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Un blog creato da SunnySmiling il 13/10/2006

Travelling Miles

Percorsi, Cammini & Sentieri

 
 

IL TUO SORRISO

P. Neruda

Toglimi il pane, se vuoi,
toglimi l' aria, ma
non togliermi il tuo sorriso.

Non togliermi la rosa,
la lancia che sgrani,
l' acqua che d' improvviso
scoppia nella tua gioia,
la repentina onda
d' argento che ti nasce.

Dura è la mia lotta e torno
con gli occhi stanchi,
a volte, d' aver visto
la terra che non cambia,
ma entrando il tuo sorriso
sale al cielo cercandomi
ed apre per me tutte
le porte della vita.

Amor mio, nell' ora
più oscura sgrana
il tuo sorriso, e se d' improvviso
vedi che il mio sangue macchia
le pietre della strada,
ridi, perchè il tuo riso
sarà per le mie mani
come una spada fresca.

Vicino al mare, d' autunno,
il tuo riso deve innalzare
la sua cascata di spuma,
e in primavera, amore,
voglio il tuo riso come
il fiore che attendevo,
il fiore azzurro, la rosa
della mia patria sonora.

Riditela della notte,
del giorno, delle strade
contorte dell' isola,
riditela di questo rozzo
ragazzo che ti ama,
ma quando apro gli occhi
e quando li richiudo,
quando i miei passi vanno,
quando tornano i miei passi,
negami il pane, l' aria,
la luce, la primavera,
ma il tuo sorriso mai,
perchè io ne morrei
.

 

...E ALTRI...

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« cicliandare e venire... »

Vvvvvoooooomm...

Post n°52 pubblicato il 03 Maggio 2007 da SunnySmiling

Ieri, per la prima volta in vita mia, ho preso in mano un arco e con quello ho fatto vibrare la mia prima corda...

Non pensavo che potesse ancora emozionarmi cosi', il rendermi conto della qualita' e della quantita' di diversi suoni che potenzialmente posso produrre.

immagine

Ho cominciato col prendere in mano lo strumento, appoggiarlo a terra e pizzicarne le corde, come sono abituata a fare... Sono rimasta per un po' assorbita in quell'esplorazione, applicando schemi conosciuti a una realta' inverso piuttosto diversa... ma trasmetteva sicurezza...

Saggiavo la differenza di consistenza delle corde, la diversa apertura della mano sinistra per muoversi sulla tastiera, il timbro piu' asciutto che assumeva il suono, risuonando in quel modo, attraverso quel particolare tipo di legno...

Somiglianze e differenze.

Poi B. mi ha invitata a prendere in mano l'archetto.

All'inizio ero tesa e contratta, temevo di non riuscire a tenere sollevato l'archetto per il suo peso e pensavo alla posizione delle dita sui crini; l'ho su una corda, una di quelle spesse, e, facendo pressione, ho cominciato a tirarlo lentamente verso sinistra

Ccrcrgrrrrrc-tss-ccrrrrccggrg...g-g-ggg

...EHM....!!!! 

Che GRATTATA!!! :D :D l'arco non scivolava, inciampava e saltellava. Ho interrotto lo scempio e sono scoppiata a ridere!

B. e' allora intervenuta, prendendo la mia mano con l'archetto stretto, sciogliendo la tensione della presa (che ora era piu' morbida e naturale) e facendomi sentire con quanta pressione dovevo appoggiarla sulla corda.

Dalla mia mano ha fatto uscire un suono breve, intenso, e pieno.

Sorpresa da questa novita' sonora, mi sono interrotta per un istante. L'ho guarda, e ho sorriso illuminata.

Quindi ho riprovato da sola.
Dopo un attacco incerto ho rilassato la mano e trascinato l'archetto dalla base sino all'estremita' opposta lungo la corda...

cccrrrg-vvvvvoooooooooooooooooooooom......

... mamma mia che bel suono... che bello produrre quel suono... che bello utilizzare una tecnica mai usata prima per crearlo... io...

Scusate, non vuole essere egocentrismo; e' stato davvero emozionante scoprire quanti modi posso avere a disposizione per produrre suoni;
e per produrne di cosi' diversi...

Ognuno espressione di me...

Perche' ovviamente il mio suono non era come quello di B.

Era piu' incerto, aveva un altro timbro, un altra sostanza...

E poi, pur essendo il primo, era gia' il prodotto di esperienze passate: delle note lunghe che tante volte ho sentito fare a nicolo' sul suo violino; dei movimenti che tante volte ho visto compiere in orchestra; dei suoni che avevo nell'orecchio in quel momento, dopo aver ascoltato la mia amica suonare... a tutto questo, piu' o meno attentamente, pensavo nel tentativo di produrre il mio suono...

un suono che riproduceva queste piccole cornici della mia storia e rifletteva le mie odierne tensioni;
un suono che rispecchiava qualcosa del mio passato di musicista su altri strumenti, e la mia inesperienza su quelli ad arco;
un suono in cui cercavo profondita' e stabilita', e questo vi ho trovato...

Che bello essere in quel suono...

 
 
 
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