Post n°7 pubblicato il 30 Agosto 2012 da traccedipassione
tra le braccia di ICS ero praticamente rinata, mi sentivo un po' come Biancaneve dopo esser stata baciata dal principe. In pochi attimi si era ri-acceso davanti a me un mondo che avevo direi dimenticato. Buffo da pensare se vogliamo, visto che con mio marito avevo spesso rapporti, ma non è la quantità delle sere che si fa all'amore ciò che conta purtroppo, forse anche la quanlità sola non è abbastanza se devo esser leale, mancava infatti tra noi un contorno che precedeva e seguiva i nostri incontri nel letto, era tutto così normale da sembrare persino scontato, molti gesti erano automatici come l'apertura di una porta davanti ad un sensore. Colpa mia, colpa sua, ma di certo colpa di entrambi nel non volerlo capire quando ancora si poteva salvare qualcosa di chi eravamo. Con l'arrivo di ICS non avrei più potuto essere la stessa, pur se fosse finito non sarei più stata chi conosceva. Certe volte mi sentivo pure in colpa quando rientrava stanco, mi dicevo non è giusto quel che fai e che dovevo troncare con ICS per salvare quel nulla che era rimasto. Ma poi vedevo ICS e di finirla non ci riuscivo affatto, gettavo le mie braccia al suo collo e lo stringevo forte baciandolo di continuo e per lungo tempo, ma star senza di lui proprio non ci riuscivo. ICS è stato tanto importante nella mia vita, è stato il mio salvavita oltre che amante, è colui che resta anche ora pur se siamo lontani parecchi chilometri, è colui che se lo sogno la notte ha il potere di farmi sorridere ed essere malinconica. mentirei dicendo che dopo ICS sono tornata una brava moglie, non è possibile tornare ad essere ciò che non si vorrebbe esser ad un certo punto stata mai, ma di certo nel mio cuore dopo ICS non c'è stato più lo stesso posto per altri, avevo imparato una lezione troppo grande per ripuntare del tutto il mio cuore in una storia e da allora ho solo creduto agli amori con la "a" minuscola.
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Post n°6 pubblicato il 30 Agosto 2012 da traccedipassione
Ci mise poco Melina a capire cosa stava accadendomi, e quando accennò a certe cose, la prima che pensai fu come mai me ne parlasse con tale sicurezza, visto che mi ero badata bene a non mostrarae mai nulla oltre le mura di casa mia. Aveva forse origliato? Impossibile, lei non era una così! Non aveva mai visto o sentito nulla di ambiguo, ma il mio esser raggiante da un po' di tempo era per lei l'unica risposta certa che avessi un altro e vedere che ogni tanto Sig. ICS passava a trovarmi non fece altro che darle la conferma di chi fosse il lui in questione. Per prima cosa mi domandò se sapessi cosa stavo facendo, poi mi fece un po' di paternata ricordandomi che ero non solo una moglie ma pure una madre. Rimasi impietrita. Non mi piaceva Melina mi giudicasse male e cercare di spiegare certe circostanze mi sembrava ingiusto perchè sarebbe apparso come un volermi giustificare colpevolizzando mio marito. Melina fece passare qualche settimana, vide che nel frattempo ero diventata più fredda e sfuggevole nei suoi riguardi, così mi invitò per un thè e decise di parlarmi apertamente di qualcosa che non sapevo. Mi fece sedere sul divano e avvicinò la poltrona dove era solita vedere la tivù, abbassò la voce così tanto che per capirla era una vera impresa e di certo vi assicuro che mai avrei immaginato cosa volesse raccontarmi. "Sai, quando sono arrivata al nord, mio marito lavorava molto e i figli richiedevano molte attenzioni, stavo tutto il giorno con loro, ma la persona grande, adulta era sola, solissima. I miei eran giù, lui sempre assente o stanco come un mulo. Spesso dopo aver messo a letto i bimbi piangevo come una bambinetta e piano piano iniziai a pensare che con Augusto c'era rimasto ben poco da fare, tranne che crescere i nostri ragazzi. Ho pianto anni mentre lo attendevo e appena rientrava lo vedevo buttarsi sfinito sul letto. Le carezze e i baci eran sempre meno, il desiderio sembrava essersi spento del tutto. Un giorno però venne a vivere al piano di sopra un maestro di latino, aveva quasi 10 anni più di me ed era rimasto celibe per stare vicino alla mamma e accudirla al meglio. Poi la madre lo lasciò e lui chiese così il trasferimento al nord. Lo ottenne dopo qualche anno. Pure lui era siciliano, quindi fu per entrambi facile scambiare sulle scale qualche parola. Con il tempo si prestò ad aiutare i miei figli nei compiti e spesso suonava la nostra porta per avvisare che potevano da lì a poco salire. Dai oggi, dai domani, quella persona diventò ai miei occhi importante, il solo chiedermi come stavo mi sembrava qualcosa di meraviglioso. Passavo i giorni a dirmi che mi ero solo infatuata, invaghita, che ero una stupida e via dicendo, ma visto che la paglia vicino al fiammifero prende fuoco, lo evitavo come la peste. Fu proprio per questo che una sera, appena terminato Carosello suonò alla porta e mi domandò di entrare perchè voleva parlarmi. Pensai si trattasse dei mie figli, ma invece Vincenzo mi domandò cosa mi fosse accaduto e sottolinenado che mi vedevada tempo un po' ero strana. Provai a cercare mille scuse. Fui pure convinta le avesse bevute tutte, invece davanti alla porta di casa mi baciò con una passione che mai avevo provato con il mio Augusto.
