Creato da traccedipassione il 24/08/2012

TracceDiPassione

... diario di una donna passionale ...

 

 

A: come amore, amante, addio e arrivederci

Post n°7 pubblicato il 30 Agosto 2012 da traccedipassione

tra le braccia di ICS ero praticamente rinata,

mi sentivo un po' come Biancaneve dopo esser stata baciata dal principe.

In pochi attimi si era ri-acceso davanti a me un mondo che avevo direi

dimenticato. Buffo da pensare se vogliamo, visto che con mio marito avevo spesso

rapporti, ma non è la quantità delle sere che si fa all'amore ciò che conta purtroppo,

forse anche la quanlità sola non è abbastanza se devo esser leale, mancava infatti

tra noi un contorno che precedeva e seguiva i nostri incontri nel letto,

era tutto così normale da sembrare persino scontato, molti gesti erano automatici

come l'apertura di una porta davanti ad un sensore. Colpa mia, colpa sua, ma

di certo colpa di entrambi nel non volerlo capire quando ancora si poteva salvare

qualcosa di chi eravamo. Con l'arrivo di ICS non avrei più potuto essere la stessa,

pur se fosse finito non sarei più stata chi conosceva. Certe volte mi sentivo pure

in colpa quando rientrava stanco, mi dicevo non è giusto quel che fai e che dovevo

troncare con ICS per salvare quel nulla che era rimasto. Ma poi vedevo ICS e

di finirla non ci riuscivo affatto, gettavo le mie braccia al suo collo e lo stringevo forte

baciandolo di continuo e per lungo tempo, ma star senza di lui proprio non ci

riuscivo.

ICS è stato tanto importante nella mia vita, è stato il mio salvavita oltre che amante,

è colui che resta anche ora pur se siamo lontani parecchi chilometri, è colui che

se lo sogno la notte ha il potere di farmi sorridere ed essere malinconica.

mentirei dicendo che dopo ICS sono tornata una brava moglie, non è possibile

tornare ad essere ciò che non si vorrebbe esser ad un certo punto stata mai,

ma di certo nel mio cuore dopo ICS non c'è stato più lo stesso posto per altri,

avevo imparato una lezione troppo grande per ripuntare del tutto il mio cuore

in una storia e da allora ho solo creduto agli amori con la "a" minuscola.

 

 
 
 

Tra ....dire e fare

Post n°6 pubblicato il 30 Agosto 2012 da traccedipassione

Ci mise poco Melina a capire cosa stava accadendomi,

e quando accennò a certe cose, la prima che pensai

fu come mai me ne parlasse con tale sicurezza, visto

che mi ero badata bene a non mostrarae mai nulla oltre le mura di casa mia.

Aveva forse origliato? Impossibile, lei non era una così!

Non aveva mai visto o sentito nulla di ambiguo, ma il mio esser raggiante

da un po' di tempo era per lei l'unica risposta certa che avessi un altro e vedere

che ogni tanto Sig. ICS passava a trovarmi non fece altro che darle la conferma

di chi fosse il lui in questione.

Per prima cosa mi domandò se sapessi cosa stavo facendo, poi mi fece un po'

di paternata ricordandomi che ero non solo una moglie ma pure una madre.

Rimasi impietrita. Non mi piaceva Melina mi giudicasse male e cercare di spiegare

certe circostanze mi sembrava ingiusto perchè sarebbe apparso come un volermi

giustificare colpevolizzando mio marito.

Melina fece passare qualche settimana, vide che nel frattempo ero diventata

più fredda e sfuggevole nei suoi riguardi, così mi invitò per un thè e decise

di parlarmi apertamente di qualcosa che non sapevo.

Mi fece sedere sul divano e avvicinò la poltrona dove era solita vedere la tivù,

abbassò la voce così tanto che per capirla era una vera impresa e di certo

vi assicuro che mai avrei immaginato cosa volesse raccontarmi.

