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Somiglianze

Post n°47 pubblicato il 31 Maggio 2007 da Privilege_bg
 
Foto di Privilege_bg

Il sole si è appena levato mattiniero nel cielo lindo di questo profondo lontano ovest, ed un possente soffio di vento mi coglie di tanto in tanto proprio in fronte, gonfiando il mio poncho e rischiando di farmi cadere il cappello. Jolly, il mio fido purosangue destriero, sembra non esserne particolarmente infastidito, e prosegue a piccoli stanchi passi lungo il percorso che da svariati giorni gli sto imponendo.  Un cigolìo insistente ed accentuanto mi induce a guardare il cartello, massiccio e squadrato, con una chiara scritta pirografata nel centro, appeso con due catene arrugginite all’arco di legno che si erge in mezzo alla strada polverosa, poprio per dare il benvenuto a chi, come me, sta giungendo nel centro abitato; così apprendo di essere finalmente arrivato a El Paso, maledettissimo e dimenticato lembo di occidente.

C’è una calma irreale nella piazza, pochissima gente cammina per strada, comunque con spasmodica solerzia del tutto incomprensibile, lungo gli ombrosi portici che caratterizzano la minuta cittadina, sviluppata unicamente sull’unica via centrale. Non c’è folla né esistono incolonnamenti davanti ai piccoli negozietti che riempiono il cuore urbano di questo luogo, ma la scarsissima gente presente si affretta in ogni caso nell’entrare e poi uscire con rapidità dagli esigui esercizi commerciali. Non ero mai stato quì prima d’ora, e questa stasi surreale mi incuriosisce ed al tempo stesso mi mette anche un po’ in apprensione; voglio saperne di più.

Qualcuno mi vede e, constatando il mio essere straniero, si persuade nel velocizzare ancor di più le sue faccende, quasi a voler sfuggire dalla mia presenza. Avverto timore, preoccupazione di chi ha il sospetto che stia accadendo qualcosa di grosso. Tranquilli, io vengo in pace, mi sono messo in cammino da giorni, sotto il sole cocente e dannato del deserto dell’Arizona, solamente per cercare la bella Clarissa, la splendida figlia del reverendo Mitchell, conosciuta nella mia infanzia quand’egli era pastore nella mia città, una metropoli caotica sulla costa orientale, chiamata Village on the River Seryo.  La splendida Clarissa, una giovine donna dall’aspetto angelico risaltante nei suoi finissimi ed armoniosi lineamenti, non era solo una mia semplice amica; era stata la mia ragazza, eravamo follemente innamorati fino al punto di volerci sposare. Io, serio lavoratore presso l’armaiolo Jessy e lei, giudiziosa figlia del reverendo Mitchell, una coppia benedetta dall’approvazione di chiunque in città. Poi, il destino, aveva portato il revederdo in quel posto disgraziato, lontano molte e molte miglia dai nostri sogni, e lei aveva chiaramente dovuto seguire la famiglia in questo traferimento; ci eravamo lasciati, promettendoci che ci saremmo rivisti appena possibile, perché troppo bello e forte era il nostro legame. Dopo qualche anno, improvvisamente la diligenza delle US POSTS mi recapitò una sua lettera, nella quale mi chiedeva di trasferirmi da lei a El Paso, per poterla finalmente sposare, e vivere così nella realtà il nostro stupendo sogno.

Eccomi dunque in questo postaccio dimenticato da Dio, col cavallo stanco, la bisaccia vuota e lo sguardo ostile della gente; il viaggio è stato durissimo, ed è durato svariati mesi.

Adesso, per prima cosa, voglio ristorarmi, quindi mi dirigo verso il saloon. Non faccio in tempo a smontare dalla sella quando un bellimbusto, ben vestito di un abito elegante e gessato, con lunghi stivali, speroni prominenti ed un cappellaccio da cow-boy ben più grande del mio, mi sorpassa con aria di sfida e mi precede, legando  il suo cavallo all’unico aggrappo rimasto libero. Questi, scende altezzoso da cavallo e, guardandomi quasi schifato, mi esclama con disprezzo :

- “Ehi bello…El Paso non è posto per rozzi bovari dell’Arizona!Lascia spazio…tornatene nelle tue tribù…”

La cosa mi inalbera e mi fa salire la pressione : già mi ha rubato il “parcheggio” ed ora mi insulta anche; ma dove sono finito? Al sopraggiungere di questo tizio, ho notato che la gente si è chiusa nei negozi per paura, è dunque costui la causa della surrealità che si respira in città?