Non ci potevo credere ........ pure Melina aveva avuto l'amante, tradito Augusto, il suo amatissimo Augusto!!! "non è tradire mia cara Sofy, è solo cercare di sopravvivere, ma ciò non toglie che è qualcosa di sbagliato ma irrinunciabile" non lo so se aveva ragione Melina, ma di certo un po' quel che diceva lo sentivo dolorosamente vero.
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Post n°5 pubblicato il 29 Agosto 2012 da traccedipassione
Non mi erano mai piaciuti gli uomini più giovani di me, quelli senza capelli e con qualche chilo di troppo. MR. ICS era esattamente invece così, eppure mi piaceva da impazzire. Dentro al suo sguardo mi perdevo e l'odore della sua pelle mi faceva perdere il contatto con la realtà, la mia realtà ..... quella di donna sposata e moglie. Condividavamo ogni cosa, fare le cose insieme era incredibilmente favoloso, sentivamo di essere il tutto e il nulla insieme e specialmente non ci siamo mai promessi o ripromessi niente. Prendavamo dalla nostra storia quel che veniva, non pretendavam nulla in cambio e ogni cosa fatta insieme ci appagava così tanto da non riuscire a pensare che altri avrebbero preso l'uno il posto dell'altro. Poi lui dovette trasferirsi per lavoro e i nostri incontri diventarono sempre più radi, nonostante questo tra noi v'era una sorta di magia mescolata ad un brivido e niente e nessuno che ci circondava riusciva a farci dimenticare, dividere. La prima volta che ci trovammo a sco......., dire fare all'amore direi che è troppo, ricordo come allora la sua presa e mi colpì il suo relazionarsi come se fossimo due animali, nessun tabù, nessun dubbio, solo la voglia di essere nostri e certi che avremmo dato il meglio di noi e così è stato. |
Post n°4 pubblicato il 28 Agosto 2012 da traccedipassione
Dopo tanti anni di matrimonio, impossibile asserire di non aver mai avuto crisi. Molte combattute a denti stretti, a muso duro e stomaco spappolato, altre lasciate scivolare perchè era impossibile fare altro. Poi l'amore diventa affetto, la passione si spegne e in quel vuoto ecco che si è sentimentalmente siamo e di esponiamo al pericolo di nuovi amori, infatuazioni. Una mattina come tante mi alzo e inizio a resettare casa, passo a salutare Melina e rientrando trovo il mio gatto che sta male davanti allo zerbino di casa. Chiamo il veterinario con urgenza, ma è in ferie e la segreteria invita a rivolgersi ad un collega. Arriva mezz'ora dopo la mia chiamata, dopo aver visitato Ulisse mi parla di avvelenamento e premette che serve qualche ora per capire se riuscirà a superare la cosa. Entro in panico e non riesco ad essere fiduciosa. Dopo 8 ore invece Ulisse è ancora vivo e posso sperare c'è solo un problema per qulache giorno dovrà fare delle punture e io non posso portarlo dal veterinario perchè la macchina la sta usando mio marito per andare al lavoro. Non ho nemmeno tanti soldi a disposizione per fare venire il veterinario a casa ogni giorno e non posso nemmeno attendere che torni il mio dalle ferie. Parlo chiara con "Dott. ICS" e mi seto dire "me le darai come puoi" e così accetto e ICS ogni giorno passa sa casa per la terapia. Ulisse è vivo ma messo male, inizio a temere sopravviva e quando lo vedo rialzarsi sono strafelice e guardo l'amico di Ulisse quasi come se fosse un Dio. ICS mi chiama durante il giorno più volte per sapere come procede la situazione, mi rincuora ed è senpre più piacevole sentirci, perchè più Ulisse si riprende, più le nostre telefonate son serene e diventano fluide. Ulisse oramai è tornato come un tempo, non c'è più bisogno del veterinario, restiamo daccordo che lo salderò in due tempi, ma le nostre chiamate mi accorgo che mi mancano, così una mattina lascio messaggio in segreteria dove dico "mi sembra strano non sentirti più e così ti ho telefonato per dirti solo ciao" Non sono una bimbetta, so bene che non avrei dovuto farlo e così quando suona e mi dice che è passato a salutarmi perchè era in zona non mi è difficile capire che entrambi abbiamo fatto un passo per venirci incontro e che da lì a poco il rischio accada qualcosa tra noi è alto. Ics non è stupido, non mi cerca più dopo il caffè, io non lo chiamo per dirgli "mi manchi" tanto lui lo sa, deve solo passare una settimana e ci rivedremo per il saldo deil suo compenso. Pur se voglio fare la brava, penso che appena arriverà devo farmi trovare con i soldi pronti, perchè mai vorrei lui credesse che il mio gesto è stato fatto per sondare se è possibile con lui pagare in natura. L'ho cercato infatti perché mi piace davvero lui e le nostre telefonate eran diventate importanti per me. Davanti ad un caffè che sta salendo pago e lui rilascia la ricevuta, non ha chiamate dopo di me e si polleggia e gioca con Ulisse sul divano, poi Ulisse si dirige davanti alla porta d'uscita e miagola come tutte le volte che decise di andare a girovagare. Insieme lo vediamo correre giù dalle scale, scherziamo sulla mia sfiducia e la sua professionalità, ora lui dovrebbe a quel punto andarsene per ripassare tra un mese, ma invece accade tutt'altro. Io inizio a strusciarlo e fare le fusa e lui non resiste e decide che da quel momento si prenderà cura anche di me.
