termine, di macelleria sociale. Cioè una serie di provvedimenti che, tanto per cambiare, colpiscono i soliti noti, l'ultima ruota del carro, i poveracci insomma. Quelli che anche volendo non potrebbero mai evadere o eludere il fisco: i lavoratori dipendenti. Come li chiama la RdB il bancomat del Governo. Peccato però che questi sindacati che oggi si battono il petto, proclamano scioperi e urlano, appunto, alla macelleria sociale, si sono dimenticati di dire che non è certo dalla prossima manovra finanziaria che i lavoratori dipendenti - in particolar modo quelli pubblici - inizieranno a prendere calci nei denti. Sono ormai quasi dieci anni, con Governi sia di destra che di sinistra, che CGIL-CISL-UIL hanno acconsentito a tutto senza battere ciglio. La disperazione dei lavoratori dipendenti non nasce certo oggi, da un momento all'altro. Ma è abbastanza datata. L'ultima finanziaria è soltanto una ulteriore pugnalata che il Governo si appresta ad assestare al corpo dei lavoratori dipendenti, ormai cadavere da un pezzo. Cofferati, Angeletti e Bonanni hanno contribuito in maniera determinante poi a passeggiarci anche sopra. Oggi fa trendy reclamare. Ma ieri?? Dove erano e cosa facevano quando i vari Governi taroccavano l'indice di inflazione cui è legato l'aumento degli stipendi dei lavoratori pubblici? E quando maciullavano pensioni e buona uscita? Per non parlare di tutti i posti di lavoro tagliati senza alcun reclamo da parte loro se non quello giusto di facciata. Nella scuola come nelle università ecc. E poi il blocco del turn-over. E, ciliegina sulla torta, la triennalizzazione del rinnovo del CCNL. Tutte operazioni fatte con il consenso e la firma dei sindacati. Che da brava lobby che amministra un potere, ha avuto il suo bel tornaconto. La gestione dei fondi relativi al trattamento di fine rapporto. Un bel po di milioni di euro, che invece di essere gestiti dal datore di lavoro, vengono ora gestiti dai sindacati stessi.
Si sono sempre nascosti dietro al "senso civico di responsabilità". Certo! con i soldi altrui. Peccato che siamo sempre noi a dover avere questo senso di responsabilità nei confronti dello Stato mentre i detentori del 70% delle ricchezze del Paese quasi sistematicamente evadono le tasse.
Insomma, questi sindacalisti sanno fare solo i froci col culo dei poveri lavoratori

 

 
 
 

Dalle stelle alle stalle

Post n°113 pubblicato il 25 Maggio 2010 da alexma36
 

Fino a qualche giorno fa il primo cabarettista italiano, alias il Re delle bugie, alias la più incredibile delle facce toste, alias il Primo Ministro italiano non ha fatto altro che urlare ai quattro venti, con la sua solita irresponsabilità, che la crisi in Italia non esisteva; che stavamo bene; che la crisi era solo una invenzione dei soliti giornalisti disfattisti o dei soliti politici comunisti, invidiosi del suo buon Governo. Le solite balle da campagna elettorale. E così da un giorno all'altro il Paese ha scoperto di essere ad un passo dalla situazione Grecia. Passate le elezioni, qualcuno nel Governo ha deciso di metterci la faccia e dire le cose come stanno. E' stata una necessità ovviamente non certo uno slancio di verità e chiarezza verso (almeno) i propri elettori. La necessità è una manovra finanziaria da 24 miliardi di euro. E chi ci mette la faccia è addirittura Gianni Letta. (Sottosegretario alla Presidenza del Consiglio - alter ego politico di Berlusca, non certo l'ultimo arrivato) che candidamente dichiara, senza mezzi termini, che siamo sul baratro.
Ancora una volta questo Governo si rende protagonista di una vicenda che in un qualsiasi altro paese democratico si sarebbe risolta solo con le dimissioni del Premier. In qualsiasi altro Paese. Non in Italia ovviamente.
Incapace di prendere decisioni serie e risolutive, troppo impegnato a risolvere le questioni personali del Cavaliere, questo Governo ha lasciato trascorrere il tempo senza fare nulla. O meglio. Se non avesse fatto nulla sarebbe stato meglio, visto che l'unica cosa che è stato capace di fare è stata quella di far salire a dismisura la Spesa Pubblica.
E così, mentre i soliti povericristi si apprestano a versare ancora lacrime e sangue (e forse non basterà) Morfeo e Banana sono impegnati ad occuparsi della legge sulle intercettazioni. Legge di cui gli italiani non solo non hanno bisogno ma di cui non gliene frega proprio niente. Quella sulle intercettazioni arriva dopo quasi due anni in cui il Governo ed il Parlamento non hanno fatto altro che occuparsi delle solite leggi ad personam, per salvare il Premier dai processi. Mentre il Paese va a rotoli.
Spero che prima o poi arrivi la resa dei conti. Spero che prima o poi gli italiani spalanchino gli occhi. Spero che prima o poi gli italiani riservino al primo malato di satiriasi il trattamento che a suo tempo fu riservato a Craxi all'uscita dell'Hotel Raphael.

