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L'ENIGMA DEL VOLTO DI CRISTO
POST RILEVANTI - NEL REGNO DEL SAPORE
POST IN EVIDENZA - 14.01.2011
POST IN EVIDENZA - 18.03.2011
SIGNORA A CHI ???
Parlo di “Sua Eccellenza” Andrea De Martino, Prefetto di Napoli. Con poche parole il funzionario si è conquistato un posto di rilievo nella galleria degli orrori di questa affaticata Italia. La sua performance di qualche giorno fa, immortalata in un video di un paio di minuti, è finita giustamente su web suscitando proteste e commenti indignati: «Come signora? Lo sa di chi sta parlando? È un Prefetto, lei deve portare rispetto per l’istituzione! Lei chiamerebbe mai “signore” un sindaco? Dov’è il rispetto per le istituzioni?... » e via una sequela di proteste e di accuse ai danni del malcapitato sacerdote che aveva “osato” chiamare il Prefetto di Caserta semplicemente Signora.
Gentile Signora Pagano, Prefetto di Caserta, faccia sentire la sua voce, faccia sapere ai suoi cittadini che è una Signora…
Signora Cancellieri, lei che è Ministro dell’Interno, rinnovi il valore dell’alto profilo assegnato ai Prefetti ed al Ministero a cui è a capo ed inviti i suoi colleghi ad un sempre più attuale, dinamico e trasparente rapporto tra Stato e cittadini.
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Post n°392 pubblicato il 27 Ottobre 2012 da ulisse2008v
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Post n°386 pubblicato il 10 Ottobre 2012 da ulisse2008v
Buongiorno a tutti! Ci sono alcune parole che bisognerebbe inventare, perché quelle comunemente utilizzate non esprimono esattamente il concetto desiderato. Uno di questi "termini mancanti" è solitamente sostituito da "invidia". L'invidia in senso proprio è il desiderio morboso di possedere ciò che qualcun altro possiede (denaro, successo, amore, intelligenza), al punto di augurarsi che l'''avversario'' subisca qualche disgrazia, come in una vendetta contro il destino per essere stato prodigo con lui. Si tratta dunque di un sentimento veramente negativo. Ma esiste anche un altro tipo di invidia (che non dovrebbe portare questo nome): se, per esempio, in un gruppo di colleghi "alla pari" qualcuno raggiunge un obiettivo che ci piacerebbe aver raggiunto di persona, è inutile negare (a meno di non essere santi o ipocriti) che vorremmo esserci riusciti anche noi. Se di "invidia" si tratta, in questo caso, non ha nulla di morboso né augura disgrazie a nessuno. Al contrario, è un sentimento che può rivelarsi stimolante: può indurre alla riflessione ("Perché la tal cosa ha funzionato?") e stimolare alla competizione nel miglior senso del termine, cioè il desiderio di fare sempre meglio. |
Post n°384 pubblicato il 08 Ottobre 2012 da ulisse2008v
Una ferale notizia ha turbato la quiete cittadina. Il tanto temuto evento si è verificato. Il vecchio custode del Parco dell’ABC è deceduto; dunque non ce l’ha fatta! Arroganza e maleducazione hanno sferrato il colpo finale alle sue già labili e precarie condizioni di salute. “Addio vecchio…mi macherai”! Insieme a lui muore anche il Parco dell’ABC..e si perché non potrà mai esistere un guardiano che possa sostituire degnamente il defunto amico! La lista dei sostituti è vuota…anzi è nera! Chi ascolterà le grida della gente? Chi risolverà le questioni delle casalinghe frustrate? Chi si occuperà delle faccende di cuore degli uomini insoddisfatti? ….chissà…ma domani è un altro giorno!! |
“Dunque, dove eravamo rimasti? Potrei dire moltissime cose e ne dirò poche. Una me la consentirete: molta gente ha vissuto con me, ha sofferto con me questi terribili anni. Molta gente mi ha offerto quello che poteva, per esempio ha pregato per me, e io questo non lo dimenticherò mai. E questo "grazie" a questa cara, buona gente, dovete consentirmi di dirlo. L'ho detto, e un'altra cosa aggiungo: io sono qui anche per parlare per conto di quelli che parlare non possono, e sono molti, e sono troppi. Sarò qui, resterò qui, anche per loro. Ed ora cominciamo, come facevamo esattamente una volta » Enzo Tortora, 20 febbraio 1987. La fiction, mandata in onda da Rai1 domenica 30 settembre e lunedì 1 ottobre, “Il caso Tortora – Dove eravamo rimasti ?”, ha riportato alla memoria una delle pagine più nere e inaudite del sistema giudiziario italiano. Ma come è possibile che un uomo onesto possa essere giudicato colpevole senza alcun riscontro oggettivo ma solo perché un’orda di malavitosi lo indica come presunto camorrista e spacciatore di sostanza stupefacenti? E’ VERGOGNOSO!!! La vicenda giudiziaria, durata più di tre anni, è stata caratterizzata da falsità e calunnie. Senza a stare qui a ripercorrerla tutta voglio riportare unicamente l’intervista concessa al programma “La Storia siamo noi” dal giudice Michele Morello nella quale racconta il suo lavoro d'indagine che ha portato all'assoluzione del popolare conduttore televisivo:
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Inviato da: cassetta2
il 13/04/2021 alle 15:37
Inviato da: letizia_arcuri
il 29/09/2015 alle 08:24
Inviato da: ulisse2008v
il 08/06/2015 alle 16:07
Inviato da: ulisse2008v
il 08/06/2015 alle 16:06
Inviato da: pink_panther5
il 06/06/2015 alle 18:37