Creato da uomosenzaqualita il 04/11/2012

L'uomo senza qualità

Un comune caso di personalità multipla

 

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Fratello

Post n°44 pubblicato il 04 Gennaio 2014 da uomosenzaqualita

Non avevamo quasi nulla in comune. Anzi, con una qualche certezza direi che ciò che davvero condividevamo erano solo un padre e una madre.

Per il resto tutto, e prima di tutto le sue scelte di vita, ha fatto sì che non sembrassimo per nulla fratelli. O al contrario, forse proprio perché così opposti, tutto rendeva assolutamente evidente che lo eravamo.

O ancora, ed è un altro dei mille forse che inquieteranno il mio futuro, è che sapevamo così poco uno dell'altro che ci siamo convinti di non conoscerci per niente, quando in realtà si era trasparenti uno per l'altro.

Non lo so, davvero non saprei che dire. Era così eccessivo in tutto che riusciva ad allontanare da sé tutte le moltissime persone, io compreso, che pure all’inizio s’innamoravano di lui in modo travolgente, e che continuavano ad amarlo fino a quando il suo infinito egoismo non lo rivelava per ciò che veramente era.

E così non mi sono stupito di vedere, al suo funerale, alcune persone che piangevano e altre, più numerose, chiuse in un evidente atteggiamento di circostanza. Di sicuro le prime, erano le sue conoscenze più recenti, quelle che ancora non avevano avuto modo di provare i suoi scatti d’ira, le prepotenze, di scoprire le sue bugie, di sperimentarne gli inganni e tradimenti.

Erano tutti quelli che ne avevano conosciuto solo il suo fascino potente, che non sono mai riuscito a capire da dove gli venisse. Forse la sregolatezza nel modo in cui viveva, la musica, chissà che altro.

Tra quelli che non piangevano c’erano i suoi cinque figli, e le loro quattro madri. L’ultimo, più giovane del primo nipote, figlio del figlio più grande, non piangeva solo perché così piccolo da non poter capire la situazione.

Figlio di cui io del resto avevo solo avuto notizia, e che non ho mai incontrato. Non che per le due ragazze, quasi coetanee di mia figlia, abbia avuto modo di vederle più di un paio di volte. Ma almeno ero stato loro “presentato”.

Io sono stato uno di quelli che non ha pianto. Ho solo provato quella sensazione d’angoscia che la morte di persone conosciute in vita mi procura invariabilmente. E’ l’irreparabilità della morte, e la condizione d’impotenza che l’accompagna, a spazzare via ogni volta, la mia illusione di poter trovare comunque una soluzione, di poter programmare, e proteggere la vita di chi mi è caro, di aver sempre tutto sotto controllo.

La stessa sensazione che ho provato, poco mesi addietro, al funerale di mio padre, con il quale condividevo la stessa estraneità di mio fratello, e che peraltro non partecipò alla cerimonia.

Da quando se ne andò di casa, ai miei quattordici anni, ho avuto modo di incontrare nuovamente mio padre non più di una dozzina di volte. E a dire il vero non ricordo che fosse particolarmente presente quando era in casa. Come forse era inevitabile, mi sono invece molto più legata con la sorella che mio padre ha avuto con la sua seconda moglie.

Si dice che si muore come si è vissuti. Penso sia un modo di dire senza senso, un irritante luogo comune. Credo invece così ovvio da essere banale che solo ai vivi importi come le persone muoiano. Non sono mai stato illuminato da una fede qualsiasi, e in queste occasioni devo confessare che la cosa mi dispiace un poco.

Ed è per questo che, pur sapendo quanto lui avrebbe detestato, ho fatto come mia madre mi ha chiesto di fare: i fiori, la cerimonia in chiesa, e tutto il resto. Spero questo abbia in qualche modo lenito il suo dolore infinito, l’ennesima delusione del figlio prediletto.

Perché infine racconto qui tutto questo? Non lo so. Forse perché spero mi faccia bene, e perché per un mal interpretato senso della “virilità”, non ho altre situazioni in cui poterlo fare senza suscitare preoccupazione, e apprensione in chi mi sta vicino.

L’ho scritto qualche riga sopra: i casi della vita mi hanno messo in una posizione nella quale, anche se so di non esserne assolutamente in grado, devo mostrarmi totalmente in controllo di tutto quanto. E, come immagino tutti hanno comunque avuto modo di sperimentare, per un motivo o l’altro, quanto tutto ciò sia incredibilmente faticoso.

Mi scuso della mestizia di questo post con chi sia riuscito ad arrivare sin qui, e spero per tutti un nuovo anno meraviglioso.

 

P.

Commenti al Post:
a.bassa.voce
a.bassa.voce il 06/01/14 alle 11:30 via WEB
Un abbraccio.
 
ILFIUMEDILEI
ILFIUMEDILEI il 19/02/14 alle 15:15 via WEB
*
 
avantilungolastrada
avantilungolastrada il 05/10/14 alle 21:05 via WEB
Non capisco sai? Hai scelto di scrivere una cosa così personale, sempre che lo sia, naturalmente, e poi? Poi non scrivi più nulla, forse , al di la di ciò che hai così bene descritto, hai bisogno di elaborartelo questo lutto..scusa, mi piaceva come scrivevi.
 
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