"Sai, quando sono arrivata al nord, mio marito lavorava molto e i figli richiedevano

molte attenzioni, stavo tutto il giorno con loro, ma la persona grande, adulta

era sola, solissima. I miei eran giù, lui sempre assente o stanco come un mulo.

Spesso dopo aver messo a letto i bimbi piangevo come una bambinetta e piano

piano iniziai a pensare che con Augusto c'era rimasto ben poco da fare, tranne che

crescere i nostri ragazzi. Ho pianto anni mentre lo attendevo e appena rientrava

lo vedevo buttarsi sfinito sul letto. Le carezze e i baci eran sempre meno, il desiderio

sembrava essersi spento del tutto. Un giorno però venne a vivere al piano di sopra

un maestro di latino, aveva quasi 10 anni più di me ed era rimasto celibe per

stare vicino alla mamma e accudirla al meglio. Poi la madre lo lasciò e lui chiese

così il trasferimento al nord. Lo ottenne dopo qualche anno. Pure lui era siciliano,

quindi fu per entrambi facile scambiare sulle scale qualche parola. Con il tempo si

prestò ad aiutare i miei figli nei compiti e spesso suonava la nostra porta per avvisare

che potevano da lì a poco salire. Dai oggi,  dai domani, quella persona diventò

ai miei occhi importante, il solo chiedermi come stavo mi sembrava qualcosa

di meraviglioso. Passavo i giorni a dirmi che mi ero solo infatuata, invaghita,

che ero una stupida e via dicendo, ma visto che la paglia vicino al fiammifero prende

fuoco,  lo evitavo come la peste. Fu proprio per questo che una sera, appena

terminato Carosello suonò alla porta e mi domandò di entrare perchè voleva

parlarmi. Pensai si trattasse dei mie figli, ma invece Vincenzo mi domandò

cosa mi fosse accaduto e sottolinenado che mi vedevada tempo un po' ero strana.

Provai a cercare mille scuse. Fui  pure convinta le avesse bevute tutte,

invece davanti alla porta di casa mi baciò con una passione che mai avevo provato

con il mio Augusto.

 

Non ci potevo credere ........ pure Melina aveva avuto l'amante, tradito Augusto, il suo amatissimo Augusto!!!

"non è tradire mia cara Sofy, è solo cercare di sopravvivere, ma ciò non toglie che è

qualcosa di sbagliato ma irrinunciabile"

non lo so se aveva ragione Melina, ma di certo un po' quel che diceva lo sentivo 

dolorosamente vero.

 

 
 
 

Mai dire mai

Post n°5 pubblicato il 29 Agosto 2012 da traccedipassione

Non mi erano mai piaciuti gli uomini più giovani di me, quelli senza capelli e

con qualche chilo di troppo. MR. ICS era esattamente invece così, eppure

mi piaceva da impazzire. Dentro al suo sguardo mi perdevo e l'odore della

sua pelle mi faceva perdere il contatto con la realtà, la mia realtà .....

quella di donna sposata e moglie.

Condividavamo ogni cosa, fare le cose insieme era incredibilmente favoloso,

sentivamo di essere il tutto e il nulla insieme e specialmente non ci siamo

mai promessi o ripromessi niente. Prendavamo dalla nostra storia quel che

veniva, non pretendavam nulla in cambio e ogni cosa fatta insieme ci appagava

così tanto da non riuscire a pensare che altri avrebbero preso l'uno il posto

dell'altro.

Poi lui dovette trasferirsi per lavoro e i nostri incontri diventarono sempre

più radi, nonostante questo tra noi v'era una sorta di magia mescolata ad

un brivido e niente e nessuno che ci circondava riusciva a farci dimenticare,

dividere.

La prima volta che ci trovammo a sco......., dire fare all'amore direi che è

troppo, ricordo come allora la sua presa e mi colpì il suo relazionarsi come

se fossimo due animali, nessun tabù, nessun dubbio, solo la voglia di

essere nostri e certi che avremmo dato il meglio di noi e così è stato.

