Creato da baubo_a il 11/04/2012

Baubo

eros e gioco

 

 

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Ciciarampa… Chimichanga

Post n°12 pubblicato il 24 Agosto 2012 da baubo_a
 
Tag: baubo

 

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Non c'è una risposta. Non ci sarà mai una risposta.

Non c'è mai stata una risposta. È questa la risposta.

Gertrude Stein

 

Oggi Venezia s'offe ai miei occhi lucida di sole. Esco presto voglio andare senza meta. Oh, quanto mi piace! Inseguo calli e sestieri, attirata da un ponte, da un crocicchio, una voce, un tremolio dell'acqua appena sotto di me. Venezia m'ammalia e seduce. Mi basta una brezza, un odore di cucina che esce da una di queste case rosse e scrostate, da una ciàcola.

«Gha dito Bepi che ghe se el bacalà seco novo. Se ti va da Niccolò ti ghe disi de metermelo da parte che dopo paso».

«Va ben! Rivo fin a santa Marta par el pan».

Sto in una piazzetta che ha un che di sacro, storicamente ferma al seicento e queste due parlano di pane e pesce.

Santa Maria de' Miracoli, una fila di bianche colonne, una facciata che è una cabala.

M'ha sempre fatto quest'effetto e ancor oggi quando passo di qui mi devo fermare, sostare e chiedere.

Che c'entri tu con me? È una vita che ti rincorro, più che una chiesa mi sembri un bauletto, uno scrigno prezioso che m'incanta. Che c'entri con me? Mi dici che vuoi? Perché ogni volta che sto a questo punto devo girare e stare qui davanti a te? Per non dire dell'effetto che mi fai dentro. Quella trina delle tue colonne che, mannaggia al custode, ho solo voglia di metterci le mani sopra e accarezzarle. Sentirmi il freddo del tuo marmo sotto le mani, che freddo non è, è parola che scotta. E quando sto seduta là, sopra l'altare e la luce mi confonde i colori e i pensieri. La cabala della basilica di San Marco comincia a frullare dentro la testa, le sue trame s'intorcolano come tanti serpenti vivi e dorati. Quel mosaico che non è più piatto ma si fa un cubo di bisce d'oro, vive, tronfie, sode e sapienti che riempiono una volume di forza. Che c'entri con me?

Gli ho detto: «Mi tocchi l'anima mentre mi scavi».

E i serpenti si srotolano dentro e fuori di noi. Li vedo, anzi li sento che è ancora peggio, o meglio. I corpi si cercano, si danno, si spremono e le forze si fanno dense, pesanti, dannate. Oh, è un dannato di pregio, non sia mai che qualcosa nel sesso non vada. Tutto va bene, anche le spinte più oscure. La forza vitale sa più di me. E mi sposta, mi tira, m'avvince. Mi toglie la mente e i suoi files. Affonda nel magma di un pensiero melmoso, scomposto e confuso. Il meglio di me.

Venezia, calli, canali, vapori e nebbie. Poi il sole e l'acqua lucente.

Serpenti, mostri e... Ciciarampa.

Mattino, arriva un sms: "Vieni oggi, ho il ... duro"

Io: "A chi l'hai inviato quello del ... duro?"

"A te stronza"

"Ma no! Te l'avevo detto, mannaggia le elezioni. Mo' aspetti e vedi di non sostituirmi con qualche altra che ti faccio zica zica. Tieni alto il desiderio!"

"Vieni"

"Sto a Venezia!"

"Allora vengo io"

"Uh!"

Cerco di dormire ma come si fa, con un tale programma!

"È vero che stiamo nella sperimentazione della forza ma questo è dirompente. Sconvolge tutto. La senti? È come se tu fossi già qui"

"Scrivi, scrivi, come senti Baubo"

"Dioniso, Baubo. Volevo la mia vacanza"

"Premio Bauba. Cronache fantastiche con l'orso"

"Allora le esaurisco in fretta!"

"Strronzz... "

"Ok. Dimmi a che ora arrivi".

Abbiamo detto buio e silenzio. Come quando è cominciata. Sì, è una nostra strategia e funziona. Cadono subito tanti paletti. Dribbliamo la mente. No, non necessariamente si finisce a letto. Sai, i corpi sanno meglio di noi. I corpi sentono, discernono, scelgono e sono autentici..........

Ecco siamo ancora qui, soli, ignoti, curiosi, sì curiosi, attratti e in attesa. Cosa verrà fuori oggi da questo gioco?

Ogni volta come entrare nel cilindro del Cappellaio matto. Alice, Alicina, Alicettina si sporge dal bordo della falda del cappello e... casca dentro.

In bocca al Ciciarampa che alla fine si papperà come fosse un chimichanga. 

