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Post N° 50

Post n°50 pubblicato il 24 Maggio 2005 da Papermoon68
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Papermoon

"Papermoon" significa "luna di carta"...
Ho subito dai miei amici virtuali e non, i più tremendi e simpatici diminutivi che vanno dal Paperella al Paperonzola, ma Papermoon significa luna di carta...
Ho iniziato a scrivere su Digiland nel forum e ho iniziato presentando questo nick, che avevo scelto non a caso.
Oggi scrivo il messaggio n°50 (quello che doveva essere significativo) e oggi vi ripresento questa Luna di carta.
Avevo detto che volevo fare la luna... volevo fare la luna di carta in un teatrino di cartone, nel teatrino di cartone che è questo mondo virtuale, in cui tutti si scelgono un personaggio o un ruolo.
Io volevo fare la luna...

C'era una volta una notte di luna piena, stellata e limpida.
Il chiarore illuminava il profilo delle montagne e la sagoma di un viandante che trascinava il suo cammino. Procedeva stanco ed annoiato, nella speranza di trovare un po' d'acqua che gli togliesse l'arsura dalle labbra e la fatica dal viso.
Il chiarore illuminò per lui la sagoma di un pozzo e questi si avvicinò ansioso di bere, ma appena si affacciò vide sul fondo, scintillante sull'acqua, il riflesso della luna. Quel cerchio perfetto colore di perla gli sembrò la cosa più bella che aveva mai visto, cos'era? Era reale?... La voleva toccare.
Calò il secchio e la prese. Veniva su dal fondo del pozzo, piano piano.
Allungò la mano... la toccò... c'era l'acqua ma lei dov'era?
"E' sparita la luna... ma è qui, mi bagno le mani ma non la riesco a toccare... luna lasciati sfiorare!".
Con commozione lo diceva e le parlava... la coccolava. Le parole uscivano sincere mentre in cielo la luna stava a guardare.
Dapprima diffidente si chiedeva che cosa volesse quel viandante, giocava col suo riflesso? Perchè le parlava?
Poi però lo stette ad ascoltare: erano suoni dolci, parole antiche che aveva dimenticato.
Lo chiamò:" E' il mio riflesso, non puoi afferrarlo".
Lui si voltò verso il cielo stupito: "Perchè non posso? Si può quello che si vuole".
"E' il mio riflesso, io sono qui... in alto... lontana da te".
"Allora scendi, vieni da me bellissima luna, fai una magia... fatti piccola tra le mie braccia e lasciati amare".
"Non posso scendere, non posso fare magie, voi uomini solo le sapete fare e trasformare le lacrime in riso, il dolore in amore".
Triste allora si girò il viandante.
"E' la natura delle cose, cerca di capire..."disse la luna, ma lui non le rispose.
"Se non mi parli mi fai soffrire" triste la luna.
"Soffri" rispose il viandante e rovesciò il secchio.
Non c'era più riflesso, non c'era più chiarore. Da dietro le montagne si udì un forte tuono e immediatamente nuvole nere oscurarono il cielo e la luna sparì. Il temporale si scatenò fulmineo mentre lacrime cadevano sul fondo nero del pozzo.
Al mattino tornò il sereno, il viandante ancora umido uscì dal suo riparo, alzò lo sguardo al cielo e con un sospiro proseguì il suo cammino.

Che dite? Che forse anche la vita è un teatrino di cartone? ...Forse.

 
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