 
 
 

scivoloni

Post n°4 pubblicato il 28 Agosto 2012 da traccedipassione

Dopo tanti anni di matrimonio,

impossibile asserire di non aver mai avuto crisi.

Molte combattute a denti stretti, a muso duro e stomaco spappolato,

altre lasciate scivolare perchè era impossibile fare altro.

Poi l'amore diventa affetto,

la passione si spegne e in quel vuoto ecco che si è sentimentalmente

siamo e di esponiamo al pericolo di nuovi amori, infatuazioni.

Una mattina come tante mi alzo e inizio a resettare casa,

passo a salutare Melina e rientrando trovo il mio gatto che sta male

davanti allo zerbino di casa. Chiamo il veterinario con urgenza,

ma è in ferie e la segreteria invita a rivolgersi ad un collega.

Arriva mezz'ora dopo la mia chiamata, dopo aver visitato Ulisse

mi parla di avvelenamento e premette che serve qualche ora per

capire se riuscirà a superare la cosa. Entro in panico e non riesco

ad essere fiduciosa. Dopo 8 ore invece Ulisse è ancora vivo e

posso sperare c'è solo un problema per qulache giorno dovrà fare

delle punture e io non posso portarlo dal veterinario perchè la macchina

la sta usando mio marito per andare al lavoro. Non ho nemmeno tanti

soldi a disposizione per fare venire il veterinario a casa ogni giorno

e non posso nemmeno attendere che torni il mio dalle ferie.

Parlo chiara con "Dott. ICS" e mi seto dire "me le darai come puoi" e così

accetto e ICS ogni giorno passa sa casa per la terapia. Ulisse è vivo ma

messo male, inizio a temere sopravviva e quando lo vedo rialzarsi

sono strafelice e guardo l'amico di Ulisse quasi come se fosse un Dio.

ICS mi chiama durante il giorno più volte per sapere come procede la situazione,

mi rincuora ed è senpre più piacevole sentirci, perchè più Ulisse si riprende,

più le nostre telefonate son serene e diventano fluide.

Ulisse oramai è tornato come un tempo, non c'è più bisogno del veterinario,

restiamo daccordo che lo salderò in due tempi, ma le nostre chiamate mi

accorgo che mi mancano, così una mattina lascio messaggio in segreteria

dove dico "mi sembra strano non sentirti più e così ti ho telefonato per dirti solo

ciao"

Non sono una bimbetta, so bene che non avrei dovuto farlo e così quando suona

e mi dice che è passato a salutarmi perchè era in zona non mi è difficile capire

che entrambi abbiamo fatto un passo per venirci incontro e che da lì a poco

il rischio accada qualcosa tra noi è alto.

Ics non è stupido, non mi cerca più dopo il caffè, io non lo chiamo per dirgli

"mi manchi" tanto lui lo sa, deve solo passare una settimana e ci rivedremo

per il saldo deil suo compenso.

Pur se voglio fare la brava, penso che appena arriverà devo farmi trovare

con i soldi pronti, perchè mai vorrei lui credesse che il mio gesto è stato

fatto per sondare se è possibile con lui pagare in natura. L'ho cercato infatti

perché mi piace davvero lui e le nostre telefonate eran diventate importanti

per me. Davanti ad un caffè che sta salendo pago e lui rilascia la ricevuta,

non ha chiamate dopo di me e si polleggia e gioca con Ulisse sul divano,

poi Ulisse si dirige davanti alla porta d'uscita e miagola come tutte le volte

che decise di andare a girovagare. Insieme lo vediamo correre giù dalle scale,

scherziamo sulla mia sfiducia e la sua professionalità, ora lui dovrebbe a quel

punto andarsene per ripassare tra un mese, ma invece accade tutt'altro.

Io inizio a strusciarlo e fare le fusa e lui non resiste e decide che da quel momento

si prenderà cura anche di me.

