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" La fantascienza come Star Trek non è solo un buon divertimento, ma assolve anche uno scopo serio, che è quello di espandere la immaginazione umana. Non siamo ancora in grado di arrivare là dove nessuno è mai giunto prima, ma almeno possiamo farlo mentalmente... La fantascienza di oggi è spesso la scienza di domani. La fisica di Star Trek merita certamente di essere investigata. Limitare la nostra attenzione a questioni terrestri equivarrebbe a fissare dei confini allo spirito umano". (Stephen Hawking)
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I limiti attuali impostici non consistono solo in quello che ci viene dal mondo scientifico. La comunità scientifica ha infatti sempre osteggiato la possibilità che esseri provenienti da un altro pianeta extra-solare possano superare le distanze interstellari per raggiungerci. E perché? La motivazione ufficiale è che essi non disporrebbero della tecnologia necessaria per raggiungerci.
Consideriamo adesso un fattore, ovvero il fatto che se sono riusciti ad arrivare fin qui sicuramente dovrebbero anche aver trovato la tecnologia necessaria, e certo migliore della nostra, per poter percorrere le distanze del cosmo.
La fantascienza ci ha abituati spesso, come ad esempio nei film di "Star Trek", a sentire parlare di effetti di distorsione spazio-temporale o "warp drive", collegati alla possibilità di percorrere immense distanze nell'universo.
Oggi recentissime teorie ci dicono che quello che noi credevamo incredibile o impossibile è invece realtà, realtà non però per i nostri giorni ma per un futuro che ancora si deve schiudere.
Con tale argomento vogliamo anche pensare che sia realmente possibile da parte di altre specie non terrestri poter viaggiare nelle immensità del cosmo con un tempo di tragitto estremamente breve.
Alla luce di recenti ricerche possiamo oggi finalmente affermare che è possibile, in via del tutto teorica, compiere viaggi attraverso lo spazio-tempo, aggirando quelle che sono le leggi conosciute della fisica.
Il sostanziale deficit alla nostra teoria è dato dall'impossibilità attuale di costruire un apparecchio in grado di distorcere il tessuto stesso dello spazio-tempo, ma nulla impedisce che ciò possa avvenire una volta acquisita la tecnologia necessaria.
Curioso a dirsi, noi viviamo già in una distorsione spazio-temporale e tale distorsione è causata dalla massa del nostro pianeta.
Secondo la fisica classica un qualsiasi oggetto avente massa esercita un'attrazione gravitazionale ed è soggetto dunque ad attrazione gravitazionale. Tale forza (nella teoria della relatività generale) viene espressa e descritta come un curvatura del "continuum" spazio-temporale.
La relativamente grande massa che il nostro pianeta possiede provoca la formazione di quella che viene definita nella terminologia scientifica "buca gravitometrica". Tutto ciò che si trova all'interno e intorno ad essa tende a precipitare verso il suo centro ed è per questo motivo che se lanciamo un qualunque oggetto in aria questo ricade a terra e noi interpretiamo tale fenomeno come attrazione.
Dalla relatività generale possiamo evidenziare anche che una massa in rotazione nello spazio-tempo provoca nello stesso delle onde o frastagliature e queste, propagandosi, provocano delle alterazioni spazio-temporali locali.
Le interazioni si intensificheranno all'aumentare della massa, della densità e delle dimensioni. Risulterebbe quindi più semplice alterare la trama spazio-temporale se riuscissimo ad avere "oggetti" super-massivi ed in rotazione.
Alterazioni così create potrebbero portare a possibili viaggi spazio-temporali e a spostamenti superluminali: l'EDST (Effetto Distorsione Spazio-Temporale).
Negli anni Trenta un ricercatore che aveva oramai raggiunto la fama mondiale, Albert Einstein, si dedicò durante le sue ricerche al fenomeno della distorsione dello spazio-tempo. Da tali ricerche vennero definiti degli oggetti con struttura a cunicolo, molto particolari e che presero il nome di "ponti di Einstein-Rosen" o "wormholes". Questi "ponti" diventarono la base per tutte le future ricerche sui sistemi di propulsione a distorsione.
Oggi, nel Duemila, cerchiamo ancora una fonte di combustibile che ci possa permettere di spostarci con una certa autonomia nello spazio aspettando che una tecnologia sofisticata ci permetta di realizzare i primi velivoli che sfruttino la propulsione esposta nella nostra ricerca.
Lo stato attuale delle nostre tecnologie ci impedisce "categoricamente" il viaggio interstellare e sappiamo altrettanto bene dalla cronaca che i viaggi interplanetari, ovvero all'interno del nostro sistema solare, presentano continui problemi. Basti vedere la quantità di sonde automatizzate inviate in questi ultimi anni sul "pianeta rosso" e quante di queste hanno funzionato.
Da ciò potremmo desumere che non esistono quindi possibilità per i viaggi interstellari.
Ed è sbagliato!!
L'idea che molti scienziati hanno proposto, e che la saga di quel grande uomo dotato di lungimiranza quale è Gene Roddenberry ne ha fatto la sua prerogativa, si basa su di una nuova concezione del volo spaziale.
L'idea è quella di non , come è stato fatto fino ad oggi, un sistema di propulsione convenzionale basato cioè sul principio di azione-reazione postulato da Newton, ma un sistema di propulsione che sfrutti una tecnologia ancora a noi ignota, ma che potrà in un futuro diventare realtà: la distorsione spazio-temporale.
Come affermato in precedenza la teoria della relatività ci insegna che niente può superare la velocità della luce, ma dobbiamo precisare che nulla può viaggiare localmente più veloce della luce.
Ciò significa che niente può viaggiare più velocemente in riferimento a marcatori locali di distanze. Con marcatori di distanze vogliamo identificare osservatori immobili che assistono ad un fenomeno.
Nel momento in cui andiamo a curvare lo spazio-tempo, questi marcatori di distanze locali non funzionano necessariamente a livello globale.
Se è possibile modificare il "continuum", gli oggetti che sono in moto a velocità localmente anche molto basse potrebbero in teoria, e in conseguenza di una espansione e di una dilatazione dello spazio-tempo, percorrere distanze immense in piccoli intervalli di tempo.
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