Appunti per stradaparole in liberta' |
Questo blog sta dalla parte degli italiani onesti che si difendono dalle mire di un potere dedicato all'interesse di pochi sacrificando il presente ed il futuro dell'intera nazione.
LATITUDINI
MATERA CENTO PER CENTO.
Siamo tutti i meridionali di qualcuno
L'arte è un baratto dell'anima, non un mercato.
Alcuni possono pensare che l'arte è la forma di vita di coloro che in verità non vivono.
Però il poeta non deve rinunciare alla vita, è la vita che si incarica di schivarlo.
Eugenio Montale
La carta è leggera
di mille cavalli bianchi,
puntini che si inseguono al galoppo.
Carta, 1997
Sergio Navoni, Cavalli bianchi.
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Kunstwollen 06 Agosto 2010
Post n°140 pubblicato il 02 Novembre 2010 da Egure
La mattina del 23 luglio 2003 Regina José Galindo, vestita con un abito da sera nero, attraversa a piedi nudi Ciudad de Guatemala con un bacile bianco tra le braccia: dalla Corte Costituzionale del Palazzo Nazionale avanza tra la gente con lo sguardo chino, fisso sulla bacinella riempita di sangue umano, camminando a passo cadenzato per sessanta minuti. Quando sosta immerge i piedi nel recipiente per imprimere sulla strada i segni del proprio passaggio come tracce ancora fresche di un dramma avvenuto, materializzando - proprio dietro quelle orme insanguinate - i fantasmi delle vittime della guerra civile e della repressione degli anni ottanta ed evidenziando i luoghi della città da essi contaminati. In solitudine, attraverso questa estrema e azzardata azione pubblica, Regina José Galindo compie un silenzioso e duro atto di denuncia contro la ricandidatura presidenziale, appena validata, del generale Efraín Ríos Montt, ex dittatore sanguinario ed esponente centrale del Fronte Repubblicano Guatemalteco. L’atto doloroso di Regina chiamato ¿Quién puede borrar las huellas? [chi può cancellare le impronte?] diviene immediatamente simbolo della resistenza personale e ritratto collettivo di una società civile priva di tutele e di certezze. per leggere interamente: http://www.oltremagazine.com/index.html?id_articolo=1494 sito ufficiale: http://www.reginajosegalindo.com/es/index.htm Sotto il caso l'uomo ha un piano. La curva di un'idea che migra all'istinto d'esperienza. Vivezza inconsapevole ruota la macina del senso del tempo infarinandolo d'attesa. |
INFO
MICHELANGELO,RIME
O notte, o dolce tempo, benchè nero,
con pace ogn'opra sempre'al fin assalta;
ben vede e ben intende chi t'esalta
e chi t'onor ha l'intelletto intero.
Tu mozzi e tronchi ogni stanco pensiero;
chè l'umid'ombra ogni quiet'appalta,
e dall'infima parte alla più alta
in sogno spesso porti, ov'ire spero.
O ombra del morir, per cui si ferma
ogni miseria, a l'alma, al cor nemica,
ultimo delli afflitti e buon rimedio;
tu rendi sana nostra carn'inferma
rasciughi i pianti e posi ogni fatica,
e furi a chi ben vive ogn'ira e tedio.
NON PAGO DI LEGGERE!
Si dice che la donna sia mutevole: è così: ma tu sei sempre tu nella tua mutevolezza,
come quel rivolo immutabile d'acqua che cade,
sempre uno dalla sorgente all'abbraccio nella palla immutabile sempre rinnovato e sempre
in moto dal principio alla fine miriade di gocce d'acqua e tu - per questo io ti amo - sei la cascata che pur muovendosi custodisce la forma.
Randolph Henry Ash, Ask to Embla.
VLADIMIR. V.MAJAKOVSKIJ
DINO CAMPANA - BATTE BOTTE
Ne la nave
Che si scuote,
Con le navi che percuote
Di un'aurora
Sulla prora
Splende un occhio
Incandescente:
(Il mio passo
Solitario
Beve l'ombra
Per il Quai)
Ne la luce
Uniforme
Da le navi
A la citta'
Solo il passo
Che la notte
Solitario
Si percuote
Per la notte
Dalle navi
Solitario
Ripercuote:
Cosi' vasta
Cosi' ambigua
Per la notte
Cosi' pura!
L'acqua (il mare
Che n'esala?)
A le rotte
Ne la notte
Batte: cieco
Per le rotte
Dentro l'occhio
Disumano
De la notte
Di un destino
Ne la notte
Piu' lontanto
Per le rotte
De la notte
Il mio passo
Batte botte.
SAVE THE ARTIC - GREENPEACE
ANNA ACHMÀTOVA
Strinsi le mani sotto il velo oscuro...
(Da Sera)
Strinsi le mani sotto il velo oscuro...
“Perché oggi sei pallida?”
Perché d’agra tristezza
l’ho abbeverato fino ad ubriacarlo.
Come dimenticare? Uscì vacillando,
sulla bocca una smorfia di dolore...
Corsi senza sfiorare la ringhiera,
corsi dietro di lui fino al portone.
Soffocando, gridai: “E’ stato tutto
uno scherzo. Muoio se te ne vai”.
Lui sorrise calmo, crudele
e mi disse: “Non startene al vento.”
1911
SIRIA 2012
Profezia
Alla patria scavata nella nostra vita come la tomba
alla patria narcotizzata, assassinata
giunge dal nostro letargo millenario, dalla nostra storia paralizzata
un sole non venerato
che ucciderà il signore delle sabbie e delle cavallette,
il tempo che germoglia nel suo deserto
che rinsecchisce nel suo deserto
come la creazione
un sole che ama la strage e la distruzione
si leva dietro questo ponte.
(Adonis)
IL COLORE DEL MELOGRANO.
Il colore del melograno.
1968, regia di Sergei Paradzanov.
"Palazzi di cera del mio amore,
come salvarli dalla tua fiamma rossa?"
-Poesia armena medievale-
Inviato da: sexydamilleeunanotte
il 13/09/2016 alle 13:44
Inviato da: Egure
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Inviato da: legrillonnoirdestael
il 02/10/2015 alle 19:40
Inviato da: legrillonnoirdestael
il 04/02/2014 alle 00:47
Inviato da: Egure
il 11/07/2012 alle 20:16