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Cosa hai trovato nell’uovo pasquale? l’IMU!

Post n°305 pubblicato il 04 Aprile 2012 da ulisse2008v
 
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Cosa hai trovato nell’uovo pasquale? l’IMU!

Uovo di Pasqua con relativa sorpresa per milioni di famiglie italiane proprietarie di uno o più immobili: il pagamento dell’acconto dell’Imu (imposta che sostituisce da quest’anno l’Ici), in calendario il prossimo 18 giugno, verrà calcolato prendendo a riferimento le aliquote base decise dal governo col decreto “Salva Italia” (il 4 per mille per la prima casa, il 7,6 per mille per gli ulteriori immobili), mentre gli aumenti o le eventuali riduzioni che la nuova legislazione prevede possano essere applicati dai singoli Comuni (il 2 per mille in più o in meno per le prime case, il 3 per mille per le seconde case) verranno applicati a conguaglio sul saldo di dicembre, che dunque rischia di essere un’autentica mazzata.

Con un emendamento al decreto fiscale affidato ai relatori, il governo ha cercato così di fare chiarezza sui versamenti dopo l’allarme lanciato nelle scorse settimane dai Caf, i centri di assistenza fiscale. Ma potrebbe non essere finita qui, visto che il testo presentato in Senato prevede anche un’altra novità. Il governo si è infatti riservato la possibilità di rimettere nuovamente mano ad aliquote e detrazioni a luglio, una volta verificata l’entità del gettito della prima rata (l’obiettivo è di centrare in ogni modo il gettito previsto di 21,8 miliardi, vale a dire 11 in più dello scorso anno).

Insomma, se il prelievo non dovesse svuotare abbastanza le tasche degli italiani entro l’estate, ci sarà sempre tempo per ripulirle per bene prima dell’inverno, ma alla fine il conto dovrà tornare e agli italiani mediamente la casa costerà quest’anno il doppio in tasse rispetto all’anno passato.

Ma quanto si vedranno sfilare di tasca gli italiani a giugno? Si pagherà la metà della somma ottenuta applicando le aliquote base prima ricordate alla rendita catastale dell’abitazione (prima o seconda che sia, moltiplicata per 100). Dalla cifra così ottenuta per la sola prima casa vanno detratti 200 euro (detrazione che si incrementa di 50 euro per ciascun figlio residente di età non superiore a 26 anni, fino a un  massimo di 200 euro ulteriori). A dicembre sulla stessa base imponibile sarà rifatto il calcolo applicando le aliquote definitive (che in molti casi saranno più elevate del 2 o 3 per mille, come detto sopra) e dalla cifra totale così calcolata sarà detratto quanto già pagato con l’acconto.

Visto che l’acconto a quel punto dovrebbe risultare inferiore al 50% del totale dovuto, il saldo sarà un po’ più pesante di quanto già sborsato a giugno, ma quanto? Dipende naturalmente dalla vostra rendita catastale, dal fatto che abbiate solo un’abitazione principale o più seconde case e da quanto deciderà il comune nel cui territorio sono localizzati gli immobili.

Facciamo un esempio: un immobile di circa 100 metri quadrati, categoria A/3 (abitazione di tipo economico), adibito a prima abitazione, equivale mediamente a una rendita catastale (già rivalutata del 60% rispetto all’anno passato, secondo le ultime novità introdotte a inizio anno) di circa 1.600 euro, che moltiplicato 100 porta a circa 160 mila euro di valore catastale dell’immobile.

Su tale valore si applica il 4 per mille, ossia circa 640 euro, si sottraggono i 200 euro e gli eventuali 50 euro per ogni figlio residente (poniamo ne abbiate uno, la detrazione sale a 250 euro), arrivando a un importo dovuto di 390 euro, di cui la metà (195 euro) è da versare a giugno. Se il vostro comune non diminuirà né aumenterà l’Imu con le proprie addizionali e se il governo non ritoccherà le aliquote a dicembre pagherete la differenza tra quanto dovuto al netto delle detrazioni (390 euro) e quanto già pagato e dunque altri 195 euro.

Siccome però è probabile che il vostro comune aumenti del 2 per mille l’aliquota, il prelievo sale a 960 euro, che al netto delle detrazioni diventano 710 euro: avendone voi già versati 195 a titolo di acconto andrete a pagare a dicembre i restanti 515 euro a saldo, con tanti auguri di buon Natale e felice anno nuovo.

Per le seconde case i calcoli salgono ulteriormente e sullo stesso immobile dovrete calcolare 1216 euro di tasse (cui non potrete detrarre i 250 euro, dato che quelli li avete già detratti per la prima casa), di cui metà (608 euro) sarà versata come acconto. Anche in questo caso se poi il vostro comune aumenterà del 3 per mille l’aliquota portandola al 10,6 per mille a dicembre il calcolo salirà a 1446 euro di imposte, che al netto dei 608 euro già versati vi porterà a dover versare a saldo altri 838 euro. Soldi che non potranno essere, evidentemente, utilizzati dagli italiani per viaggi e regali, il che dovrebbe far capire perché sia soprattutto Confcommercio a temere il peggio e a chiedere di utilizzare almeno parte dei proventi dell’Imu a sostegno del settore commerciale.

Per il momento, Buona Pasqua a tutti!!

 

 
 
 
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