Unimatrice Zero

Post N° 64

Quando si vive soli anche un banale raffreddore con febbre ti fa riflettere sul come il prepararsi una tazza di latte, un piatto di pasta, lavarsi, rifare un letto, dar da mangiare al gatto, da essere azioni quotidiane che si svolgono in scioltezza diventano operazioni per niente scontate. A prescindere dalle offerte di aiuto che arrivano da parenti ed amici, è davvvero fastidioso non poter essere autonomi.
Meno male che questa volta prima di rinchiudermi in casa ho avuto l’accortezza di fermarmi mezza febbricitante al supermercato, sicuramente a dispensar bacilli, ma principalmente a fare scorta di agrumi e scatolette per il gatto (d’altronde dove sta scritto che se io m’ammalo lui debba fare la dieta?). E dopo il super è stato il turno della farmacia: antifebbre, stappanaso, caramelline per la gola, tutto perfetto fino a quando non mi sono accorta che la farmacista mi aveva rifilato le pastiglie effervescenti che io ODIO con tutto il cuore. Tutte le volte che trattenendo il respiro devo bere quella sbobba il mio pensiero, un secondo prima di entrare in apnea, va a lei... Ciò che in sostanza vorrei dire è che quando arriverà quel giorno, spero che la procedura sia veloce. Insomma, se fosse possibile scegliere opterei per il rito abbreviato, non mi piace immaginami fra le mani di qualche badante sbrigativa che mi sostituirà il pannolone un giorno si e uno no.