L'uomo senza qualità
Un comune caso di personalità multipla
"La vita di una singola persona forse non è altro che una piccola oscillazione intorno al più probabile valore medio di una serie."
R. Musil, "L'uomo senza qualità"
« Sibelius | Hopperiana - I » |
Post n°5 pubblicato il 12 Dicembre 2012 da uomosenzaqualita
Come certamente tu sai, le dirai, come un cieco che si muove a tentoni, e con questo prologo, ipotizzando una consapevolezza che non è data, ti adopererai affinché il suo spirito si addolcisca un poco finché non proseguirai, nonostante le tue azioni siano programmate già da tempo, e farai inconsulte azioni come accendere la lampada nell'angol dopo aver spento quella grande della stanza per creare un'atmosfera più intima, più raccolta e un poco ambigua, in modo che non vi sia ansia alcuna nell'aria, pur prevedendo quei tuoi inevitabili roridi palmi delle mani, degli eccessi del bere o di qualsiasi altra cosa come quel lieve tremolio che speri non trasparirà dalla tua voce. Nel silenzio che piomberà, penserai, avrai bisogno di fare una cosa qualsiasi, come mettere musica o improvvisare un gesto, ma forse non farai nulla, perché lei continuerà a guardarti con quel suo sguardo vago in fondo al quale tu, sommozzatore marino, cercherai il minimo indizio di un tesoro nascosto che ti faccia ritornare a galla col sorriso sulle labbra e le mani colme di pietre preziose. Ma in questo silenzio che certamente ti piomberà addosso, forse verserai altro vino e con la bocca secca e chiusa, senza alcun sorriso, eviterai di tuffarti per non correre il rischio di imbatterti in un mostro marino addormentato. Il cuore ti batterà forte, nessuno sentirà, e per un attimo forse immaginerai di poter srotolare le membra e semplicemente toccarla come se riuscissi così a produrre un incantesimo qualsiasi che all'improvviso illumini questa sala con quella luce che stai tentando invano di scoprire anche in lei, visto che dentro di te é già tanto chiara da farsi quasi tangibile. Nitida luce non vista da quest'altra che ti sta seduta accanto nella sala lievemente in penombra, dove penetrano a malapena i suoni esterni, come se tutti e due foste prigionieri di una bolla d'aria, di tempo, di spazio. E riempirai ancora il calice con dell'altro vino affinché scendendo per la gola tremante vada incontro a questo bagliore che stai tentando precariamente di trasformare in parole luminose da offrire a lei. Che non dice niente, e non dirà niente, e senza sapere perché, penserai ad un corridoio buio dove ti muovi a tastoni, come un cieco, le mani tese in avanti nel vuoto, col presentimento del niente che tu stesso starai preparando proprio ora, suicida meticoloso, con silenzi mal tessuti e parole fuori luogo, povero essere assetato che si ferisce implorando il pozzo altrui per sedare una sete che nessuno può condividere. Angeli e demoni dai mille colori svolazzeranno per la sala, ma la cacciatrice di farfalle rimarrà immobile, lo sguardo fisso nel vuoto, una sigaretta accesa nella sinistra, un calice colmo di vino nella destra. La sua presenza pulserà al tuo lato, quasi sanguinando, come se l'avessi pugnalata con la tua emozione non detta. Le mani appoggiate a mendaci bengala non ce la faranno a liberare il gesto per rompere questa coltre spessa e invisibile che vi separa. Per un momento allora avrai voglia di accendere la luce, scoppiare in una risata divertita, farla finita con questa farsa, è facile fingere che tutto vada bene, che non siano mai esistite le emozioni, che non desideri toccarla né conoscerla, che la accetti così, amica pulsante, bella e remota, completamente indipendente dalla tua volontà, da tutti questi tuoi sentimenti non formulati. Nel momento seguente, che sorgerà, gemello tardivo, immediato e quasi contemporaneo all'anteriore, avrai voglia di posare il calice e stendere le tue avide mani in direzione di quel volto che neanche ti guarda, assorbito nella contemplazione del suo paesaggio interno. Molto più che dell'amore o di qualsiasi altra forma di torbida e tortuosa passione, sarà sorpresa che la starai guardando ora, perché lei non sa niente del suo potere su di te, e in questo preciso istante la potrai rendere partecipe del fatto che dipende da lei se ti illumini o ti oscuri così, intensamente, oppure negargli orgogliosamente di venire a conoscenza di questo strano potere, affinché non ti sbrani impetuosa con le sue unghie ora calme e rilassate, incrociate in punta alle dita sopra le ginocchia. Ah!, berrai all'eccesso, annoierai tutti gli amici con quelle storie disperate, notti e notti di insonnia, la fantasia sfrenata e il sesso ardente, dormirai per giorni e giorni, mancherai al lavoro, scriverai lettere mai spedite, cercherai un senso arcano nelle conchiglie, nei numeri, nelle carte e negli astri, penserai a fughe e melodrammi ad ogni minuto di ogni nuovo giorno, abbandonato sospirerai mattinate intere nel tuo letto vuoto, non riuscirai a sorridere né a camminare solo per strada senza scoprire nell'andatura di un estranea l'esatta sua andatura, in un odore qualsiasi il suo preciso odore.
Come un trapezista che si accorge dell'assenza della rete solo dopo essersi lanciato nel vuoto, accenderai allora la lampada nell'angolo dopo aver spento quella grande della sala. E finalmente inizierai a parlare.
M.B., 1997
|
|
© - ULRICH
A meno di diversa indicazione, tutte le immagini e i testi di questo blog sono di mia produzione e sono utilizzabili alle condizioni previste dalla Common Creative License 3.0 rintracciabile al link sotto riportato.
Creative Commons Attribuzione - Non commerciale - Non opere derivate 3.0 Italia.
ULTIMI COMMENTI
Inviato da: avantilungolastrada
il 05/10/2014 alle 21:05
Inviato da: ILFIUMEDILEI
il 19/02/2014 alle 15:15
Inviato da: a.bassa.voce
il 06/01/2014 alle 11:30
Inviato da: Marilynlaselvaggia
il 11/12/2013 alle 23:38
Inviato da: alkimias.alkie
il 10/12/2013 alle 18:28