Era una notte buia e tempestosa…
…E il vento soffiava impetuoso fra le case, facendo stridere sinistramente le imposte delle finestre e la pioggia sui vetri impediva la vista dei lampioni, che fiochi non illuminavano più la strada, mentre nel cielo fulmini e saette rischiaravano il nero più assoluto. E da lontano si sentivano i lupi ululare…
Ehm… lupi in liguria?! No, forse mi sono lasciata prendere un po’ la mano… facciamola più semplice: pioveva.
Eh si l’altra sera pioveva e chissà perché mi ha preso quella sorta di imprescindibile malinconia, tipica delle over 35 sovrappeso con le pantofole fatte a cagnolino, che ti sconcerta e ti abbatte se non vi trovi subito un rimedio.
Siccome non avevo in casa né psicofarmaci né biscotti al cioccolato, decisi di entrare in chat. Una chat notturna…wow… questo si chiama andare fuori dagli schemi, nuotare contro corrente, uscire dalla routine quotidiana… insomma non aver di meglio da fare!
In realtà questo non è del tutto vero, poiché da fare ( intendendo da lavorare) ne avevo eccome e se poi avessi improbabilmente finito di fare le cose che dovevo fare, mi sarei potuta dedicare ad attività ricreative quali stirare o lavare qualcosa, ma ricordandomi di essere malata, come altri due o tre milioni di persone di internet addiction (n.d.r. dipendenza da internet) mi feci forte di questa scusante e accesi il pc.
L’esperienza di chattare di notte era ormai lontana nella mia memoria. L’ultima volta fu quando ebbi la rosolia, il che non vuol dire decenni fa, ma diciamo un paio d’anni (embè?! io l’ho presa a 35 anni …e allora?!) . Ricordo delle belle serate, calde e divertenti ( calde inevitabilmente visto che avevo la febbre a 38,5 di media e forse era per quello che non riuscivo a dormire); all’epoca conobbi un chatter notturno come me di Napoli, che fu così gentile da tenermi compagnia fino a quando la Tachipirina non incominciava a farmi effetto ed io sprofondavo nell’oblio assoluto addormentandomi come un ghiro.
Come ho trovato oggi la chat notturna? Be’ sostanzialmente come quella diurna, forse c’è qualcuno in più che ti chiede se ti piace farti leccare i piedi (mah!?) ma nella massa ci sono anche persone normali. Oddio "normali" a dire il vero è dir troppo.
Quanto è definibile "normale" una persona che chatta invece di dormire?!
Alzi la mano chi però non subisce questo fascino: la comunicazione immediata, facile… l’attenzione di qualcuno.
Ecco, questo voleva essere il punto del post di oggi: avere l’attenzione di qualcuno ci gratifica, che poi sia un’attenzione virtuale o reale in certi momenti poco importa, ma di sicuro è una sensazione importante ed è il motivo per cui tanti sono qui a scrivere in questa scatola.