Scendo con molta calma dal mio cavallo e, senza farmi prendere dalla furia ma, piuttosto, mantenendo con stile il mio solito aplomb lo guardo intensamente dritto negli occhi e, con voce decisa, ribatto :

- “Dì un po’, gringo, con chi credi di parlare? Con qualche tuo degno stretto parente?”

E la mia replica di sfida fa spazietire il già irritato e presuntuoso smilzo gringo, che digrigna i denti e porta velocemente la sue mani verso il basso, una sul cinturone e l’altra sulla pistola.

Troppo tardi gringo, sono un esperto di armi io, ho lavorato per anni da Jessy l’armaiolo : senza che se ne accorga, tanto sono veloce, estraggo la mia pistola e con quattro colpi secchi gli faccio cascare il cinturone, la pistola, il cappello e gli prendo di striscio un piede, costringendolo così a saltellare qua e là per il dolore. In quel momento la gente si riversa in strada in tripudio e, festante, acclama il mio nome come fossi il liberatore della città! Si odono a gran voce  incessanti cori che recitano “stra-nie-ro! Stra-nie-ro!” ma io sono modesto e non me ne curo, fino a che esce improvvisamente una donna dal saloon, la quale, correndo verso l’umiliato gringo, singhiozza vistosamente e gli salta fra le braccia, ora impaurite.

- “Tesoro”, esclama la donna, “ti senti bene?” chiede all’uomo, passando poi immediatamente a baciarlo con passione. La donna si gira poi per guardarmi in volto e vedere chi io sia, mentre ancora sono fermo immobile nel centro della strada, con la pistola fumante tra le mani.

Non l’avrei mai immaginato : Clarissa! Un colpo moralmente molto basso batte nel mio stomaco, tanto che la pistola mi cade di mano senza che io me ne accorga; lei, riconosciutomi immediatamente, non ha più parole e scoppia in un pianto ancor più profondo e patetico, per me irritante.

- “Amore mio…”, singhiozza, “mi aveva detto che eri morto, per questo la mia lettera rimase allora irrisposta??”. Aggiunge : “Con grande dolore, in tutti questi mesi, me ne sono fatta una ragione ed ho cercato di rifarmi una vita con lui, mi sembrava potesse offrirmi affetto e sostegno in questo momento di prova…!”. Maledettissima diligenza che era stata rapinata lungo il tragitto, non potendo dunque consegnare la mia lettera di risposta alla dolce Clarissa, mio amore, e facendo così inevitabilmente cambiare il destino di tutta la mia vita. Quello smilzo gringo, damerino da quattro soldi, non era nient’altro che il capo della banda che assaltò la famigerata diligenza. Non solo era un gringo temutissimo in città, pieno zeppo di denaro e potere, ma era anche un rapinatore senza scrupoli…grrrr, che rabbia!

Non so quale sia realmente il motivo, se nella costante spasmodica ricerca della giustizia che io possiedo, anche nelle circostanze e negli avvenimenti più minimi, oppure nel desiderio di vedere equità e correttezza dappertutto, in ogni situazione.

Fatto sta che, pervaso da sentimenti contrastanti, di profondo amore ma, nel contempo, sprezzante per il trattamento ricevuto dal fato, con la mia solita calma proverbiale estraggo il mio sigaro di bocca e, dopo aver osservato profondamente Clarissa, con occhi fermi ed attenti, mi avvicino lentamente e, una volta in fronte a lei, le riverso addosso tutto il fumo che avevo nei polmoni con un soffio poderoso, come fosse il mio ultimo saluto. E con fare da vero duro, quasi sdegnoso di ogni sentimento, esclamo :

- “Destino cara…tu che dici? Sono forse, queste, solo delle semplici somiglianze? Adesso mi sento davvero Clint…Clint Signostwood”, e giratele le spalle chiamo il cavallo con un fischio, salto in sella al mio fedele Jolly e mi faccio largo tra la folla. Un nuovo obbiettivo entra in quel momento nella mia testa : VACANZA !

Mar Rosso, Marsa Alam, almeno per una lunga settimana! Il Signo…eehhmm, pardon…il Clint Signostwood è in partenza per questa meta, e starà assente per una intera settimana, tenetelo bene a mente. Il problema è un altro : come farà il buon vecchio ed ormai stanco Jolly a raggiungere questo posto così tremendamente lontano?

 
 
 
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