Questo buio in cui sprofondo. Le tue dita, fianchi, pancia. Tutto sempre nuovo. Allacciati, scorre sempre quel flusso, è qui, è la spinta.

Ha detto il Brucaliffo ad Alicettina: "Non temere. Tu preoccupati solo di tenere la spada in mano. Non lasciarti scappare la spada e tutto accadrà da solo".

M'avvicino a te. Ci sei? Ancora ti conosco poco. Ti temo. Come ti muovi? Che vuoi? Che mi dai?

.......................................

Venezia scorre qui fuori, azzurre e lucenti le creste sui canali.

...............................

Io vado piano piano, che ne so di come la prendi? Meglio non esporsi troppo.

«Mmmhh, ti piace, mmhhh»

«Prendilo qui, scoprilo».

Eseguo, mh, siamo lontani. Non avverto. Non so. Tocco, eseguo, qualcosa di molliccio, duretto, alzatino, si muove laggiù.

Oh, come siamo lontani!

Ma non mi muovo. Sto qua. Chi sei? che vuoi? Oh, se sento! Mi attrai, tanto.

Sto, intanto le dita van da sole, qualcosa prende consistenza.

«Guarda che stronza. Dai! Scoprilo».

.........................................

Anche quella notte, buio e silenzio. La prima volta, oggi. Uguale e ogni volta altro, nuovo. Una capsula di venti, di sopore e fecondità dirompente.

Chi sei. Qui c'è un magma, una cosa pregna di noi.

C'è qualcosa che prende e s'impone tra la mia testa e il tuo ... Ne sono avvolta come se stesse accadendo qualcosa che è già accaduto, che ci possiede e si apre qui, adesso.

Lo riconosco, sono sempre stata qui, m'appartiene. Accarezzo dolcemente ora con due dita. Voglio parlargli pian piano, raccontargli ...  di lui. Questo, lui. Tante cose da dire tra lui, le mie dita e la mia testa.

..........................................

Vediamo se è tuo l'odore che ha a che fare col mio gusto. Mmm, morbido, rotondo, sodo, pieno e... parte il messaggio che arriva al cervello. Sì, è omeopatico, osmotico per me. Codice a codice, identità riconosciuta dalla mia identità.

Puoi stare, anzi, interagiamo.

Primo test passato, possiamo avanzare.

Tutta questa verifica te la passo allargando il palato, accogliendo, facendo toccare alla punta del tuo ... il fondo della mia gola. Il sistema immunitario della mia identità, piuttosto esigente, t'ha riconosciuto ed è sicuro. T'ho fatto discernere dalla mia bocca, dal mio corpo, non da un qualsiasi criterio di condotta del mondo di fuori.

«Mhmmm, che stronza» M'arriva.

....................................................

«Guarda come ti piace» Avverto che ti sposti, accendi la luce e guardi giù oltre la tua pancia. Io da qui immagino la scena; ti vedo mentre mi vedi e insisto, spingo. Consapevolezza, vuoi? Ti porto sulle labbra così ti vedi tutto, e mi vedi.

Ecco osservi tutto il tuo ... dritto e intero accostato alla bocca e al mio viso. Sono io, sei tu, così, guarda bene, memorizza che poi lo voglio vedere nei tuoi occhi.

..............................

Sì, avverto la forza come tante impercettibili particelle di pulsione, di una sostanza invisibile ma che si sente, che impregna lo spazio, che mi tocca la bocca, il viso, il corpo, che m'attrae.

Dalla pelle del tuo ... esce una trasmissione, un'onda, tante infinitesimali onde di desiderio, di pregnanza, di voglia accesa che parla, chiama, che parla forte ora e m'investe, s'impone e m'imprigiona.

Attrazione, dèrmore, pregnanza, desiderio, sostanze, cose. Cose percettibili, toccabili, ingoiabili, masticabili e mangiabili.

Nutre il sesso, alimenta l'eros e rendersene conto - in due - è ciò che fa il tutto, che dà il senso. È ciò che mi fa discernere e categoricamente scegliere: questo sì - questo no.

È cibo, alimento in ogni suo passaggio.

.................................

 

E tutto perché Alice e il Cappellaio matto, un cazzo e una fica, volevano farci sapere com'è.

 

 

 il resto nn posso scriverlo qua, mi bannerebbero subito

 

 
 
 
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la dea dell'osceno

"Qui la Forza è intesa nella sua accezione di “eros” vissuto e osservato nella situazione della sessualità ma, come dice l’autrice alla fine del libro, essa, resasi percepibile e presente nelle modalità, nelle espressioni dei corpi e della sessualità, è sperimentabile e gustabile in ogni aspetto della natura, della persona, della vita sulla Terra e nel cosmo.

 

 

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