 
 
 

The Pacific - Inserto TV

Post n°112 pubblicato il 24 Maggio 2010 da alexma36
 

Anche se la serie non è arrivata alla fine, con ieri sera ha compiuto e superato il giro di boa, visto che sono andate in onda le puntate 5 e 6 su un totale di 10. Magari è prematuro esprimere un giudizio finale, ma qualche considerazione può essere tranquillamente fatta.
La prima è sicuramente che fino ad ora non ha mantenuto le aspettative. Per essere la serie TV più costosa della storia forse ci si aspettava di più soprattutto nelle scene di combattimento. O forse ci si aspettavano più scene di combattimento cruento, per dipingere gli orrori della guerra. Invece, fino ad ora, su sei puntate solo una è interamente dedicata a scene di guerra, quella di ieri sulla sbarco a Peleliu. L'altra puntata in cui si vedono combattimenti, quella dedicata alla battaglia di Guadalcanal, si svolge quasi interamente di notte, rendendo impossibile apprezzare gli effetti speciali.
Intanto non si può parlare di The Pacific senza fare i dovuti paragoni con Band of Brothers, l'altra serie prodotta dal duo Spielberg-Hanks, spin-off di Salvate il soldato Ryan. Se nella prima fiction gli orrori della guerra emergono quasi esclusivamente dai duri scontri, in questa nuova serie viene dato più risalto agli aspetti emotivi e psicologici. L'orrore si manifesta più attraverso questi ultimi o attraverso le miserrime condizioni di vita cui erano sottoposti i marines piuttosto che attraverso i combattimenti. Insomma la serie è più una riflessione introspettiva degli uomini che andavano a combattere che un classico di guerra. Potrebbe essere una scelta anche azzeccata. Ma onestamente alla lunga ci si annoia. E anche se regia, fotografia, recitazione e tutto il resto è davvero ai massimi livelli (fantastica l'interpretazione di Leckie), una sceneggiatura così manda tutto al diavolo. Anche perchè la guerra sembra decontestualizzata da un punto di vista storico. Cosa invece che andava a braccetto con la sceneggiatura in BoB. Ogni episodio della prima serie ti faceva sempre vivere anche il momento storico particolare: lo sbarco in Normandia, l'avanzata alleata, l'Operazione Market-Garden, Bastogne. Insomma dodici puntate per raccontare gli ultimi quindici mesi di guerra sul fronte Europa, attraverso gli occhi di una compagnia di paracadutisti. In questa serie invece si passa tranquillamente da un isola del Pacifico all'altra e, anche se cronologicamente non c'è ovviamente nulla da eccepire, le fasi storiche della guerra nippo-americana risultano molto confuse. La campagna di Guadalcanal, durata circa sei mesi, viene liquidata con poche battute. E anche se ovviamente la fiction segue le vicende di tre personaggi e quindi la sceneggiatura è cucita sulle loro avventure ma soprattutto sui loro saggi (almeno per quel che riguarda Sledge e Leckie), tra Guadalcanal e Peleliu (che nella serie sembrano accadere quasi a ridosso l'una dell'altra), non solo passa quasi un anno e mezzo, ma in mezzo ci sono alcuni tra gli scontri più importanti e cruenti di tutto il conflitto: Tarawa, Saipan, Guam, Tinian. A Saipan per esempio, i Marines ebbero 3.000 morti e oltre 10.000 feriti. A Tarawa, su un corpo combattente di 20.000 uomini, i soldati americani ebbero quasi 4.000 morti e innumerevoli feriti. Senza contare poi lo scontro aereo-navale del Mare delle Filippine. Tutto questo, nella fiction, scompare completamente. Lo sforzo bellico, in termini di perdite di uomini e mezzi, che gli Stati Uniti dovettero sostenere tra il 42 ed il 43, sembrano essere completamente avulse a tutta la storia. E' ovvio che The Pacific non è e non vuol essere un docu-fiction su tutta la guerra nippo-americana, ma soltanto una ricostruzione sulle memorie di tre specifici marines. Ma senza capire e conoscere il contesto diventa poi difficile capire anche tutto il resto.
Insomma fin qui quello che si è visto non giustifica affatto l'alto costo sostenuto dalla produzione. Anche se bisogna ammetterlo, nelle poche scene di guerra fin qui viste, gli effetti speciali sono di gran lunga superiori a BoB.
Attendiamo fiduciosi le ultime 4 puntate