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Post n°3 pubblicato il 25 Agosto 2012 da traccedipassione
Melina la conosco da circa 25 anni, io ero giovanissima e lei una donna già grande e che ora ha compiuto 87 anni, di lei conosco sorelle, figli e nipoti e molta della sua storia e mi son sempre ritenuta fortunata ad averla come vicina di casa. Poco dopo essere andata ad abitare vicino a lei ho iniziato a stirare qualche camicia, ed aiutarla a pulire la casa, ci ho trascorso molto tempo insieme ma praticamente da 9 mesi trascorro molto del mio tempo con lei perchè i figli sono al lavoro, i nipoti presi dalle loro storie e lei da sola per troppo tempo in casa non ci può stare. Melina mi ha sempre voluto bene, ha trattato i miei due figli come fossero i suoi nipoti e ogni volta che ho avuto bisogno me la sono sempre trovata a fianco. Per questo motivo ci sto male quando vedo che inizia a perdere qualche colpo, ma come dice lei che da un anno è diventata vedova non è facile vivere da soli dopo 60 anni di matrimonio. Augusto se ne è andato mentre stavano dormendo una mattina di fine luglio e quando risvegliandosi lo chiamava e lui non rispondeva pensò si trattasse di una burla. Ma Augusto non stava scherzando se ne era andato in punta di piedi senza fare rumore. Bussò alla mia porta con la stessa faccia che ha un bambino quando sta per piangere e cerca di trattenersi, con un filo di voce mi disse che Augusto se ne era andato e che non sapeva come dirlo ai figli e desiderava lo facessi io. Finito il funerale disse ai figli che era assurdo rinunciare alle vacanze, che il padre mai avrebbe voluto privarli di qualcosa che li rendeva felici e che tantomeno non dovevano preoccuparsi perchè con lei ci sarei stata io con la mia famiglia. I primi mesi furono pieni di silenzi e sguardi nel vuoto, ma appena qualcuno la veniva a trovare si faceva trovare forte e mentre li salutava dal balcone sorridendo già cercava nella tasca del grembiule un fazzoletto per poi asciugarsi le lacrime. Non lo so se figli e nipoti non lo hanno mai capito che fingesse, forse pure loro fingevano di reagire come Augusto avrebbe voluto. Una domenica pomeriggio però capitò una cosa strana, suo nipote Filippo passò a salutarla e lei aprendo la porta, non solo non sorrise, ma gli domandò chi fosse e lo invitò ad andasene perchè non avrebbe comprato nulla. Seguirono due ore di angoscia, Melina non conosceva più nessuno dei suoi, chiamava solo Sofia. Per lei ero la sua vecchia amica, la custode dei suoi segreti e l'unica di cui si fidava, ancora oggi io sono l'unica che Melina non dimentica e sorrido quando mi chiede la via dove abitiamo ma poi si ricorda tutte le strade della sua amata Sicilia e che da oltre 45 anni non vede più. In quella terra mi sono rimasti solo i ricordi della gioventù, ma non ho più nessuno per poterci tornare mi ripete di continuo, io l'ascolto e mi sono fatta un idea di dove abitava, mi ha descritto posti, attimi e cose così bene che mi sembra di averli visti e vissuti con lei e lei questo lo sa bene. Ancora sorrido quando penso al primo bacio casto che si diedero Melina e Augusto, me lo raccontava a voce bassa come se fosse chissà cosa, se entrava un figlio o nipote smetteva di parlare e quando uscivano dalla stanza mi diceva son cose personali. Rido quindi dii gusto quando certe volte mi vede sul balcone con pochi vestiti addosso e finge di non vedermi per poi dirmi appena vado da lei che devo smettere di starmene nuda in terrazza.
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Inviato da: il_gatto_soriano
il 28/10/2012 alle 22:11
Inviato da: just_for
il 14/09/2012 alle 00:16
Inviato da: gattaselvatyka
il 12/09/2012 alle 18:27
Inviato da: BugiHardA
il 10/09/2012 alle 10:23
Inviato da: il_gatto_soriano
il 06/09/2012 alle 18:41