 

 

 

 
 
 

Melina

Post n°3 pubblicato il 25 Agosto 2012 da traccedipassione

Melina la conosco da circa 25 anni, io ero giovanissima

e lei una donna già grande e che ora ha compiuto 87 anni,

di lei conosco sorelle, figli e nipoti e molta della sua storia

e mi son sempre ritenuta fortunata ad averla come vicina di casa.

Poco dopo essere andata ad abitare vicino a lei ho iniziato

a stirare qualche camicia, ed aiutarla a pulire la casa, ci ho trascorso

molto tempo insieme ma praticamente da 9 mesi

trascorro molto del mio tempo con lei perchè i figli sono al lavoro,

i nipoti presi dalle loro storie e lei da sola per troppo tempo in casa

non ci può stare.

Melina mi ha sempre voluto bene, ha trattato i miei due figli come

fossero i suoi nipoti e ogni volta che ho avuto bisogno me la sono

sempre trovata a fianco. Per questo motivo ci sto male

quando vedo che inizia a perdere qualche colpo, ma come dice

lei che da un anno è diventata vedova non è facile vivere da soli

dopo 60 anni di matrimonio. Augusto se ne è andato mentre

stavano dormendo una mattina di fine luglio e quando risvegliandosi

lo chiamava e lui non rispondeva pensò si trattasse di una burla.

Ma Augusto non stava scherzando se ne era andato in punta di piedi

senza fare rumore.

Bussò alla mia porta con la stessa faccia che ha un bambino quando

sta per piangere e cerca di trattenersi, con un filo di voce mi disse

che Augusto se ne era andato e che non sapeva come dirlo ai figli

e desiderava lo facessi io. Finito il funerale disse ai figli che era assurdo

rinunciare alle vacanze, che il padre mai avrebbe voluto privarli di qualcosa

che li rendeva felici e che tantomeno non dovevano preoccuparsi perchè

con lei ci sarei stata io con la mia famiglia.

I primi mesi furono pieni di silenzi e sguardi nel vuoto, ma appena qualcuno

la veniva a trovare si faceva trovare forte e mentre li salutava dal balcone sorridendo

già cercava nella tasca del grembiule un fazzoletto per poi asciugarsi le lacrime.

Non lo so se figli e nipoti non lo hanno mai capito che fingesse,

forse pure loro fingevano di reagire come Augusto avrebbe voluto.

Una domenica pomeriggio però capitò una cosa strana, suo nipote

Filippo passò a salutarla e lei aprendo la porta, non solo non sorrise,

ma gli domandò chi fosse e lo invitò ad andasene perchè non avrebbe

comprato nulla. Seguirono due ore di angoscia, Melina non conosceva

più nessuno dei suoi, chiamava solo Sofia.

Per lei ero la sua vecchia amica,

la custode dei suoi segreti

e l'unica di cui si fidava,

ancora oggi io sono l'unica che Melina

non dimentica e sorrido quando mi chiede

la via dove abitiamo ma poi si ricorda tutte le strade

della sua amata Sicilia e che da oltre 45 anni non vede più.

In quella terra mi sono rimasti solo i ricordi della gioventù,

ma non ho più nessuno per poterci tornare mi ripete di continuo,

io l'ascolto e mi sono fatta un idea di dove abitava,

mi ha descritto posti, attimi e cose così bene

che mi sembra di averli visti e vissuti con lei

e lei questo lo sa bene.

Ancora sorrido quando penso al primo bacio casto che

si diedero Melina e Augusto, me lo raccontava a voce bassa

come se fosse chissà cosa, se entrava un figlio o nipote

smetteva di parlare e quando uscivano dalla stanza mi diceva

son cose personali. Rido quindi dii gusto quando certe volte

mi vede sul balcone con pochi vestiti addosso e finge di non

vedermi per poi dirmi appena vado da lei che devo smettere

di starmene nuda in terrazza.

 

 
 
 

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