 
 
 

Piccole troie crescono

Post n°111 pubblicato il 06 Maggio 2010 da alexma36
 

Dopo un anno dallo scandalo di Casoria, Noemi Letizia ci riprova e festeggia il suo compleanno (il diciannovesimo) in una nota discoteca di Milano. Cadenza fastidiosamente napoletana, da chi bisticcia spesso con la lingua madre, e presunzione di chi si crede già arrivata e di avere il mondo ai suoi piedi, rilascia interviste manco fosse Sofia Loren dimostrando ancora una volta tutti i suoi limiti. Onestamente non si capsice quali meriti artistici possa avere, tali da farla essere sicura di avere un futuro radioso nella televisione italiana. Certo, da Mediaset alla Rai si vede di tutto di più. Dalla Toffanin alla Bianchetti passando per la Balivo. Ma loro un minimo di gavetta hanno almeno provato a farla (ma forse Noemi ha fatto altrove la sua gavetta). Per Letizia invece sembra tutto gli sia dovuto. Rifiuta addirittura una partecipazione a "La pupa ed il secchione". Le malelingue dicono che Papi (non Enrico) non abbia voluto. Lei molto "modestamente" si giustifica dicendo di essere intelligente oltre che bella e per questo non adatta al ruolo della "Pupa". Peccato poi che alla domanda di una giornalista su cosa ne pensasse delle dimissioni di Scajola ha risposto "Ma che lingua è?" aggiugendo poi (dietro suggerimento di qualcuno alle sue spalle) che lei non perde tempo a leggere i giornali.
Questa volta Berlusca pensa bene di non farsi vedere. Ma i bene informati dicono che il regalo è comunque arrivato e che la decisione di festeggiare a Milano era propio per stare con lui, con il malato di satiriasi che si è fatto allietare nelle serate di solitudine tenendole la mano avanti al camino e declamandole tutte le sue problematiche di uomo di Governo.
Onestamente non so se provare rabbia o soltanto una grande tristezza per questa ragazzina già vuota da qualunque ideale e con una unica idea fissa nella testa: essere famosa. Una ragazzina che a soli 19 anni si presenta alla sua festa non con il fidanzatino o con le sue amiche come farebbero tutte le sue coetanee. Ma con un codazzo di persone formato da parrucchiere personale, estetisti, fotografi e qualche giornalista. Forse provo più tristezza verso di lei e rabbia verso quei laidi dei suoi genitori. Che invece di assolvere al loro compito che dovrebbe essere quello di proteggerla ed educarla proprio in quella età in cui si pecca di maturità e raziocinio, non hanno saputo fare di meglio che buttarla meschinamente in un meccanimo perverso ma soprattutto nelle braccia di un uomo che ha quasi sessant'anni più di lei e che per il momento la usa solo per il proprio divertimento. Tutto nel nome di un ora di celebrità. Che si vergognino, è pur sempre la loro figlia!!!

 
 
 
 

LETTERA DI BEPI COVRE

DA NON PERDERE ASSOLUTAMENTE

DA PARTE DI BEPI COVRE EX DEPUTATO LEGHISTA

 

LETTERA A BERLUSCONI

 

A' LIVELLA

 

A proposito di politica,

ci sarebbe qualcosa da

mangiare??


         A. De Curtis


 

CARO COMPAR' NIPOT

 

REMEMBER

Un simpatico monito per tutti :-)

 

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In politica la

stupidità non è

un handicap


       Napoleone


 

Credi a tutto ciò che è scritto sui giornali? 
 Oggi non accade che l'illeggibile.

                          O. Wilde

 

Se un uomo non ha il coraggio
di difendere le proprie idee
o non vale niente lui
o non valgono niente
le sue idee

         E. Pound

 

Adesso fanno le partite
tra giudici e cantanti.
Ne dovevano fare una anche
tra ministri e mafiosi:
insomma, un'amichevole

         R. Benigni

 

 

La politica è forse l'unica
professione per la quale
non si ritiene necessaria
nessuna preparazione

          R.L.Stevenson

 

 

Un aforisma non

passa alla storia

per il suo contenuto

ma solo per la fama

di chi lo ha pronunciato

             Anonimo


 

Una sciocchezza enunciata da

un uomo famoso diventa un

concetto profondo per i

posteri

Un concetto profondo

enunciato da uno

sconosciuto diventa

sempre una sciocchezza.

                   Anonimo

 

Non sono le imprese eroiche

che danno lustro e fama

ad un condottiero

ma la bravura del suo

storico al seguito

          Anonimo

 
 
 
 

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