Tra parentesi

Musica maestro!

Ho sempre pensato che nella mia vita mancasse la musica…
Sin da ragazzina non sono mai stata un’accanita fruitrice di musica, di nessun genere, e se seguivo le vicende di qualche gruppo era solo perché magari c’era un belloccio di turno che faceva sospirare le quindicenni. Non che non mi piacesse ascoltare musica, ma mi sembrava di avere sempre qualcos’altro da fare di più importante, per cui l’ascolto si limitava a qualche canzone o a qualche album solo perchè si legava a un qualcosa.
Niente musica fine a se stessa dunque, solo un veicolo per conciliare il ricordo o l’emozione, ma d’altronde a che serve la musica se non a suscitare e dar sfogo ad emozioni?
Erano melodie che mi facevano pensare a momenti belli o brutti, canzoni che associavo a luoghi o persone… ricordo quando feci un viaggio in America ed andava di moda la Macarena… mi rimase impressa e imparai perfino a ballarla… chissà chi se ne ricorda più ormai…
Mi sono giocata anche delle belle canzoni con questo meccanismo dei ricordi, perché se il ricordo non è piacevole, il riascolto diventa spesso una sofferenza.
Quante sono state quindi le canzoni della mia vita? Non moltissime…
Mi rivedo piccolina quando mio papà mi cantava "C’era una volta un castello incantato…" e sarà da lì che è incominciata la mia propensione verso principi e principesse!
Poi sono passata da una diabetica "Miele", di non so più nemmeno chi, ad una bellissima "Samarcanda", che mi accompagnerà sempre, attraverso le lacrime adolescenziali versate con "Save a prayer" dei Duran Duran e i batticuori di tutte le canzoni di Fiorella Mannoia e di Whitney Houston, ragionando sulla mia vita con "The logical song" e imparando a non ragionarci troppo con "Io non so parlar d’amore"…
Non c’è stata molta musica nella mia vita e oggi mi manca. Soprattutto quando, come ora, me ne sto sola, in silenzio, ad ascoltare la melodia di un sax che suona verso mezzanotte.